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Cronaca

[VIDEO] Aggredito il figlio di Costacurta dagli Agenti di Polizia.

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E’ stato lo stesso Achielle Costacurta, figlio di Alessandro e Martina Colombari, a postare le immagini sui social dell’aggressione ricevuta dalla Polizia. Una maglietta sporca di sangue postata tra le immagini di Instagram nella sezione Stories. Intanto, l’aggressione è avvenuta poco dopo l’orario di Coprifuoco imposto alle 22 e il ragazzo è stato accompagnato all’Ospedale di Parma dove ha ricevuto soccorso dopo essere stato picchiato dalla Polizia.

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Cronaca

Follia nel Salernitano, 54enne straccia il verbale e investe un vigile: arrestato

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Incredibile episodio avvenuto venerdì scorso nel Salernitano, che ha visto protagonista un 54enne originario di Nocera Inferiore e residente a Siano.

In particolare l’uomo, dopo aver stracciato un verbale per divieto di sosta, ha investito un vigile urbano. Infatti, egli aveva parcheggiato all’incrocio tra via Atzori e via Barbarulo, mentre si era fermato in un bar. All’uscita ha inveito contro gli agenti della Polizia Municipale che lo stavano multando.

Pertanto si è rifiutato di fornire i documenti ed è ripartito, investendo accidentalmente uno degli agenti. A quel punto è stato arrestato e associato ai domiciliari per resistenza a Pubblico Ufficiale e lesioni, anche se il Tribunale di Nocera Inferiore ha poi disposto lo stato di libertà con l’obbligo di firma.

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Attualità

Processo Impagnatiello, i giudici si riuniscono per deliberare: le ultime

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Oggi, lunedì 25 novembre, nella Giornata contro la violenza sulle donne, è giunta finalmente l’ora della verità.

Infatti alle ore 12:30, la giudice Antonella Bertoja della Corte d’Assise di Milano si pronuncerà sulla condanna di Alessandro Impagnatiello, colui che il 27 maggio 2023 ha ucciso con 37 coltellate la compagna Giulia Tramontano e il figlio Thiago, che la donna portava in grembo.

Tredici udienze in dieci mesi, nelle quali l’imputato ha negato il consenso alle riprese del suo volto in aula, in cui la Procura ha ripercorso la vicenda con dovizia di particolari, chiedendo l’ergastolo con isolamento diurno di 18 mesi per l’imputato.

Intanto l’avvocato Giovanni Cacciapuoti, legale della famiglia Tramontano, ha così dichiarato fuori dall’aula in attesa della sentenza:

“Spero che la sentenza di oggi, nella giornata contro la violenza sulle donne, pur essendo una mera casualità, possa essere un utile messaggio di speranza e possa rappresentare un cambio di registro nelle interazioni umane. Sia fatta la giustizia degli uomini, che sia data la sanzione che ha chiesto la Procura, cioè l’ergastolo. Questo come giusta assunzione di responsabilità per una condotta lucida e inqualificabile. Impagnatiello ha organizzato la morte di Giulia e del bambino. Come emerso nitidamente e lucidamente nel processo, ha premeditato l’assassinio da dicembre-gennaio, con avvelenamento con ammoniaca, topicida e anche cloroformio. Tutto questo testimonia come la sua volontà fosse quella di uccidere”.

Invece la sorella di Giulia, Chiara, ha postato una foto su Instagram prima di arrivare in Tribunale. La foto mostra una spilla che ha appuntato sulla sua giacca con una foto di Giulia incinta e un commento: “Oggi non ti lasciamo andare, oggi ti stringiamo più forte”.

Pertanto decine di macchine fotografiche e giornalisti hanno riempito l’aula del Palazzo di Giustizia di Milano per la sentenza del processo, con i carabinieri del servizio di sicurezza che hanno allontanato i reporter e i cameraman per consentire alla corte di deliberare.

Alessandro Impagnatiello si è presentato rasato, sbarbato e con la maglia a rombi, entrando in aula dall’ingresso riservato ai detenuti e seduto in cella. Invece la madre di Giulia, Loredana Femiano, ha ricevuto un regalo al suo arrivo in Tribunale, portato fuori dall’aula dai funzionari e cancellieri della Procura milanese: si tratta di una pianta di rose bianche.

Ancora la sorella di Giulia, Chiara Tramontano, ha così dichiarato in un’intervista a La Repubblica prima della sentenza:

“Giulia era una donna coraggiosa, che ha cercato la verità a costo della morte. La sentenza di oggi per noi non rappresenta niente, perché la nostra vita è finita tempo fa. Ma il verdetto potrebbe essere importante per le nuove generazioni e per l’Italia intera. Un Paese ancora pervaso dal maschilismo, che ha paura delle donne”.

Rincara la dose su Instagram la madre di Giulia, Loredana Femiano, ricondividendo un post scritto dalla sorella Chiara nei giorni scorsi:

“Giulia è morta in Italia, anche perché siamo un Paese che ha paura delle donne. Il 25 novembre grideremo giustizia per Giulia e Thiago, ma lo faremo per tutte le donne che non hanno più voce. Dove c’è giustizia, c’è futuro. Dove c’è giustizia, c’è speranza per le nuove generazioni, affinché possano vivere in un Paese in cui non si ha paura di essere donne. Giulia sarà con noi in quell’aula, insieme a voi, a tutte le anime gentili strappate a questo mondo. Saremo lì, e spero che ci saranno tutte le donne che ancora sognano un futuro senza paura”.

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Cronaca

Shock in Campania, partita di calcetto finisce in rissa: accoltellato un calciatore

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Quella che doveva essere una normale partita di calcetto, si è ben presto trasformata in una rissa dalle gravi proporzioni.

Stiamo parlando del match valido per il campionato di calcio a 5 di serie D tra Del Monte e Sporting Stabia, disputatosi nella giornata di ieri, il quale è stato sospeso dopo che alcuni tifosi angresi hanno aggredito i componenti della squadra avversaria.

A renderlo noto ci ha pensato la stessa direzione dello Sporting Stabia tramite i suoi canali social:

“Aggressione avvenuta addirittura con un coltello, che feriva un giocatore dello Sporting alla mano destra. Bruttissima pagina di sport. Una serata rovinata da gentaglia che non ama questo sport. Individui che vanno a vedere una partita di calcetto e portano i coltelli”.

Poi, uno dei calciatori si è così rivolto al deputato Francesco Emilio Borrelli:

“Un nostro compagno di squadra è stato ferito ad una mano. È andato in ospedale”.

Pronta la risposta di Borrelli, che ha così commentato:

“Ci auguriamo che i protagonisti di quest’assurda e disgustosa vicenda vengano tutti identificati, in particolare l’accoltellatore, e consegnati alla giustizia. Bisogna cambiare le regole del gioco, affinché lo sport torni ad essere un momento sano di vita e non una scusante per dar sfogo ai propri barbari istinti. Servono maggiori controlli e misure più stringenti”.

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