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Le “pietre…” di inciampo ce l’ha il Sindaco in testa. Mennillo sogna il governo “Draghi” caivanese

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CAIVANO – Prosegue la telenovela legata alla crisi innescata da Italia Viva, il Sindaco pare abbia le idee chiare ma nel verso più difficile del caso. Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, praticamente è confermato che sia cominciato il “mercato delle vacche” come lo si ama definire in gergo, ma con una variante del tutto intrigante.

Praticamente l’obiettivo del primo cittadino è quello di eliminare e mettere all’angolo il gruppo politico che secondo lo zoccolo duro di questa maggioranza causa maggiori fastidi, ossia “Noi Campani” e la Consigliera Giovanna Palmiero. Il metodo per farlo sarebbe quello di acquistare forze fresche dall’opposizione.

Non sono bastati alla fascia tricolore i rifiuti di alcune settimane fa di Imma Grande ed Enzo Pinto. Stavolta il Sindaco, attraverso suoi mediatori di fiducia, si è fatto avanti molto più prepotentemente in egual misura non solo nei confronti dei due prima citati ma anche e soprattutto verso altri componenti della minoranza come Salvatore Ponticelli, Orsella Russo e altri giovani dell’opposizione.

Da fonti molto vicine alla maggioranza si sa che addirittura il Sindaco Enzo Falco abbia chiesto a Italia Viva di portargli due consiglieri dell’opposizione, così da garantire loro la messa alla porta del gruppo “Noi Campani” e la Consigliera Giovanna Palmiero, in maniera tale da riportare gli equilibri in maggioranza e assicurare il posto da assessore a Pasquale Mennillo che al di là delle formali dimissioni non disdegnerebbe la sua poltrona se ad essere fatti fuori fossero quelli di “Noi Campani” e la Palmiero.

Una politica che nei fatti dimostra tutto il contrario di quello che si scrive. Una politica fatta di compravendita di Consiglieri in pieno stile berlusconiano ma che sui social si vuole far passare per amore della città, per senso di responsabilità e altri termini appartenenti al linguaggio politichese da prima repubblica. Ma analizziamo nello specifico gli scritti e le dichiarazioni degli attori in campo.

Proprio ieri sera dal suo profilo ufficiale l’Assessore Pasquale Mennillo ribadisce, come avevo già anticipato nello scorso editoriale (leggi qui), le proprie dimissioni adducendo le stesse ad un amore incondizionato per la città e ad un sacrificio nobile da parte sua per dimostrare il suo disinteresse alla poltrona e asserendo tra l’altro che: “La politica per me è un’arte nobile e non mi piegherò mai al concetto che si tratti di una “cosa sporca”, come gran parte del pensiero comune purtroppo esprime. Al massimo sono gli uomini che la sporcano trasformando quell’arte nobile in ben altro”.

Dichiarazioni che, per chi si sofferma a leggere con più attenzione, sono di una gravità assoluta. A questo punto l’Assessore Mennillo ci deve spiegare in che modo con le proprie dimissioni dimostra di non piegarsi al concetto della politica intesa come “cosa sporca” ma soprattutto chi lo vorrebbe piegato? Poi. Da quale concetto parte Mennillo per affermare che il pensiero comune sia quello che la politica sia sporca? Quindi anche quelli che lo hanno votato, lo hanno votato pensando che lo stesso praticasse un’arte intesa come “cosa sporca”? Alla fine invece, dipinge il suo modo di fare politica come arte nobile e che sono gli uomini a sporcare la politica, allora l’Assessore Mennillo deve essere chiaro. Quali sono gli uomini che secondo lui sporcano la politica a Caivano? Ma soprattutto è arte nobile quella di depennare il nominativo già indicato dal funzionario per metterne uno vicino alle proprie conoscenze, quando si tentò di minare il passato amministrativo di chi aveva dichiarato dissesto nel 2016? Quindi da dove, ma soprattutto da quando parte questa guerra fratricida all’interno della maggioranza?

Evidentemente, in questa maggioranza, ormai risicata, chi tira i fili ha le mani mozze. A chi bisogna ascoltare? All’Assessore Mennillo che all’indomani delle sue dimissioni, a mezzo Facebook, auspica ad un governo di “salute pubblica” un “Draghi caivanese” per intenderci – tema molto caro alla Comunicazione ingaggiata dallo stesso assessore, perché molto vicina agli ambienti forzisti caivanesi e dimostrabile in questo passaggio del suo post: “Azzeriamo per un attimo gli schieramenti, i personalismi, le ideologie ormai superate pure a livello nazionale… …Caivano ha bisogno di tutti i caivanesi per uscire da questa situazione” – o al Sindaco che rilascia dichiarazioni perentorie alla stampa locale, richiamando tutta la maggioranza all’ordine e minacciando la caduta del governo cittadino?

Chi comanda? Chi è il leader di questa maggioranza? Lo sa l’Assessore Mennillo che un azzeramento dell’attuale governo deve, per forza di cose, passare da una dimostrazione oggettiva del fallimento della sua maggioranza con conseguenti dimissioni del primo cittadino, aprendo così ad una serie di tavoli di audizioni e cercare di trovare una nuova quadra per il bene serio della cittadinanza caivanese e non cercare di azzerare come si sta facendo, mettendo in atto la compravendita dei consiglieri?

A volte mi domando se il Sindaco sa a che titolo stia parlando Pasquale Mennillo e se il resto di “Italia Viva” sia d’accordo con la visione di azzeramento del suo assessore. Perché se è così ci ritroveremo davanti ad uno scenario fallimentare della prima gestione Falco con il conseguente tentativo di creare un Falco bis con una maggioranza ancor più eterogenea della prima.

La divergenza di visione che intercorre tra il Sindaco e l’Assessore è confermata anche dalle dichiarazioni rilasciate dal primo cittadino al collega Antonio Parrella su “Il Mattino” dove dichiara di non restare a riscaldare la poltrona e di essere dispiaciuto di quanto successo e che la politica deve seguire regole ben precise, che se tutti i partiti vogliono il bene di Caivano come dicono non sarà difficile trovare la quadra, se no si ridà la parola agli elettori.

Da queste dichiarazioni non è difficile capire che da un lato abbiamo un assessore dimissionario che auspica ad un governo di salute pubblica che coinvolge anche le minoranze – che si fa per restare attaccati alla poltrona, altro che altruismo – e da un lato c’è un sindaco fiero e sicuro di poter tornare tranquillamente alle urne. Sintomo questo di una navigazione a vista di ogni singolo elemento di questa maggioranza discordante l’uno dall’altro.

Intanto non possiamo non soffermarci su altre dichiarazioni gravi rilasciate dal primo cittadino che testimoniano ancora una volta le sue lacune culturali avendo fatto un paragone di certo inopportuno. Sempre a “Il Mattino” il primo cittadino, così come l’Assessore Mennillo ammette che la politica sia vista come una “cosa sporca”, asserisce che la politica è lastricata da “pietre d’inciampo”.

Ma come si permette il primo cittadino paragonare il suo cammino, breve e fallimentare, a quello che hanno dovuto subire i milioni di ebrei deportati e ammazzati nei lager durante il secondo conflitto mondiale? Ma il Sindaco Enzo Falco conosce il significato della frase “Pietre d’inciampo”? O peggio ancora: sa cosa siano le “pietre d’inciampo”? E se la risposta è si, perché scomodare una metafora così importante? Si è talmente pieni di sé da considerarsi un perseguitato? Quindi l’invito del sottoscritto è quello di andarci piano con la semantica. Caivano ha già enormi problemi che anche per colpa dell’approssimativa gestione Falco non riesce a risolvere. Quindi è del tutto inutile scomodare la memoria di chi realmente ha sofferto le pene dell’inferno su questa Terra. Meditate caivanesi sulle scelte che avete fatto alle ultime elezioni.

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CAIVANO. La Sottosegretaria Pina Castiello e la sua famiglia raggiunti da avvisi di riscossione coattiva per evasione tributaria.

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CAIVANO – Dopo le indiscrezioni nate da queste pagine sul presunto abuso edilizio del Ranch di proprietà della sottosegretaria al Consiglio dei Ministri Pina Castiello e dei suoi fratelli, e della totale assenza di iscrizione a ruolo nel registro dei Tributi dal punto di vista IMU e Tari, grande lavoro di controllo è stato fatto dal settore Finanze e Tributi, compulsato anche dal Commissario prefettizio Filippo Dispenza.

Avviati, ovviamente, opportuni controlli a 360° sull’intera popolazione, l’attuale Amministrazione prefettizia è venuta a conoscenza che l’intero importo di evasione tributaria a Caivano ammonta a circa sei milioni di euro. Un gruzzoletto che, se tutti i cittadini caivanesi pagassero regolarmente i tributi, darebbe enormi vantaggi economici alla comunità, nonché anche disponibilità di cassa per lavori di manutenzione ordinaria e straordianaria.

I controlli effettuati, così come per legge, hanno riguardato gli ultimi cinque anni per quanto riguarda l’evasione IMU e TARI e gli ultimi due anni per quanto riguarda il servizio di fornitura idrica.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, di questi circa sei milioni di euro di tributi evasi, si registrano gli avvisi di riscossione coattiva di un importo di circa € 5.500 cad. per un importo complessivo che riguardarebbero le proprietà terriere e immobiliari di via quattrovie e cinquevie, di circa 22mila euro indirizzati alla famiglia Castiello, nelle persone di Pina – l’attuale sottosegretaria di Governo – e gli altri tre fratelli.

Adesso, quanto di buono fatto dal settore Tributi ci aspettiamo lo stesso dal settore Urbanistica e che quanto prima si renda edotta la comunità sulla vera natura di quel villone con piscina.

Da caivanese propongo che questa sia l’unica storia che la sottosegretaria Pina Castiello possa permettersi di raccontare, la prossima volta, in un qualsiasi convegno che affronti il tema della legalità che si organizza a Caivano.

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Caivano

Caso ranch di Pina Castiello. Nel 2003 ultima data utile per il condono, in quell’area non esisteva nulla.

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CAIVANO – I miei ultimi due editoriali sui controlli e la legalità applicati e sbandierati a senso unico alternato, considerando il fatto che a parlare di legalità sul territorio ci sono stati alcuni organi istituzionali che per quanto riguarda alcuni aspetti personali questo grande valore umano se lo sono dimenticati.

Sto parlando della inchiesta (leggi qui e qui) partita da queste pagine e che riguardano la Sottosegretaria al Consiglio dei Ministri con delega al Sud e vicesindaco di Afragola Pina Castiello che durante quest’ultimo anno non ha lesinato le sue presenze al fianco degli stati generali del Governo Centrale in passerelle politiche che come tema, quasi sempre, presentavano l’insegnamento della legalità ai caivanesi, brutti, sporchi e cattivi.

Siccome a nessuno piace prendere lezioni da chi, proprio lezioni non ne può dare, il nostro invito a controllare, dal punto di vista del rispetto delle regole, alcune anomalie che riguardano un immobile di proprietà della Sottosegretaria è stato recepito anche nel comune dove la stessa espleta la carica di vicesindaco.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo dal canto suo il Commissario Prefettizio Filippo Dispenza ci fa sapere che si è subito attivato per vederci chiaro in questa vicenda, mettendo in subbuglio il settore dei Tributi, senza immaginare che dovrebbe mettere sottosopra anche il settore tecnico urbanistica e tra poco spiegherò il perché.

Di tutta questa storia si è occupata anche l’opposizione consiliare del Comune di Afragola che, come si legge dal profilo social del Consigliere Gennaro Giustino, nell’ultima conferenza dei capigruppo ha chiesto al Presidente del Consiglio comunale di Afragola Biagio Castaldo di mettere agli atti l’invito a fornire deduzioni, nel prossimo Consiglio Comunale utile, inerenti i presunti abusi edilizi ed evasione dei tributi legati al ranch di vie Cinquevie da inoltrare alla loro vicesindaca.

Il Consigliere Giustino nel suo post su Facebook scrive: “A scoperchiare il pentolone è la testata “Minformo” che in due articoli pubblicati sul web tira fuori storie di abusi edilizi nella dimora di Pina Castiello a Caivano, tasse evase, procedure burocratiche insabbiate e tanto altro. Incluso i condoni che quella villa di lusso, ex casa colonica, ha usufruito. Eppure, basterrebe utilizzare le aerofotogrammetrie e confrontare lo stato dell’arte alla data di chiusura dell’ultimo condono con quelle successive per capire cosa c’era, cosa e quando è stato realizzato e condonato. Verifica semplice e certa. Questa, però, è un’altra storia.

E sempre nel nome della verità e della legalità ho accolto l’invito del Consigliere Gennaro Giustino ed ho effettuato una ricerca su Google Earth e considerando che con il decreto legge 269 del 2003, successivamente convertito in legge, ha introdotto norme sulla sanatoria degli abusi edilizi e che in attuazione dell’articolo 32 del citato decreto-legge, la regione Campania ha adottato la legge regionale n.10 del 2004, peraltro dichiarata parzialmente illegittima dalla Corte costituzionale con sentenza n. 49 del 2006, ci siamo fatti un giro a ritroso negli anni attraverso lo strumento che ci mette a disposizione l’azienda californiana e abbiamo scoperto che fino al 2003 in quell’area dove oggi sorge una vera e propria reggia con piscina non esisteva nulla.

 

Quindi, il ragionamento è, in una eventuale assenza di permessi di costruire come è stato possibile sanare nel 2003 un manufatto abusivo inesistente? Poi se vogliamo considerare che la legge è stata recepita dalla Regione Campania solo nel 2004, scopriamo che in quella data si scorge solo la costruzione di una casa che ad occhio nudo presenta la metà delle cubature attualmente insistenti su quel terreno e quindi, laddove tale presunto manufatto abusivo sia stato condonato nel 2004, in tempo per il recepimento della legge regionale, quanto meno i sottotetti e la piscina che compaiono solo nel 2007 risulterebbero essere privi di condono sicuramente, perché abbondantemente oltre la data ultima per effettuare eventuale sanatoria.

 

Sarebbe bello scoprire cosa è successo durante questi ultimi 11 anni, sarebbe bello scoprire i nomi dei colpevoli di questo lungo silenzio sulla questione, sarebbe bello scoprire se durante questi anni ci fosse stata una copertura da parte della classe dirigente politica ma sarebbe ancora più importante scoprire il perché gli attuali soggetti politici caivanesi continuano a trincerarsi in questo lungo, colpevole e connivente silenzio sulle illegittimità che riguardano gli attori che hanno disegnato la nostra comunità alla stregua dei narcotrafficanti colombiani. Ma un sussulto di dignità da parte di chi tra pochi mesi si accingerà a vendersi per il difensore di tutti i caivanesi quando?

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Il Governo Meloni svuota il “Decreto Caivano”: tagliati 30 milioni di euro

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Il decreto Caivano prevedeva un fondo di 40 milioni di euro destinato a contrastare la dispersione scolastica, dimostrando l’impegno del Governo nella tutela di bambini e ragazzi vulnerabili alla violenza di strada.
Tuttavia, è emerso che nella Legge di Bilancio il fondo è stato ridotto a poco più di 10 milioni di euro.

Il decreto Caivano era il provvedimento simbolo del Governo Meloni per sostenere i giovani che vivono in quartieri difficili e a rischio criminalità, ma è stato ridimensionato dallo stesso esecutivo nella manovra economica. Nonostante il nome, le misure previste non si limitano al solo comune a nord di Napoli, ma mirano, nelle intenzioni del Governo, a colpire la criminalità minorile in tutto il Paese. Tra le novità, l’introduzione di pene più severe per i genitori che non mandano i figli a scuola, con sanzioni che possono arrivare fino a due anni di reclusione.

Uno degli elementi chiave del decreto Caivano è l’introduzione del Daspo urbano per i minorenni dai 14 anni in su che si siano resi responsabili di episodi di violenza. Questa misura, che vieta l’accesso a determinate aree cittadine, ha visto un’estensione della sua durata massima a due anni, rispetto al limite precedente.

Sul fronte della giustizia minorile, il decreto modifica le disposizioni relative al carcere preventivo, riducendo da nove a sei anni la soglia per l’applicazione della custodia cautelare per i minori. Inoltre, vengono previste sanzioni più severe per gli adolescenti di almeno 14 anni trovati in possesso di droga o armi, con l’obiettivo di rafforzare il contrasto alle attività criminali tra i giovani.

Per i minorenni colpevoli di reati che prevedono una pena massima di cinque anni, il decreto Caivano introduce un percorso di definizione anticipata della pena, che prevede l’impegno in lavori socialmente utili o attività benefiche a titolo gratuito. Questa misura è nota come “messa alla prova”. La sua attivazione è disposta dal Pubblico Ministero, in accordo con i genitori e con il parere dei servizi minorili, per una durata variabile tra uno e sei mesi.

Tagli che risultano in netto contrasto non solo con le promesse fatte in occasione del decreto Caivano, ispirato al Comune teatro di una violenza sessuale su due cugine minorenni, ma anche con le drammatiche cronache di questi giorni.
“Una scelta che rivela la volontà del Governo di azzerare gli investimenti nell’istruzione e di considerare il Sud un peso”, affermano Irene Manzi e Marco Sarracino del Pd. “L’ennesimo omicidio dimostra invece l’urgenza di un piano straordinario per l’assunzione di più assistenti sociali e insegnanti”, sottolinea Sandro Ruotolo della segreteria Pd.

Il centrodestra, invece, contrattacca accusando i dem: “Il finto buonismo della sinistra, che governa Napoli e la Campania, è uno dei fattori che ha contribuito a questa deriva”, afferma Severino Nappi, capogruppo della Lega in Campania. Fratelli d’Italia continua a lodare il decreto Caivano: “Con questa iniziativa abbiamo gettato le basi per recuperare tanti ragazzi”, sostiene il senatore Sergio Rastrelli.

Tuttavia, nella legge di bilancio, gran parte delle risorse previste dal decreto sono state ridotte.

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