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Cultura e spettacolo

ESCLUSIVA. MasterChef Italia. Irene Volpe: “Finalista della decima edizione perché sono stata Irene al 100%”

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Irene Volpe è stata finalista dell’edizione 2021 (la decima) di Masterchef Italia, il cooking show di Sky prodotto da Endemol Shine Italy, sempre disponibile on demand, visibile su Sky Go e in streaming su NOW.

Romana, classe 2000, capelli multicolor e sorriso accattivante, Irene ha conquistato il pubblico con la sua autenticità. In una accesissima finale, ha presentato il suo menù FUORI DI TESTA. Quattro portate all’insegna dell’anticonformismo, senza distinzioni tra antipasto, primo, secondo e dolce: Cosce di pecora, ricotta romana fritta con “osso” di nocciole e coulis di clementine e mentuccia; “Crudo 100%”, acqua di frutti di bosco con banana, funghi, sfere di latte di cocco, dattero, massa di cacao Criollo, olio di legno di ribes nero e sale grigio Bretone; “Tripudio”, cipolla al vino rosso, za’atar e cedro candito con sfoglie all’anice e cicoria ripassata; “Pampapato”, ravioli ripieni di frutta secca, miele e uva passa, con crema di baccalà e aria all’arancia.

Irene, sei indubbiamente il personaggio più amato della decima edizione di MasterChef Italia. Che effetto ti fa?

Non mi aspettavo tutto questo riscontro da parte di persone di tutte le fasce d’età. Ho ricevuto moltissimi direct su Instagram di disegni miei mentre cucinavo, fatti dai bambini. Una gioia immensa sapere che ho tenuto compagnia attraverso degli schermi in questo periodo così complesso. E non è tutto. Molti adolescenti mi hanno scritto dicendomi che grazie a me hanno ritrovato la voglia per affrontare i loro problemi, la forza nel perseguire le loro passioni, la spinta a mangiare e di combattere il loro apparente nemico: il cibo. Mi hanno fatto capire quanto sia importante essere portavoce di un messaggio, e io ho scelto di prendermi questo ruolo a 360°. Cerco di tenere un rapporto diretto con chi continua a sostenermi ogni giorno sui social, rispondendo a messaggi (vi giuro che 2 ore al giorno le dedico solo a quello), interagendo con altri utenti che ho anche avuto modo di conoscere meglio. Mi sembra tutto surreale. Quando giro per strada e mi chiamano “IRENEEEE” sono la persona più felice del mondo, mi danzano le cipolline in testa dalla gioia! (peraltro mi beccano sempre mentre sto mangiando qualcosa…).

Il tuo percorso a MasterChef Italia è stato caratterizzato da una crescita costante: ti sei presentata in punta di piedi e sei diventata sempre più forte, mostrandoti determinata e severa con te stessa. È stato questo il punto di forza, oltre naturalmente alla tua straordinaria capacità culinaria?

“Straordinaria capacità culinaria” non direi… cioè, grazie mille, ma ho ancora un’infinità di cose da imparare (in cucina e in generale nella vita non si arriva mai, al massimo si mette un check point). Sono entrata proprio con questo spirito: io non so niente e gli altri sanno tutto. Così ho iniziato a leggere, studiare, rubare con gli occhi e sperimentare. Il confronto con gli altri compagni mi ha aiutato tantissimo: Antonio è un’enciclopedia vivente del pesce, Max il veterano delle salse provenienti da tutto il mondo, Cristiano il mago del sapore di casa, Jia Bi la macchina dei ravioli alla piastra, Monir… (beh, Monir è Monir!). Ad un certo punto della gara, poi, ho capito che dovevo fidarmi di più del mio istinto e delle mie folli idee, senza guardare in faccia a nessuno ma solo a me stessa. È lì che la vera Irene è iniziata a venire fuori, fino a presentare il suo menù “Fuori di testa” in finale. Essere severa con me stessa, nel passato, mi ha portato a essere determinata e a raggiungere tutti gli obiettivi che mi prefissavo con largo anticipo. Sicuramente un pregio, ma anche un qualcosa che mi ha fatto perdere tante esperienze, mi ha fatto perdere di vista le mie passioni, il godersi la vita ed il buon vecchio e sano “CHISSENE”. Il mio punto di forza non lo so qual è e quale è stato. Forse l’unica risposta adatta è: “Il mio punto di forza è essere Irene al 100%”.

Cucinando hai anche raccontato con grande sincerità dei tuoi problemi alimentari. Ritieni che la cucina sia terapeutica?

Non è la cucina in sé ad essere terapeutica in generale per chi soffre di DCA, ma sono le PASSIONI. Continuerò a ripetere fino allo stremo che se noi, come esseri umani non alimentiamo le nostre passioni, annichiliamo il nostro essere e finiamo per vivere in un oblio senza via di fuga, senza luce. La passione è la nostra benzina! Nel mio caso sono la cucina, il disegno, l’arte, il canto, la musica… Bisogna dar da mangiare a queste piccole lucciole altrimenti andranno a spegnersi, e vi assicuro che prima di riuscire a capire che andranno riaccese, può darsi che vi ritroviate con 18 chili in meno, come me. Detto ciò, cucinare può aiutare chi soffre di disturbi come il mio, a ristabilire un rapporto più sano con il cibo. Dipende, comunque, da caso a caso.

Quanto è forte il tuo legame con Roma?

Roma è una delle città più belle del mondo. Non ho bisogno di dirlo io che ci vivo, lo urla e grida lei stessa. Forse noi Romani potremmo trattarla un po’ meglio a volte, la nostra vecchia, partendo dal darle più attenzioni. Sapete quanto potreste girare in giro in cerca di patrimoni artistici prima di potervi fermare? Ah beh, secondo me non hanno mai fatto una stima al riguardo perchè andrebbero in palla pure i computer.

Con quale dei tre super chef ti sei sentita più in affinità?

Ognuno dei tre chef ha una propria personalità, sono legata ad ognuno di loro per motivi diversi. Ci tengo a dire, però, che la frase: “C’è la tradizione, l’innovazione e poi c’è Irene” pronunciata da Chef Antonino Cannavacciuolo, mi ha fatto provare un brivido mai provato prima con nessuno degli altri giudici.

Regalaci una chicca di un dietro le quinte di MasterChef Italia.

Una sera io ed Antonio decidiamo di cucinare i tagliolini all’uovo con burro e tartufo, invitando un paio di compagni di avventura. Tutto perfetto nella preparazione della pasta e del condimento, poi il misfatto: Antonio butta 1kg di tagliolini in una pentola poco capiente (‘du dita d’acqua…). Il risultato: una frittata di tagliolini al burro e tartufo. Buona eh, ma un po’… un “mappazzone”. Abbiamo comunque tutti gradito (tranne Monir che si lamentava come suo solito. Intanto però aveva scroccato la cena comunque, ride, ndr).
[Consiglio da MasterChef: mettete su più acqua.]

Progetti futuri e sogni nel cassetto?

Settimane fa ho fatto un mega post su Instagram riguardo ai miei “progetti futuri”. Invito tutti ad andarlo a spulciare.Fondamentalmente voglio VIVERE. Vivere perché mi sono persa tante cose, vivere perché il mio corpo ora è inibito ma vuole reagire. VIVERE perché la mia mente freme, vuole produrre ed è stanca di essere prigioniera di se stessa. Vi sembra troppo astratto?Beh, eccovi un esempio: sto cercando di scrivere un piccolo mio libro. Non un ricettario, bensì ricette associate ad una storia, un disegno… Non vi sembra abbastanza? Sto programmando una mia linea di Panettoni per Natale; spero di portarla a termine. Per il resto continuo a condividere con tutti i miei supporters la ME MEDESIMA, con naturalezza e semplicità, ed un pizzico di disagio (come lo chiamo io) che non guasta mai.

Grazie, meravigliosa Irene!

di Monica CARTIA

Attualità

‘Imbattibile’, oltre le ferite la forza del cuore nel nuovo brano di Rosa Chiodo in uscita il 14 novembre

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Napoli, 7 Novembre 2024 – Determinazione e propositività nel nuovo brano della magnetica artista Rosa Chiodo. La cantautrice partenopea incide ‘IMBATTIBILE’, in uscita il 14 novembre con l’etichetta Splash Recording.

La canzone con produzione artistica di Peppino Di Capri e Rosa Chiodo, è colonna sonora della forza della vita. La melodia dirompente e pregna di respiro, mette al centro il motore del cuore, indispensabile per mitigare le ferite dell’esistenza.

Il testo scritto e musicato da Saverio D’Andrea, con arrangiamenti di Pippo Seno, in collaborazione con Lorenzo Maffia, è inno ad essere timonieri della propria anima, senza abbattersi mai.

“Nessuno è ‘Imbattibile’ – dichiara l’artista Rosa Chiodo – perché le fragilità che ciascuno ha, sono pari alla stessa forza che possiamo trovare in noi stessi. L’equilibrio sta nel saperle riconoscere ed attraversare contemporaneamente, scegliendo di mettere in moto sentimenti e cuore. Siamo abituati a mostrarci invincibili agli occhi di una società che spesso ci vede indossare la maschera della perfezione. Il mio invito è di essere semplicemente autentici, perché le vulnerabilità sono il nostro tratto vincente e peculiare, tanto quanto le nostre resilienze”.

La ballad suonata da Alfredo Golino alla batteria, Roberto D’Aquino al basso, Pippo Seno alle chitarre, Lorenzo Maffia alla tastiere, è invito alla conoscenza dei nostri sentimenti, pilastri di una forza morale che travalica il timore del giudizio dopo una caduta. 

Il brano si rivolge universalmente a tutti, in una performance canora che Rosa Chiodo colora di significati positivi. Ancora una volta la sua musica diventa sprone a riconoscersi in un testo che invita a volare alto, puntando al potere infinito dell’amore e della fiducia in se stessi. Essere ‘IMBATTIBILE’ significa imparare a ricostruirsi e volersi bene anche tra le macerie, senza sentirsi mai sconfitti, quando si è “al limite”. 

CREDITS:

Registrazione: Splash Recording

Assistente: Andrea Cutillo

Mix&master: Artistika recording di Graziano Donadona

Grafica: Max Laezza/Carmine Giordano

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Caivano

Premi “All Stars of the Sea 2024”. Trionfa Inperoso Tour di Caivano

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NAPOLI – Caivano sul tetto d’Italia. Inperoso Tours vince il premio come miglior agenzia “best gruppi” all’ evento “All Stars of the Sea” 2024 su Msc Divina.

All Stars of the Sea è l’appuntamento annuale di Msc Crociere dedicata alle agenzie di viaggi. All’appuntamento vengono premiate quelle con le migliori performance operative e commerciali dell’anno.

Sulla rotta: Napoli – Civitavecchia – Genova, il teatro della nave da crociera “Msc Divina” ha riunito oltre 500 agenzie di viaggio e circa 800 agenti provenienti da tutt’Italia.

Nel 2024 la compagnia ha movimentato quasi 5 milioni di passeggeri e più di 1.000 scali nei soli porti italiani, con le 22 navi della flotta.

Msc ha lavorato in Italia fianco a fianco con 7mila agenzie di viaggi quest’anno. Grande soddisfazione per il managing director di Msc Crociere Leonardo Massa che alla cerimonia ha invitato le agenzie ad essere sempre più veri imprenditori e partner e meno intermediari.

Un milione e mezzo di italiani hanno scelto la crociera come vacanza e, secondo Massa, tra 5-6 anni si arriverà a oltre 2 milioni di crocieristi.

Tra i momenti clou della tre giorni, nella sezione dedicata agli awards, il premio ad Inperoso Tours. L’agenzia caivanese del general manager Crescenzo Rossi è risultata tra le agenzie “best gruppi” che hanno ottenuto i migliori risultati nel corso del 2024.

Crescenzo Rossi: “le grandi cose non vengono mai fatte da una sola persona. Ringrazio il mio staff che ogni giorno lavora con straordinaria professionalità. Il grande impegno dei miei ragazzi ha portato questo prestigioso premio. Nella nostra unica sede a Caivano stiamo facendo un lavoro incredibile da anni, per il 2025 vogliamo regalare ai nostri clienti viaggi indimenticabili”.

Ed insomma, cari lettori di Minformo, Caivano negli ultimi tempi sta tornando a respirare e tirare fuori nuovamente il meglio: spettacoli e cibo da strada con migliaia di persone presenti, memorial dedicati a eroici carabinieri ed infine il trionfo di Inperoso Tours, agenzia di viaggio, Made in Caivano.

Giuseppe Libertino

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Attualità

““Caivano: la Riscossa attraverso il Cibo e la Comunità”

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A cura di Giuseppe Ziello.

Nel cuore di Caivano, tra mura che ricordano antiche storie e vicende recenti che ne hanno scalfito l’orgoglio, ieri, 12 ottobre 2024, si è respirata un’aria diversa. Non quella pesante e opprimente di una città schiacciata dal peso delle cronache nere e dei provvedimenti punitivi, bensì una brezza lieve, carica di speranza, profumo di cibo e suoni di risate. “Food & Show al Castello” è stata l’occasione che, senza alcun intento di endorsement politico, ha saputo mettere al centro la comunità, facendole riscoprire il piacere dello stare insieme, della condivisione, della vera essenza di una collettività che non si arrende alle difficoltà.

La piazza si è riempita di volti familiari e di nuovi sguardi curiosi, attratti dall’invito universale del cibo di strada. Dodici food truck, simbolo di una nuova vitalità, si sono posizionati come sentinelle di questo riscatto: tra i sapori avvolgenti delle crepes artigianali di Riccioli D’oro e gli intensi aromi dei panini del Double Puork, è stato impossibile non essere travolti dall’energia che percorreva il pubblico. Non c’erano fazioni, non c’era il peso del passato: c’era solo la gioia di essere lì, presenti, di nuovo a contatto, senza maschere e senza barriere.

L’odore delle pizze fumanti di MeToo, con la loro semplicità così ricca di tradizione, si mescolava all’inconfondibile fragranza del panino con polpo degli amici pugliesi di Apulia. Era un sinfonico concerto di sapori, ma anche di suoni: dal crepitio degli arrosticini della Macelleria Sciannella al tintinnio dei bicchieri riempiti con Spritz, la piazza era viva, vibrante. Persino chi si trovava lì per la prima volta non poteva fare a meno di sentirsi parte di qualcosa di più grande, di un tessuto che, nonostante le ferite, si stava lentamente ricucendo.

Ma la festa, come spesso accade, non è rimasta immune dagli spettri della gelosia e dell’invidia. In un paese in cui il male sembra avere radici profonde, c’è sempre chi tenta di sporcare la tela appena stesa con pennellate di diffidenza e malizia. Segnalazioni di presunte anomalie tra gli espositori, denunce prive di fondamento, sembravano voler spegnere l’entusiasmo appena riacceso. Tuttavia, il tentativo si è rivelato vano. Gli organizzatori, insieme agli espositori, hanno saputo dimostrare con trasparenza la regolarità di ogni dettaglio. Anzi, è stato proprio grazie a questa unità che le ombre sono state dissolte, e l’evento ha continuato a brillare nella sua purezza. È come se la stessa città avesse voluto ribellarsi all’ennesima ingiustizia, sostenendo con forza la verità: quella di un popolo che, finalmente, vuole rinascere.

Il palco, animato dalle associazioni locali, ha rappresentato l’anima pulsante della serata. Ogni intervento, ogni spettacolo, ha raccontato la storia di un territorio che non si arrende. Ma forse il momento più significativo è stato quello in cui la gente, quasi senza accorgersene, ha cominciato a parlarsi. Non più solo sguardi fugaci e distratti, ma dialoghi veri, sinceri. Persone che si riscoprivano vicine, accomunate da una voglia di riscatto che non conosceva confini politici o ideologici.

E oggi, mentre il sole torna a illuminare il Castello, si replica. Il profumo del cibo, il rumore allegro della gente, e questa volta, un appuntamento da non perdere: uno spettacolo comico che promette di strappare più di qualche risata. Ma oltre le risate, c’è qualcosa di più profondo che si sta costruendo. La comunità ha finalmente capito che solo insieme, attraverso la comunicazione, lo scambio e la condivisione, può superare il peso del passato e guardare al futuro con occhi nuovi.

Come diceva Antoine de Saint-Exupéry: “L’essenziale è invisibile agli occhi.” E a Caivano, ieri, quell’essenziale era nell’aria, nel profumo del cibo, nel suono delle risate, e nel semplice, potente gesto di parlarsi.”

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