Quest’oggi, lunedì 1 marzo, il personale del Compartimento Polizia Ferroviaria Campania, ha eseguito 15 ordinanze di misura cautelare disposte dal Gip presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di altrettanti indagati, gravemente indiziati di delitti di associazione per delinquere finalizzata alla consumazione di furti ai danni della Rete Ferroviaria Italiana, società del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane.
Nei confronti di cinque persone sono stati applicati gli arresti domiciliari, mentre altri dieci indagati sono stati sottoposti alla misura cautelare personale dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.
Tra gli indagati quattro persone appartenenti alla Rete Ferroviaria Italiana (R.F.I.), società che si occupa della gestione dell’infrastruttura ferroviaria.
L’indagine ha avuto origine dal furto di 40 tonnellate di rotaie usate, sottratte nel settembre 2019 da un deposito della Rete Ferroviaria Italiana, sito in Caserta, a seguito del quale sono emersi altri 12 diversi episodi di furti di materiali, beni custoditi all’interno dei depositi ferroviari di Caserta, Santa Maria Capua Vetere, Aversa e Villa Literno per danni da centinaia di migliaia di euro.
Le indagini preliminari, dirette dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere e delegate alla Polizia Giudiziaria del Compartimento Polizia Ferroviaria Campania, sono state svolte mediante intercettazioni telefoniche, servizi di osservazione e pedinamento e analisi dei filmati dei sistemi di videosorveglianza, che hanno consentito di accertare l’esistenza di un’associazione per delinquere dedita alla sottrazione di materiali custoditi all’interno di depositi ferroviari di proprietà della Rete Ferroviaria Italiana (bobine di rame, rotaie, scambi, casse induttive).
Le investigazioni si sono avvalse anche della collaborazione prestata dalla Protezione Aziendale della società R.F.I., direttamente danneggiata dalle continue e massicce predazioni.
Tra gli indagati è emerso il ruolo dei quattro promotori dell’organizzazione criminale, dipendenti della società R.F.I.: questi ultimi, sfruttando il proprio ruolo all’interno dell’Ente, avendo specifica conoscenza dei luoghi di custodia dei materiali individuati, sono entrati in questi ultimi tramite badge e telecomandi, riuscendo in questo modo a sottrarre grandi quantitativi di beni, poi rivenduti sul mercato grazie all’apporto degli altri partecipi all’associazione, titolari e dipendenti di diversi impianti di raccolta metalli.
Questi ultimi mettevano a disposizione depositi, mezzi e forza “lavoro” per trasportare ed occultare il materiale oggetto di furto.