Resta sintonizzato

Attualità

Scholas e Ministero dell’Istruzione per il sostegno al benessere degli studenti in tempo di pandemia

Pubblicato

il

Scholas e Ministero dell’Istruzione per il sostegno al benessere degli studenti in tempo di pandemia

Dopo il successo di “Piazzetta digitale”, la Fondazione Pontificia Scholas Occurrentes torna a collaborare con il Ministero dell’istruzione per supportare il lavoro dei docenti italiani e per preservare e prendersi cura della salute emotiva degli studenti, tra i più colpiti dalla pandemia in atto.

I numeri della partecipazione parlano chiaro e sono sintomo di una manifesta richiesta di aiuto. Da una parte, centinaia tra docenti e dirigenti scolastici si sono già confrontati alcuni incontri; dall’altra, centinaia di studenti alla ricerca di un senso di quanto sta accadendo alle loro vite e al mondo che li circonda.

Attraverso il potenziale della tecnologia, formidabile strumento di connessione umana, il progetto “Emozioni digitali”, promosso nell’ambito del Protocollo di intesa fra il Ministero dell’Istruzione e Scholas Occurrentes e del Piano nazionale per la scuola digitale, alimenta così una comunità di studenti e docenti che si unisce e rafforza intorno a temi fondamentali come l’educazione, il concetto di comunità in tempi di crisi, l’importanza dell’ascolto reciproco e dell’incontro tra persone con differenti storie, esperienze, idee, trasformando gli schermi in veicoli di dialogo e comprensione umana.

Alla base del dialogo formativo con i docenti – moderato dalla squadra internazionale di Scholas Occurrentes – le ultime affermazioni di Papa Francesco secondo le quali, soprattutto per gli educatori, non è un momento di raccolta bensì di semina.

Guidati dal Professor Italo Fiorin, consulente per l’educazione del Papa, i docenti sono divenuti consapevoli di come si possa seminare solo attraverso una ricerca. Ricerca fatta di domande ai più vulnerabili, di proposte d’aiuto, di incontro di sguardi che vanno oltre le parole, verso una vera comprensione che sia prima umana e poi professionale. Il professore ricorda agli educatori di “smuovere” e appassionare gli studenti, instillando in loro la curiosità, lo stupore, diretti parenti della motivazione che scatta però solo nel momento in cui si è capaci di toccare un bisogno. Per giungere ai bisogni più profondi dei nostri ragazzi è probabilmente sufficiente parlare meno e ascoltare di più. Come spiega il professor Fiorin: “Cosa significa ascoltare quindi? Bisogna ascoltare le domande dei ragazzi perché esse nascondono bisogni profondi, come quello di essere considerati come persone prima che studenti”.

E proprio così, dall’altra parte, alcune centinaia di studenti italiani delle scuole secondarie superiori, oltre ad esprimere paure e insicurezze – proprie del momento – hanno fatto e fanno domande. Questa è la proposta di Scholas: che i giovani siano capaci di fare domande attraverso cui trovare un senso che non sia semplicemente un desiderio realizzato, ma il vivere a pieno la vita stessa in modo che ognuno possa trovare il proprio posto nel mondo a qualsiasi latitudine e in qualsiasi momento perché è dentro di essi.

I docenti chiamati a confrontarsi con quanto discusso nel corso delle due giornate hanno riconosciuto il fondamentale aspetto emotivo, oggi ancora più necessario rispetto a quello educativo inteso come puramente informativo. Dice la professoressa Teresa Cirelli: “Per poter arrivare ai ragazzi bisogna creare relazioni. È facile trasmettere nozioni, è molto più difficile raggiungere i ragazzi. Bisogna trasformare l’io del professore in un noi”.

Il progetto formativo per i docenti e per gli studenti proseguirà nelle prossime settimane

Attualità

Commercio, sempre più negozi cittadini e centri commericali chiudono con ricadute sull’occupazione

Pubblicato

il

Sempre più negozi cittadini chiudono con ricadute sull’occupazione.
Se ne apre uno, abbassano la serranda tre, secondo un noto sindacale nazionale di settore.
La crisi è stata acuita ultimamente dalle vendite on-line con consegna a domicilio, di questo passo si rischia che i centri urbani, senza più esercenti, diventino città-dormitori, più brutte, deserte e anche più pericolose.

“Assolutamente sì, è indispensabile un intervento dall’alto per fermare questa deriva che sta arricchendo sempre gli stessi colossi globali e impoverendo le economie locali. In Italia, il commercio fisico è stato lasciato senza strumenti per competere – dice Gaetano Graziano, Vicepresidente dell’associazione dei direttori dei centri commercialiAltri Paesi – continua – hanno capito il rischio e hanno agito: la Francia ha imposto una tassazione sui giganti del web per riequilibrare la concorrenza, la Germania ha investito nel supporto tecnologico ai negozi e il Regno Unito ha ridotto le imposte sugli esercizi commerciali per abbattere i costi di gestione. Nel nostro Paese, invece, non si è fatto nulla di tutto questo, con il risultato che le chiusure aumentano e i centri urbani si svuotano. Senza una strategia nazionale che includa sgravi fiscali, incentivi per la digitalizzazione e una regolamentazione più equa per l’e-commerce, il commercio locale sarà destinato a scomparire, con conseguenze gravissime sul PIL, sull’occupazione e sulla qualità della vita nelle nostre città.”

Continua a leggere

Attualità

Istat: solo al sud Italia si continua ad andare in chiesa

Pubblicato

il

Chiese sempre più vuote in Italia: secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2022 è stato toccato il minimo storico con il 18,8 per cento delle persone che vanno a messa almeno una volta a settimana. Sono molto più numerosi, il 31%, coloro che lo scorso anno non hanno mai messo piede in chiesa, se non per un evento particolare, come battesimi, matrimoni o funerali. Il restante 50% degli italiani frequenta un luogo di culto in modo discontinuo o occasionale.

A livello territoriale è il Mezzogiorno l’area più “religiosa” del paese, con il 29,3% della popolazione che frequenta con regolarità le funzioni, il centro si attesta invece su valori del 22,6%, numeri simili al nord con il 22,7%.

Tra le regioni è la Calabria quella con il numero più alto di praticanti, il 32,3% della popolazione.
Dal lato opposto invece è la Valle d’Aosta il territorio che presenta i valori più bassi, 16,5%.

Interessante anche le differenze che si riscontrano a livello micro-territoriale, in particolare la popolazione che vive nelle periferie delle aree metropolitane frequenta mediamente il 3% in più rispetto alla popolazione che vive nel centro città.

Continua a leggere

Attualità

Istat, la Campania è la regione con la più bassa speranza di vita

Pubblicato

il

La Campania, nonostante un considerevole recupero, rimane la regione con la speranza di vita più bassa tanto tra gli uomini (79,7) quanto tra le donne (83,8).

E’ il dato che si ricava dagli indicatori demografici dell’Istat pubblicati oggi e relativi al 2024.

Nella graduatoria nazionale che fa segnare il minimo storico della fecondità, con 1,18 figli per donna, la Campania si piazza al terzo posto tra le regioni italiane. Il primato della fecondità più elevata continua a essere detenuto dal Trentino-Alto Adige, con un numero medio di figli per donna pari a 1,39 nel 2024, comunque in diminuzione rispetto al 2023 (1,43). Come lo scorso anno seguono Sicilia e Campania. Per la prima, il numero medio di figli per donna scende a 1,27 (contro 1,32 del 2023), mentre in Campania la fecondità passa da 1,29 a 1,26. 

La perdita di popolazione nel Mezzogiorno dovuta agli spostamenti tra i Comuni colpisce tutte le regioni dell’area, con intensità più marcata in Basilicata e Calabria dove si osservano i tassi migratori negativi più alti: rispettivamente -5,0 per mille e -4,6 per mille. Anche il Molise (-3,8 per mille) e la Campania (-3,3 per mille) mostrano un tasso migratorio negativo significativo, sebbene meno accentuato.
La Campania, infine, si distingue anche come la regione con la più alta quota di popolazione in età attiva (65,3%), seguita dal Lazio (64,2%) e dalla Lombardia (63,9).

Continua a leggere
Pubblicità
Pubblicità

Popolari

Copyright © 2020 Minformo - Testata giornalistica reg. 20/2016 Tribunale Napoli Nord - Direttore Responsabile Mario Abenante - info@minformo.com - Privacy Policy