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Napoli

ANTEPRIMA. La CTP vicina al fallimento. È stata già depositata la richiesta del Pubblico Ministero

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NAPOLI – A niente è valso l’appello dell’ex delegato ai Trasporti di Città Metropolitana Giuseppe Cirillo dove in un video pubblicato sulla pagina social ufficiale dell’ente di Santa Maria La Nova chiese al Sindaco De Magistris di indicizzare l’azienda, così come promesso, e di rimpinguare le casse di 38 milioni di euro. Cifra che sarebbe servita a coprire il buco in bilancio all’azienda CTP “Compagnia Trasporto Pubblico S.p.A.”.

Infatti, questi soldi alla Compagnia non sono arrivati ma contestualmente in data 28 Dicembre 2020 il Pubblico Ministero del Tribunale Napoli nord della Sezione Fallimentare ha depositato un richiesta per la dichiarazione di fallimento dell’azienda partecipata di Città Metropolitana.

Il Pubblico Ministero coadiuvato dalla Polizia Giudiziaria della Guardia di Finanza, durante le indagini ha accertato uno stato di impotenza economico-patrimoniale idoneo a privare il soggetto della possibilità di far fronte con mezzi normali ai propri debiti. Inoltre, avviando un’approfondita analisi dello stato economico-patrimoniale dell’azienda si rileva un costante stato di erosione economica dato da una perdita strutturale nella quale i ricavi non riescono a coprire i costi di gestione, oltre ovviamente i costi finanziari e straordinari.

Da quello che emerge dalle indagini, ad aggravare la situazione e quindi rafforzare ancor di più la richiesta per la dichiarazione di fallimento sono elementi che, in questi casi rappresentano atti sintomatici della situazione di insolvenza, così come sintomatici vengono ritenuti oltre agli inadempimenti, le conseguenze stesse degli inadempimenti, quali elevazioni di protesti e pignoramenti, emissioni di decreti ingiuntivi, la risoluzione di contratti di leasing, la mancata corresponsione degli emolumenti ai lavoratori con i connessi contributi assicurativi e previdenziali.

Ad aggravare ancor di più la situazione economica-finanziaria della Compagnia di Trasporto Pubblico c’è anche un’altra mancanza che esce fuori da un’informativa della Guardia di Finanza dove espone alcuni elementi, tali da far ritenere una più che conclamata lesione della veridicità dei dati esposti in bilancio. Nello specifico ci si sofferma sull’incongruenza dei dati non sovrapponibili dei debiti dell’azienda tra quelli reali e quelli dichiarati nel 2015 dove la differenza è rappresentata da circa tre milioni e cento di euro.

Insomma, allo stato attuale, priva di somme fresche che possano rimpinguare le casse e dare respiro al proprio bilancio, l’azienda di trasporti metropolitana vive una condizione che in gergo viene definita “impresa bloccata” perché raggiunta una situazione di patologica asfissia economica e per questo molto vicina al fallimento.

Cronaca

Truffe ad anziani in tutto il Sud Italia, sgominata la centrale dei “finti carabinieri”

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Maxi operazione dei Carabinieri nel cuore di Napoli, dove i militari del Comando provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dei colleghi partenopei, hanno sgominato una ‘centrale delle truffe’, con base operativa nei pressi di Porta San Gennaro, ma che operava in tutto il Sud Italia.

L’operazione è stata avviata dai Carabinieri di Reggio Calabria grazie a una segnalazione su una truffa avvenuta lo scorso maggio a San Giorgio Morgeto, piccolo centro della provincia di Reggio Calabria. Nei guai due pregiudicati che, utilizzando l’ormai consueto metodo del ‘falso carabiniere’, avevano raggirato un’anziana signora, invalida al 100%, convincendola a consegnare tutti i gioielli che custodiva in casa.

Per persuaderla, avevano inscenato un falso incidente stradale in cui sarebbe stato coinvolto il nipote, e avevano richiesto una finta cauzione per evitare l’arresto del giovane. Spaventata e preoccupata per il nipote, la donna ha ceduto i suoi preziosi, ricordi di una vita, per un valore stimato superiore ai 40mila euro.

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Cronaca

Droga e telefonini in carcere, beccati i corrieri

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Stamane è in corso un’operazione della Polizia a Napoli, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale partenopeo, su richiesta dalla Procura. Quindi sono 12 le persone ritenute, a vario titolo, gravemente indiziate dei reati associativi di traffico di droga e l’accesso indebito di cellulari per i detenuti. I reati scoperti sono aggravati dal metodo mafioso.

Lo scorso settembre il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha tenuto una conferenza stampa in seguito al blitz contro i clan casertani. “I detenuti continuano a comunicare dal carcere, a mandare video di feste e compleanni, riescono a comunicare tra di loro e quando ho proposto di comprare i jammer almeno nelle carceri di alta sicurezza, non sono stato ascoltato, mi hanno detto che fanno male alla salute“. Gli jammer sono inibitori di segnale che costano ognuno 60mila euro.

Mi è stato detto – ha aggiunto il magistrato calabrese – che la penitenziaria deve comunicare con il telefonino, mi risulta invece che c’è un telefono con il filo per chiamare i superiori e gli uffici. Non avendo preso provvedimento seri, per ora vengono usati in alcune carceri l’inibizione dei droni anche se poi nella realtà sono già stati usate anche delle contromisure per inibire gli inibitori di droni“.

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Cronaca

“Renà non mi lasciare”, le ultime parole di Arcangelo Correra

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Prima di perdere i sensi avrebbe detto “Renà non mi lasciare”, Arcangelo Correra, il 18enne morto sabato scorso in ospedale dopo essere stato ferito a morte alla testa da un colpo di pistola esploso dall’amico Renato Caiafa di 18 anni che, a suo dire, stava maneggiando una pistola trovata poco prima sulla ruota di una macchina parcheggiata.
Il giovane ha voluto riferire la circostanza stamattina nel corso dell’udienza di convalida del fermo emesso dalla Procura di Napoli (pm Capasso) e notificato dalla Polizia di Stato; fermo che poco fa il gip non ha convalidato disponendo comunque la detenzione in carcere per l’indagato.

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