La raccolta fondi per ricomprare il motorino a Giovanni Lanciato, il rider picchiato e derubato a calata Capodichino qualche giorno fa, è stata bloccata.
Gli 11mila euro raccolti sono infatti momentaneamente “congelati” perché GoFundMe, la piattaforma di raccolta utilizzata allo scopo, sta facendo indagini sull’obiettivo della colletta.
L’ufficio italiano che monitora attentamente le “cause” che si affidano alla piattaforma, ha infatti delle perplessità in merito alla rapidità della raccolta fondi e, inoltre, nei giorni scorsi sarebbero emersi anche alcuni elementi che hanno fatto “riflettere”.
Il primo è che è sostanzialmente venuto a mancare il motivo della raccolta poiché lo scooter è stato ritrovato dalla Polizia di Stato poche ore dopo l’aggressione con rapina, a casa di uno dei minorenni accusati del fatto (in tutto sono 6 le persone sotto accusa).
Il secondo elemento è il comportamento dei promotori della colletta. Chi ha materialmente richiesto il contributo in favore “del ragazzo rapinato” dopo la diffusione del video choc sui social è Vincenzo Perrella, titolare di un’agenzia di viaggi a Casalnuovo di Napoli.
Qualche giorno fa Perrella in una sorta di improvvisata conferenza stampa per “consegnare” i soldi al rider napoletano, si è fatto trovare insieme ad altre persone note nell’ambiente dei neomelodici: Enzo “Bambolina”, Vincenzo Galasso, organizzatore di eventi molto popolare su Instagram e dal manager dei cantanti neomelodici Giorgio Mascitelli.
Subito dopo, sul profilo Facebook di Perrella, è comparso una sorta di comunicato stampa che si conclude: “Il gran cuore dei napoletani ha permesso che la cifra lievitasse minuto dopo minuto come determinante è stata la donazione di 2.500 euro effettuata dal terzino esterno della Lazio Mohamed Fares. Alla notizia dell’importo totalizzato, Gianni ha deciso non solo di perdonare i 6 ragazzi del folle gesto ma di devolvere metà dell’importo alla Fondazione Cannavaro Ferrara e di dare una mano a quei giovani che si sentono abbandonati a loro stessi senza futuro o meta da raggiungere“.
Come riporta anche Fanpage.it, tuttavia il rider rapinato non ha “perdonato” nessuno e non si è trattato di un “folle gesto” ma di un’aggressione con rapina.
L’altro elemento è che Gianni ha manifestato l’intenzione di voler rifiutare la somma di denaro: ha riavuto lo scooter e ora, grazie all’interessamento del consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, riuscirà forse ad avere anche un posto di lavoro.
Dunque, se lo scooter non dev’essere più ricomprato, se il rapinato ha manifestato l’intenzione di non volere più quel denaro, i soldi non possono finire nella disponibilità del promotore della colletta, seppur per nobili fini (destinarli ad altre associazioni), non tuttavia specificati nella “causa” promossa su GofundMe.
Dunque per ora gli undicimila euro tecnicamente non sono stati “bonificati” sul conto indicato, ma è possibile che le cifre, piccole o grandi, finiscano col tornare a chi, con generosità, nella notte del 2 gennaio ha donato soldi per aiutare un precario cinquantenne picchiato e rapinato da 6 criminali.