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CAIVANO. Settori a briglie sciolte. Ida Carrara la spara grossa e Pasquale Mennillo scende dal pero

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CAIVANO – È dal 2016 che attraverso le pagine di Minformo si denuncia un’emorragia economica derivante dai settori, che per la politica trentennale connivente con un sistema ben rodato e che non ha nessun intenzione di arginare le ferite, ha reso Caivano una città dormitorio, dove i giovani scappano e gli imprenditori investono altrove. La macchina burocratica caivanese è una delle più scarse che esistono nell’hinterland a nord di Napoli e forse della Campania, dove si registrano il maggior numero di affidamenti diretti e somme urgenze atte a deframmentare i lavori per evitare bandi ad evidenza pubblica. Il tutto per permettere all’amico dell’amico di succhiare dalla tetta di Mamma Comune.

Uno dei settori che ha attirato maggiormente le attenzioni dell’opposizione ma che in passato pure si ricordano varie denunce dell’ex Assessore Prof. Michele Dulvi Corcione è quello del Contenzioso guidato da Ida Carrara. Infatti nella seduta della Commissione Bilancio svoltasi questa mattina l’intera opposizione ha chiesto conto alla dirigente del perché la maggior parte dei debiti fuori bilancio si registrano attraverso il suo settore.

Questa fu una lotta intrapresa dall’ex Assessore Corcione che per arginare quest’emorragia di incarichi esterni affidati ad avvocati sparsi sul territorio e soprattutto fuori dalle mura di Caivano, propose all’ex Sindaco di emettere un indirizzo politico affinché i contenziosi dell’ente venissero affidati agli avvocati interni al Comune. Di come sono andate le cose è storia e da allora nulla è cambiato.

Il settore contenzioso continua a far registrare il più alto tasso di debiti del Comune di Caivano ma il dato grave emerso dalla seduta di stamattina è quello che per coprire le proprie mancanze, la dirigente Ida Carrara ha accusato l’ex amministrazione Monopoli di aver artatamente modificato una sua dichiarazione che è servita a far dichiarare dissesto al medico caivanese. In poche parole, secondo la funzionaria, i debiti riconosciuti all’Ex Igica, quelli che alla fine più hanno gravato sul dissesto, non erano 40 milioni come dichiarato ma che addirittura nella sua relazione c’è scritto che il Comune era debitore di 80 milioni. Peccato però che alla richiesta dell’opposizione di mettere per iscritto tale dichiarazioni, la discussione è degenerata in grida, urla, accuse e abbandono dell’aula da parte della dirigente stessa.

Ma la cosa più grave è che tali dichiarazioni non sono state neanche trascritte nel verbale della Seduta presidiata dal Consigliere Antonio Perrotta e che la stessa dirigente sia stata difesa a spada tratta dall’intera maggioranza presente e dall’Assessore Pasquale Mennillo che, da sempre ha sostenuto l’inutilità del dissesto, ha funto da vero e proprio avvocato difensore. Ma sulla genuinità del lavoro di quest’ultimo ci addentriamo subito dopo aver fatto delle piccole riflessioni su quest’argomento.

Ma se fossero vere le sue parole perché la dirigente non ha denunciato l’ex Amministrazione alla Procura della Repubblica o alla Corte dei Conti? Perché aspettare l’insediamento di una nuova amministrazione? Per quanto riguarda il resto delle indiscrezioni, non vi affannate, come solito fare, a minacciare querela, c’è gente pronta a testimoniare!

Come può una dirigente, una professionista, un avvocato, pensare che le sue parole possono avere credito se dopo al dissesto finanziario dell’ente non ci sono state solo una verifica ma ben tre di importanza rilevante. Prima di tutto il dissesto è stato accettato e comprovato anche dal parere dell’Organo dei Revisori dei Conti dove all’interno si registrava il nome del Prof. Paolo Longoni un guru della contabilità. L’OSL (Organo Straordinario di Liquidazione) ha dovuto liquidare tutti i creditori del Comune, compreso l’Igica, quindi di cosa vogliamo parlare? E poi c’è una cosa che taglia la testa al toro. Dai calcoli del riaccertamento straordinario dei residui, previsto dall’art. 3 comma 7, del decreto legislativo n. 118 del 2011 e successive modifiche, che è l’attività diretta ad adeguare lo stock dei residui attivi e passivi ed è adottato con delibera di Giunta, previo parere dell’organo di revisione economico-finanziario, tempestivamente trasmessa al Consiglio, è uscita fuori la cifra di un milione e mezzo e quindi il governo centrale ha dovuto rimpinguare le casse comunali con un prestito a restituzione trentennale. Se non vi fossero debiti da 40 milioni di euro verso l’Igica, ce li dovevamo ritrovare in cassa? E comunque noi di Minformo non sappiamo più in quale lingua dimostrare che il Dissesto, data la sciagurata gestione amministrativa dei settori e il mancato controllo della politica, era più che necessario. Ad oggi, staremo a parlare di tutta un’altra storia e non certamente dello scioglimento per infiltrazioni camorristiche.

Nella seduta della Commissione di Bilancio di questa mattina è emerso un altro dato raccapricciante ma che però non fa che confermare la tesi che il vero male, il vero cancro della gestione amministrativa caivanese risiede nei settori e se poi ci si trova anche al cospetto con l’inadeguatezza di una classe dirigente amministrativa allora vuol dire che realmente si viaggia a briglie sciolte.

All’interno della discussione è emerso che all’albo pretorio del Comune, risultava pubblicata una determinazione del Settore Ragioneria e Contabilità che aveva ad oggetto: “Affidamento in concessione, tramite procedura aperta, del Servizio di Tesoreria per anni 5 (cinque)”. Esattamente la determinazione n. 1483 del 14/12/2020. Fino a qui nulla quaestio, salvo per il fatto però che l’Assessore alla Contabilità Pasquale Mennillo non conosceva l’esistenza di questa procedura di gara né tanto meno avesse dato lui mandato ad iniziare l’iter procedurale. Così il Presidente Antonio Perrotta si è visto costretto a formulare un documento, sbagliando anche tra l’altro, perché la politica può dare indirizzi e non fare richiesta di sospensione per una procedura di gara.

Questa è la dimostrazione che a Caivano esiste un problema atavico che solo pochi addetti ai lavori conoscono e che quest’Amministrazione ha anche ampiamente dimostrato di non sapere affatto come arginare. I settori comunali viaggiano a briglie sciolte, senza la benché minima preoccupazione del controllo della Politica. Quindi una domanda è lecita. Siccome per noi vale il detto che questa è stata la prima volta che lo si è beccato e non certamente la prima volta che succede, cosa farà il Sindaco con Gennaro Sirico, lo solleverà dall’incarico? E se la risposta è No, perché? Anche queste saranno risposte che quest’amministrazione preferirà non dare. Sempre per il bene di Caivano e sempre perché non bisogna essere critici. Tanto vi dovevamo.

Richiesta di sospensione Gara emessa da Antonio Perrotta

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CAIVANO. La Sottosegretaria Pina Castiello e la sua famiglia raggiunti da avvisi di riscossione coattiva per evasione tributaria.

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CAIVANO – Dopo le indiscrezioni nate da queste pagine sul presunto abuso edilizio del Ranch di proprietà della sottosegretaria al Consiglio dei Ministri Pina Castiello e dei suoi fratelli, e della totale assenza di iscrizione a ruolo nel registro dei Tributi dal punto di vista IMU e Tari, grande lavoro di controllo è stato fatto dal settore Finanze e Tributi, compulsato anche dal Commissario prefettizio Filippo Dispenza.

Avviati, ovviamente, opportuni controlli a 360° sull’intera popolazione, l’attuale Amministrazione prefettizia è venuta a conoscenza che l’intero importo di evasione tributaria a Caivano ammonta a circa sei milioni di euro. Un gruzzoletto che, se tutti i cittadini caivanesi pagassero regolarmente i tributi, darebbe enormi vantaggi economici alla comunità, nonché anche disponibilità di cassa per lavori di manutenzione ordinaria e straordianaria.

I controlli effettuati, così come per legge, hanno riguardato gli ultimi cinque anni per quanto riguarda l’evasione IMU e TARI e gli ultimi due anni per quanto riguarda il servizio di fornitura idrica.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, di questi circa sei milioni di euro di tributi evasi, si registrano gli avvisi di riscossione coattiva di un importo di circa € 5.500 cad. per un importo complessivo che riguardarebbero le proprietà terriere e immobiliari di via quattrovie e cinquevie, di circa 22mila euro indirizzati alla famiglia Castiello, nelle persone di Pina – l’attuale sottosegretaria di Governo – e gli altri tre fratelli.

Adesso, quanto di buono fatto dal settore Tributi ci aspettiamo lo stesso dal settore Urbanistica e che quanto prima si renda edotta la comunità sulla vera natura di quel villone con piscina.

Da caivanese propongo che questa sia l’unica storia che la sottosegretaria Pina Castiello possa permettersi di raccontare, la prossima volta, in un qualsiasi convegno che affronti il tema della legalità che si organizza a Caivano.

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Caso ranch di Pina Castiello. Nel 2003 ultima data utile per il condono, in quell’area non esisteva nulla.

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CAIVANO – I miei ultimi due editoriali sui controlli e la legalità applicati e sbandierati a senso unico alternato, considerando il fatto che a parlare di legalità sul territorio ci sono stati alcuni organi istituzionali che per quanto riguarda alcuni aspetti personali questo grande valore umano se lo sono dimenticati.

Sto parlando della inchiesta (leggi qui e qui) partita da queste pagine e che riguardano la Sottosegretaria al Consiglio dei Ministri con delega al Sud e vicesindaco di Afragola Pina Castiello che durante quest’ultimo anno non ha lesinato le sue presenze al fianco degli stati generali del Governo Centrale in passerelle politiche che come tema, quasi sempre, presentavano l’insegnamento della legalità ai caivanesi, brutti, sporchi e cattivi.

Siccome a nessuno piace prendere lezioni da chi, proprio lezioni non ne può dare, il nostro invito a controllare, dal punto di vista del rispetto delle regole, alcune anomalie che riguardano un immobile di proprietà della Sottosegretaria è stato recepito anche nel comune dove la stessa espleta la carica di vicesindaco.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo dal canto suo il Commissario Prefettizio Filippo Dispenza ci fa sapere che si è subito attivato per vederci chiaro in questa vicenda, mettendo in subbuglio il settore dei Tributi, senza immaginare che dovrebbe mettere sottosopra anche il settore tecnico urbanistica e tra poco spiegherò il perché.

Di tutta questa storia si è occupata anche l’opposizione consiliare del Comune di Afragola che, come si legge dal profilo social del Consigliere Gennaro Giustino, nell’ultima conferenza dei capigruppo ha chiesto al Presidente del Consiglio comunale di Afragola Biagio Castaldo di mettere agli atti l’invito a fornire deduzioni, nel prossimo Consiglio Comunale utile, inerenti i presunti abusi edilizi ed evasione dei tributi legati al ranch di vie Cinquevie da inoltrare alla loro vicesindaca.

Il Consigliere Giustino nel suo post su Facebook scrive: “A scoperchiare il pentolone è la testata “Minformo” che in due articoli pubblicati sul web tira fuori storie di abusi edilizi nella dimora di Pina Castiello a Caivano, tasse evase, procedure burocratiche insabbiate e tanto altro. Incluso i condoni che quella villa di lusso, ex casa colonica, ha usufruito. Eppure, basterrebe utilizzare le aerofotogrammetrie e confrontare lo stato dell’arte alla data di chiusura dell’ultimo condono con quelle successive per capire cosa c’era, cosa e quando è stato realizzato e condonato. Verifica semplice e certa. Questa, però, è un’altra storia.

E sempre nel nome della verità e della legalità ho accolto l’invito del Consigliere Gennaro Giustino ed ho effettuato una ricerca su Google Earth e considerando che con il decreto legge 269 del 2003, successivamente convertito in legge, ha introdotto norme sulla sanatoria degli abusi edilizi e che in attuazione dell’articolo 32 del citato decreto-legge, la regione Campania ha adottato la legge regionale n.10 del 2004, peraltro dichiarata parzialmente illegittima dalla Corte costituzionale con sentenza n. 49 del 2006, ci siamo fatti un giro a ritroso negli anni attraverso lo strumento che ci mette a disposizione l’azienda californiana e abbiamo scoperto che fino al 2003 in quell’area dove oggi sorge una vera e propria reggia con piscina non esisteva nulla.

 

Quindi, il ragionamento è, in una eventuale assenza di permessi di costruire come è stato possibile sanare nel 2003 un manufatto abusivo inesistente? Poi se vogliamo considerare che la legge è stata recepita dalla Regione Campania solo nel 2004, scopriamo che in quella data si scorge solo la costruzione di una casa che ad occhio nudo presenta la metà delle cubature attualmente insistenti su quel terreno e quindi, laddove tale presunto manufatto abusivo sia stato condonato nel 2004, in tempo per il recepimento della legge regionale, quanto meno i sottotetti e la piscina che compaiono solo nel 2007 risulterebbero essere privi di condono sicuramente, perché abbondantemente oltre la data ultima per effettuare eventuale sanatoria.

 

Sarebbe bello scoprire cosa è successo durante questi ultimi 11 anni, sarebbe bello scoprire i nomi dei colpevoli di questo lungo silenzio sulla questione, sarebbe bello scoprire se durante questi anni ci fosse stata una copertura da parte della classe dirigente politica ma sarebbe ancora più importante scoprire il perché gli attuali soggetti politici caivanesi continuano a trincerarsi in questo lungo, colpevole e connivente silenzio sulle illegittimità che riguardano gli attori che hanno disegnato la nostra comunità alla stregua dei narcotrafficanti colombiani. Ma un sussulto di dignità da parte di chi tra pochi mesi si accingerà a vendersi per il difensore di tutti i caivanesi quando?

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Il Governo Meloni svuota il “Decreto Caivano”: tagliati 30 milioni di euro

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Il decreto Caivano prevedeva un fondo di 40 milioni di euro destinato a contrastare la dispersione scolastica, dimostrando l’impegno del Governo nella tutela di bambini e ragazzi vulnerabili alla violenza di strada.
Tuttavia, è emerso che nella Legge di Bilancio il fondo è stato ridotto a poco più di 10 milioni di euro.

Il decreto Caivano era il provvedimento simbolo del Governo Meloni per sostenere i giovani che vivono in quartieri difficili e a rischio criminalità, ma è stato ridimensionato dallo stesso esecutivo nella manovra economica. Nonostante il nome, le misure previste non si limitano al solo comune a nord di Napoli, ma mirano, nelle intenzioni del Governo, a colpire la criminalità minorile in tutto il Paese. Tra le novità, l’introduzione di pene più severe per i genitori che non mandano i figli a scuola, con sanzioni che possono arrivare fino a due anni di reclusione.

Uno degli elementi chiave del decreto Caivano è l’introduzione del Daspo urbano per i minorenni dai 14 anni in su che si siano resi responsabili di episodi di violenza. Questa misura, che vieta l’accesso a determinate aree cittadine, ha visto un’estensione della sua durata massima a due anni, rispetto al limite precedente.

Sul fronte della giustizia minorile, il decreto modifica le disposizioni relative al carcere preventivo, riducendo da nove a sei anni la soglia per l’applicazione della custodia cautelare per i minori. Inoltre, vengono previste sanzioni più severe per gli adolescenti di almeno 14 anni trovati in possesso di droga o armi, con l’obiettivo di rafforzare il contrasto alle attività criminali tra i giovani.

Per i minorenni colpevoli di reati che prevedono una pena massima di cinque anni, il decreto Caivano introduce un percorso di definizione anticipata della pena, che prevede l’impegno in lavori socialmente utili o attività benefiche a titolo gratuito. Questa misura è nota come “messa alla prova”. La sua attivazione è disposta dal Pubblico Ministero, in accordo con i genitori e con il parere dei servizi minorili, per una durata variabile tra uno e sei mesi.

Tagli che risultano in netto contrasto non solo con le promesse fatte in occasione del decreto Caivano, ispirato al Comune teatro di una violenza sessuale su due cugine minorenni, ma anche con le drammatiche cronache di questi giorni.
“Una scelta che rivela la volontà del Governo di azzerare gli investimenti nell’istruzione e di considerare il Sud un peso”, affermano Irene Manzi e Marco Sarracino del Pd. “L’ennesimo omicidio dimostra invece l’urgenza di un piano straordinario per l’assunzione di più assistenti sociali e insegnanti”, sottolinea Sandro Ruotolo della segreteria Pd.

Il centrodestra, invece, contrattacca accusando i dem: “Il finto buonismo della sinistra, che governa Napoli e la Campania, è uno dei fattori che ha contribuito a questa deriva”, afferma Severino Nappi, capogruppo della Lega in Campania. Fratelli d’Italia continua a lodare il decreto Caivano: “Con questa iniziativa abbiamo gettato le basi per recuperare tanti ragazzi”, sostiene il senatore Sergio Rastrelli.

Tuttavia, nella legge di bilancio, gran parte delle risorse previste dal decreto sono state ridotte.

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