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Cronaca

Nuovo Arcivescovo di Napoli, primo messaggio al popolo

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E’ di ieri la notizia della nomina del nuovo Arcivescovo di Napoli che prenderà il posto del Cardinale Sepe.

La persona scelta da Papa Francesco, per guidare l’Arcidiocesi di Napoli,  è Mons. Domenico Battaglia. Il neo arcivescovo, in un lunga lettera, ha dedicato il suo primo messaggio al popolo.

Di seguito il messaggio di Mons. Battaglia

“Carissimi nel Signore,
se la mia trepidazione nel recarmi nella diocesi di Cerreto Sannita- Telese -Sant’Agata de’ Goti, la prima diocesi affidatami, era grande, ora a prevalere è un profondo senso di gratitudine, verso il Signore, verso Papa Francesco, verso tutti voi, sorelle e fratelli nella fede. Se non mi sostenesse la certezza che chi mi chiama a tanta responsabilità è Colui in cui riponiamo tutta la nostra speranza, mi sentirei come schiacciato da un’incombenza superiore alle mie forze.

Continua a sostenermi quella pagina del Vangelo in cui il cieco di Gerico, rincuorato dall’invito «Coraggio! Alzati, ti chiama» (Mc 10,49), si alza in piedi e superando la distanza generata dal frastuono della folla e dal tumulto di sentimenti, si riconosce in Gesù capace di seguirlo. La figura del cieco di Gerico provoca ancora oggi la mia vita. La gioia e la pace continuano a essere alimentate dallo sguardo misericordioso di Dio in Gesù. A incoraggiare la mia gratitudine ci sono i volti di coloro che nella fiducia mi hanno accolto per primi come padre, fratello, compagno di strada. Sono nel mio cuore con me, mentre volgo il mio saluto a voi. Tutto questo lo vivo nella consapevolezza che un Vescovo è inviato a prendersi cura di tutti coloro che il Signore gli affida e che la Chiesa è comunità di fratelli e sorelle che annunciano nel loro accogliersi reciproco la comunione possibile sulla terra. Chiedo già da ora con voi al Signore di confidare sempre nel dono della fraternità, della condivisione della vita e della fede.

Affidandomi a Lui, verrò tra voi come fratello che va tra fratelli, accogliendo con gioia la doverosità del mio servizio a voi, porzione di popolo di Dio conosciuta in tutto il mondo. Napoli, incrocio di bellezza e di ricchezze umane all’ombra del Vesuvio, con la sua complessità e i suoi evidenti problemi, alcuni antichi ed altri nuovi, rappresenta il vero tesoro del nostro Sud, con i suoi limiti e le sue possibilità. La capacità di resistere, reggendo, per così dire, anche al crollo di molte speranze, che trovo simile a quella della mia gente di Calabria, è la vostra e la nostra risorsa più grande. Accanto al desiderio di questa umanità che vuole rialzarsi, ci sono tanti che sperano e lottano ogni giorno per la giustizia, l’onestà, l’uguaglianza e la preferenza verso i più deboli, ma anche per la mancanza del lavoro, che rimane la vera piaga di questa nostra società. Con questa speranza, con questa forza, desidero venire tra voi e condividere la vita e il cammino della nostra fede battesimale.

Tra i valori che più apprezzo nella loro evidenza, emergono quelli dell’ospitalità e dell’accoglienza. Lo avete dimostrato in tanti modi: avete accolto uomini di cultura e poveri bisognosi di pane, d’istruzione e di speranza, sacerdoti, santi, che hanno fatto la storia di questa terra verso cui va la riconoscenza mia e vostra. Anche io spero di essere accolto in questa grande famiglia e di diventare parte viva di questa terra. Vorrei prima di tutto ringraziare con voi Sua Eminenza Crescenzio Sepe per il servizio svolto in tanti anni tra voi. La familiarità, la paternità, l’attenzione alla carità che hanno caratterizzato il suo ministero, sono i segni che volentieri raccolgo per continuare ad annunciare il Vangelo. Chiamato a venire tra voi, dovrò lasciare necessariamente persone che ho amato e che continuo ad amare. Da loro ho ricevuto molto di più di quanto io abbia dato. Sono ben consapevole che la Chiesa di Napoli richieda tanto impegno e dedizione, per questo confido nella preghiera e nella corresponsabilità che realmente edificano la Chiesa. È questo il sogno di Dio sulla terra! Egli ci ha chiamati alla vita, vuole la nostra felicità, ci vuole salvare come persone e come comunità radunata nel suo nome. Anche se non conosco ancora i vostri volti, tendo le mie mani a tutti voi. Non solo a chi condivide la speranza cristiana ma a tutti coloro che, in modi diversi, si impegnano ogni giorno, pur nella durezza del vivere quotidiano, a rendere più umana l’umanità, più civile la civiltà. Vengo con cuore aperto, specialmente verso coloro che sono i feriti della vita, verso tutti i cercatori di Dio e verso tutti quelli che Dio cerca, vengo verso i promotori del bene, della giustizia e della legalità. Vengo come un viandante che desidera camminarvi accanto, convinto che solo insieme possiamo seguire l’unico Maestro e Pastore, Gesù, Signore della vita e della storia! A Lui dovranno ispirarsi i nostri criteri, i piani pastorali, le scelte concrete, i comportamenti quotidiani. Gesù ci invita ad abitare una Chiesa che esce dai suoi sacri recinti per mettersi al servizio del territorio, a partire dagli ultimi.

Una Chiesa dunque dove non si celebrano solo dei riti ma la vita e le speranze delle donne e degli uomini del nostro tempo. Su questa strada cercheremo di essere insieme artigiani di pace, cercatori di un infinito che intercetta i limiti per farne possibilità, costruttori infaticabili di speranza. Rivolgo il mio saluto ai due vescovi ausiliari, Mons. Gennaro Acampa e Mons. Lucio Lemmo; ai sacerdoti, alle religiose e ai religiosi, ai diaconi, ai seminaristi di Capodimonte e di Posillipo, alle tante  associazioni e gruppi laicali, alle famiglie, soprattutto quelle in difficoltà, e ai giovani, protagonisti della costruzione di una società e di un futuro migliori. Con gli stessi sentimenti rivolgo il mio saluto al vasto mondo della cultura, risorsa inesauribile di questa terra, alle Università, alla scuola e a tutte le Istituzioni preposte al servizio della città e del bene comune.

Il mio saluto cordiale va ai Vescovi della Campania, miei confratelli, ai quali chiedo la benedizione, con l’auspicio di poter camminare e lavorare proficuamente insieme per il bene della nostra terra. Ci accompagni, ci ispiri e ci benedica la dolcissima Madre di Dio, Madre del Buon Consiglio e dell’Unità, a cui affido in particolare il servizio di medici e operatori sanitari che in questo momento, con la loro fatica, sostengono la sofferenza e la solitudine di tanti colpiti dalla pandemia. San Gennaro e Sant’Aspreno, primo Vescovo di Napoli, continuino a intercedere per tutti noi. La preghiera condivisa dia forza e perseveranza nella fede anche quando ci saranno chiesti sacrifici più grandi, perché la vita cristiana conservi tutta la sua bellezza e il suo senso. Vi benedico tutti e chiedo che il Signore rivolga il suo sguardo su di noi, ci mostri il suo volto, e ci dia pace. Beneditemi anche voi e pregate per me”.

Cronaca

Paura ad Aversa, rissa tra ragazzini in zona Seggio: i dettagli

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Episodio di violenza avvenuto ieri sera ad Aversa, dove si è consumata una rissa tra due gruppi di ragazzini.

Secondo le prime informazioni, il primo gruppo era in evidente stato di alterazione dovuto probabilmente all’alcol, quando si è incrociato con l’altro gruppo dando vita ad una rissa. Il motivo sarebbe la richiesta di una sigaretta da parte del primo gruppo, ma al rifiuto dell’altra banda si sarebbe scatenata una furiosa discussione con calci e pugni ai membri secondo gruppo.

Pertanto le vittime sono tutte minorenni e hanno sporto denuncia ai carabinieri per i fatti accaduti in zona Seggio. Indagini in corso per rintracciare i responsabili.

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Cronaca

Napoli, baby gang picchia a colpi di casco il titolare di un takeaway: la denuncia

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Era lo scorso 13 ottobre quando il titolare di un takeaway sito in piazza Monteoliveto a Napoli è stato aggredito e picchiato da quattro giovani.

Secondo le prime informazioni i quattro stavano consumando uno snack all’esterno del locale, quando gli si è avvicinato l’uomo per rimproverarli del troppo casino. A quel punto però, è nata una discussione sfociata ben presto in una rissa, con i quattro che hanno afferrato i caschi e colpito violentemente il malcapitato, che per difendersi ha usato come arma uno sgabello.

Pertanto, tale episodio è giunto all’attenzione del deputato Francesco Emilio Borrelli, che ha così commentato:

“Ancora una volta il cuore della città è teatro di violenze ad opera di baby-gang. L’ennesimo episodio che dimostra quanto questi ragazzini siano educati e pronti alla reazione violenta, spesso senza che vi siano reali motivi scatenanti, e motivati ad arrecare quanti più danni possibili agli avversari/vittime attraverso anche l’utilizzo di armi bianche, improvvisate o addirittura da fuoco. Più danni possibili vuol dire anche arrivare ad uccidere, come successo troppo spesso e come potrebbe ancora capitare se non si argina il fenomeno con misure preventive, con una riforma della giustizia minorile e con un programma sociale di rieducazione totale. Le strade sono sempre più in mano ai giovani criminali e in particolare il centro storico sta diventato invivibile e sempre più simile ai peggiori quartieri malfamati dei paesi del Terzo Mondo”.

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Cronaca

Blitz dei carabinieri tra Scalea, Cetraro e Ancona: sgominata rete di spaccio nel Cosentino

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Blitz dei carabinieri tra Scalea, Cetraro e Ancona, dove all’alba di stamane sono state eseguite quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti indagati.

Stando ad una prima ricostruzione è stata smantellata una presunta associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, dedita allo spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi comuni da sparo, nonché lesioni personali aggravate dal metodo mafioso.

Le indagini hanno consentito di accertare l’operatività a Scalea, nel Cosentino, di un sodalizio criminale dedito allo spaccio di stupefacenti di vario tipo, principalmente cocaina, che si riforniva di narcotico da due canali di approvvigionamento, uno napoletano, l’altro cetrarese.

Pertanto le acquisizioni investigative hanno permesso di ricostruire la dinamica di un’azione ritorsiva da parte dei membri del sodalizio ai danni di un soggetto che aveva assunto un comportamento evidentemente ritenuto oltraggioso nei confronti di alcuni indagati.

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