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Ambiente

Paura in Campania: scatta l’allerta per il livello dei fiumi

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Anche a causa delle forti piogge di questi giorni i principali fiumi della Campania hanno registrato valori dei livelli idrometrici superiori a quelli della settimana scorsa in 25 casi sulle 28 stazioni di riferimento, con una decisa inversione di tendenza rispetto alla scorsa settimana.

Gli idrometri segnalano una risalita dei livelli, legata a fenomeni di piena che hanno avuto il loro culmine tra la serata del 6 e la mattinata del 7 dicembre, quando Garigliano, Volturno e Sele hanno fatto registrare livelli decisamente alti, anche se strettamente legati allo smaltimento delle piene.

Questo è quanto emerge dall’indagine settimanale dell’Unione regionale Consorzi gestione e tutela del Territorio e Acque Irrigue della Campania (Anbi Campania) che ha compilato il suo bollettino interno, contenente i livelli idrometrici raggiunti dai principali corsi d’acqua nei punti specificati ed i volumi idrici presenti nei principali invasi gestiti dai Consorzi di bonifica della regione e, per il solo lago di Conza della Campania, dall’Ente per l’irrigazione della Puglia Lucania e Irpinia.

Il Sele cresce decisamente sui livelli della scorsa settimana in tutte le stazioni, toccando ieri alle ore 12 i 4,17 metri sopra lo zero idrometrico ad Albanella, forte anche dei consistenti apporti da parte dei principali affluenti.

Il Volturno vede un balzo dei livelli idrometrici rispetto a quelli raggiungi la scorsa settimana, e alle ore 12 di ieri raggiungeva il colmo di piena a Capua con ben 5,25 metri sullo zero idrometrico, quota raggiunta velocemente a causa anche della necessità da parte del Consorzio generale di bonifica di aprire le paratoie della diga.

Infine, il fiume Garigliano presenta livelli idrometrici molto superiori a quelli della settimana precedente. Colmo piena a Sessa Aurunca raggiunto di prima mattina, ma con un livello idrometrico alle ore 12 ancora di 8,92 metri.

Attualità

Campi Flegrei, il piano per la messa in sicurezza: 56 interventi da eseguire nell’arco di tre anni

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Cinquantasei interventi per le infrastrutture pubbliche nell’area del bradisismo ai Campi Flegrei, da eseguire nell’arco di tre anni con fondi per 260 milioni di euro.

E’ il massiccio piano di lavori per la sicurezza presentato oggi dal Ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, in un incontro con i sindaci del territorio svoltosi a Pozzuoli.

La riqualificazione sismica riguarderà anzitutto gli edifici scolastici, ma anche strutture pubbliche di rilevanza nazionale come la casa circondariale femminile di Pozzuoli e l’Accademia aeronautica, ma anche il comprensorio logistico della Guardia di Finanza a Miseno e quello militare di Nisida.
Un altro capitolo è dedicato alle opere idrauliche, cominciando dagli interventi sulla rete fognaria e su quella idrica a Pozzuoli e Bacoli.
Poi la rete viaria: previsto un nuovo ingresso per la Tangenziale di Napoli, dall’abitato di via Cigliano a Pozzuoli, e il completamento dello svincolo di via Campana.
Infine nel porto di Pozzuoli è prevista una nuova darsena traghetti e saranno eseguite opere di livellamento dei fondali con la creazione di moli galleggianti temporanei. Completano questa prima fase del programma gli interventi per la messa in sicurezza di costa e costoni a Bacoli.

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Attualità

Campi Flegrei, diminuzione del bradisismo: solo 18 eventi registrati in una settimana

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Il bollettino settimanale dell’Osservatorio Vesuviano, relativo alla settimana dal 14 al 20 ottobre 2024, ha evidenziato un rallentamento dell’attività sismica nell’area dei Campi Flegrei, con soli 18 eventi registrati, rispetto ai 30 della settimana precedente.

Il terremoto più forte della settimana, si è verificato il 20 ottobre alle ore 18:22 ed ha raggiunto una magnitudo di 1.3 con profondità 3 km con epicentro localizzato al largo del golfo di Pozzuoli.

Il fenomeno del bradisismo, ovvero il sollevamento del suolo nell’area flegrea, prosegue, sebbene si osservi una riduzione nella velocità del sollevamento a partire da agosto 2024.

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Ambiente

Fonti rinnovabili, Star Energia: “col sole potremmo diventare esportatori netti di energia”

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“L’Italia è il paese del sole e del vento. Potremmo diventare esportatori netti di energia, eliminando le politiche assistenziali per il Mezzogiorno e raggiungendo una vera indipendenza energetica”.

E’ quanto afferma Mario Palma, CEO di Star Energia, una delle aziende italiane più attive nel settore delle energie rinnovabili, che sottolinea come nella realtà “l’indipendenza energetica si scontri con le politiche governative attuali, che sembrano favorire interessi legati alle lobby delle energie fossili e nucleari”.

Capita per l’energia fotovoltaica, che rappresenta oggi una delle fonti più diffuse e accessibili a livello globale, con numerosi Paesi che stanno investendo pesantemente su questa tecnologia per accelerare la transizione energetica, e l’Italia che, come evidenziato da Palma, è dotata di un potenziale solare ineguagliabile, specialmente nelle regioni meridionali, con un boom nell’installazione di impianti fotovoltaici negli ultimi anni; un boom cui non corrisponde però, a suo avviso, un’adeguata politica di Governo.

(fonte: Ansa)

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