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CAIVANO. Nessuno si azzardi a vendersi per il nuovo che avanza o che abbia liste pulite

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CAIVANO – Tre anni senza politica e senza attivismo. Per forza di cose dovevano portare ad uno scenario politico privo di rinnovamento. Per le prossime elezioni elettorali, a queste latitudini, il nuovo non esisterà. Nessuna compagine attualmente in corsa per la prossima competizione elettorale è stata in grado di offrire un vero rinnovamento della classe dirigente.

Il nuovo non esiste quindi e quel poco nuovo che c’è è ignorante, spocchioso e colpito da effetto Dunning Kruger. I giovani caivanesi non sono stati audaci e neanche tanto affamati e folli come suggeriva il compianto Steve Jobs, si sono fatti fagocitare dai quei politicanti storici a cui gli andava stretto il ruolo di padre nobile e hanno deciso di continuare ad affondare le mani nella marmellata se i caivanesi gli avessero dato la possibilità.

A partire dal centrosinistra ci ritroviamo un sindaco (Enzo Falco ndr) che già da diverso tempo, grazie all’intuizione di due politici scafati come Francesco Emione e Pasquale Mennillo, si è ritrovato a iniziare la propria campagna elettorale anzitempo. Tuttavia però, tutto questo non lo salva da quella che è la verità. Enzo Falco è destinato a fare la fine di Claudio Grillo ad Afragola, dove la magistratura ha inquadrato l’ex Senatore Nespoli il vero dominus dell’amministrazione comunale. Enzo Falco sarà un sindaco all’ombra di chi davvero detiene il potere a sinistra a Caivano. Enzo Falco è l’uomo messo lì, espressione di nessun partito, che metteva d’accordo tutti ma che facilmente lascia spazio a chi già tanto ha fatto male a questa città. Stiamo parlando di Mimmo Semplice, quello che sarà il sindaco ombra di Caivano se i cittadini premieranno la coalizione di centrosinistra. Alla fine della fiera ha vinto comunque il PD che nonostante per mesi abbia imposto proprio Semplice come candidato sindaco, nei fatti se lo ritroverà come tale, per incapacità o per sprovvedutezza di chi voleva l’ingegnere casertano fuori dai giochi.

Mimmo Semplice è colui che già è stato nominato dalla nostra testata impresentabile perché secondo il principio che viene adottato per sciogliere un Comune per infiltrazioni camorristiche, ossia la creazione anche di un semplice fumus in via del tutto preventiva, ha delle parentele scomode (leggi qui). Al di là del fatto che lo stesso Semplice è ricordato a Caivano per essere stato il sindaco dello Stir e delle Ecoballe. Quindi dispiace per Enzo Falco che nonostante sia davvero una brava persona, forse a sua insaputa o forse consapevole è stato scelto solo per questo suo valore e non certo per altri, visto che da come sta conducendo la Campagna elettorale, tutto pare, tranne che preparato sulla materia Caivano.

Non si può pensare di fondare un’idea di città sul passato. Caivano non è mai stata la Svizzera Campana e già da quello che si intravede dal Programma del centrosinistra scritto da un anziano storico caivanese, si percepisce che quello che dovrebbe essere il leader del centrosinistra non è a conoscenza della mutazione delle varie leggi che ieri consentivano di fare delle cose ed oggi non più. Sulla stessa linea si muove anche quello che sarà il sindaco ombra Mimmo Semplice, anch’egli fermo al 2006 ultimo anno della sua consiliatura ma che a differenza del suo uomo front-end, riuscirà ad accontentare tutti come sempre fatto, riuscirà a mettere d’accordo maggioranza e opposizione secondo un manuale Cencelli allargato, così da assicurarsi cinque anni di mandato a spese dei cittadini caivanesi.

Diceva Benedetto Croce: “Governo degli onesti? Utopia degli imbecilli”. Quindi miei cari caivanesi, ricordate queste parole, ogni qualvolta il centrosinistra vi viene a spifferare il fatto che Enzo Falco sia una brava persona e che gli altri siano i brutti, gli sporchi e i cattivi, stanno pensando di rivolgersi a degli imbecilli, visto anche il fatto che all’interno della loro coalizione ci sono personaggi più volte richiamati nella Relazione dello scioglimento per avere frequentazioni con pluripregiudicati e quindi non possono assolutamente fondare la Comunicazione della propria campagna elettorale sul fatto che abbiano liste pulite.

Dal fronte Centro le cose non stanno meglio. Se Atene piange, Sparta non ride. Al perbenismo di Enzo Falco i centristi vorrebbero rispondere con il nuovo che avanza di Antonio Angelino, ma come detto in premessa, il nuovo non c’è e quel po’ che si registra in Caivano Conta, si può dire senza tema di smentita che di politica non capiscono un’acca e dal post fatto stamattina su Facebook neanche di italiano. Al centro oltre che il candidato sindaco, unico a fare da contraltare all’interno del PD a Mimmo Semplice, quest’ultimo riuscito a strappare la segreteria al giovane rampante grazie all’apporto dei suoi amici storici in totale assenza di democrazia fondata sul confronto e facendo fede come al solito sulla forza dei numeri, si registra la forte regia dell’UDC, un partito che proprio insieme al PD con l’ex Sindaco Antonio Falco, attuale sponsor della Coalizione di Centro, ha fatto registrare una delle parentesi più tristi della politica caivanese con tanto di inchiesta della Corte dei Conti sulle mancate riscossioni dei fitti delle case popolari al Parco Verde e personaggi più volte richiamati all’interno della Relazione dello scioglimento per frequentazioni e azioni volte ad agevolare posizioni di pluripregiudicati.

Post di Caivano Conta – Commento eliminato dal gestore della pagina ma post non corretto.

Se il centrosinistra guarda al passato, il centro – non più coalizione civica visto che all’interno si registra il partito dei Repubblicani – guarda al futuro con il freno a mano tirato, visto che all’interno della sua coalizione c’è anche gente come Califano dei Repubblicani che grazie alle sue idee agli inizi degli anni 2000 imbracciò una battaglia poi rivelatasi fallimentare come quella del No al “Reggia Outlet” che non solo non ha visto crescere dal punto di vista economico il bilancio caivanese per le enormi entrate che si potevano registrare ma che ha visto comunque morire il commercio nell’ultima città a nord di Napoli perché si è preferito spostarlo di pochi metri in quel di Marcianise.

Il Centrodestra, invece, finora è silente, si è scelto una bravissima persona e un ottimo professionista come Salvatore Ponticelli che vista l’investitura ancora fresca e le imminenti vacanze non si è espresso ancora a pieno titolo sulla propria visione di città. Ovviamente anche qui c’è da ricordare che all’interno della coalizione ci sono personaggi riportarti nella relazione dello scioglimento per essere parenti di pluripregiudicati ma soprattutto va ricordato che nel partito azzurro sono presenti i quattro ammazzasindaco che all’ex sindaco Simone Monopoli attuarono il famoso ricatto politico – due assessori che dovevano detenere tutte le deleghe tecniche e la sostituzione di un dirigente, pena la caduta del primo cittadino – questo è il modus operandi di alcuni candidati del centrodestra, dove un sindaco deve per forza di cose sottostare agli interessi personali dei consiglieri se ci tiene alla tenuta del proprio mandato.

Il M5S non è pervenuto e vista l’assenza annosa dal marciapiede del Bar Romano si pensa che poco si vedrà in questa competizione elettorale. Dal canto loro hanno solo da vendere il fatto non di essere nuovi, visto che il gruppo esiste dal 2013, ma di non essere mai entrati in Consiglio comunale ne di conoscere fatti e misfatti della macchina burocratica caivanese e a tal proposito prendo in prestito un’altra citazione di Benedetto Croce: “Meglio avere a che fare con un politico competente e disonesto, piuttosto che con uno onesto e incompetente, non sapete che danni può provocare l’incompetenza”.

E allo stato attuale, posso asserire senza tema di smentita che di politici competenti Caivano ne conta ben pochi.

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CAIVANO. La Sottosegretaria Pina Castiello e la sua famiglia raggiunti da avvisi di riscossione coattiva per evasione tributaria.

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CAIVANO – Dopo le indiscrezioni nate da queste pagine sul presunto abuso edilizio del Ranch di proprietà della sottosegretaria al Consiglio dei Ministri Pina Castiello e dei suoi fratelli, e della totale assenza di iscrizione a ruolo nel registro dei Tributi dal punto di vista IMU e Tari, grande lavoro di controllo è stato fatto dal settore Finanze e Tributi, compulsato anche dal Commissario prefettizio Filippo Dispenza.

Avviati, ovviamente, opportuni controlli a 360° sull’intera popolazione, l’attuale Amministrazione prefettizia è venuta a conoscenza che l’intero importo di evasione tributaria a Caivano ammonta a circa sei milioni di euro. Un gruzzoletto che, se tutti i cittadini caivanesi pagassero regolarmente i tributi, darebbe enormi vantaggi economici alla comunità, nonché anche disponibilità di cassa per lavori di manutenzione ordinaria e straordianaria.

I controlli effettuati, così come per legge, hanno riguardato gli ultimi cinque anni per quanto riguarda l’evasione IMU e TARI e gli ultimi due anni per quanto riguarda il servizio di fornitura idrica.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, di questi circa sei milioni di euro di tributi evasi, si registrano gli avvisi di riscossione coattiva di un importo di circa € 5.500 cad. per un importo complessivo che riguardarebbero le proprietà terriere e immobiliari di via quattrovie e cinquevie, di circa 22mila euro indirizzati alla famiglia Castiello, nelle persone di Pina – l’attuale sottosegretaria di Governo – e gli altri tre fratelli.

Adesso, quanto di buono fatto dal settore Tributi ci aspettiamo lo stesso dal settore Urbanistica e che quanto prima si renda edotta la comunità sulla vera natura di quel villone con piscina.

Da caivanese propongo che questa sia l’unica storia che la sottosegretaria Pina Castiello possa permettersi di raccontare, la prossima volta, in un qualsiasi convegno che affronti il tema della legalità che si organizza a Caivano.

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Caso ranch di Pina Castiello. Nel 2003 ultima data utile per il condono, in quell’area non esisteva nulla.

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CAIVANO – I miei ultimi due editoriali sui controlli e la legalità applicati e sbandierati a senso unico alternato, considerando il fatto che a parlare di legalità sul territorio ci sono stati alcuni organi istituzionali che per quanto riguarda alcuni aspetti personali questo grande valore umano se lo sono dimenticati.

Sto parlando della inchiesta (leggi qui e qui) partita da queste pagine e che riguardano la Sottosegretaria al Consiglio dei Ministri con delega al Sud e vicesindaco di Afragola Pina Castiello che durante quest’ultimo anno non ha lesinato le sue presenze al fianco degli stati generali del Governo Centrale in passerelle politiche che come tema, quasi sempre, presentavano l’insegnamento della legalità ai caivanesi, brutti, sporchi e cattivi.

Siccome a nessuno piace prendere lezioni da chi, proprio lezioni non ne può dare, il nostro invito a controllare, dal punto di vista del rispetto delle regole, alcune anomalie che riguardano un immobile di proprietà della Sottosegretaria è stato recepito anche nel comune dove la stessa espleta la carica di vicesindaco.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo dal canto suo il Commissario Prefettizio Filippo Dispenza ci fa sapere che si è subito attivato per vederci chiaro in questa vicenda, mettendo in subbuglio il settore dei Tributi, senza immaginare che dovrebbe mettere sottosopra anche il settore tecnico urbanistica e tra poco spiegherò il perché.

Di tutta questa storia si è occupata anche l’opposizione consiliare del Comune di Afragola che, come si legge dal profilo social del Consigliere Gennaro Giustino, nell’ultima conferenza dei capigruppo ha chiesto al Presidente del Consiglio comunale di Afragola Biagio Castaldo di mettere agli atti l’invito a fornire deduzioni, nel prossimo Consiglio Comunale utile, inerenti i presunti abusi edilizi ed evasione dei tributi legati al ranch di vie Cinquevie da inoltrare alla loro vicesindaca.

Il Consigliere Giustino nel suo post su Facebook scrive: “A scoperchiare il pentolone è la testata “Minformo” che in due articoli pubblicati sul web tira fuori storie di abusi edilizi nella dimora di Pina Castiello a Caivano, tasse evase, procedure burocratiche insabbiate e tanto altro. Incluso i condoni che quella villa di lusso, ex casa colonica, ha usufruito. Eppure, basterrebe utilizzare le aerofotogrammetrie e confrontare lo stato dell’arte alla data di chiusura dell’ultimo condono con quelle successive per capire cosa c’era, cosa e quando è stato realizzato e condonato. Verifica semplice e certa. Questa, però, è un’altra storia.

E sempre nel nome della verità e della legalità ho accolto l’invito del Consigliere Gennaro Giustino ed ho effettuato una ricerca su Google Earth e considerando che con il decreto legge 269 del 2003, successivamente convertito in legge, ha introdotto norme sulla sanatoria degli abusi edilizi e che in attuazione dell’articolo 32 del citato decreto-legge, la regione Campania ha adottato la legge regionale n.10 del 2004, peraltro dichiarata parzialmente illegittima dalla Corte costituzionale con sentenza n. 49 del 2006, ci siamo fatti un giro a ritroso negli anni attraverso lo strumento che ci mette a disposizione l’azienda californiana e abbiamo scoperto che fino al 2003 in quell’area dove oggi sorge una vera e propria reggia con piscina non esisteva nulla.

 

Quindi, il ragionamento è, in una eventuale assenza di permessi di costruire come è stato possibile sanare nel 2003 un manufatto abusivo inesistente? Poi se vogliamo considerare che la legge è stata recepita dalla Regione Campania solo nel 2004, scopriamo che in quella data si scorge solo la costruzione di una casa che ad occhio nudo presenta la metà delle cubature attualmente insistenti su quel terreno e quindi, laddove tale presunto manufatto abusivo sia stato condonato nel 2004, in tempo per il recepimento della legge regionale, quanto meno i sottotetti e la piscina che compaiono solo nel 2007 risulterebbero essere privi di condono sicuramente, perché abbondantemente oltre la data ultima per effettuare eventuale sanatoria.

 

Sarebbe bello scoprire cosa è successo durante questi ultimi 11 anni, sarebbe bello scoprire i nomi dei colpevoli di questo lungo silenzio sulla questione, sarebbe bello scoprire se durante questi anni ci fosse stata una copertura da parte della classe dirigente politica ma sarebbe ancora più importante scoprire il perché gli attuali soggetti politici caivanesi continuano a trincerarsi in questo lungo, colpevole e connivente silenzio sulle illegittimità che riguardano gli attori che hanno disegnato la nostra comunità alla stregua dei narcotrafficanti colombiani. Ma un sussulto di dignità da parte di chi tra pochi mesi si accingerà a vendersi per il difensore di tutti i caivanesi quando?

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Il Governo Meloni svuota il “Decreto Caivano”: tagliati 30 milioni di euro

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Il decreto Caivano prevedeva un fondo di 40 milioni di euro destinato a contrastare la dispersione scolastica, dimostrando l’impegno del Governo nella tutela di bambini e ragazzi vulnerabili alla violenza di strada.
Tuttavia, è emerso che nella Legge di Bilancio il fondo è stato ridotto a poco più di 10 milioni di euro.

Il decreto Caivano era il provvedimento simbolo del Governo Meloni per sostenere i giovani che vivono in quartieri difficili e a rischio criminalità, ma è stato ridimensionato dallo stesso esecutivo nella manovra economica. Nonostante il nome, le misure previste non si limitano al solo comune a nord di Napoli, ma mirano, nelle intenzioni del Governo, a colpire la criminalità minorile in tutto il Paese. Tra le novità, l’introduzione di pene più severe per i genitori che non mandano i figli a scuola, con sanzioni che possono arrivare fino a due anni di reclusione.

Uno degli elementi chiave del decreto Caivano è l’introduzione del Daspo urbano per i minorenni dai 14 anni in su che si siano resi responsabili di episodi di violenza. Questa misura, che vieta l’accesso a determinate aree cittadine, ha visto un’estensione della sua durata massima a due anni, rispetto al limite precedente.

Sul fronte della giustizia minorile, il decreto modifica le disposizioni relative al carcere preventivo, riducendo da nove a sei anni la soglia per l’applicazione della custodia cautelare per i minori. Inoltre, vengono previste sanzioni più severe per gli adolescenti di almeno 14 anni trovati in possesso di droga o armi, con l’obiettivo di rafforzare il contrasto alle attività criminali tra i giovani.

Per i minorenni colpevoli di reati che prevedono una pena massima di cinque anni, il decreto Caivano introduce un percorso di definizione anticipata della pena, che prevede l’impegno in lavori socialmente utili o attività benefiche a titolo gratuito. Questa misura è nota come “messa alla prova”. La sua attivazione è disposta dal Pubblico Ministero, in accordo con i genitori e con il parere dei servizi minorili, per una durata variabile tra uno e sei mesi.

Tagli che risultano in netto contrasto non solo con le promesse fatte in occasione del decreto Caivano, ispirato al Comune teatro di una violenza sessuale su due cugine minorenni, ma anche con le drammatiche cronache di questi giorni.
“Una scelta che rivela la volontà del Governo di azzerare gli investimenti nell’istruzione e di considerare il Sud un peso”, affermano Irene Manzi e Marco Sarracino del Pd. “L’ennesimo omicidio dimostra invece l’urgenza di un piano straordinario per l’assunzione di più assistenti sociali e insegnanti”, sottolinea Sandro Ruotolo della segreteria Pd.

Il centrodestra, invece, contrattacca accusando i dem: “Il finto buonismo della sinistra, che governa Napoli e la Campania, è uno dei fattori che ha contribuito a questa deriva”, afferma Severino Nappi, capogruppo della Lega in Campania. Fratelli d’Italia continua a lodare il decreto Caivano: “Con questa iniziativa abbiamo gettato le basi per recuperare tanti ragazzi”, sostiene il senatore Sergio Rastrelli.

Tuttavia, nella legge di bilancio, gran parte delle risorse previste dal decreto sono state ridotte.

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