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Monopoli a Minformo: “E sarei io il camorrista?”

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Il prossimo 20 settembre, a Caivano, come in tanti altri comuni italiani, si voterà per le Elezioni Amministrative.

I candidati a Sindaco sono Antonio Angelino (Coalizione Civica), Enzo Falco (Centrosinistra), Salvatore Ponticelli (Centrodestra) e Pasquale Penza (M5S)

Nelle ultime settimane si è alzato un polverone su Angelino, che prima si è candidato, poi ha ritirato la candidatura ed infine ha deciso nuovamente di scendere in campo per cercare di vincere le elezioni e diventare il Sindaco di Caivano.

Questa sera, alla trasmissione politica di Minformo “L’Assise“, condotta dal Direttore Mario Abenante, l’ex Sindaco Simone Monopoli, la cui amministrazione è stata sciolta per infiltrazioni camorristiche, ha parlato della situazione politica a Caivano ed ha spiegato ai telespettatori com’era nato l’accordo che portava la sua lista civica “Idea Nuova” a far parte della coalizione di Angelino. Accordo vanificato dall’esclusione della lista dalla coalizione.

Entrando nel vivo della discussione, si è cercato di capire il reale motivo dell’estromissione. Monopoli ha spiegato che “Angelino aveva accettato la candidatura a Sindaco sottoscrivendo un documento, firmato dalla mia lista, ma dopo una settimana si è rimangiato tutto per ripensamenti, che possono anche essere legittimi, però poteva sicuramente pensarci prima di contattarmi“.

L’esclusione di questa lista – ha continuato Monopolinon l’abbiamo capita. Non ho capito perché Angelino ha cambiato idea. Per noi non è un problema. Io comunque non doveva candidarmi. Però mi sembra strano che si faccia questa allusione all’estrema destra di Monopoli quando poi nelle ultime ore c’è stata l’adesione della lista di Luigi Patricelli, buonissima persona che 10 anni fa si è candidato con la Destra di Storace (lista di estrema destra ndr). Nella lista di Angelino ci sono poi ragazzi candidati 5 anni fa con Fratelli d’Italia“.

Il Direttore Abenante, da persona informata sui fatti in quanto presente all’incontro tra le parti, ha espresso la sua opinione: “Il principio sui cui si fondava, e credo si fondi ancora, la ricostituita coalizione civica nasce dall’idea del civismo e delle buone idee per la città, mettendo da parte i propri ideali. Oggi dunque non si può parlare di opportunità politica. La politica l’abbiamo messa da parte per il bene pubblico. Da caivanese non accetto che si dica ‘Non c’è la lista di Monopoli perché è di estrema destra’. Se ci sono stati nuovi approcci dopo il primo documento e quindi si è cercata nuovamente la lista di Monopoli, non si capisce come mai non ci sia stata la seconda adesione“.

Monopoli si è certamente fatto un’idea della situazione e senza esitazioni ha affermato: “Io ho parlato su Facebook di schizofrenia politica. Mi sa di patologico, a prescindere dal punto di vista etico. Per non far disaffezionare la gente alla politica, noi dovremmo dare l’esempio di una buona condotta. Non sono convinto che bisogna educare i caivanesi. In prima battuta dobbiamo educare i politici e le persone che si avvicinano alla politica“.

Nel corso della trasmissione si è anche parlato del candidato a Sindaco Enzo Falco, che nell’apertura della sua campagna elettorale ha ricordato i fasti di un tempo parlando di Caivano, governata da esponenti del centrosinistra. In merito a questa vicenda il Direttore Abenante ha detto: “Non amo chiamare Caivano paese. Così non usciamo dal contesto dell’immaginario collettivo dell’essere paese. Caivano ha un’estensione abbastanza grande da essere chiamata città. In ogni caso non ricordo di aver vissuto in una Svizzera campana. Me ne riguarderei bene dal prendere come esempio qualche sindaco del passato. Caivano non è mai riuscita a decollare nonostante ci siano stati alcuni sindaci che hanno governato bene. Enzo Falco guarda al passato. Non l’ho mai sentito parlare di quello che si aspetta per il futuro. Caivano per Enzo Falco dovrà diventare la Capitale della Canapa. Proprio lui che qualche anno fa lottava al fianco del prete per la Terra dei Fuochi, portando alla rovina le poche aziende agricole del territorio. La mia paura riguarda il fatto che nessuno parla dei contenuti, dei problemi e della macchina burocratica. Temo che tutti i candidati abbiano una sudditanza psicologica nei confronti dei dirigenti. Questo è molto pericoloso per Caivano“.

Monopoli si è mostrato assolutamente d’accordo e ha ribadito: “Questo ci è sempre stato perché la politica per anni è stata connivente con la macchina burocratica. E’ chiaro che ciò ha creato un sistema difficile da sradicare e da scardinare. La prima cosa da fare è sviscerare la relazione sullo scioglimento, che riporta la sintesi della storia politica caivanese“.

La seconda possibile motivazione, che potrebbe aver portato all’esclusione della lista “Idea Nuova”, è la spada di Damocle che ormai da anni pende sulla testa di Monopoli, ovvero lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche della sua amministrazione.

Tornando a parlare di Antonio Angelino, supportato da Tonino Falco, ex sindaco di Caivano uscito con le ossa rotte dalla relazione di scioglimento, in riferimento ad alcune dichiarazioni rilasciate dal candidato a Sindaco, che parla di persone ‘perbene’, Monopoli ha ironizzato: “Evidentemente noi siamo persone ‘permale’. Abbia il coraggio di dire, fateci capire, visto che anche altre persone della sua lista lo ripetono, chi sono le persone ‘permale’. Quando uno fa una lista, bisogna fare affidamento sul casellario giudiziario, come ho fatto io. Questa cosa della Caivano perbene è solo una strumentalizzazione inutile vista la situazione politica attuale. I candidati a Sindaco si mettano intorno ad un tavolo“.

La prima parte della trasmissione si è conclusa con una precisazione di Abenante, che ha voluto ricordare a tutti: “Io non sono né il dipendente né il difensore di Monopoli. Sono semplicemente un cronista politico che a differenza di altri ho l’onestà intellettuale di leggere le ‘carte’. Io non faccio la cronaca a fasi alterne. Faccio la politica del momento“.

Nella seconda parte Monopoli e Abenante sono subito tornati a parlare di scioglimento. L’ex Sindaco ha spiegato minuziosamente quali sono le cause della sua incandidabilità, ovvero la Festa dei Gigli, un Consiglio Comunale del 2016 e la persona di Carlo Ciccarelli, fratello del boss. Poi ha affermato: “Quando ho chiesto l’accesso agli atti riguardanti le mie autorizzazioni firmate nel comando della Polizia Municipale, i Carabinieri e gli agenti della Polizia mi hanno risposto, in forma scritta, che questi documenti non erano stati trovati. Fortunatamente li ho fotocopiati“.

Monopoli poi ha acceso i riflettori su una vicenda, che secondo lui meritava un’analisi accurata da parte della Prefettura. Nel 2010 Monopoli ha perso le elezioni al ballottaggio contro Antonio Falco. La stranezza riguardò in particolar modo i voti del Parco Verde, inizialmente a favore di Monopoli e al ballottaggio a favore di Falco: “I dati stanno là, sono verificabili. Se andiamo a vedere le carte si nota che in quell’occasione io avevo battuto Antonio Falco. Al ballottaggio la votazione del Parco Verde fu completamente ribaltata. Non capisco perché si è focalizzata l’attenzione su di me e su accuse che ho smantellato. Nonostante ciò, non mi è servito per poter riavere la candidabilità, a cui io tengo perché sancita dalla Costituzione“.

Andando avanti Monopoli ha parlato di una notizia, che riguarda ancora una volta Antonio Angelino: “Un mio amico mi ha detto che la mia lista è stata esclusa per la spiga presente nel simbolo, riconducibile secondo Angelino al fascismo. Spero per lui non sia così. Ho fatto una ricerca su internet e addirittura la spiga è stata il simbolo del lavoro alla festa dell’Unità del Partito Comunista“.

Su questo argomento anche Abenante ha voluto dire la sua, affermando: “Stiamo parlando della pesantezza dei contenuti che riguardano la città di Caivano. Non possiamo fermarci dietro un nome o un simbolo. Non credo ci sia qualche candidato che pensa che la gente di Caivano sia così stupida da non andare a guardare chi mette i contenuti sul tavolo e chi si sofferma sulla simbologia. Oggi nessuna coalizione a Caivano può permettersi di dire di avere le liste pulite perché volente o nolente c’è sempre il figlio di, il cugino di, il parente di… Bisogna lavorare sui problemi di Caivano“.

Infine Monopoli, nel finale della bellissima trasmissione, ha concluso il discorso del Direttore di Minformo: “Se dobbiamo affrontare i problemi in maniera giusta, dobbiamo sapere quali sono le criticità della macchina burocratica. Secondo me i candidati a Sindaco non le conoscono“.

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CAIVANO. La Sottosegretaria Pina Castiello e la sua famiglia raggiunti da avvisi di riscossione coattiva per evasione tributaria.

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CAIVANO – Dopo le indiscrezioni nate da queste pagine sul presunto abuso edilizio del Ranch di proprietà della sottosegretaria al Consiglio dei Ministri Pina Castiello e dei suoi fratelli, e della totale assenza di iscrizione a ruolo nel registro dei Tributi dal punto di vista IMU e Tari, grande lavoro di controllo è stato fatto dal settore Finanze e Tributi, compulsato anche dal Commissario prefettizio Filippo Dispenza.

Avviati, ovviamente, opportuni controlli a 360° sull’intera popolazione, l’attuale Amministrazione prefettizia è venuta a conoscenza che l’intero importo di evasione tributaria a Caivano ammonta a circa sei milioni di euro. Un gruzzoletto che, se tutti i cittadini caivanesi pagassero regolarmente i tributi, darebbe enormi vantaggi economici alla comunità, nonché anche disponibilità di cassa per lavori di manutenzione ordinaria e straordianaria.

I controlli effettuati, così come per legge, hanno riguardato gli ultimi cinque anni per quanto riguarda l’evasione IMU e TARI e gli ultimi due anni per quanto riguarda il servizio di fornitura idrica.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, di questi circa sei milioni di euro di tributi evasi, si registrano gli avvisi di riscossione coattiva di un importo di circa € 5.500 cad. per un importo complessivo che riguardarebbero le proprietà terriere e immobiliari di via quattrovie e cinquevie, di circa 22mila euro indirizzati alla famiglia Castiello, nelle persone di Pina – l’attuale sottosegretaria di Governo – e gli altri tre fratelli.

Adesso, quanto di buono fatto dal settore Tributi ci aspettiamo lo stesso dal settore Urbanistica e che quanto prima si renda edotta la comunità sulla vera natura di quel villone con piscina.

Da caivanese propongo che questa sia l’unica storia che la sottosegretaria Pina Castiello possa permettersi di raccontare, la prossima volta, in un qualsiasi convegno che affronti il tema della legalità che si organizza a Caivano.

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Caso ranch di Pina Castiello. Nel 2003 ultima data utile per il condono, in quell’area non esisteva nulla.

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CAIVANO – I miei ultimi due editoriali sui controlli e la legalità applicati e sbandierati a senso unico alternato, considerando il fatto che a parlare di legalità sul territorio ci sono stati alcuni organi istituzionali che per quanto riguarda alcuni aspetti personali questo grande valore umano se lo sono dimenticati.

Sto parlando della inchiesta (leggi qui e qui) partita da queste pagine e che riguardano la Sottosegretaria al Consiglio dei Ministri con delega al Sud e vicesindaco di Afragola Pina Castiello che durante quest’ultimo anno non ha lesinato le sue presenze al fianco degli stati generali del Governo Centrale in passerelle politiche che come tema, quasi sempre, presentavano l’insegnamento della legalità ai caivanesi, brutti, sporchi e cattivi.

Siccome a nessuno piace prendere lezioni da chi, proprio lezioni non ne può dare, il nostro invito a controllare, dal punto di vista del rispetto delle regole, alcune anomalie che riguardano un immobile di proprietà della Sottosegretaria è stato recepito anche nel comune dove la stessa espleta la carica di vicesindaco.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo dal canto suo il Commissario Prefettizio Filippo Dispenza ci fa sapere che si è subito attivato per vederci chiaro in questa vicenda, mettendo in subbuglio il settore dei Tributi, senza immaginare che dovrebbe mettere sottosopra anche il settore tecnico urbanistica e tra poco spiegherò il perché.

Di tutta questa storia si è occupata anche l’opposizione consiliare del Comune di Afragola che, come si legge dal profilo social del Consigliere Gennaro Giustino, nell’ultima conferenza dei capigruppo ha chiesto al Presidente del Consiglio comunale di Afragola Biagio Castaldo di mettere agli atti l’invito a fornire deduzioni, nel prossimo Consiglio Comunale utile, inerenti i presunti abusi edilizi ed evasione dei tributi legati al ranch di vie Cinquevie da inoltrare alla loro vicesindaca.

Il Consigliere Giustino nel suo post su Facebook scrive: “A scoperchiare il pentolone è la testata “Minformo” che in due articoli pubblicati sul web tira fuori storie di abusi edilizi nella dimora di Pina Castiello a Caivano, tasse evase, procedure burocratiche insabbiate e tanto altro. Incluso i condoni che quella villa di lusso, ex casa colonica, ha usufruito. Eppure, basterrebe utilizzare le aerofotogrammetrie e confrontare lo stato dell’arte alla data di chiusura dell’ultimo condono con quelle successive per capire cosa c’era, cosa e quando è stato realizzato e condonato. Verifica semplice e certa. Questa, però, è un’altra storia.

E sempre nel nome della verità e della legalità ho accolto l’invito del Consigliere Gennaro Giustino ed ho effettuato una ricerca su Google Earth e considerando che con il decreto legge 269 del 2003, successivamente convertito in legge, ha introdotto norme sulla sanatoria degli abusi edilizi e che in attuazione dell’articolo 32 del citato decreto-legge, la regione Campania ha adottato la legge regionale n.10 del 2004, peraltro dichiarata parzialmente illegittima dalla Corte costituzionale con sentenza n. 49 del 2006, ci siamo fatti un giro a ritroso negli anni attraverso lo strumento che ci mette a disposizione l’azienda californiana e abbiamo scoperto che fino al 2003 in quell’area dove oggi sorge una vera e propria reggia con piscina non esisteva nulla.

 

Quindi, il ragionamento è, in una eventuale assenza di permessi di costruire come è stato possibile sanare nel 2003 un manufatto abusivo inesistente? Poi se vogliamo considerare che la legge è stata recepita dalla Regione Campania solo nel 2004, scopriamo che in quella data si scorge solo la costruzione di una casa che ad occhio nudo presenta la metà delle cubature attualmente insistenti su quel terreno e quindi, laddove tale presunto manufatto abusivo sia stato condonato nel 2004, in tempo per il recepimento della legge regionale, quanto meno i sottotetti e la piscina che compaiono solo nel 2007 risulterebbero essere privi di condono sicuramente, perché abbondantemente oltre la data ultima per effettuare eventuale sanatoria.

 

Sarebbe bello scoprire cosa è successo durante questi ultimi 11 anni, sarebbe bello scoprire i nomi dei colpevoli di questo lungo silenzio sulla questione, sarebbe bello scoprire se durante questi anni ci fosse stata una copertura da parte della classe dirigente politica ma sarebbe ancora più importante scoprire il perché gli attuali soggetti politici caivanesi continuano a trincerarsi in questo lungo, colpevole e connivente silenzio sulle illegittimità che riguardano gli attori che hanno disegnato la nostra comunità alla stregua dei narcotrafficanti colombiani. Ma un sussulto di dignità da parte di chi tra pochi mesi si accingerà a vendersi per il difensore di tutti i caivanesi quando?

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Il Governo Meloni svuota il “Decreto Caivano”: tagliati 30 milioni di euro

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Il decreto Caivano prevedeva un fondo di 40 milioni di euro destinato a contrastare la dispersione scolastica, dimostrando l’impegno del Governo nella tutela di bambini e ragazzi vulnerabili alla violenza di strada.
Tuttavia, è emerso che nella Legge di Bilancio il fondo è stato ridotto a poco più di 10 milioni di euro.

Il decreto Caivano era il provvedimento simbolo del Governo Meloni per sostenere i giovani che vivono in quartieri difficili e a rischio criminalità, ma è stato ridimensionato dallo stesso esecutivo nella manovra economica. Nonostante il nome, le misure previste non si limitano al solo comune a nord di Napoli, ma mirano, nelle intenzioni del Governo, a colpire la criminalità minorile in tutto il Paese. Tra le novità, l’introduzione di pene più severe per i genitori che non mandano i figli a scuola, con sanzioni che possono arrivare fino a due anni di reclusione.

Uno degli elementi chiave del decreto Caivano è l’introduzione del Daspo urbano per i minorenni dai 14 anni in su che si siano resi responsabili di episodi di violenza. Questa misura, che vieta l’accesso a determinate aree cittadine, ha visto un’estensione della sua durata massima a due anni, rispetto al limite precedente.

Sul fronte della giustizia minorile, il decreto modifica le disposizioni relative al carcere preventivo, riducendo da nove a sei anni la soglia per l’applicazione della custodia cautelare per i minori. Inoltre, vengono previste sanzioni più severe per gli adolescenti di almeno 14 anni trovati in possesso di droga o armi, con l’obiettivo di rafforzare il contrasto alle attività criminali tra i giovani.

Per i minorenni colpevoli di reati che prevedono una pena massima di cinque anni, il decreto Caivano introduce un percorso di definizione anticipata della pena, che prevede l’impegno in lavori socialmente utili o attività benefiche a titolo gratuito. Questa misura è nota come “messa alla prova”. La sua attivazione è disposta dal Pubblico Ministero, in accordo con i genitori e con il parere dei servizi minorili, per una durata variabile tra uno e sei mesi.

Tagli che risultano in netto contrasto non solo con le promesse fatte in occasione del decreto Caivano, ispirato al Comune teatro di una violenza sessuale su due cugine minorenni, ma anche con le drammatiche cronache di questi giorni.
“Una scelta che rivela la volontà del Governo di azzerare gli investimenti nell’istruzione e di considerare il Sud un peso”, affermano Irene Manzi e Marco Sarracino del Pd. “L’ennesimo omicidio dimostra invece l’urgenza di un piano straordinario per l’assunzione di più assistenti sociali e insegnanti”, sottolinea Sandro Ruotolo della segreteria Pd.

Il centrodestra, invece, contrattacca accusando i dem: “Il finto buonismo della sinistra, che governa Napoli e la Campania, è uno dei fattori che ha contribuito a questa deriva”, afferma Severino Nappi, capogruppo della Lega in Campania. Fratelli d’Italia continua a lodare il decreto Caivano: “Con questa iniziativa abbiamo gettato le basi per recuperare tanti ragazzi”, sostiene il senatore Sergio Rastrelli.

Tuttavia, nella legge di bilancio, gran parte delle risorse previste dal decreto sono state ridotte.

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