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CAIVANO, mancano i fondi per tutto tranne che per le indennità del sindaco e assessori

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CAIVANO – Alla vergogna non c’è mai fine, in un’epoca dove in tutte le tematiche sociali, si scorge come elemento di disagio l’enorme spreco di denaro derivante dai costi della politica, a Caivano diventa quasi una forma di elogio la formazione della casta e dei privilegiati.

Attraverso l’ultima richiesta, assurda, fatta da quest’amministrazione in una delibera di giunta (vedi foto) dove si chiede il rimpinguamento delle casse comunali – di un comune in dissesto finanziario è bene ricordarlo – pari ad una cifra di € 33.000 per poter pagare le indennità di carica a sindaco, assessori e presidente del Consiglio.

Come se non bastasse, al popolo caivanese, è stato chiesto di pagare politici che tutto sanno fare, fuorché il loro lavoro, dove il massimo che hanno saputo fare è stato quello di dichiarare dissesto per poter poi rispondere a tutti i problemi posti, con la stessa cantilena: “Il comune è in dissesto, non ci sono fondi” e dopo tutto, stranamente, saltano fuori come un coniglio dal cilindro, i soldi per le loro indennità.

Il sindaco Monopoli, avesse avuto la stessa capacità di trovare soldi per le ragazze madri, per l’agibilità della scuola Cilea, per il trasporto disabili, per le famiglie meno abbienti, per il degrado della Collodi, e per tanti altri problemi, con la stessa facilità con cui ha potuto richiederli per se e per i suoi, sarebbe stato un sindaco degno di nota ed invece, i cittadini caivanesi, si ritrovano soltanto con un Monopoli qualunque.

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Il prete Maurizio Patriciello si scaglia contro Report, peccato però che sia lui quello che distorce la realtà

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CAIVANO – La pezza peggio del buco. Mi riferisco a quella che ha voluto trovare il prete Maurizio Patriciello all’indomani della sua intervista rilasciata a Report andata in onda domenica scorsa in prima serata. Al prete del Parco Verde, colui che ha chiuso le porte alle famiglie sgomberate e che ha deciso di non celebrare la messa la sera di Natale, non gli va giù che venga fuori la verità sulla propaganda di regime perpetrata dalla sua amica Giorgia. E mentre con orgoglio viene meno ai suoi più elementari compiti da prete, da puro personaggio politico perfettamente allineato con il centro destra nazionale, non disdegna di esternare le sue critiche ai colleghi Sigfrido Ranucci e Luca Chianca.

Cosa non è andato giu al prete di periferia? Lui reclama il fatto che sia stato intervistato per un’ora mentre in onda sono andati solo due minuti della sua intervista, forse convinto che in quell’ora lui sia stato talmente bravo a deformare la realtà, chissa? Anche perché dal servizio è uscito fuori che al Centro Delphinia, gestito interamente da privati, sia impedito, dato i costi elevati dei corsi e del fitto dei campi, di praticare sport ai bambini meno abbienti, smentendo pari pari la propaganda del governo e le parole dello stesso Patriciello quando all’inaugurazione esclamò “c’ho vveco e nun c’ho credo” riferendosi al fatto che finalmente i suoi parrocchiani, gli stessi a cui è stato sottratta la possibilità di ricongiungersi a Cristo mediante la comunione, avvessero la possibilità di mandare a fare sport i propri figli vicino casa. Praticamente Report non ha fatto altro che evincere la realtà dei fatti. Non credo che Patriciello sia stato così tanto bravo in quell’ora da nascondere la verità. Beh, come si vede che è abituato alla stampa di regime, allineata e accondiscendente.

Che non sopporti la stampa libera si denota dal fatto che secondo la sua concezione, un servizio giornalistico non si può limitare a raccontare la verità, ma deve avere una narrazione e questa cosa la si evince dal fatto che egli stesso domanda al collega Luca Chianca: “Questa è la narrazione che tu vuoi dare?” coprendosi già la ritirata dall’attuale stato di cose. Per la serie: se io e il Governo ne usciremo con le ossa rotte dal serivizio, potrò sempre dire che è stata data una narrazione allegorica ed edulcorata.

Mi dispiace caro Patriciello ma non è così, finalmente una rete nazionale si accorge del lavoro fatto da un collega di cronaca locale e viene sul posto ad indagare e a scoprire qual è la verità, e finalmente quelli di Report, unica trasmissione libera finora sulle reti del servizio pubblico interamente controllate dal regime di centro destra, l’ha portata alla luce a livello nazionale e le dico di più. Un servizio di 22 minuti per il giornalismo moderno è un’eternità e due minuti della sua intervista è un tempo lunghissimo, prenda la mia ad esempio, è durata 48 secondi, eppure ho accompagnato Luca anche su altri luoghi che non sono stati proprio presi in considerazione dal servizio poiché seppur presentando problematiche ben più gravi erano fuori traccia, eppure il sottoscritto non si è lamentato come ha fatto lei, anzi, sono qui a difendere la Stampa libera sempre! Allora la domanda che mi pongo sorge spontanea: mettiamo, puta caso, il servizio avesse avuto la narrazione a lei congeniale, sarebbe stato d’accordo sul taglio di due minuti rispetto all’ora tolta al suo mestiere e alla scelta di non celebrare messa? Secondo me si, le sarebbe bastato e le sarebbe piaciuto.

Ma poi mi domando ancora: perché la prende sul personale e si ostina ancora a difendere questo Governo? Mica lei rappresenta il Governo? Mica ha preso lei l’impegno verso i caivanesi di risanare il territorio? Mica è colpa sua? Lei ha solo la colpa di aver cantato vittoria troppo presto, questo si! Si è fatto prendere dall’entusiasmo e da politico sprovveduto qual è, ancor prima di guardare ai fatti, non ha visto l’ora di mettersi, ancora, davanti alle telecamere e ringraziare la Giorgia nazionale.

Allora sento il bisogno di fare una provocazione: secondo la sua narrazione, ci dica come stanno le cose al Delphinia? Indìca una conferenza stampa e racconti pure al mondo intero la favola dello sport gratuito a tutti i bambini meno abbienti di Caivano e delle navette che li accompagnano e li prelevano fino a casa, dei forti sconti per i residenti di Caivano e dell’accessibilità ai campi di tennis, padel e calcetto a prezzi inferiori alla media locale. Perché solo questo ha potuto dire nel resto dell’ora a sua disposizione, se proprio vuole sollevare una critica a Sigfrido Ranucci e alla sua squadra.

Anzi, le dico di più, lei è stato intervistato precisamente il 10 dicembre 2024, a più di un mese prima della messa in onda del servizio, dalle sue parole mi è sembrato di capire che lei abbia promesso ai caivanesi meno abbienti di alzare la voce verso il governo se le cose al Delphinia non sarebbero cambiate e se ai bambini poveri del Parco non fosse garantito lo sport in maniera gratuita. Allora, siccome dall’intervista alla messa in onda è passato un mese e al Centro Delphnia non è cambiato nulla, ci faccia vedere come alza la voce con Giorgia, ci faccia vedere quanto è grande il suo potere e la sua influenza verso il governo, si schieri dalla nostra parte e difenda i diritti dei bambini poveri della sua parrocchia, chieda a Mezzaroma – ex marito della Carfagna, presidente di Sport e Salute, cognato del senatore Lotito, amico di Arianna e Giorgia Meloni dato che vanno in vacanza insieme – di far praticare sport gratis ai suoi parrocchiani poveri. Mantenga la sua parola e tramuti in fatti le sue parole.

Fortunatamente con i fatti, quelli raccontati da Report, ma soprattutto quelli anche tangibili e risaputi dai caivanesi, la gente sta cominciando ad aprire gli occhi e comincia ad intravedere il fumo che esce fuori dalla cucina del prete di periferia, peccato però che ad arrostire non ci sia mai stato nulla.

AGGIORNAMENTO a distanza di un’ora dalla pubblicazione del mio editoriale Sigfrido Ranucci risponde con un commento sotto il post di Maurizio Patriciello:

Di seguito invece vengono riportati alcuni commenti che difendono l’operato di Report:

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Caivano, trasferimento al nord della salma della piccola Fortuna Loffredo

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Si oppone al trasferimento al nord della salma della figlia, uccisa a 6 anni per essersi ribellata all’ennesima violenza sessuale, Pietro Loffredo, padre di Fortuna, la bimba di Caivano scaraventata giù da un palazzo il 24 giugno 2014 dal vicino di casa che ancora una volta voleva abusare di lei.

Con una lettera inviata al commissario straordinario Fabio Ciciliano, che di recente ha promesso alla madre, Mimma Guardato, il suo impegno affinché il corpo della bimba (che proprio oggi avrebbe compiuto 17 anni) fosse traslato laddove lei ormai vive e lavora, Pietro Loffredo, attraverso i suoi legali, gli avvocati Sergio e Angelo Pisani, chiede, invece, che venga realizzata una cappella a Caivano.

Per “onorare”, si legge nella missiva, “la memoria della piccola, vittima di un tragico omicidio, forse unico per la sua brutalità nella storia del nostro Paese e di fungere da monito affinché simili atrocità non si ripetano mai più”.

Pietro Loffredo e i suoi avvocati sottolineano anche che “in quanto genitore della piccola, ritiene di avere il diritto di essere consultato preventivamente su decisioni di questa natura, che toccano profondamente la sua sfera personale, affettiva e morale”.

“Il diritto alla memoria della figlia spetta in egual misura a entrambi i genitori”, ribadisce Loffredo il quale, al commissario Ciciliano, chiede che “queste istanze vengano affrontate con la dovuta attenzione, nel rispetto dei diritti e delle sensibilità di tutte le parti coinvolte”.

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CAIVANO. Ringrazio il Presidente Mattarella ma condanno tutti quelli che strumentalizzano la sua visita

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CAIVANO – Anch’io voglio ringraziare il Presidente Mattarella e mi scuso se lo faccio in ritardo ma deformazione professionale vuole che prima di agire bisogna capire e osservando, ascoltando i colleghi e leggendo la gente comune dai social, ho potuto maturare meglio la mia personale interpretazione. D’altronde è la stessa cosa che hanno fatto tutti con la sola differenza, quella che gli altri sono affetti dall’ansia da prestazione.

Dicevo: anch’io voglio ringraziare il Presidente Mattarella perché con la sua venuta non programmata, accompagnato dalla sola scorta di ordinanza e non quella delle visite ufficiali, all’insaputa di tutti e anche all’insaputa di una gran parte della Stampa – perché così ha voluto il Prefetto Michele di Bari, unico ad essere a conoscenza della visita presidenziale dopo il prete Patriciello che l’ha invitato – ha dimostrato a tutti che all’interno del Parco Verde, oggi, non esiste alcun clima di tensione come volevano farci credere in occasione della mancata messa di Natale. Un po’ come tenne a precisare il Governatore De Luca all’indomani dei blitz meloniani quando si venne a prendere, da solo, un caffè al bar del Parco Verde.

Voglio ringraziare il Presidente Mattarella perché con la sua presenza ha rassicurato il tanto spaventato prete Patriciello e ringrazio il Capo dello Stato per averlo incoraggiato ad andare avanti nel suo lavoro – quale? Questo è a libera interpretazione – senza paura e senza timore ma soprattutto senza sbandierare ai quattro venti la sua personale sensazione di pericolo, poiché lo Stato gli è vicino. Questo è il messaggio autentico lanciato dal Presidente Mattarella.

E voglio ringraziare ancora il Presidente della Repubblica perché da uomo libero, senza nessuna appartenenza politica, da cattolico puro e garante dei nostri diritti sanciti dalla nostra bella Costituzione, è stato l’unico personaggio politico venuto qui a Caivano a mostrare e a dichiarare il suo imbarazzo ad agguantare un microfono in Chiesa dando le spalle al Santo Sacramento ma purtroppo la sua aura da uomo di Stato non poteva farlo esimere da fare almeno gli auguri alla comunità caivanese nel nome di quella speranza tanto decantata anche durante il suo discorso di fine anno. Perché le sue parole e il suo messaggio è stato questo e solo questo, senza dare libera interpretazione a chicchessia.

Ed è per questo motivo che condanno qualsiasi strumentalizzazione venga fatta o sia stata già fatta a mezzo social da personaggi appartenenti alla vecchia classe dirigente che ad oggi devono ancora spiegare ai cittadini caivanesi i loro rapporti con esponenti della criminalità organizzata, i profili di abusivismo della loro famiglia e dei loro amici, e il loro silenzio in questi quasi due anni di onta ai danni della comunità gialloverde.

Soggetti politici coinvolti in un processo penale a dimostrare ancora la propria innocenza in merito a scambio di voto e rapporti con la criminalità organizzata che, attraverso un post social dedicato alla venuta del Capo dello Stato a Caivano, si permettono di dare lezioni di legalità a qualche cittadino che dalla società civile cerca di difendere la reputazione sua e dei suoi concittadini.

Altri personaggi politici che approfittando della visita del Presidente della Repubblica, aprono di fatto la propria campagna elettorale con la frase: “Le parole di Mattarella e la Sua visita di oggi, come sempre, ci spronano all’impegno civile per la rinascita della nostra comunità. Il Capo dello Stato ha così segnato il solco da seguire d’ora in avanti, a diversi livelli: con provvedimenti legislativi e con il costante controllo, ma anche a livello locale nel nostro piccolo, con politiche concrete per costruire una nuova realtà per la nostra città”.

Ma dove? Quando? E perché il Presidente Mattarella avrebbe dovuto avvertire l’esigenza di buttarla in politica? Quale solco da seguire? Quello della speranza? Oppure attraverso gli auguri questo personaggio è stato in grado di leggere chissà quale endorsement politico? Ma la vogliamo smettere di strumentalizzare sempre tutto?

Piuttosto questo personaggio politico, deve spiegare ancora alla cittadinanza, come mai durante i suoi dieci anni seduti in Consiglio Comunale, avendo fatto parte delle ultime due Amministrazioni comunali sciolte per infiltrazioni camorristiche non si è mai accorto di nulla, non denunciando nulla? Perché è rimasto in silenzio per tutto il tempo che va dallo scioglimento per infiltrazioni camorristiche, passando per l’etichetta di camorristi e criminali affibbiata alla nostra comunità dai media nazionale e dal Decreto Caivano, fino alla venuta di Sergio Mattarella? Perché è rimasto in silenzio quando la Polizia Locale ha chiuso il bar del fratello perché abusivo? Perchè parla proprio ora?

Semplice. Nella peggiore delle ipotesi, se entro il 15 febbraio prossimo la Prefettura comunicherà al Ministro degli Interni l’esigenza di prolungare per altri sei mesi la durata della Commissione Straordinaria, secondo l’art. 143 del TUEL – se lo andassero a studiare alcuni giornalisti e blogger ignoranti in materia che divulgano solo notizie false e tendeziose – si andrà a votare per le elezioni amministrative nella finestra che va dal 15 novembre al 15 dicembre.

Ecco! Questo è il motivo per il quale alcuni “ignavi”, come amo definirli io dato il loro silenzio quando si tratta di affrontare temi scomodi e scottanti, oggi cominciano a dare destrezza ai loro polpastrelli. In realtà l’unico vero motivo che smuove questi uomini di sistema, ottimi allievi di una vecchia politica stantìa dedita solo all’interesse personale è l’odore della poltrona e null’altro.

Ma Caivano, dopo tutto quanto passato, ha il diritto di cambiare, ha il diritto di essere amministrato da una nuova, nuovissima classe dirigente. Non esistono errori commessi o colpe personali – quelle sono già state ascritte a chi oggi sta conducendo un processo penale – esistono soprattutto responsabilità politiche oggettive ed è giunta l’ora che ognuno della vecchia classe dirigente, soprattutto questi personaggi che oltre tutto configurano anche una continuità amministrativa con le amministrazione sciolte per ingerenze criminali, se ne facciano carico e lascino che Caivano goda di una nuova, vera primavera.

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