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Stella morì in un tragico incidente: gli amici sostengono l’esame di maturità al suo posto

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Stella Tatangelo è morta lo scorso 14 agosto mentre tornava a casa a bordo di una Golf insieme al suo fidanzato e ad altri tre amici, lungo la Sora-Avezzano.

Nonostante la morte nel tragico incidente stradale dieci mesi fa, oggi alcuni suoi compagni di classe hanno deciso di sostenere al suo posto l’esame di maturità per farle ottenere il diploma.

Il conducente dell’auto sulla quale si trovava la giovane, perse improvvisamente il controllo della vettura che si ribaltò, finendo contro un muro in un impatto violento.

La ragazza era vicina di casa di Anna Tatangelo, nota cantante, pur non avendo vincoli di parentela con lei, nonostante lo stesso cognome.

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Processo Impagnatiello, i giudici si riuniscono per deliberare: le ultime

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Oggi, lunedì 25 novembre, nella Giornata contro la violenza sulle donne, è giunta finalmente l’ora della verità.

Infatti alle ore 12:30, la giudice Antonella Bertoja della Corte d’Assise di Milano si pronuncerà sulla condanna di Alessandro Impagnatiello, colui che il 27 maggio 2023 ha ucciso con 37 coltellate la compagna Giulia Tramontano e il figlio Thiago, che la donna portava in grembo.

Tredici udienze in dieci mesi, nelle quali l’imputato ha negato il consenso alle riprese del suo volto in aula, in cui la Procura ha ripercorso la vicenda con dovizia di particolari, chiedendo l’ergastolo con isolamento diurno di 18 mesi per l’imputato.

Intanto l’avvocato Giovanni Cacciapuoti, legale della famiglia Tramontano, ha così dichiarato fuori dall’aula in attesa della sentenza:

“Spero che la sentenza di oggi, nella giornata contro la violenza sulle donne, pur essendo una mera casualità, possa essere un utile messaggio di speranza e possa rappresentare un cambio di registro nelle interazioni umane. Sia fatta la giustizia degli uomini, che sia data la sanzione che ha chiesto la Procura, cioè l’ergastolo. Questo come giusta assunzione di responsabilità per una condotta lucida e inqualificabile. Impagnatiello ha organizzato la morte di Giulia e del bambino. Come emerso nitidamente e lucidamente nel processo, ha premeditato l’assassinio da dicembre-gennaio, con avvelenamento con ammoniaca, topicida e anche cloroformio. Tutto questo testimonia come la sua volontà fosse quella di uccidere”.

Invece la sorella di Giulia, Chiara, ha postato una foto su Instagram prima di arrivare in Tribunale. La foto mostra una spilla che ha appuntato sulla sua giacca con una foto di Giulia incinta e un commento: “Oggi non ti lasciamo andare, oggi ti stringiamo più forte”.

Pertanto decine di macchine fotografiche e giornalisti hanno riempito l’aula del Palazzo di Giustizia di Milano per la sentenza del processo, con i carabinieri del servizio di sicurezza che hanno allontanato i reporter e i cameraman per consentire alla corte di deliberare.

Alessandro Impagnatiello si è presentato rasato, sbarbato e con la maglia a rombi, entrando in aula dall’ingresso riservato ai detenuti e seduto in cella. Invece la madre di Giulia, Loredana Femiano, ha ricevuto un regalo al suo arrivo in Tribunale, portato fuori dall’aula dai funzionari e cancellieri della Procura milanese: si tratta di una pianta di rose bianche.

Ancora la sorella di Giulia, Chiara Tramontano, ha così dichiarato in un’intervista a La Repubblica prima della sentenza:

“Giulia era una donna coraggiosa, che ha cercato la verità a costo della morte. La sentenza di oggi per noi non rappresenta niente, perché la nostra vita è finita tempo fa. Ma il verdetto potrebbe essere importante per le nuove generazioni e per l’Italia intera. Un Paese ancora pervaso dal maschilismo, che ha paura delle donne”.

Rincara la dose su Instagram la madre di Giulia, Loredana Femiano, ricondividendo un post scritto dalla sorella Chiara nei giorni scorsi:

“Giulia è morta in Italia, anche perché siamo un Paese che ha paura delle donne. Il 25 novembre grideremo giustizia per Giulia e Thiago, ma lo faremo per tutte le donne che non hanno più voce. Dove c’è giustizia, c’è futuro. Dove c’è giustizia, c’è speranza per le nuove generazioni, affinché possano vivere in un Paese in cui non si ha paura di essere donne. Giulia sarà con noi in quell’aula, insieme a voi, a tutte le anime gentili strappate a questo mondo. Saremo lì, e spero che ci saranno tutte le donne che ancora sognano un futuro senza paura”.

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Guerra, Putin avverte: “Il conflitto è globale, pronti a colpire Usa e Gran Bretagna”

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Durante un drammatico discorso alla nazione, il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato il test su un obiettivo militare in Ucraina di un nuovo missile balistico ipersonico, l’Oreshnik. Ecco le dichiarazioni del leader del Cremlino:

“Il permesso dato dagli Usa e dalla Gran Bretagna a Kiev di attaccare in profondità il territorio russo con i missili da loro forniti ha fatto assumere al conflitto un carattere globale, e Mosca si riserva il diritto di colpire anche le infrastrutture militari di Washington e Londra”.

Inoltre Putin ha precisato che contro il nuovo missile, capace di viaggiare a 2-3 km al secondo, non esistono difese aeree efficaci. Mosca continuerà a testarlo in questo conflitto, scegliendo gli obiettivi “sulla base delle minacce alla sicurezza della Federazione Russa”, ma avvertendo in anticipo i civili perché abbandonino le aree che potrebbero essere attaccate.

Tuttavia, il monito più inquietante lo ha lanciato agli Usa e alla Gran Bretagna, confermando che sei missili Atacms americani e un numero imprecisato di Storm Shadow britannici sono stati lanciati tra martedì e mercoledì sulle regioni russe di Bryansk e Kursk.

Pertanto, Putin ha aggiunto: “Ci consideriamo autorizzati a usare le nostre armi contro le strutture militari di quei Paesi che permettono l’impiego delle loro armi contro le nostre strutture. E in caso di un’escalation di azioni aggressive, risponderemo in modo deciso e simmetrico”.

Secondo il presidente, “la Russia è pronta a risolvere pacificamente tutti i problemi, ma è pronta anche a qualsiasi sviluppo degli eventi”.

Poi, l’attenzione del leader russo, si sposta sugli Stati Uniti e sul nuovo presidente Trump, il quale aveva promesso di riportare la pace tra Mosca e Kiev:

“Gli Stati Uniti hanno sbagliato a stracciare unilateralmente il Trattato sulle forze intermedie nucleari (Inf) che, firmato nel 1987 da Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov, aveva messo al bando gli euromissili. E la decisione di abbandonarlo fu presa proprio durante la presidenza Trump, nel 2019. Quindi Mosca deciderà se e dove schierare missili a corto e medio raggio sulla base delle azioni degli Stati Uniti e dei loro satelliti”.

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Salvini sulla decisione della Corte Penale Internazionale: “Se Netanyahu venisse in Italia sarebbe il benvenuto”

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Il vicepremier Matteo Salvini è intervenuto a margine dell’assemblea Anci, parlando della recente decisione della Corte Penale Internazionale di elevare un mandato d’arresto nei confronti del leader israeliano Netanyahu.

Ecco le sue dichiarazioni:

“Conto di incontrare presto esponenti del governo israeliano e se Netanyahu venisse in Italia sarebbe il benvenuto. I criminali di guerra sono altri. Non entro nel merito delle dinamiche internazionali. Israele è sotto attacco da decenni, i cittadini israeliani vivono con l’incubo dei missili e con i bunker sotto le case da decenni. Adesso dire che il criminale di guerra da arrestare è il premier di una delle poche democrazie che ci sono in Medioriente mi sembra irrispettoso e pericoloso, perché Israele non difende solo se stesso ma difende anche le libertà, le democrazie e i valori occidentali. Mi sembra evidente che sia una scelta politica dettata da alcuni paesi islamici che sono maggioranze in alcuni istituzioni internazionali”.

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