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Napoli, l’ultimo scisma del Pd. Venanzoni tuona: “Il partito è bloccato da antiche logiche di potere”

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Diego Venanzoni lascia il Pd. Ad accoglierlo è “La Città”, lista civica ideata dal consigliere metropolitano David Lebro. Spesso in contrasto col partito di Zingaretti per l’ambiguità verso De Magistris, non ha mai fatto mancare la propria voce dai banchi dell’opposizione. Un corpo del tutto estraneo in un partito che continua a professarsi in alternativa al sindaco ma che resta consociativo. Provocando un cortocircuito senza precedenti. Dopo 10 anni la storia continua.

 

Consigliere Venanzoni, quanto è stato difficile sopportare l’ambiguità del Pd in questi anni?

Il tema dell’ambiguità non è altro che la doppia linea politica Comune di Napoli-Città Metropolitana e che non ha fatto altro che accompagnare il Partito Democratico in questi anni. Una contraddizione in termini che gli elettori ed i militanti del partito hanno mal digerito e mal sopportato. Mai comprendendo i motivi di questa roba e senza mai capire fino in fondo quale fosse il ruolo dello stesso Pd in questa fase. E mantenendo in piedi e fino all’ultimo momento utile De Magistris, che da sindaco ha prodotto disastri incalcolabili.

Si vocifera che volevano candidarla nel Partito Democratico alle prossime Regionali ma lei ha rifiutato. Ci spiega perché?

Io non ho mai parlato, né mai mi è stato chiesto di candidarmi nel Pd alle prossime elezioni regionali da parte della segreteria. Mi candiderò sicuramente ma rientra nelle prerogative di qualsiasi politico. Ma mi viene da dire altro. Se certe componenti del Pd assieme al suo segretario hanno totalmente bloccato la praticabilità e l’equilibrio del campo interno, come ci si può muovere in libertà dentro questo spazio politico? Le logiche che prevalgono sono quelle che sostanzialmente puntano a garantire la rielezione degli uscenti ad eccezione di qualche rara sorpresa. Ma queste riflessioni sono il pane quotidiano da diversi anni dei tanti attivisti e membri del partito di Zingaretti ma nessuno ha il coraggio di portarle all’esterno. Anziché continuare nel solco degli errori, facessero un’analisi seria della gestione del partito in questi anni.

Il segretario Marco Sarracino si è spesso espresso contro De Magistris esponendo il partito ad una presa di posizione. Però il Pd ha sostenuto il candidato del sindaco alle Suppletive mentre a Città Metropolitana “conserva” ancora le deleghe. Lei in totale solitudine ha sollevato questo cortocircuito fino alla decisione di ieri sera. Come mai ha predicato nel deserto?

Vorrei ricordare a chi parla di bus, tram e quant’altro che nel 2016, oltre il risultato scandaloso del Pd, quelli che mi attaccano oggi non votarono Valeria Valente candidata sindaco a Napoli. Anzi insieme ad altri favorirono in termini elettorali l’altro candidato sindaco, Gianni Lettieri. Una cosa gravissima sul piano politico e che come spesso accade è rimasta chiusa nei cassetti dei ricordi quando si vuol fare polemica con chi proviene da una tradizione cattolica e popolare. Per quanto concerne le elezioni suppletive voglio ricordare che Sandro Ruotolo, persona rispettabilissima e con una storia che parla da sola, al Senato ha aderito al Gruppo Misto anziché aderire al gruppo del Partito Democratico. Anche sulle candidature alle europee su Paolucci nessuno disse nulla. Eletto, andò via e poi torno’ nuovamente a candidarsi. Se parliamo di bus, ditemi cos’è questo …

Sguardo verso il futuro. Resterà nella civica “La Città” in attesa di un approdo verso nuovi lidi?

Ritrovo la collega Roberta Giova, con la quale mi lega anche un’amicizia personale, con cui c’è piena sintonia. Sicuramente ci proponiamo di essere modello politico e culturale di riferimento per i prossimi anni. Quello stesso riferimento interamente oscurato in questi anni a Napoli.

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Cronaca

Truffe ad anziani in tutto il Sud Italia, sgominata la centrale dei “finti carabinieri”

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Maxi operazione dei Carabinieri nel cuore di Napoli, dove i militari del Comando provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dei colleghi partenopei, hanno sgominato una ‘centrale delle truffe’, con base operativa nei pressi di Porta San Gennaro, ma che operava in tutto il Sud Italia.

L’operazione è stata avviata dai Carabinieri di Reggio Calabria grazie a una segnalazione su una truffa avvenuta lo scorso maggio a San Giorgio Morgeto, piccolo centro della provincia di Reggio Calabria. Nei guai due pregiudicati che, utilizzando l’ormai consueto metodo del ‘falso carabiniere’, avevano raggirato un’anziana signora, invalida al 100%, convincendola a consegnare tutti i gioielli che custodiva in casa.

Per persuaderla, avevano inscenato un falso incidente stradale in cui sarebbe stato coinvolto il nipote, e avevano richiesto una finta cauzione per evitare l’arresto del giovane. Spaventata e preoccupata per il nipote, la donna ha ceduto i suoi preziosi, ricordi di una vita, per un valore stimato superiore ai 40mila euro.

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Cronaca

Droga e telefonini in carcere, beccati i corrieri

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Stamane è in corso un’operazione della Polizia a Napoli, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale partenopeo, su richiesta dalla Procura. Quindi sono 12 le persone ritenute, a vario titolo, gravemente indiziate dei reati associativi di traffico di droga e l’accesso indebito di cellulari per i detenuti. I reati scoperti sono aggravati dal metodo mafioso.

Lo scorso settembre il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha tenuto una conferenza stampa in seguito al blitz contro i clan casertani. “I detenuti continuano a comunicare dal carcere, a mandare video di feste e compleanni, riescono a comunicare tra di loro e quando ho proposto di comprare i jammer almeno nelle carceri di alta sicurezza, non sono stato ascoltato, mi hanno detto che fanno male alla salute“. Gli jammer sono inibitori di segnale che costano ognuno 60mila euro.

Mi è stato detto – ha aggiunto il magistrato calabrese – che la penitenziaria deve comunicare con il telefonino, mi risulta invece che c’è un telefono con il filo per chiamare i superiori e gli uffici. Non avendo preso provvedimento seri, per ora vengono usati in alcune carceri l’inibizione dei droni anche se poi nella realtà sono già stati usate anche delle contromisure per inibire gli inibitori di droni“.

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Cronaca

“Renà non mi lasciare”, le ultime parole di Arcangelo Correra

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Prima di perdere i sensi avrebbe detto “Renà non mi lasciare”, Arcangelo Correra, il 18enne morto sabato scorso in ospedale dopo essere stato ferito a morte alla testa da un colpo di pistola esploso dall’amico Renato Caiafa di 18 anni che, a suo dire, stava maneggiando una pistola trovata poco prima sulla ruota di una macchina parcheggiata.
Il giovane ha voluto riferire la circostanza stamattina nel corso dell’udienza di convalida del fermo emesso dalla Procura di Napoli (pm Capasso) e notificato dalla Polizia di Stato; fermo che poco fa il gip non ha convalidato disponendo comunque la detenzione in carcere per l’indagato.

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