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Colpo di scena: il patto De Luca-De Magistris a un passo. La “carta arancione” è il fratello Claudio

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E’ cosa (quasi) fatta. L’accordo fra De Magistris e De Luca è ad un passo. Dopo anni di scontri e litigi arriva la pace. Ciò che fino a qualche settimana fa sembrava pura utopia oggi è più di una semplice ipotesi. A pochi mesi dalle elezioni regionali il sindaco arancione non può restare fermo per l’ennesima volta. Costretto a lanciare un segnale politico di esistenza per rimandare il declino. Poi si vedrà. Andiamo con ordine. In casi del genere il matrimonio è di reciproco interesse. Partiamo da De Luca. Per il governatore campano sarebbe grasso che cola. Inutile girarci intorno. Sul piano politico non c’è molto da commentare. In un sol colpo De Magistris dovrebbe rimangiarsi tutti gli attacchi all’ex sindaco di Salerno sferrati in questi anni. Dal primo all’ultimo. E riconoscergli una leadership politica conquistata sul campo. Meglio tardi che mai direbbe qualcuno. Sul terreno elettorale De Luca colmerebbe in tutta onestà qualche incertezza su Napoli città. Al netto di qualche candidato pure autorevole. E chiudere la partita sull’ultimo tassello mancante. Ma parliamo di dettagli dinanzi ad una vittoria quasi scontata.

Anche perché nessuno rifiuterebbe consensi che mai e poi mai sarebbero arrivati alla base. In altre parole De Luca non avrebbe alcun interesse ad estromettere quel De Magistris che non l’avrebbe votato nemmeno sotto tortura. Capitolo arancione. Anche per l’ex parlamentare europeo qualsiasi scelta lo rialzerebbe dalle sabbie mobili in cui è sprofondato. Le Regionali rappresentano per lui una chance di sopravvivenza. Principalmente per darsi un futuro e recuperare terreno. Pure perché salvo stravolgimenti dell’ultim’ora fra un anno a Napoli si torna al voto e non può più candidarsi. A questo punto la domanda sorge spontanea. Quale sarà la carta d’ingresso per De Magistris? Stando alle ultime indiscrezioni provenienti da Palazzo San Giacomo l’ex pm candiderà con De Luca il fratello Claudio, membro della segreteria di DemA, il partitino del primo cittadino partenopeo. Avete capito bene. Al momento non è ancora chiaro se De Magistris piazzerà il fratello in qualche lista del governatore oppure attraverso una propria lista civica da affiancare alla coalizione a sostegno dello stesso De Luca.

La prima ipotesi sembra la più accreditata. Obiettivamente in questa fase la scelta della lista appare come una grande montagna da scalare. Del resto se i migliori uomini dell’universo arancione come Mundo, Sgambati ed altri transitati in Italia Viva hanno deciso di sostenere De Luca in tempi non sospetti, con quali numeri De Magistris presenterà una propria lista? Numeri alla mano ci sembra veramente difficile. Il concetto è più semplice di quanto si pensi. Morale della favola?  Il patto, stando sempre ad alcune fonti napoletane, sembra davvero ad un passo. Nei prossimi giorni non sono escluse altre novità. Provare per credere.

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Cronaca

Truffe ad anziani in tutto il Sud Italia, sgominata la centrale dei “finti carabinieri”

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Maxi operazione dei Carabinieri nel cuore di Napoli, dove i militari del Comando provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dei colleghi partenopei, hanno sgominato una ‘centrale delle truffe’, con base operativa nei pressi di Porta San Gennaro, ma che operava in tutto il Sud Italia.

L’operazione è stata avviata dai Carabinieri di Reggio Calabria grazie a una segnalazione su una truffa avvenuta lo scorso maggio a San Giorgio Morgeto, piccolo centro della provincia di Reggio Calabria. Nei guai due pregiudicati che, utilizzando l’ormai consueto metodo del ‘falso carabiniere’, avevano raggirato un’anziana signora, invalida al 100%, convincendola a consegnare tutti i gioielli che custodiva in casa.

Per persuaderla, avevano inscenato un falso incidente stradale in cui sarebbe stato coinvolto il nipote, e avevano richiesto una finta cauzione per evitare l’arresto del giovane. Spaventata e preoccupata per il nipote, la donna ha ceduto i suoi preziosi, ricordi di una vita, per un valore stimato superiore ai 40mila euro.

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Cronaca

Droga e telefonini in carcere, beccati i corrieri

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Stamane è in corso un’operazione della Polizia a Napoli, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale partenopeo, su richiesta dalla Procura. Quindi sono 12 le persone ritenute, a vario titolo, gravemente indiziate dei reati associativi di traffico di droga e l’accesso indebito di cellulari per i detenuti. I reati scoperti sono aggravati dal metodo mafioso.

Lo scorso settembre il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha tenuto una conferenza stampa in seguito al blitz contro i clan casertani. “I detenuti continuano a comunicare dal carcere, a mandare video di feste e compleanni, riescono a comunicare tra di loro e quando ho proposto di comprare i jammer almeno nelle carceri di alta sicurezza, non sono stato ascoltato, mi hanno detto che fanno male alla salute“. Gli jammer sono inibitori di segnale che costano ognuno 60mila euro.

Mi è stato detto – ha aggiunto il magistrato calabrese – che la penitenziaria deve comunicare con il telefonino, mi risulta invece che c’è un telefono con il filo per chiamare i superiori e gli uffici. Non avendo preso provvedimento seri, per ora vengono usati in alcune carceri l’inibizione dei droni anche se poi nella realtà sono già stati usate anche delle contromisure per inibire gli inibitori di droni“.

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Cronaca

“Renà non mi lasciare”, le ultime parole di Arcangelo Correra

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Prima di perdere i sensi avrebbe detto “Renà non mi lasciare”, Arcangelo Correra, il 18enne morto sabato scorso in ospedale dopo essere stato ferito a morte alla testa da un colpo di pistola esploso dall’amico Renato Caiafa di 18 anni che, a suo dire, stava maneggiando una pistola trovata poco prima sulla ruota di una macchina parcheggiata.
Il giovane ha voluto riferire la circostanza stamattina nel corso dell’udienza di convalida del fermo emesso dalla Procura di Napoli (pm Capasso) e notificato dalla Polizia di Stato; fermo che poco fa il gip non ha convalidato disponendo comunque la detenzione in carcere per l’indagato.

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