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Cronaca

Accadde Oggi: 1924, a Roma viene assassinato il politico antifascista Giacomo Matteotti

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Giacomo Matteotti (10 Giugno 1924: giorno dell'assassinio)

                      Giacomo Matteotti, rapito e assassinato il 10 Giugno 1924, 92 anni fa a Roma

 

Due anni dopo la Marcia su Roma e la presa del potere da parte di Mussolini, la situazione politica italiana si presentava tutt’altro che stabile: erano gli anni che precedettero la trasformazione in senso autoritario dello Stato italiano da parte di Mussolini. Di questo processo i due passaggi più significativi furono, nel dicembre 1922, l’istituzione del Gran Consiglio del fascismo (un organo consultivo il cui compito consisteva nel determinare e indicare le linee guida della politica fascista, “fluidificando” il rapporto tra partito e governo) e, nel 1923, l’organizzazione della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale nella quale vennero inquadrati molti degli appartenenti alle squadre fasciste.
La creazione di questi due organi mostra chiaramente quale fosse l’intento del duce: creare degli organi di partito che assimilassero le funzioni degli organi statali nati con lo Statuto Albertino, lasciando a questi un potere formale. Infatti, l’istituzione del Gran Consiglio del fascismo fece sì che un’assemblea dei maggiori esponenti del partito divenisse organo di Stato, privando il Parlamento italiano stesso di alcuni poteri.
Nel frattempo continuarono le repressioni illegali nei confronti degli oppositori e dei dissidenti e lo sviluppo di una repressione legale portata avanti da magistratura e organi di polizia che si abbatté sempre con maggior vigore permettendo sequestri di giornali, arresti preventivi, limitazioni alle libertà sindacali.
In questa fase Mussolini continuava a mantenere all’interno del governo i liberali e una formale collaborazione tra fascismo e alcuni uomini di altri partiti, cosicché lì dove la forma appariva intaccata solo parzialmente in realtà la sostanza era già mutata radicalmente.
Un ulteriore passo è segnato dalla legge elettorale del 18 novembre 1923, passata alla storia come Legge Acerbo che aveva un meccanismo tale da favorire il partito fascista. Un vantaggio che venne accresciuto dalle modalità di presentazione dei partiti nelle liste: si verificò infatti che diversi esponenti liberali e cattolici si candidarono con Mussolini nelle “liste nazionali”, unite dal simbolo del fascio in tutti i collegi, mentre i due partiti socialisti, i comunisti, i popolari, i liberali d’opposizione si presentarono in liste divise.
Nonostante il partito fascista potesse vantare una certa sicurezza nel risultato delle elezioni non rinunciò a ricorrere, né tanto meno a ridurre, il ricorso a metodi violenti e intimidatori nei confronti degli avversari.
Il risultato delle elezioni, tenutesi il 6 aprile 1924, parlò chiaro. Con il 64,9% dei voti la lista fascista (o lista nazionale) ottenne 374 seggi al Parlamento.
I risultati delle elezioni aprirono un periodo di grande tensione.
Il 30 maggio 1924 il deputato socialista Giacomo Matteotti pronunciò alla Camera un duro discorso contro il governo, accusandolo direttamente di essere il responsabile dei soprusi che avevano accompagnato tutto il periodo elettorale finanche il giorno delle elezioni. Un discorso che animò il Parlamento e che si concluse con una diretta e inequivocabile richiesta: “Noi difendiamo la libera sovranità del popolo italiano al quale mandiamo il più alto saluto e crediamo di rivendicarne la dignità, domandando il rinvio delle elezioni inficiate dalla violenza alla Giunta delle elezioni”.
Qualche giorno dopo, il 10 giugno 1924, l’onorevole Matteotti fu picchiato e rapito dai fascisti all’uscita della sua abitazione di Roma e poi ucciso; il suo cadavere venne ritrovato solo diverse settimane dopo. Non si seppe più nulla, invece, della sua borsa piena dei documenti che dovevano essere alla base del discorso che il deputato avrebbe dovuto pronunciare alla Camera: le prove della corruzione e dei traffici in cui il fascismo era coinvolto.
La diffusione della notizia ebbe portata europea e urtò violentemente contro le basi del governo  appena costituitosi. Anche tra i fascisti si aprì una crisi perché l’omicidio Matteotti non solo metteva in cattiva luce i sostenitori del fascismo agli occhi dell’opinione pubblica, ma richiamava l’attenzione sul più generale problema politico italiano. Non furono certamente pochi che iniziarono a porsi domande intorno all’origine del potere assunto dal partito fascista, alla sua legittimità, all’effettiva sicurezza che esso poteva dare o, come aveva promesso, garantire.
Dopo l’assassinio di Matteotti i deputati dell’opposizione decisero di non partecipare più ai lavori del Parlamento (la cosiddetta “secessione dell’Aventino”), ma questa radicale protesta non scalfì il consolidamento del potere del fascismo.
Mussolini chiuse questo caotico periodo con il celeberrimo discorso tenuto alla Camera dei deputati il 3 gennaio 1925, con il quale si assunse “la responsabilità politica, morale e storica” di quanto era avvenuto in Italia negli ultimi mesi, discorso che è ritenuto dagli storici l’atto costitutivo del fascismo come regime autoritario.

* Dirigente scolastico, componente del direttivo nazionale dell’Associazione insegnanti e ricercatori di storia “Clio ‘92”; già docente a contratto di storia e didattica della storia presso l’Università di Palermo, ha lavorato per dieci anni come supervisore presso la Sissis dell’Università di Palermo.

 

  • fonte Treccani

Cronaca

Sparatoria tra forze dell’ordine e banditi in superstrada: le ultime

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Violenta sparatoria avvenuta poche ore fa in superstrada all’uscita di Bellano, in provincia di Lecco, al termine di un inseguimento seguito ad una rapina in Valtellina.

Stando ad una prima ricostruzione i malviventi avrebbero rapinato una banca all’interno di un centro commerciale, per poi darsi alla fuga a bordo di un furgone. Da lì ne è nato un folle inseguimento con la Polizia e i carabinieri, con alcuni colpi d’arma da fuoco esplosi allo svincolo della superstrada di Bellano.

Pertanto gli agenti hanno provveduto alla chiusura del tratto stradale e dell’uscita verso il paese, mentre i banditi sono stati soccorsi dai sanitari del 118, con uno di loro rimasto ferito ed ora ricoverato in gravi condizioni in ospedale a Lecco.

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SMA Campania, scoperto danno erariale da oltre 5 milioni: coinvolti ex dirigenti e manager

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Maxi operazione dei carabinieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, che nel corso della mattinata odierna ha notificato un invito a dedurre nei confronti di nove amministratori, dirigenti e dipendenti di ‘SMA Campania S.p.a.’.

In particolare essi sono ritenuti responsabili di aver cagionato un danno erariale di oltre 5 milioni di euro. Le indagini della Polizia erariale hanno consentito di segnalare un sistematico sperpero di fondi pubblici nella gestione della società in-house della Regione Campania nel periodo compreso tra il 2012 e il 2022.

Ecco quanto si legge in una nota stampa:

“Sono stati rilevati pagamenti a mezzo cassa ritenuti non legittimati da idonea documentazione giustificativa e l’utilizzo fraudolento delle carte ricaricabili, istituite per acquisti urgenti non eccedenti la somma di mille euro. Alcuni pagamenti della specie sono risultati effettuati per chiare finalità personali di stampo ludico/ricreative e in orari decisamente inconsueti per il normale svolgimento dell’attività amministrativa (anche alle ore 2 di notte)”.

“Inoltre è emerso che la società si è approvvigionata dei servizi di autonoleggio e dei servizi di telefonia mobile tramite affidamenti diretti, senza esperire alcuna procedura di gara ad evidenza pubblica e/o aderire alla convenzione Consip, in violazione delle disposizioni normative in materia di appalti pubblici, sostenendo per giunta maggiori oneri”.

“Le indagini hanno fatto emergere anche elementi sintomatici di progressioni di carriera del personale impiegato sia presso le strutture territoriali che presso i depuratori gestiti da SMA Campania S.p.a., in violazione della disciplina sul reclutamento del personale e sugli avanzamenti di carriera nella pubblica amministrazione”.

“In tema di gestione e remunerazione del personale, sono state altresì segnalate concessioni, in assenza dei presupposti, di straordinarie componenti retributive denominate ‘superminimi’. Trattasi di veri e propri aumenti di stipendio, in mancanza di disposizioni interne aventi generale applicazione e di un’adeguata motivazione. Il danno erariale è stato ascritto dalla Procura contabile, in alcuni casi, direttamente alla responsabilità dei vertici aziendali pro tempore, in altri a funzionari aziendali e singoli dipendenti”.

Pertanto, i destinatari delle contestazioni della Corte dei Conti campana sono l’ex presidente del Cda Giuseppe Cammarota; gli ex amministratori unici Ciro De Leo, Raffaele Scognamiglio e Giuseppe Esposito; l’ex consigliere delegato Lorenzo Di Domenico; l’ex dirigente Cosimo Silvestro; l’ex financial manager Roberto Iavarone; l’addetto alla contabilità e bilancio Ernesto Tartaglione e il responsabile dell’impianto di depurazione di Napoli est Luigi Riccardi.

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Cronaca

Incidente stradale nel Casertano, violento impatto tra due auto: la situazione

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Drammatico incidente stradale avvenuto ieri sera a Teverola, nel Casertano, nel quale sono rimaste coinvolte due auto.

Stando alle prime informazioni sono ancora da accertare le cause del sinistro, anche se nell’impatto sono rimaste ferite 4 persone, tra cui un bimbo di due anni. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 e le forze dell’ordine.

Tuttavia pare che il bambino abbia riportato un lieve trauma cranico, ma senza particolari conseguenze. Invece, gli altri tre feriti sono attualmente ricoverati all’ospedale di Aversa con traumi fisici e lesioni abbastanza gravi. Si tratta di una donna di 30 anni, e di due uomini rispettivamente di 67 e 33 anni.

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