Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in un’intervista al Corriere della Sera, ha parlato della Fase 2, riferendosi in particolare alle aperture anticipate e differenziate e alle vacanze:
“Siamo davvero felici per Silvia Romano e per i suoi familiari. Il merito della liberazione è dei nostri servizi di intelligence, in particolare della nostra Agenzia esterna, del lavoro investigativo dell’autorità giudiziaria, della costante attenzione del ministro Di Maio e della Farnesina e del ministro Guerini e della Difesa. La protezione della vita dei nostri connazionali è una priorità per il Governo.
Saranno mesi molto difficili, siamo di fronte alla prova più dura dal Dopoguerra. Avremo una brusca caduta del Pil e le conseguenze economiche saranno molto dolorose. Il Governo ce la sta mettendo tutta e continuerà a operare con la massima determinazione per garantire la tenuta sociale ed economica del Paese e renderlo più competitivo, più equo e inclusivo.
Assembramenti ai Navigli? Comportamenti gravissimi. Se non si rispetta il distanziamento rischiamo di vanificare tutti gli sforzi fatti e tornare a un lockdown, anche se circoscritto, con danni ancora più gravi per la nostra economia. Ma ho fiducia che continuerà a prevalere il buon senso degli italiani.
Aperture differenziate? Con le linee guida, che ci permetteranno un controllo della curva epidemiologica, potremo permetterci anche differenziazioni geografiche. Questo non significa procedere in ordine sparso e affidarci a iniziative avventate. I risultati raggiunti sono anche il frutto del dialogo quotidiano avuto con i rappresentanti degli enti locali, grazie anche al lavoro del ministro Boccia.
Vacanze? Quest’estate non staremo al balcone e la bellezza dell’Italia non rimarrà in quarantena. Potremo andare al mare, in montagna, godere delle nostre città. E sarebbe bello che gli italiani trascorressero le ferie in Italia, anche se lo faremo in modo diverso, con regole e cautele. Attendiamo l’evoluzione del quadro epidemiologico per fornire indicazioni precise su date e programmazione.
Stiamo lavorando giorno e notte per rafforzare le attività di monitoraggio, contact tracing e tele-assistenza, in una più ampia strategia integrata che prevede potenziamento degli ospedali, delle terapie intensive e della medicina del territorio. Aspettiamo di vedere il funzionamento dell’app, ma invito a considerare che potremmo essere tra i primi al mondo ad avere sviluppato un sistema pubblico con tutte le garanzie.
Scuola? Il rientro deve essere gestito in modo unitario su tutto il territorio nazionale. Stiamo lavorando con la ministra Azzolina a un ventaglio di soluzioni così che a tutti i nostri studenti venga assicurato il rientro in classe a settembre in condizioni di sicurezza.
Aperture anticipate per bar, ristoranti, barbieri, parrucchieri e centri estetici? Stiamo raccogliendo i dati dell’ultimo monitoraggio e con gli esperti stiamo definendo regole chiare sulla sicurezza per lavoratori e clienti. Se sul piano epidemiologico la situazione rimarrà sotto controllo, potremo concordare con le Regioni alcune anticipazioni. L’importante è procedere sulla base di monitoraggi puntuali, perché per le imprudenze pagheremmo costi enormi.
DPCM? Nella fase 1 non c’è stata alcuna possibilità di un passaggio preventivo dal Parlamento, considerata l’estrema urgenza di intervenire per salvare le vite. In questa fase avremo maggiore agio di coinvolgere il Parlamento.
Le vittime del coronavirus sono una ferita che ci porteremo dietro per sempre, purtroppo, come tanti altri Paesi. Abbiamo sempre agito in scienza e coscienza, ponderando tutte le decisioni. Non saprei dire una scelta che non rifarei.
Cina, inchiesta sul Covid? Arriverà il momento in cui dovremo interrogarci sulle responsabilità. Credo però che questo sia il momento in cui privilegiare la collaborazione tra Stati per sconfiggere il virus. Non è il momento delle divisioni.
Mes? Stiamo in costante dialogo con la Commissione Europea perché venga introdotto un “Recovery Fund” di notevoli dimensioni. Le risorse del Mes, della Bei, del Sure da sole sono insufficienti. Sulla nuova linea di credito del Mes sono arrivate parole chiare da parte dell’Eurogruppo. Ora attendiamo i regolamenti attuativi, poi valuteremo in Parlamento.
È necessario che le risorse siano anticipate attraverso un prestito ponte, un “frontloading” che le renda disponibili già nella seconda metà del 2020, per quei Paesi che maggiormente stanno risentendo della pandemia.
Guardare alle criticità del nostro Paese è un atto di realismo, ma talvolta si rischia di essere “italoscettici”. La Commissione Europea ha certificato che il debito italiano è sostenibile, la nostra posizione finanziaria sull’estero rimane solida, l’azione della Bce continua a garantire stabilità al mercato dei titoli di Stato.
Non possiamo limitarci a fornire la garanzia di Stato per la liquidità alle imprese, ma dobbiamo pretendere che questa liquidità arrivi nelle casse delle imprese. Dobbiamo fornire contributi a fondo perduto per le imprese più piccole e assicurare agevolazioni sostanziose per la ricapitalizzazione di quelle piccole e medie. Per le più grandi si può pensare anche a interventi mirati per fornire equity, ma senza nessuna pretesa di interferire nella governance.
Abbiamo un’interlocuzione continua con il sistema bancario, per rimuovere eventuali passaggi che rallentino l’erogazione. Con il nuovo decreto-legge rafforzeremo il Fondo centrale di garanzia gestito dal Mediocredito centrale con 4 miliardi di euro e arriveranno 30 miliardi per l’attività di garanzia da parte di Sace.
Per le imprese abbiamo predisposto prestiti garantiti e risorse a fondo perduto. Sbloccheremo anche 12 miliardi di euro di debiti arretrati della Pubblica amministrazione per fornire ulteriore liquidità nel sistema. Vi sono altre agevolazioni per gli affitti e per il differimento dei tributi. Non è però questo il momento di operare una complessiva riforma del sistema fiscale.
Interverremo ancora per migliorare qualche passaggio, ma è chiaro che con la garanzia di Stato ci attendiamo una brusca accelerazione. Le banche devono fare la loro parte“.