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CASERTA. Lettera di un’infermiera al Presidente Conte

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Caserta, lettera di un’infermiera al Presidente Giuseppe Conte

Destinata a Palazzo Chigi, ci è giunta in redazione questa lettera di un’infermiera dell’Ospedale di Caserta, dove lavora da 8 anni ma con contratti precari, al pari di molti suoi colleghi.

Alle spalle di ciascuno di loro, una famiglia da sostenere. Sulle spalle di ciascuno di loro le vite di migliaia di pazienti.

Una lettera nell’auspicio che uno spiraglio di stabilizzazione possa prospettarsi.

Egregio sig. Presidente spero che questo mio messaggio possa arrivarle.

Sono qui a scriverle a nome di tutti gli infermieri interinali e appartenenti alle cooperative di tutta Italia.

È nota a tutti la situazione sanitaria a dir poco drammatica che tutti noi stiamo vivendo e che ha messo, e continua a mettere sempre di più, in ginocchio la sanità. Qui non si parla di sanità solo campana, lombarda, piemontese o pugliese, ma di sanità in tutta Italia. Sono qui a dirle che noi che siamo considerati gli INVISIBILI, quelli che nessuno considera.

Ma siamo i primi ad essere in prima linea, a rischiare la propria salute per proteggere quella degli altri, cercando di contrastare quello che oggi più che mai fa paura, ossia, un nemico subdolo: il COVID-19.

Ognuno di noi, quando ha scelto di essere infermiere, ha scelto di mettere la propria vita al servizio degli altri. Quindi non è giusto che ci siano categorie di lavoratori tutelati solo perchè dipendenti di una struttura, a discapito di altri che per vari motivi hanno fatto scelte di vita differenti e che li hanno portati a rimanere nella loro terra con tutti i contro che ne sono derivati.

Lei è a conoscenza del fatto che in tante strutture non ci vengono fornite neanche le mascherine con il filtro, le famose FFP2, per non parlare delle FFP3! Praticamente pura utopia e, qualora ci vengono fornite, non bastano per tutti.

Allora le chiedo signor Presidente: è giusto secondo lei, che dopo aver RISCHIATO… non venendo MAI meno ai nostri obblighi e ai nostri doveri, dobbiamo essere lasciati fuori da un sistema che per anni ci ha sfruttati, con la promessa che prima o poi sarebbero stati fatti dei #concorsi? Non vengono fatti da vent’anni! È giusto secondo Lei ritrovarci, quindi, mandati via da strutture nelle quali abbiamo lavorato per decenni?

Noi Le chiediamo che ci venga dato un sostegno da parte del Governo, soprattutto in questo periodo di grande sconforto dove NOI INFERMIERI INVISIBILI siamo chiamati a prenderci CURA della salute delle persone, aiutandole… curandole… tranquillizzandole… sostenendole… incoraggiandole a vivere una quotidianità quanto più normale possibile, in un contesto storico così difficile spiegando loro l’importanza e attuando noi stessi il rispetto delle procedure da di prevenzione del contagio.

Quindi non chiediamo nulla in più di ciò che la legge non ci consenta, dopo aver garantito i LEA da decenni…perché signor Presidente noi siamo infermieri che lavorano – chi più, chi meno – da vent’anni in diverse strutture.

Non crede sia giusto al termine di questa EMERGENZA – perché di questo si tratta che veniamo mandati a casa e i nostri sforzi? Le nostre rinunce. E il nostro senso del dovere? Dove lo mettiamo? Tutto questo solo, perchè c’è chi ha deciso che i lavoratori in somministrazione non rientrano nei lavori flessibili per i quali il Decreto Madia non può essere applicato. Però veniamo considerati validi in questo momento così drammatico e converrà con me che tutto questo è una contraddizione.

Detto ciò, noi INVISIBILI saremo sempre quelli che oggi, domani, e per tutto il tempo di questa emergenza e anche dopo saremo lì a combattere al fianco dei nostri pazienti, dove ogni paziente estubato sarà per noi un motivo in più per darci forza a dare il meglio di noi. E dove ogni paziente dimesso sarà per noi motivo di orgoglio consapevoli dell’ottimo lavoro che abbiamo svolto.

Spero che questo messaggio le arrivi, le porgo i miei più cordiali saluti.

Da parte di un’INFERMIERA dell’A.O.R.N. Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta“.

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Giugliano, via Santa Caterina da Siena rivede la luce dopo sei anni: l’annuncio del sindaco

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Via Santa Caterina da Siena a Giugliano rivede la luce dopo sei anni di attesa. Infatti, dopo il crollo dovuto alle forti piogge del 23 febbraio 2018, arrivano buone notizie.

L’annuncio è stato dato dal sindaco di Giugliano, Nicola Pirozzi:

“È una notizia che segna un momento fondamentale per la nostra città: la Regione Campania ha approvato un finanziamento di 20 milioni di euro per il rifacimento del collettore fognario di via Santa Caterina da Siena. Si tratta di un’opera attesa da oltre 6 anni, da quella terribile notte in cui la strada crollò, causando enormi disagi e difficoltà per i residenti di via Santa Caterina e delle zone limitrofe”.

Poi, prosegue: “Questa situazione non poteva e non doveva continuare oltre. Fin dall’inizio del mio mandato, mi sono battuto con determinazione per ottenere le risorse necessarie a risolvere definitivamente questo problema. Oggi posso dirvi che quella promessa non è rimasta tale: abbiamo raggiunto un traguardo importante, che rappresenta un segno concreto del nostro impegno quotidiano per migliorare la città”.

Infine, Pirozzi ha poi spiegato che è in fase di realizzazione il progetto esecutivo:

“Dopo l’aggiudicazione dell’appalto finalmente partiranno i lavori, ponendo fine ad una situazione che per troppo tempo ha penalizzato il nostro territorio”.

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Il piccolo Ethan riabbraccia finalmente la madre Claudia: “Sono felicissima”

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La storia che vi stiamo per raccontare è quella di una madre e di un figlio che si sono ritrovati dopo circa tre mesi.

Si tratta del piccolo Ethan, che ha finalmente riabbracciato la madre Claudia, dopo che lo scorso agosto il padre del piccolo nonché ex marito della donna, Eric Howard Nichols, le aveva sottratto con l’inganno il bambino mentre erano in vacanza in Puglia.

Tuttavia, la Polizia statunitense è riuscita a rintracciare e bloccare l’uomo nella contea di Orange a Los Angeles, dove si era trasferito con il figlio dopo la fuga. Pertanto, intorno alle 23 di ieri la donna è arrivata a Los Angeles riabbracciando il figlio.

Ecco le parole della donna:

“Sono felicissima. Come mi ha visto, mi ha fatto il suo splendido sorriso. L’ho trovato cresciuto, molto più pesante, ormai ha sei denti e gattona velocissimo. Si mette dritto in piedi da solo, è meraviglioso essere di nuovo con lui”.

Adesso il piccolo è stato affidato temporaneamente alla madre Claudia Ciampa, poiché ci sarà un percorso giudiziario che vedrà come controparte il padre americano del bambino, con un giudice che deciderà sull’applicazione della Convenzione Internazionale de L’Aja e a chi spetterà tenerlo definitivamente.

“Ora cominceranno le udienze, di cui la prima sarà già domani. Speriamo che si risolva tutto per il meglio e al più presto, così che possiamo tornare insieme in Italia”, afferma Claudia dall’America.

L’avvocato Gian Ettore Gassani, difensore di Claudia e presidente dell’AMI ha aggiunto:

“Il ministero invita tutti alla calma e siamo d’accordo anche io e la madre. Siamo solo all’inizio di un’avventura difficile, che ci farà attendere ancora un po’ di tempo per la decisione finale del giudice sul rimpatrio della signora Ciampa e di suo figlio”.

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Napoli celebra Maradona con un raduno a lui dedicato: le ultime

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Diego Armando Maradona continua a vivere nel ricordo di chi lo ha amato e di chi ne ha ammirato le gesta, soprattutto quella città di Napoli che non lo ha mai dimenticato.

Pertanto, grazie all’idea dell’avvocato Sergio Pisani, la figura del Pibe de Oro sarà celebrata nel raduno intitolato ‘Maraduno’, che vedrà la partecipazione attiva del pubblico protagonista del primo murales umano dedicato al compianto campione argentino.

Il raduno si terrà all’Edenlandia di Napoli domenica 24 novembre, con l’obiettivo di unire i tifosi, i sostenitori di Diego e la città intera. Gli organizzatori invitano i partecipanti a portare foto dei loro tatuaggi e tributi artistici dedicati al campione argentino, che verranno poi trasformati in un murales collettivo.

L’inizio è fissato per le ore 12, con un dj set a tema Maradona e proiezioni su un maxischermo. Seguiranno l’esibizione della Banda Argentina e canti in onore di Diego; la raccolta e l’esposizione di cimeli e tatuaggi tributo a Maradona, con apertura del progetto murales umano; una mostra dei cimeli storici di Maradona; la premiazione dei 10 personaggi vicini a Diego e una foto di gruppo per il libro celebrativo realizzato con l’editore Cuzzolin, con le fotografie che verranno scattate dai professionisti Mario Durante e Nico Nocera.

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