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AFRAGOLA. Il protagonismo dei politici adombra l’unico responsabile della salute dei cittadini

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AFRAGOLA – Avevo deciso di lasciar perdere riflessioni ed opinioni sulla gestione dell’emergenza da coronavirus fatta dal Sindaco Claudio Grillo per due motivi. Il primo perché questa è un’emergenza atipica, non si sono mai avuti casi del genere dal dopoguerra in poi e nessun sindaco avrebbe mai saputo come gestire la cosa proprio perché mancavano i precedenti e il secondo motivo perché potevano sembrare inopportune qualsiasi di tipo di osservazioni dato il delicato momento storico. Ma sono innegabili alcuni atteggiamenti che, al di là del periodo impegnativo, determinano dati politici importanti che si sovrappongono precisamente ai motivi che hanno determinato la crisi politica pre-emergenza.

Il coronavirus da qualsiasi parte del mondo ha azzerato i conflitti, ha messo a tacere i populisti, i no Vax si sono rintanati, le sardine sono ritornate alla loro vita di sempre, ha unito l’Europa, ha fatto chiudere gli occhi del mondo sugli aiuti dei Paesi comunisti in Italia ma non ha cambiato di una virgola il personalismo becero della giunta comunale e dei consiglieri afragolesi.

Premesso che il Sindaco di una città è l’unico responsabile della salute dei propri concittadini, non riesco a capire, come del resto non ho mai capito, come mai il primo cittadino afragolese, adesso che realmente aveva un valido motivo, oggettivo al mondo, non ha preso la situazione in mano, anche in maniera autoritaria, così come hanno fatto capo del governo e Presidente della Regione e guidato la città di Afragola fuori dall’emergenza in maniera dignitosa. Con questo non voglio addurre minimamente alla gestione confusionaria dell’emergenza i tanti casi positivi di coronavirus, ci mancherebbe, il virus ha un tasso altamente contagioso e le modalità di contagio sono del tutto incontrollabili ma ciò non toglie che i cittadini di Afragola in questo mese di emergenza non hanno capito ancora nulla di chi stesse gestendo l’emergenza e chi fosse veramente a capo delle decisioni prese quotidianamente. Ma veniamo ai fatti.

Innanzitutto avrei curiosità di sapere chi sta scrivendo i messaggi istituzionali legati all’Emergenza: Topolino? Al di là dei macroscopici errori ortografici e di forma, a chi scrive quei post manca proprio l’ABC della formattazione (dare un’occhiata alla punteggiatura).

Inoltre. Si può sapere chi è a capo dell’Ufficio Stampa e da dove partono i messaggi istituzionali? Alaia, il Sindaco, la giunta o i consiglieri?

Su Facebook è una costante corsa al primato. Assessori e Consiglieri che si detengono la paternità del post sull’ultimo caso di positività o di morte per coronavirus. Hanno scambiato il ruolo di politico per quello dell’informazione. Forse perché organi di stampa cittadini, molto facilmente assoldabili per articoli commissionati, hanno creato commistione tra stampa e politica, al punto tale da creare confusione nelle menti poco avvezze degli addetti ai lavori?

Questa corsa sfrenata da parte del politico di turno ad informare il proprio elettorato non è altro che lo specchio di questa classe dirigente. La parvenza di informazione, nella loro mente ma anche in quella parte di cittadinanza abituata a delegare il proprio futuro, lascia intendere un interessamento al tema con la preoccupazione costante di continuare a curare la propria clientela e contestualmente confermare il fatto che il sindaco, scelto proprio da loro e eletto grazie a loro, continua a fare il volere di consiglieri e assessori. Sminuire la figura politica del primo cittadino e intestarsi provvedimenti che in realtà hanno deciso ma all’occorrenza scaricare la responsabilità sul legittimo detentore è l’unico modo conosciuto di fare politica. Comodo, no? Il problema sta proprio in chi gli consente di portare avanti questa triste commedia. Modus operandi che alla fine ha portato proprio alle ennesime dimissioni del Sindaco.

In questo malinconico e delicatissimo periodo invece, l’unica cosa buona che assessori e consiglieri dovevano fare, era quello di restare chiusi in casa, buoni e fermi. Perché in queste situazioni, di politica davvero c’è poco. Gli unici preposti a pianificare azioni e decisioni sono Sindaco, forze dell’ordine e Protezione Civile. Con la sola presenza sul territorio di queste tre figure, la gente sicuramente avrebbe avuto più punti di riferimento e meno confusione. Invece no. Legislativo ed esecutivo vogliono mettere bocca su tutto. Inducono il sindaco a sbagliare, fino al punto di farlo prevaricare sulle decisioni del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, facendo chiudere le fabbriche e cantieri edili sul territorio, salvo poi fare dietro front sull’ordinanza dopo che qualcuno, al telefono, ha fatto notare al sindaco che quello era un provvedimento che non poteva essere adottato.

Arrivano Amuchina e disinfettanti per sanificare gli uffici pubblici e puntualmente ci sono alcuni assessori che si riempiono bagagliai per chissà quale uso. Vengono spesi quarantatremila euro per diecimila mascherine, mentre il Comune di Cardito sensibilizza imprenditori del territorio e riesce ad assicurare le stesse a costo zero per il Comune. Ad Afragola, invece, si riesce a sensibilizzare imprenditori per le luminarie di Natale e non per le mascherine e chissà il perché. Una volta arrivate le mascherine ad Afragola viene dato incarico, giustamente, alla Protezione Civile di distribuirle ma l’unica cosa che emerge è che al numero telefonico non risponde mai nessuno. La scusante è che sono tanti i cittadini a chiamare, bene, allora dovrebbe risultare intasato non libero con nessuna risposta!? Viene istituito un secondo numero e dopo un po’ riusciamo a sapere che sono finite le mascherine. Ad oggi non si sa ancora bene se tutte quelle persone a cui sarebbero spettate legittimamente le mascherine ne sono state fornite.

Insomma, il dilettantismo che ha caratterizzato i primi venti mesi di consiliatura dell’Amministrazione Grillo ha culminato la sua vetta in quest’emergenza di coronavirus, con una sola differenza. Ha dato l’illusione al primo cittadino di aver ricompattato la sua maggioranza. La verità è un’altra. La corsa alla paternità è ancora viva. Il protagonismo è ancora tangibile. L’emergenza sanitaria è solo una distrazione, finito questo periodo, si tornerà di nuovo alle futilità politiche che caratterizzano questa classe dirigente.

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AFRAGOLA. Raccolta Rifiuti come a Giugliano? Parenti e amici di politici assunti dalle vecchie ditte del servizio igiene urbana

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AFRAGOLA – Da poco più di un mese nel comune normanno si è insediata la nuova ditta del servizio di igiene urbana, affidataria di un appalto di svariati decamilioni per la durata di nove anni. Un appalto mostruoso mai visto prima in tutto l’hinterland napoletano. A vincerlo è stata una ditta che ha sede legale a Imperia ma il cui Amministratore è di origini afragolesi.

Premesso che per una querela sporta ai danni dell’ex Senatore Vincenzo Nespoli in merito proprio alle modalità che lo stesso voleva imporre alla funzionaria denunciante su come istruire l’indizione di gara sulla raccolta rifiuti, oggi è in corso un processo che vede coinvolti il dominus afragolese e l’attuale dirigente alle Finanze Marco Chiauzzi, oggi la nostra attenzione si focalizza su altre anomalie che riguardano lo stesso settore.

Prima che le chiavi del cantiere passassero nelle mani della Ecology srl il servizio era affidato alla Buttol mediante una gara indetta nell’ottobre del 2020 ma affidata nel dicembre 2021, quattordici mesi dopo e nel frattempo era sempre la Buttol ad espletare tale servizio, come? Non si sa. Ma andiamo oltre. La gara prevedeva l’affidamento per la durata di mesi 6+2 per un importo complessivo pari a € 4.009.967,62 iva esclusa di cui € 41.102,72 per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso.

L’anomalia della nostra cronistoria sta nel fatto che la ditta Buttol, dopo la scadenza di 8 mesi previsti da questo affidamento abbia goduto di altre proroghe per altri 30 mesi per un valore pari a cinque volte a quello dell’affidamento previsto dal bando di gara.

Insomma. Per un appalto di circa 4 milioni di euro si è arrivati a far incassare alla ditta Buttol srl prima e Velia Ambiente srl poi una somma di 20 milioni di euro.

Ma le stranezze e le anomalie non finiscono qui. Fin dall’affidamento della prima gara ad oggi per quanto riguarda i 38 mesi presi in esame dal nostro articolo, non è stato mai firmato alcun contratto che potesse far valere un accordo tra le parti né dalla ditta Buttol srl e ne dalla ditta Velia Ambiente srl subentrata alla prima nello stesso appalto. Quindi le anomalie aumentano se si considera la possibilità di poter far subentrare una ditta in un appalto mai sottoscritto tra le parti.

Sarebbe tutto quasi normale se ci fermassimo qui. Invece no. L’Amministrazione Pannone su quest’affidamento si è superata. Oltre alle proroghe, sicuramente illegittime, che superano di gran lunga il valore dell’appalto iniziale e la mancanza delle firme sui contratti, quindi l’assenza di una legittimità da parte dell’azienda ad espletare il servizio, c’è da aggiungere, inoltre, che a tali ditte, prive di ogni legittimità – è bene ricordarlo sempre – sono stati affidati anche una serie di servizi aggiuntivi per diverse centinaia di migliaia di euro e la totale assenza di penali e ricorsi. Come se queste due ditte avessero sempre esplicato in maniera eccellente il proprio servizio di raccolta rifiuti.

Ma l’Amministrazione Pannone non si accontenta di farci chiudere le riflessioni sul vecchio appalto dei rifiuti in questo modo. Abbiamo ancora dell’altro. Poi non venissero a lamentarsi i cittadini sui costi esorbitanti della TARI. Da una parte devono uscire tutti questi soldi che beneficiano chissà chi. Ma andiamo avanti.

Durante questi 38 mesi queste due ditte hanno anche assunto del personale e da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, pare che le due ditte abbiano anche ricevuto alcune pressioni da addetti ai lavori per far assumere parenti e amici e da quello che trapela, sembrerebbe che dietro ai camion della raccolta rifiuti ci siano finiti parenti o affini di consiglieri e/o di candidati nelle liste del Sindaco Pannone. Il dubbio che ci sovviene ora è: In che modo sono state assunte queste persone, tempo determinato o indeterminato? Hanno anche diritto al passaggio di cantiere e quindi sono finiti per essere dipendenti della nuova ditta? Lo scopriremo in questi giorni e vi daremo aggiornamenti.

Praticamente la vicenda somiglia tanto a quella di Giugliano che ha visto indagati il Sindaco Nicola Pirozzi e il vicesindaco Antonio Poziello. Solo che qui ad Afragola non si hanno traccia di mazzette e orologi di lusso e si spera tanto per l’Amministrazione ma soprattutto per il Sindaco Pannone, persona onesta, perbene e ottimo professionista, che il disegno portato avanti dai settori non sia lo stesso.

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AFRAOGLA. Processo SEAN. I PM della Corte di Appello chiedono la conferma della pena di primo grado. 8 anni di reclusione per Nespoli

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AFRAGOLA – In queste ore si è conclusa l’udienza di Appello al Processo “SEAN” che vede coinvolti l’ex Senatore Vincenzo Nespoli e il commercialista Maurizio Matacena accusati in relazione alla vicenda della bancarotta fraudolenta e riciclaggio. In riferimento al complesso residenziale in Afragola al rione San Marco.

I PM hanno chiesto la conferma delle condanne di primo grado, che per Nespoli prevedevano una pena di otto anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, mentre per Maurizio Matacena la condanna ad anni quattro di reclusione e interdizione di 5 anni dai pubblici uffici.

Questa vicenda giudiziaria non è solo che la punta dell’iceberg che vede il vero dominus dell’Amministrazione afragolese coinvolto in altri procedimenti.

Infatti solo pochi mesi fa la stessa Corte di Appello conferma e condanna l’ex Senatore a 9 anni di reclusione in merito al processo “La Gazzella” accusato, anche in questo caso di bancarotta fraudolenta, riguardante il fallimento della società di vigilanza La Gazzella di Afragola, che presentava un passivo di 25 milioni di euro.

Per gli stessi fatti a Luglio scorso Nespoli è stato condannato dalla Corte di Appello di Napoli, quinta sezione civile, a risarcire il Curatore del fallimento de La Gazzella S.R.L. per i danni arrecati alla società e ai suoi creditori. La somma complessiva, aggiornata alla data della decisione, ammontava a € 16.231.428,71. Inoltre, Nespoli si dovette farsi carico anche delle spese legali dei due gradi di giudizio relative alla controversia, quantificate in € 127.729,00.

A dicembre è stata fissata la data per le arringhe difensive degli avvocati di Nespoli e Matacena. Una volta concluse le arringhe, si attende la sentenza entro la fine dell’anno o, al limite, nel primo bimestre del nuovo anno.

Tempi duri per il deus ex machina dell’Amministrazione afragolese. Per lui l’anno prossimo sarà un anno molto intenso che si spera, lo vedrà un po’ più occupato nelle sue faccende personali e un po’ più lontano dalla vita pubblica afragolese.

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Afragola

AFRAGOLA. Il Parco residenziale che doveva sostituire il Cinema Splendido non sarà più costruito. Annullato in autotutela il PDC.

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AFRAGOLA – Sono passati cinque mesi da quando l’Ufficio Tecnico del Comune di Afragola rilascia il Permesso di Costruire legato ad una Convenzione Urbanistica che vedeva la monetizzazione degli standard urbanistici nel lotto di terreno dove una volta sorgeva il Cinema Splendido.

Rilasciato il Permesso, iniziano i lavori di abbattimento di quello che fino a poco tempo fa rappresentava un luogo di aggregazione e di cultura. La ditta firmataria della Convenzione e richiedente del PDC nonché esecutrice dei lavori di abbattimento e ricostruzione è la Ditta Gralise Costruzioni srl di Afragola.

All’indomani di questo provvedimento amministrativo si è messa in moto una macchina investigativa che ha perfino interessato gli alti piani della Procura della Repubblica di Napoli, infatti tante sono state le visite delle Forze dell’Ordine delegate che in questi cinque mesi hanno raccolto documenti ed escusso quasi tutti i funzionari comunali coinvolti nell’iter burocratico inerente la Convenzione di cui sopra, fino ad arrivare alle ore 14:42 di oggi pomeriggio quando al protocollo compare la determinazione della sospensione dei lavori e di avvio del procedimento di annullamento in autotutela del Permesso di Costruire sopra citato.

Ma cosa è successo di così tanto grave al punto da scomodare la Procura della Repubblica? A un certo punto si è messa in moto una imponente azione info investigativa e in pochi giorni sono stati escussi dalla caserma dei carabinieri di Afragola funzionari e dirigenti comunali, l’ingegnere dell’urbanistica Valerio Esposito, Maria Pedalino e quattro responsabili dell’ufficio Gare e Appalti.

L’oggetto delle investigazioni era quello di verificare se prima del rilascio della Convenzione e della relativa produzione edilizia si è provveduto a fare le verifiche preliminari e quello che è emerso è che le verifiche preliminari sono state fatte in maniera tardiva e soprattutto sono state effettuate sulla base di autocertificazioni ma la cosa più eclatante emersa è che il richiedente del Permesso era detentore di un debito tributario di circa € 130mila nei confronti del Comune di Afragola e per i regolamenti dei tributi e regolamento di contabilità con tale difformità non avrebbe mai potuto firmare quella convenzione.

Allora le domande che ci poniamo sono: Se non si fosse mossa la Procura, per giunta una Sezione non di competenza territoriale dato che Afragola è sotto la giurisdizione di Napoli Nord, quindi non è escluso un interessamento diretto del Procuratore Capo di Napoli e della DDA, il Comune di Afragola nello specifico l’Amministrazione Pannone avrebbe mai sospeso questi lavori? Perchè i controlli non sono stati fatti prima di far firmare la Convenzione e prima dell’abbattimento del Cinema Splendido? Saremmo mai stati messi in grado di sapere tali difformità nell’iter burocratico al netto delle indagini?

A tal proposito, da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, per le stranezze attuate dall’Ufficio Tecnico circa l’andamento burocratico di certi provvedimenti, anche la concessione edilizia di via Ciaramella sarà annullata in autotutela perché, allo stesso modo, dopo aver abbattuto l’immobile pre esistente, dagli uffici competenti si sono accorti che in quella porzione di area nel sottosuolo dovrà sorgere la stazione della Metropolitana. Insomma una sprovvedutezza tale da mettere l’Ufficio Tecnico ancor di più sotto la lente di ingrandimento.

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