La Direzione Generale dell’Asl ha annunciato il trasferimento di pazienti positivi al Covid-19 all’ospedale Mauro Scarlato di Scafati, in provincia di Salerno, confermando l’attivazione di posti letto di terapia intensiva e di degenza per i contagiati.
La decisione è stata presa in seguito al vertiginoso aumento dei casi in Campania.
Sarà inoltre predisposto un pronto soccorso Covid-19, adibito esclusivamente per accertare l’accertamento dei casi.
I medici e gli infermieri, che non sono muniti dei presidi di protezione individuale, sono preoccupati e chiedono garanzie per lavorare in condizioni di massima sicurezza.
Anche il Sindaco Cristoforo Salvati si è schierato al fianco del personale sanitario e ha scritto una nota indirizzata al Presidente De Luca, al Direttore Generale dell’Asl Mario Iervolino e al Prefetto di Salerno Francesco Russo, chiedendo garanzie concrete:
“Ho appreso, per caso, dalla stampa della decisione assunta dalla Direzione generale dell’Asl Salerno e della Regione Campania di individuare l’ospedale “Mauro Scarlato” di Scafati come presidio per la gestione dei pazienti infetti da Covid-19 nonché, in aggiunta, della chiusura a breve di tutti gli ambulatori e del punto di primo intervento di detto ospedale.
Nonostante tale decisione non sia stata neppure concordata con le istituzioni locali, la comunità Scafatese è pronta a fare la sua parte per la gestione dell’emergenza, nel rispetto del principio di solidarietà e di accoglienza che l’ha sempre contraddistinta.
Tuttavia, proprio a tutela della comunità scafatese, ho il dovere, in qualità di sindaco e di prima autorità sanitaria sul territorio, di chiedere garanzie concrete per la comunità che rappresento e per gli operatori sanitari che lavorano nella struttura ospedaliera.
Vogliamo garanzie affinché il trasferimento dei pazienti positivi al Covid-19 dagli altri presidi avvenga solo dopo una revisione strutturale adeguata al ricovero di pazienti infetti, sulla scorta di quanto avvenuto per l’ospedale “Cotugno” di Napoli.
Chiediamo garanzie affinché siano tutelati tutti gli operatori sanitari che lavorano all’interno del presidio e che, attualmente, non sono neppure forniti dei presidi di protezione individuale. Chiediamo, inoltre, garanzie affinché lo stesso personale impiegato per la gestione dell’emergenza Covid-19 sia adeguato in rapporto ai posti-letto che si vogliono attivare e che la nostra struttura sia solo utilizzata per il trasferimento e la gestione dei pazienti infetti, non per l’accertamento dei casi, mancando all’interno del presidio un attrezzato pronto soccorso.
Dagli stanziamenti previsti, a fronte di un’attivazione di 70 posti letto a Scafati, appare veramente esiguo lo stanziamento previsto di soli 600mila euro, se confrontato con le risorse destinate ad altri presidi, che risultano anche di 3/5 volte superiori.
Riteniamo sia utile nominare un esperto di comprovata esperienza in malattie infettive, che possa coordinare il lavoro di gestione della struttura, onde garantire la applicazione rigorosa degli ultimi protocolli previsti per il Coronavirus, soprattutto per la sicurezza del personale.
Chiediamo, inoltre, come condizione assolutamente indispensabile per l’avvio delle attività, che il nostro ospedale sia blindato e presidiato dai militari dell’esercito, in quanto temiamo non solo accessi immotivati ed indisciplinati nella struttura ma anche reazioni della popolazione, in preda al panico, con conseguenze facilmente immaginabili.
Prendendo, inoltre, atto del grave errore compiuto negli ultimi anni dalla classe politica che ha voluto e predisposto i tagli alla sanità pubblica, affossando il sistema assistenziale dei nostri territori, auspichiamo infine e chiediamo impegni ufficiali affinché questo sacrificio imposto alla comunità scafatese venga ricompensato, con la riapertura di tutti i reparti del nostro ospedale, una volta che sarà superata la fase dell’emergenza.
L’occasione è gradita per porgere distinti saluti“.