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CASORIA. Come anticipato da Minformo, l’asilo nido è stato affidato alla ditta vicino a Tommaso Casillo

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CASORIA – Era molto dettagliato il nostro articolo dove poneva l’accento sulle stranezze legate all’annullamento in autotutela della prima gara sull’affidamento dell’asilo nido (leggi qui). Chiunque alla lettura di quell’articolo sarebbe corso ai ripari per non essere accusato di clientelismo o di mancanza di trasparenza. Ma tanto è sprovveduto il sindaco Raffaele Bene che può darsi che nemmeno si è accorto di cosa combinano i settori alle sue spalle, dietro la guida del guru della politica casoriana. Ma veniamo ai fatti.

Abbiamo denunciato a più riprese quanto sia stato strano quell’annullamento e quale sia stata la differenza dei partecipanti tra il primo bando e il secondo, ossia la comparsa nella seconda gara della ditta “Fiumadea” data da noi potenziale vincente, proprio perché nel primo bando di gara, poi annullato, fu inserito un requisito, quello della gestione fondi PAC, che forse poteva mettere fuori dai giochi proprio la ditta comparsa nel secondo bando quando si sono allentate le morse dei requisiti. Quella stessa ditta che da sempre sul territorio è vista molto vicina al dominus della coalizione Bene in campagna elettorale, ossia il vicepresidente del Consiglio regionale Tommaso Casillo.

Come se nulla fosse, come se mai noi di Minformo avessimo denunciato la cosa e previsto la vittoria di “Fiumadea” come gestore dell’asilo nido a Casoria, guarda caso chi è che vince la gara sull’affidamento? Proprio “Fiumadea”.

La stessa ditta che gestisce già un altro servizio, molto delicato, all’interno della macchina burocratica casoriana, ossia il SIS che sarebbe il rafforzamento dell’ufficio di piano dove si gestiscono atti sensibili, procedurali, di verifica, di monitoraggio etc.

In poche parole “Fiumadea” gestisce anche le procedure di rendicontazione delle varie ditte aggiudicatarie dei servizi comunali e per legge è risaputo che una ditta non può essere, nello stesso ente, controllore e controllato.

Siamo sicuri che il tutto sia stato fatto in regola e nella massima trasparenza ma un quesito rimane ancora privo di risposta: Perché è stata annullato, in autotutela, il primo bando di gara? Ai posteri l’ardua sentenza.

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Casoria, un topo nell’Istituto Comprensivo Moscati-Maglione

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“C’è un topo nella scuola”, è il messaggio che circola in queste ore nella chat whatsapp delle mamme dei bambini e delle bambine che frequentano l’Istituto Comprensivo 2, Moscati-Maglione, sito in via Martiri d’Otranto a Casoria (Na).

Foto e video sono eloquenti. Un roditore, di medie dimensioni, passeggia indisturbato tra le reti di ferro della finestra di una classe prospiciente il cortile dell’istituto scolastico casoriano. Poi, eccolo inerme – senza vita – riverso sul suolo a pancia in su.

Quel topo, passato a miglior vita, sta – a sua insaputa – gettando il panico tra i genitori che pensavano di mandare i propri figli in un posto “sicuro” lontano dai pericoli.
Il video e la foto sono di qualche giorno fa, in uno dei pomeriggi in cui i bimbi dell’infanzia sono in procinto di uscire dalle loro classi.

L’Asl Napoli 2 Nord ha in programma per il 24 dicembre, così come ha ufficialmente comunicato, la disinfestazione, disinfezione e la derattizzazione delle scuole pubbliche primarie e secondarie del comune di Casoria.
I genitori saranno disposti ad attendere?




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Santo ucciso, il 17enne confessa: “Mi hanno sporcato le scarpe di 500 euro, me la sono presa”

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Confermata la versione della scarpa sporcata: Luigi, il 17enne di Barra accusato dell’omicidio di Santo Romano, ucciso a San Sebastiano al Vesuvio nella notte tra venerdì e sabato.

Avevo le scarpe griffate Versace, le ho pagate 500 euro, me le hanno sporcate e me la sono presa” – queste le parole del minore reo confesso dell’omicidio, rese note da Il Mattino. Da un banale pestone, dunque, sarebbe scaturita la lite, degenerata nel sangue.

C’è un video agli atti dell’inchiesta che mostra gli ultimi istanti di vita di Santo: dopo la discussione il ragazzo si sarebbe allontanato dalla Smart con a bordo il 17enne poi pare tornare indietro, quasi come se cercasse ancora un chiarimento. Pochi metri e una torsione del corpo, come se stesse per lanciare un oggetto, sarebbero bastati per scatenare il panico: il giovane calciatore è stato freddato con un colpo di pistola al petto.

In queste ultime ore è, inoltre, emerso che Luigi poco prima avesse litigato con un altro coetaneo. C’è la testimonianza di un ragazzo che racconta di averlo visto puntare la pistola alla gola del rivale, posizionando l’arma sotto il mento.

“Sì ho litigato con un altro ragazzo prima di uccidere Santo Romano ma non ho mai estratto la pistola” – avrebbe dichiarato il 17enne, confermando la lite. Un tassello in più che sembra far presagire la chiara intenzione di trovare un pretesto per far esplodere la violenza, avvalorata già dal semplice fatto di uscire di casa con una pistola in tasca.

Poi l’ultima drammatica scena raccontata da un’altra testimone: “Ho visto Santo alzare la maglietta e mostrare il buco che aveva al petto”.

La fidanzata e gli amici, intanto, negano la versione fornita dal legale del 17enne: Santo è la vittima, non aveva aggredito nessuno, non ci sarebbe stato nessun pestaggio e nessuna spallata da parte sua. Avrebbe compiuto un gesto con la mano come per lanciare qualcosa (senza lanciare di fatto nulla). E in nessun caso il gesto folle di premere il grilletto di una pistola contro un ragazzo di 19 anni sarebbe giustificabile ed è assurdo che si faccia passare come una “reazione di difesa”.

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Casoria, finiscono a coltellate per le damigiane di vino: arrestate due persone

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Dalle parole ai fatti il passo è stato breve.

Al centro della contesa – iniziata a parole e poi finita a coltellate e a colpi di spranga – la proprietà di alcune damigiane di vino.

Due uomini, si tratta di due cognati, finscono in manette; altri due uomini (altri due cognati) e una donna, che è la sorella di due dei contendenti, finiscono in ospedale.
La vicenda è accaduta a Casoria, nel Napoletano.

I protagonisti, tutti incensurati, hanno rispettivamente 61, 66, 56 e 65 anni gli uomini, mentre la donna ha 58 anni. La controversia nasce poco prima di cena. Al centro della lite la proprietà di alcune damigiane di vino. Non si arriva a una soluzione sul problema fiaschi e la discussione sfocia nel sangue. Poco prima dell’arrivo dei carabinieri i quattro cognati se le danno di santa ragione e interviene anche la donna.
Il 61enne afferra un coltello e sferra due fendenti nel fianco del cognato 56enne. Il terzo cognato – il 66enne – impugna una spranga in ferro e colpisce alla testa il quarto parente, il 65enne.
Durante la lite viene ferita anche la donna, per lei un braccio fratturato.

I feriti ne avranno per 30 e 10 giorni. Le armi sono state sequestrate mentre i due assalitori sono stati arrestati. Gli indagati devono rispondere di tentato omicidio e sono stati trasferiti in carcere.

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