GIUGLIANO – Non solo cemento, i business che si possono incardinare in un Comune di oltre centoventimila abitanti sono tanti e tanti sono gli imprenditori che cercano di accaparrarsi un buono appalto.
Tra i tanti affidamenti che ha attratto la nostra attenzione, oltre l’affidamento illegittimo che quest’amministrazione ha fatto sulla Piscina Comunale, è stato quello dei parcheggi a pagamento, le cosiddette strisce blu.
L’affidamento del servizio fatto nel Giugno 2019 prevede una durata di cinque anni per un costo di soli € 8.525,00 escluso iva al mese da versare nelle casse comunali.
Un costo molto vantaggioso per qualsiasi azienda, al di là dell’investimento iniziale di dover ridisegnare le strisce blu e installare parcometri su tutta l’area urbana da coprire.
La notizia che è la cosa che amministrativamente parlando non doveva passare per nulla inosservata – poi cercheremo anche di spiegare il perché – è il nome della ditta aggiudicataria del servizio gestione aree di sosta a parcheggio del Comune di Giugliano.
La gara è stata vinta e quindi il servizio è stato affidato alla società Piparking srl cessionaria dalla società D.B.L. Appalti Srl.
L’attenzione doveva essere proprio rivolta a quest’ultima perché menzionata nell’ultima relazione del Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero de Raho.
Ad un certo punto della relazione, quando il Procuratore illustra come il clan dei casalesi e i clan napoletani abbiano ramificato le loro attività anche nel salernitano, si legge: “Gli esempi di presunte infiltrazioni sono svariati. Nel Comune di Agropoli la presenza della società D.B.L. Appalti srl alla quale era stata assegnata dall’ente locale la gestione dei parcheggi (appalto poi revocato), azienda il cui amministratore e l’altro socio sono cugini di Piccolo Antonio, ritenuto un imprenditore del clan dei casalesi”.
Qualunque cittadino facendo una richiesta di accesso pubblico alla visura camerale della Piparking srl affidataria del servizio della gestione di aree di soste a pagamento nel Comune di Giugliano, avrebbe potuto notare che amministratore e socio fossero gli stessi della D.B.L. Appalti srl, ossia i cugini dell’imprenditore vicino ai casalesi menzionato dallo stesso Procuratore de Raho, addirittura, come succede nella stragrande maggioranza delle famiglie italiane, uno di essi è persino omonimo dell’imprenditore vicino ai casalesi.
Nove giorni dopo la relazione redatta dal Procuratore antimafia, Antonio Piccolo, l’imprenditore descritto come uomo dei casalesi viene arrestato al margine dell’inchiesta “The Queen” indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea che ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli nei confronti di 5 persone.
Nell’ambito di tale indagine erano state riscontrate irregolarità riguardanti varie gare di appalto di committenza pubblica, gestite da Enti pubblici delle Province di Napoli, Caserta e Benevento. Attraverso suggerimenti e fughe di notizie ad opera di alcuni colletti bianchi, anch’essi arrestati, gli imprenditori del Raggruppamento Temporaneo di Imprese denominato “ICOOP – IMPREGIVI” degli imprenditori edili Antonio Piccolo di Casapesenna e Pasquale Viro di Afragola si sarebbero potuti permettere di redigere l’offerta tecnica in termini maggiormente vantaggiosi rispetto ai concorrenti garantendosi l’aggiudicazione di una gara d’appalto.
Molti comuni sciolti per infiltrazioni camorristiche in realtà hanno subito il provvedimento di scioglimento per molto ma molto meno. Poiché, come sempre, ricordiamo ai nostri lettori che la legge sugli scioglimenti per ingerenze della criminalità organizzata non è una legge punitiva, bensì preventiva e basta anche solo un fumus per far sì che su un territorio possa arrivare la Commissione d’Accesso e ci meraviglia che nel Comune amministrato dal Sindaco Antonio Poziello, dove è nato e risiede il Giudice Cantone Presidente dell’Associazione Nazionale Anti Corruzione, nessuno si sia accorto di questa strana coincidenza.