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AFRAGOLA. L’amministrazione è in un vicolo cieco. Sbattere contro il muro è una scelta del sindaco

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AFRAGOLA – Città sempre più allo sbando dal punto di vista politico. Città ferma al palo con tanti interrogativi rimasti insoluti. Giudice di Pace, questione Lu.Mo., Inps, potenziale dissesto, dimissioni del sindaco, cimitero abbandonato, città sommersa dai rifiuti e verde incolto, nucleo di valutazione con il più alto ingaggio d’Italia, Comandante della Polizia Locale ancora non definito, gara strisce blu ancora rimandata a distanza di 15 mesi dall’affidamento.

Tutte questione rimaste appese e non prese di petto con la speranza che fosse il tempo a doverle risolvere. Invece no, ogni quesito ritorna come un boomerang alla “noce del capocollo” – come dice il buon Lino Banfi – di questa amministrazione.

Ma andiamo per ordine. Se la città è ferma al palo la colpa, specie dopo la decisione di ritirare le proprie dimissioni senza cambiare nulla, è solamente del Sindaco! Il primo cittadino però ha una sola colpa che è la principale: quella di aver creduto in una classe dirigente meno che mediocre – scarsa – formata da “tengofamiglia” alla quale, una volta eletta, è importato solo del mensile da assessore!

Una giunta fatta da consiglieri dimissionari non sempre è il massimo che si può auspicare da un esecutivo competente. Il più delle volte ci si ritrova solo a fare il distributore di prebende. Ma almeno, in una squadra di calcio, quando si hanno in organico delle mezze seghe, l’allenatore cerca anche di pretendere un “Maradona” che possa ridurre o mascherare l’incapacità del resto del team. Ad Afragola questo non succede. Nessun Maradona è stato concesso dalle urne.

Se andiamo a discerenere le varie questioni, vediamo che su ogni delega si registra la responsabilità negativa di ogni assessore.

La questione giudice di pace vede come epilogo un assessore al Servizio legale e alle Partecipate piccolo ed imbarazzante. Nella riunione di Commissione tenutasi nell’aula consiliare Lunedì scorso davanti all’Associazione Forense del Comprensorio presieduta dall’Avv. Marco Castaldo, l’unica cosa a cui premeva l’assessore Affinito era quella di dimostrare che se il giudice di pace lascerà Afragola non sarà responsabilità della sua amministrazione. Se al netto di tutti i suoi interventi, mettiamo pure che l’assessore è un avvocato si può benissimo ammettere che sarebbe stato un ottimo amministratore di condominio. Peccato che la politica è altra cosa. La politica può e deve farsi carico del fatto che un presidio di legalità e un servizio essenziale come il giudice di pace sta per lasciare la città con i conseguenti disagi che si ripercuoteranno sull’utenza. Specialmente se si pensa che con la nuova riforma sulla Giustizia i vari presidi di giudice di pace, nel 2021 diventeranno vere e proprie sedi distaccate dei Tribunali compententi. In questo caso quello di Napoli nord.

L’unica cosa che poteva dire Affinito e che tutti i presenti si aspettavano, in realtà non l’ha detta e a questo punto sorge pure il dubbio che oltre la volontà mancava proprio la conoscenza per dirla. Il Presidente del Tribunale Napoli nord Elisabetta Garzo nella sua lettera indirizzata anche al Ministro Bonafede e letta in aula Lunedì scorso, ha fatto capire a chiare lettere che il giudice di pace ad Afragola chiude per mancanza di organico. Manca chi materialmente effettua commissioni all’interno della struttura come ad esempio il messo delle fotocopie – per intenderci -. Allora perché non prendersi l’onere prima di rassicurare il Presidente, cercando di fargli cambiare idea, assicurare personale e poi andare a discutere la Convenzione con Cardito e Caivano?

Almeno si spera che nel prossimo incontro che si terrà tra Amministrazione e Tribunale, gli interlocutori siano le massime cariche dei due enti. In modo che non solo il dialogo possa essere messo alla pari delle competenze ma quanto meno non si faccia fare la figura barbina alla città di Afragola mandando in escursione un giovane rampante privo di contenuti, che quando non sa cosa rispondere se ne esce col classico: “lei non sa chi sono io”, così come già ampiamente dimostrato.

Notizie fresche invece giungono dalla riunione di maggioranza di ieri sera, dove toccando il tasto dolente delle concessioni edilizie dormienti, il vicesindaco Biagio Castaldo decide di rimettere le deleghe in mano al sindaco per denunciare proprio lo stallo del settore del Lavori Pubblici. Un’azione più politica che risolutiva. Il messaggio che invia il vicesindaco al primo cittadino è chiaro: “ho le mani troppo legate, ho bisogno di più libertà”. Messaggio legittimo se poi non andassimo a scoprire a ritroso che le uniche concessioni rilasciate sono quelle le cui pratiche sono state istruite dagli studi tecnici amici degli amici dei Consiglieri comunali, a volte anche con consulenze abbastanza esose. Insomma se proprio il vicesindaco Castaldo tiene al bene della città e vista l’immobilità oggettiva della stessa, non doveva fare altro che al posto di rimettere le deleghe in mano al sindaco, di dimettersi proprio da assessore e vicesindaco e dare il la ad un azzeramento della giunta per la nomina di una tecnica. Forse questa l’ultima carta che il sindaco può tentare per risollevare la sua immagine e quella della città intera.

Dal fronte Polizia Municipale le cose non cambiano. Esiste una graduatoria per il Comandante della Polizia Locale già da diverse settimane e che vede come primo classificato il dott. Michele Orlando ma per strani e arcani motivi non viene ancora nominato nuovo Comandante della Polizia Locale. Addirittura pare che il primo cittadino abbia chiesto parere legale sulla possibilità di pescare nel mezzo della graduatoria e non partendo dalla prima posizione. A questo punto, visto che la legge pare glielo consenta, ci si domanda a cosa serve dare punteggio per le prove scritte e sommarli a quelli delle prove orali se poi la selezione avviene per “simpatia”? Il tutto però fatto cadere sulle spalle del primo cittadino col silenzio assenso dell’assessore Baia. Forse anche questo è stato uno dei tanti motivi dei mal di pancia dei forzisti chissà?

Graduatoria Comandante della Polizia Locale

Non se la passa bene Baia sia dal punto di vista del Cimitero oramai abbandonato a se stesso con l’erba che ha raggiunto l’altezza di un bimbo di sei anni e sia sulla gara delle strisce blu che a distanza di 15 mesi la ditta affidataria – Tecno Parking – si accorge che l’azienda fornitrice dei parcometri richiesti nel capitolato d’appalto non glieli può fornire in tempo utile per la partenza dell’affidamento e così il concessionario scrive all’amministrazione chiedendo se si possa far partire il servizio del parcheggio a pagamento con parcometri similari e successivamente sostituirli con quelli richiesti laddove l’amministrazione ne facesse espressa richiesta. La cosa bella è quest’amministrazione, nelle persone dei dirigenti Chiauzzi e Calandrelli, ha anche risposto positivamente alla richiesta. Siamo all’assurdo! E se le altre ditte che hanno partecipato al bando adissero contro l’ente poiché nei fatti si sono cambiate le richieste rispetto al capitolato? Quanto ci rimetterebbero i cittadini afragolesi?

Un altro contenzioso, molto probabilmente sarà aperto dalla ditta affidataria del Lu.Mo. che da Aprile 2018, data in cui si sono firmati i contratti dell’affidamento, non ha ancora ricevuto le chiavi della struttura. Eppure una soluzione si era trovata. Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo pare che l’immobile centrale, sfumata l’idea INPS, doveva essere dato in gestione all’Istituto “E. Sereni” da sempre alla ricerca di una struttura idonea che consentisse di effettuare corsi di alberghiero con maggiore comfort. Ma pare che anche quest’idea sarebbe stata riposta per insistenti pressioni da parte dell’assessora Acri, la quale pare che nutri il sogno di affidare l’intera struttura al Presidente dell’Afragolese Raffaele Niutta, anche lui interessato a ottenere una struttura dove poter fare business in città, in modo da sopperire anche alle spese della prima squadra.

Una città piegata su se stessa dal punto di vista ambientale. Rifiuti dappertutto, carcasse di animali sparse nelle strade della città e verde incolto in tutte le aiuole sono il quadro completo di un assessorato assente e distratto. Camillo Giacco lo si può ricordare come il peggior assessore all’ambiente della storia di Afragola perché sono i fatti a dirlo e non certamente un accanimento mediatico. Se si va in giro per le strade, nessun afragolese ricorda una città così sporca.

Intanto le richieste del Sindaco e della Segretaria generale ad integrazione della relazione presentata da Chiauzzi sono rimaste lettera morta. Il nucleo di valutazione resta con l’ingaggio più alto della storia ma con l’aggravante che il sindaco non ha ancora fatto capire cosa ne pensa e cosa voglia fare a proposito. Eppure in tutto questo una via d’uscita c’è e come sempre è nelle mani del primo cittadino.

È ampiamente dimostrato in quest’editoriale quanto sia scarsa e inappropriata la giunta comunale formata da ex consiglieri, per la maggior parte senza né arte né parte, così come è ampiamente dimostrato anche come l’immobilità della città sia da imputare totalmente all’esecutivo.

Come detto già in premessa il sindaco Grillo ha la sola colpa di aver valutato come positivo quest’esecutivo ma i fatti lo smentiscono categoricamente e siccome sono stato sempre convinto che per il bene pubblico la giunta non deve essere un dogma, adesso il futuro di Afragola è davvero nelle mani del suo primo cittadino. Azzerare la giunta e formarne una tecnica o andare a sbattere senza freni in faccia al muro che si trova alla fine del vicolo cieco dove si è imbattuta quest’amministrazione.

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AFRAGOLA. Raccolta Rifiuti come a Giugliano? Parenti e amici di politici assunti dalle vecchie ditte del servizio igiene urbana

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AFRAGOLA – Da poco più di un mese nel comune normanno si è insediata la nuova ditta del servizio di igiene urbana, affidataria di un appalto di svariati decamilioni per la durata di nove anni. Un appalto mostruoso mai visto prima in tutto l’hinterland napoletano. A vincerlo è stata una ditta che ha sede legale a Imperia ma il cui Amministratore è di origini afragolesi.

Premesso che per una querela sporta ai danni dell’ex Senatore Vincenzo Nespoli in merito proprio alle modalità che lo stesso voleva imporre alla funzionaria denunciante su come istruire l’indizione di gara sulla raccolta rifiuti, oggi è in corso un processo che vede coinvolti il dominus afragolese e l’attuale dirigente alle Finanze Marco Chiauzzi, oggi la nostra attenzione si focalizza su altre anomalie che riguardano lo stesso settore.

Prima che le chiavi del cantiere passassero nelle mani della Ecology srl il servizio era affidato alla Buttol mediante una gara indetta nell’ottobre del 2020 ma affidata nel dicembre 2021, quattordici mesi dopo e nel frattempo era sempre la Buttol ad espletare tale servizio, come? Non si sa. Ma andiamo oltre. La gara prevedeva l’affidamento per la durata di mesi 6+2 per un importo complessivo pari a € 4.009.967,62 iva esclusa di cui € 41.102,72 per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso.

L’anomalia della nostra cronistoria sta nel fatto che la ditta Buttol, dopo la scadenza di 8 mesi previsti da questo affidamento abbia goduto di altre proroghe per altri 30 mesi per un valore pari a cinque volte a quello dell’affidamento previsto dal bando di gara.

Insomma. Per un appalto di circa 4 milioni di euro si è arrivati a far incassare alla ditta Buttol srl prima e Velia Ambiente srl poi una somma di 20 milioni di euro.

Ma le stranezze e le anomalie non finiscono qui. Fin dall’affidamento della prima gara ad oggi per quanto riguarda i 38 mesi presi in esame dal nostro articolo, non è stato mai firmato alcun contratto che potesse far valere un accordo tra le parti né dalla ditta Buttol srl e ne dalla ditta Velia Ambiente srl subentrata alla prima nello stesso appalto. Quindi le anomalie aumentano se si considera la possibilità di poter far subentrare una ditta in un appalto mai sottoscritto tra le parti.

Sarebbe tutto quasi normale se ci fermassimo qui. Invece no. L’Amministrazione Pannone su quest’affidamento si è superata. Oltre alle proroghe, sicuramente illegittime, che superano di gran lunga il valore dell’appalto iniziale e la mancanza delle firme sui contratti, quindi l’assenza di una legittimità da parte dell’azienda ad espletare il servizio, c’è da aggiungere, inoltre, che a tali ditte, prive di ogni legittimità – è bene ricordarlo sempre – sono stati affidati anche una serie di servizi aggiuntivi per diverse centinaia di migliaia di euro e la totale assenza di penali e ricorsi. Come se queste due ditte avessero sempre esplicato in maniera eccellente il proprio servizio di raccolta rifiuti.

Ma l’Amministrazione Pannone non si accontenta di farci chiudere le riflessioni sul vecchio appalto dei rifiuti in questo modo. Abbiamo ancora dell’altro. Poi non venissero a lamentarsi i cittadini sui costi esorbitanti della TARI. Da una parte devono uscire tutti questi soldi che beneficiano chissà chi. Ma andiamo avanti.

Durante questi 38 mesi queste due ditte hanno anche assunto del personale e da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, pare che le due ditte abbiano anche ricevuto alcune pressioni da addetti ai lavori per far assumere parenti e amici e da quello che trapela, sembrerebbe che dietro ai camion della raccolta rifiuti ci siano finiti parenti o affini di consiglieri e/o di candidati nelle liste del Sindaco Pannone. Il dubbio che ci sovviene ora è: In che modo sono state assunte queste persone, tempo determinato o indeterminato? Hanno anche diritto al passaggio di cantiere e quindi sono finiti per essere dipendenti della nuova ditta? Lo scopriremo in questi giorni e vi daremo aggiornamenti.

Praticamente la vicenda somiglia tanto a quella di Giugliano che ha visto indagati il Sindaco Nicola Pirozzi e il vicesindaco Antonio Poziello. Solo che qui ad Afragola non si hanno traccia di mazzette e orologi di lusso e si spera tanto per l’Amministrazione ma soprattutto per il Sindaco Pannone, persona onesta, perbene e ottimo professionista, che il disegno portato avanti dai settori non sia lo stesso.

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AFRAOGLA. Processo SEAN. I PM della Corte di Appello chiedono la conferma della pena di primo grado. 8 anni di reclusione per Nespoli

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AFRAGOLA – In queste ore si è conclusa l’udienza di Appello al Processo “SEAN” che vede coinvolti l’ex Senatore Vincenzo Nespoli e il commercialista Maurizio Matacena accusati in relazione alla vicenda della bancarotta fraudolenta e riciclaggio. In riferimento al complesso residenziale in Afragola al rione San Marco.

I PM hanno chiesto la conferma delle condanne di primo grado, che per Nespoli prevedevano una pena di otto anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, mentre per Maurizio Matacena la condanna ad anni quattro di reclusione e interdizione di 5 anni dai pubblici uffici.

Questa vicenda giudiziaria non è solo che la punta dell’iceberg che vede il vero dominus dell’Amministrazione afragolese coinvolto in altri procedimenti.

Infatti solo pochi mesi fa la stessa Corte di Appello conferma e condanna l’ex Senatore a 9 anni di reclusione in merito al processo “La Gazzella” accusato, anche in questo caso di bancarotta fraudolenta, riguardante il fallimento della società di vigilanza La Gazzella di Afragola, che presentava un passivo di 25 milioni di euro.

Per gli stessi fatti a Luglio scorso Nespoli è stato condannato dalla Corte di Appello di Napoli, quinta sezione civile, a risarcire il Curatore del fallimento de La Gazzella S.R.L. per i danni arrecati alla società e ai suoi creditori. La somma complessiva, aggiornata alla data della decisione, ammontava a € 16.231.428,71. Inoltre, Nespoli si dovette farsi carico anche delle spese legali dei due gradi di giudizio relative alla controversia, quantificate in € 127.729,00.

A dicembre è stata fissata la data per le arringhe difensive degli avvocati di Nespoli e Matacena. Una volta concluse le arringhe, si attende la sentenza entro la fine dell’anno o, al limite, nel primo bimestre del nuovo anno.

Tempi duri per il deus ex machina dell’Amministrazione afragolese. Per lui l’anno prossimo sarà un anno molto intenso che si spera, lo vedrà un po’ più occupato nelle sue faccende personali e un po’ più lontano dalla vita pubblica afragolese.

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Afragola

AFRAGOLA. Il Parco residenziale che doveva sostituire il Cinema Splendido non sarà più costruito. Annullato in autotutela il PDC.

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AFRAGOLA – Sono passati cinque mesi da quando l’Ufficio Tecnico del Comune di Afragola rilascia il Permesso di Costruire legato ad una Convenzione Urbanistica che vedeva la monetizzazione degli standard urbanistici nel lotto di terreno dove una volta sorgeva il Cinema Splendido.

Rilasciato il Permesso, iniziano i lavori di abbattimento di quello che fino a poco tempo fa rappresentava un luogo di aggregazione e di cultura. La ditta firmataria della Convenzione e richiedente del PDC nonché esecutrice dei lavori di abbattimento e ricostruzione è la Ditta Gralise Costruzioni srl di Afragola.

All’indomani di questo provvedimento amministrativo si è messa in moto una macchina investigativa che ha perfino interessato gli alti piani della Procura della Repubblica di Napoli, infatti tante sono state le visite delle Forze dell’Ordine delegate che in questi cinque mesi hanno raccolto documenti ed escusso quasi tutti i funzionari comunali coinvolti nell’iter burocratico inerente la Convenzione di cui sopra, fino ad arrivare alle ore 14:42 di oggi pomeriggio quando al protocollo compare la determinazione della sospensione dei lavori e di avvio del procedimento di annullamento in autotutela del Permesso di Costruire sopra citato.

Ma cosa è successo di così tanto grave al punto da scomodare la Procura della Repubblica? A un certo punto si è messa in moto una imponente azione info investigativa e in pochi giorni sono stati escussi dalla caserma dei carabinieri di Afragola funzionari e dirigenti comunali, l’ingegnere dell’urbanistica Valerio Esposito, Maria Pedalino e quattro responsabili dell’ufficio Gare e Appalti.

L’oggetto delle investigazioni era quello di verificare se prima del rilascio della Convenzione e della relativa produzione edilizia si è provveduto a fare le verifiche preliminari e quello che è emerso è che le verifiche preliminari sono state fatte in maniera tardiva e soprattutto sono state effettuate sulla base di autocertificazioni ma la cosa più eclatante emersa è che il richiedente del Permesso era detentore di un debito tributario di circa € 130mila nei confronti del Comune di Afragola e per i regolamenti dei tributi e regolamento di contabilità con tale difformità non avrebbe mai potuto firmare quella convenzione.

Allora le domande che ci poniamo sono: Se non si fosse mossa la Procura, per giunta una Sezione non di competenza territoriale dato che Afragola è sotto la giurisdizione di Napoli Nord, quindi non è escluso un interessamento diretto del Procuratore Capo di Napoli e della DDA, il Comune di Afragola nello specifico l’Amministrazione Pannone avrebbe mai sospeso questi lavori? Perchè i controlli non sono stati fatti prima di far firmare la Convenzione e prima dell’abbattimento del Cinema Splendido? Saremmo mai stati messi in grado di sapere tali difformità nell’iter burocratico al netto delle indagini?

A tal proposito, da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, per le stranezze attuate dall’Ufficio Tecnico circa l’andamento burocratico di certi provvedimenti, anche la concessione edilizia di via Ciaramella sarà annullata in autotutela perché, allo stesso modo, dopo aver abbattuto l’immobile pre esistente, dagli uffici competenti si sono accorti che in quella porzione di area nel sottosuolo dovrà sorgere la stazione della Metropolitana. Insomma una sprovvedutezza tale da mettere l’Ufficio Tecnico ancor di più sotto la lente di ingrandimento.

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