Renzi lascia il Pd. La notizia era nell’aria. Oggi arriva l’ufficialità. La mossa (spietata) dell’ex premier è giunta a compimento. In un Pd sempre più spostato a sinistra non avrebbe avuto più senso rimanere. Al di là delle tante guerre intestine di questi anni. Chi oggi piange lacrime di coccodrillo per l’addio renziano, non ha fatto altro che lavorare affinché la scissione diventasse realtà. L’ex sindaco di Firenze cova storicamente sogni socialdemocratici e liberali. E’ convinto di poter rappresentare un campo moderato distinto e distante da un Pd stile Ds e dalla Lega di Salvini.
Proprio ciò che ha tentato di fare, invano, nel suo ormai ex partito, osteggiato dalla cricca diessina da lui sconfitta durante le primarie e negli anni di governo. Attraverso linguaggi e riforme non prigionieri della solita, vecchia litania comunista che “uccide” la crescita del Pd fin dalla sua fondazione. Quasi un manicomio da cui scappare. Questo Pd, a detta di alcuni renziani, non rappresenta più la volontà degli elettori. Il futuro dopo le liturgie. Le idee dopo le ideologie. Una roba bocciata sonoramente dagli elettori e di cui si continua a tesserne le lodi. Quasi a voler sbattere contro un muro. Tutto questo a Renzi, al netto dei suoi errori sulla qualità della classe dirigente, non è mai piaciuto. Insomma, i motivi sono chiarissimi. Ora c’è da capire chi seguirà il senatore fiorentino nel suo movimento politico.
In Campania la situazione è in fase di studio. Non c’è ancora alcuna adesione ufficiale. Anche se la truppa renziana, stando alle ultime indiscrezioni, è in rampa di lancio. Andiamo con ordine. Il deputato Lello Topo ed il capogruppo dem in consiglio regionale, Mario Casillo, potrebbero aderire alla “cosa renziana” rimanendo nel Pd ancora un po’. Questione di settimane. Gli esponenti campani vogliono vederci chiaro. E valutare con attenzione modi, tempi e struttura del nuovo partito d’ispirazione centrista. Insieme a loro aderirebbe anche l’eurodeputato democrat Giosi Ferrandino, ovvero la carta di avanscoperta nel mondo renziano del duo Topo-Casillo. Da Bruxelles potrebbe sbarcare anche Pina Picierno. Oltre al sempreverde Gennaro Migliore, che in Campania non si vede praticamente mai, anche il sindaco di Ercolano nonché amico storico di Maria Elena Boschi, Ciro Bonajuto, aderirà alla formazione renziana. Stesso discorso vale per l’ex deputato Pd, Giovanni Palladino, in cerca di un rilancio politico. Finita qui? Nemmeno per sogno.
Questa mattina l’ex deputato europeo ed attuale Consigliere per le Politiche Agricole in Campania, Nicola Caputo, affida alla sua pagina ufficiale alcune riflessioni in difesa della scissione renziana. Quasi a voler far trapelare una sua entry nel partito dell’ex Presidente del Consiglio. Legittimo, ci mancherebbe. Il ras del Pd in provincia di Caserta è un fedelissimo del governatore De Luca (lo testimonia l’incarico avuto in Regione), quest’ultimo da sempre in conflitto con Topo e Casillo. Potere della politica. Se Caputo dovesse aderire al partito renziano, e di riflesso entrerebbe anche l’ex sindaco di Salerno pur restando nel Pd, Casillo e Topo si ritroverebbero, loro malgrado, di nuovo nello stesso partito del tanto vituperato De Luca. Certi “amori” fanno dei giri immensi e poi ritornano.