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Napoli

De Magistris tenta la carta Pd. E consolida la cosa arancione col “compagno” Fico

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Disastri su disastri. Fallimenti a bizzeffe e senza un briciolo di classe dirigente. Poteva radicarsi sui territori, formare (e formarsi) il partito. Ed invece no. Figuracce a ripetizione pur di inseguire il populismo sfrenato anziché guardare al futuro. Ecco la grande sconfitta del M5S. Dalle scorse Politiche alle ultime Europee il quadro si è capovolto. Dal 33% (plebiscito al Sud ma tamponato dalla Lega al Nord) al 17%. I pentastellati hanno perso un elettore su due. Hanno dimezzato i consensi. Un tracollo prevedibile per le motivazioni di cui sopra. Il partito di Grillo hanno completamente accantonato la fase successiva al risultato del 4 marzo 2018. Ovvero radicarsi sulla “prateria” che i territori avevano offerto alle elezioni nazionali. Ma come si suol dire. Acqua passata non macina più. Nel movimento è guerra aperta. Le mancate dimissioni di Di Maio e la farsa del voto affidato alla piattaforma Rousseau hanno fatto il resto.

Tuttavia in Campania i grillini resistono al flop senza storia. Si attestano come primo partito alle elezioni europee in regione e su Napoli. Un dato importante su cui Fico e De Magistris puntano per l’immediato futuro. Pure i bambini sanno che i rapporti fra il Presidente della Camera, in rotta da tempo con Di Maio, ed il sindaco arancione sono più che ottimi. L’intesa oramai è ufficiale. Restano da capire tempi, modi e strategie. Andiamo avanti. L’anno prossimo si vota per le Regionali. Il sogno nel cassetto dell’ex pm resta la poltrona da governatore. Magari a capo del M5S che resta primo partito in regione (lo abbiamo scritto in tempi non sospetti). Si parte dai numeri. De Magistris guarda con interesse al 33% ottenuto dal movimento in Campania alle Europee pur disponendo di candidati “sconosciuti” agli elettori. Dalle stanze del Municipio filtra grande ottimismo. Stesso discorso per Napoli. Nel capoluogo partenopeo il M5S ha ottenuto il 39% dei consensi. Attestandosi come primo partito in città. Una situazione anomala rispetto al dato nazionale. Il concetto è chiaro. In caso di discesa in campo per la Regione, il primo cittadino napoletano avrebbe i nastri di partenza a favore. Ma c’è un ostacolo grande quanto una casa.

Attualmente il gradimento dei cittadini verso la giunta comunale è ai minimi storici. De Magistris ha fallito. E qui entrano in gioco le (poche) perplessità di Fico e dei suoi fedelissimi. Gli abominevoli risultati espressi sul campo dal sindaco rappresentano una zavorra che farebbe perdere altri voti al movimento. In altre parole, la candidatura di De Magistris non rappresenta, risultati alla mano, un valore aggiunto al progetto pentastellato. Eppure la sintonia con Fico, rinnovata nei giorni scorsi, continua a reggere l’ipotesi di De Magistris governatore. Anche perché, archiviate le Regionali, si vota a Napoli. Sulla scia dell’accordo col primo cittadino, Fico punterebbe a Palazzo San Giacomo col sostegno delle truppe arancioni e di una “certa sinistra” a lui vicina.  Più chiaro di così, si muore. L’alfiere grillino da mesi lancia messaggi al Pd e dintorni. Dalle parole pro migranti al famoso intervento alla Festa dell’Unità nel 2018. Delusi grillini e pezzi del Pd in un unic soggetto politico? Può darsi. Fatti e circostanze che delimitano molto più di un “volemose bene”. Finita qui? Nemmeno per sogno. In caso di elezioni anticipate emerge il piano B. Altro scenario molto appetito dall’ex magistrato.

Le aperture a Zingaretti da parte del sindaco peggiore della storia rappresentano un indizio schiacciante. In città il Pd è inesistente, relegato da quasi 10 anni all’opposizione in consiglio comunale. Fuori dal ballottaggio nelle ultime due Amministrative ed incapace di assumere una linea politica netta (ed alternativa), complici le larghe intese a Città Metropolitana dove i democrat governano col primo cittadino. Il dado è tratto. Entriamo nel merito. Nei collegi uninominali in città il partito napoletano non è all’altezza di offrire candidati autorevoli. Ed ecco, dinanzi al “deserto” in salsa dem, Zingaretti, che non ha mai chiuso le porte al sindaco partenopeo, tenterebbe la carta De Magistris (magari da indipendente) nella circoscrizione San Carlo all’Arena al Senato, dove la ripartizione dei seggi viene effettuata su scala regionale. Un’esecuzione finalizzata a rialzare le sorti del partito nella terza città d’Italia. Altro che lanciafiamme …

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Cronaca

Truffe ad anziani in tutto il Sud Italia, sgominata la centrale dei “finti carabinieri”

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Maxi operazione dei Carabinieri nel cuore di Napoli, dove i militari del Comando provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dei colleghi partenopei, hanno sgominato una ‘centrale delle truffe’, con base operativa nei pressi di Porta San Gennaro, ma che operava in tutto il Sud Italia.

L’operazione è stata avviata dai Carabinieri di Reggio Calabria grazie a una segnalazione su una truffa avvenuta lo scorso maggio a San Giorgio Morgeto, piccolo centro della provincia di Reggio Calabria. Nei guai due pregiudicati che, utilizzando l’ormai consueto metodo del ‘falso carabiniere’, avevano raggirato un’anziana signora, invalida al 100%, convincendola a consegnare tutti i gioielli che custodiva in casa.

Per persuaderla, avevano inscenato un falso incidente stradale in cui sarebbe stato coinvolto il nipote, e avevano richiesto una finta cauzione per evitare l’arresto del giovane. Spaventata e preoccupata per il nipote, la donna ha ceduto i suoi preziosi, ricordi di una vita, per un valore stimato superiore ai 40mila euro.

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Cronaca

Droga e telefonini in carcere, beccati i corrieri

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Stamane è in corso un’operazione della Polizia a Napoli, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale partenopeo, su richiesta dalla Procura. Quindi sono 12 le persone ritenute, a vario titolo, gravemente indiziate dei reati associativi di traffico di droga e l’accesso indebito di cellulari per i detenuti. I reati scoperti sono aggravati dal metodo mafioso.

Lo scorso settembre il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha tenuto una conferenza stampa in seguito al blitz contro i clan casertani. “I detenuti continuano a comunicare dal carcere, a mandare video di feste e compleanni, riescono a comunicare tra di loro e quando ho proposto di comprare i jammer almeno nelle carceri di alta sicurezza, non sono stato ascoltato, mi hanno detto che fanno male alla salute“. Gli jammer sono inibitori di segnale che costano ognuno 60mila euro.

Mi è stato detto – ha aggiunto il magistrato calabrese – che la penitenziaria deve comunicare con il telefonino, mi risulta invece che c’è un telefono con il filo per chiamare i superiori e gli uffici. Non avendo preso provvedimento seri, per ora vengono usati in alcune carceri l’inibizione dei droni anche se poi nella realtà sono già stati usate anche delle contromisure per inibire gli inibitori di droni“.

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“Renà non mi lasciare”, le ultime parole di Arcangelo Correra

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Prima di perdere i sensi avrebbe detto “Renà non mi lasciare”, Arcangelo Correra, il 18enne morto sabato scorso in ospedale dopo essere stato ferito a morte alla testa da un colpo di pistola esploso dall’amico Renato Caiafa di 18 anni che, a suo dire, stava maneggiando una pistola trovata poco prima sulla ruota di una macchina parcheggiata.
Il giovane ha voluto riferire la circostanza stamattina nel corso dell’udienza di convalida del fermo emesso dalla Procura di Napoli (pm Capasso) e notificato dalla Polizia di Stato; fermo che poco fa il gip non ha convalidato disponendo comunque la detenzione in carcere per l’indagato.

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