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AFRAGOLA. Troppi tiragiacca impediscono un’amministrazione trasparente

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AFRAGOLA – A giugno dell’anno scorso c’era lo spauracchio che una coalizione eterogenea come quella rappresentata da Claudio Grillo potesse, nei fatti, rappresentare un vero e proprio problema per la gestione della cosa pubblica, tanti erano i nomi che solevano amministrare la città con continue richieste basate sugli interessi personali e non pubblici.

A distanza di un anno quello spauracchio è diventato realtà, dopo il “regalo” elettorale dello zio ai nipoti, in realtà sono uscite fuori tante altre cose alle quali il sindaco Grillo ha dovuto, tiene e dovrà tenere conto. Ma siamo sicuri che un personaggio venuto dalla società civile riesca a fare le scelte giuste? Una delle conseguenze delle sue scelte è Giuseppe Affinito.

Il consigliere dimissionario, poi divenuto assessore, all’epoca della costituzione della giunta riuscì a trovare l’accordo col sindaco a bordo della piscina, a casa del primo cittadino, in maniera del tutto autonoma. Cosa che fece imbestialire il duo De Stefano-Moccia che per l’indicazione di un assessore avevano in mente un altro nome e questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha fatto sì che oggi in giunta sedesse un assessore sorretto da un solo consiglieri Biagio Montefusco.

Diversi sono stati gli approcci che Montefusco ha provato per unirsi a qualche altro gruppo senza esito positivo e non si è capito perché nessun gruppo ha voluto fare alleanze col consigliere di Afragola Civica. Se è l’architetto a non essere ben voluto o la dote che porta in giunta ad essere troppo pesante da poter essere accettata, fatto sta che i due, in mancanza di appoggio, hanno dovuto trovare riparo altrove e hanno pensato bene di cominciare a dialogare con il deus ex machina dell’amministrazione di cui ne fanno parte, l’ex senatore Vincenzo Nespoli. Ovviamente, in politica si sa, niente si fa per niente e su questo si può dire che l’assessore Affinito si è già dato da fare.

Infatti da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, pare che l’assessore Giuseppe Affinito, a dispetto di quello che pensa l’intera amministrazione, si stia facendo promotore dell’innalzamento dei minimi tariffari sulle liquidazioni dei difensori esterni di giudizi che vedevano coinvolti dipendenti, amministratori ed ex amministratori.

L’impegno profuso dall’assessore al contenzioso in realtà ha come meta finale non solo l’adeguamento agli attuali minimi concessi da un indirizzo politico di entità nazionale, ma addirittura la retroattività del provvedimento, cosa che se si dovesse verificare, avrebbe dell’assurdo, visto che nessuna legge la si applica anche in maniera retroattiva. Ma perché l’assessore tiene tanto a cuore questo provvedimento?

La questione nasce nel lontano 2014 quando l’ex senatore Nespoli fu coinvolto nella vicenda Ipercoop e il sindaco Tuccillo si trovò a sistema una liquidazione di ben oltre centomila euro per l’incarico affidato all’avvocato difensore dell’ex senatore. Questa determinazione di liquidazione fu bloccata dall’allora Segretario comunale Fulvio Genchi che non volle riconoscere i presupposti per il rimborso all’ex sindaco Vincenzo Nespoli e per attestare tale incompatibilità, il Segretario Genchi all’epoca redasse decine di pagine a riguardo.

Ora la lotta di Affinito è quella non solo di far riconoscere tale incombenza all’avvocato difensore di Nespoli ma di adeguarla anche ai minimi tariffari imposti per legge. Il ché equivarrebbe a molto di più di centomila euro. Ma per far questo, bisogna superare due scogli, il primo è quello di trovare motivazioni valide che possano mettere in discussione il diniego del dott. Genchi e il secondo è proprio quello che non solo deve essere riconosciuta tale liquidazione ma aumentarla pure grazie ad un provvedimento retroattivo.

Ma a quanto pare a tutto questo anche il sindaco non ci sta e in questi giorni, proprio la questione, sta aprendo un solco tra il primo cittadino e Nespoli, forse la fascia tricolore stimolata da un sussulto di dignità, sta aprendo gli occhi su quello che doveva essere il suo reale compito. Infatti, da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, il sindaco Grillo ha respinto, rimandandolo al mittente – forse sollecitato dalla Segretaria Maria Giuseppina D’Ambrosio – l’atto presentato da Affinito che doveva essere compreso in un ordine del giorno all’interno di una riunione di giunta.

Stavolta il sindaco Grillo ha mantenuto botta all’ennesima richiesta di Nespoli targata Affinito, ma per quanto tempo durerà? Riuscirà il primo cittadino a governare senza interferenze pur sapendo che la maggior parte del suo legislativo ed esecutivo rispondono ai comandi dell’ex senatore?

Sulla stessa linea gestionale, si muove anche quello che fino ad ora è il garante di Affinito in giunta, ossia Biagio Montefusco che da ultime indiscrezioni pare si stia battendo per non far pensionare il dirigente Marco Deviato, atto di prepensionamento, tra l’altro, già avviato dagli uffici di settore. Anche questa è una richiesta sicuramente non basata sull’interesse pubblico visto che la macchina burocratica è dotata di professionisti seri e competenti e che sicuramente potrebbero sostituire il dirigente al cimitero al di là che potrebbe lasciare posto a qualche giovane laureato. Allora cos’è che mantiene legato il consigliere Montefusco alla questione? Anche questo è un nodo che il primo cittadino sarà costretto a sciogliere presto.

Altra gatta da pelare è sempre la questione INPS che a quanto pare ha trovato un’apertura significativa da parte del concessionario che attraverso un documento ha comunicato all’ente comunale di essere disposto a cedere l’immobile antistante la struttura, alla sola condizione che all’interno vi fossero traslocati uffici di pubblica utilità. Visto che l’Inps è un ufficio di pubblica utilità la questione sarebbe risolta e invece no! Anche qui ci sono altri interessi da parte di alcuni consiglieri e assessori. Montefusco, Boemio e Acri in primis che hanno idee diverse di destinazione per quell’immobile. Ma questa vicenda l’approfondiremo in un altro momento.

A parte qualche errore di valutazione, se vuole davvero salvare Afragola dal collasso, Grillo deve darsi una mossa e trovare soluzioni affinché non resti ostaggio di consiglieri ed ex addetti ai lavori, perché questo è l’effetto collaterale di chi si mette a capo di una coalizione di portavoti. Questo è il corto circuito che formano i cittadini quando votano sempre le stesse persone.

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AFRAGOLA. Raccolta Rifiuti come a Giugliano? Parenti e amici di politici assunti dalle vecchie ditte del servizio igiene urbana

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AFRAGOLA – Da poco più di un mese nel comune normanno si è insediata la nuova ditta del servizio di igiene urbana, affidataria di un appalto di svariati decamilioni per la durata di nove anni. Un appalto mostruoso mai visto prima in tutto l’hinterland napoletano. A vincerlo è stata una ditta che ha sede legale a Imperia ma il cui Amministratore è di origini afragolesi.

Premesso che per una querela sporta ai danni dell’ex Senatore Vincenzo Nespoli in merito proprio alle modalità che lo stesso voleva imporre alla funzionaria denunciante su come istruire l’indizione di gara sulla raccolta rifiuti, oggi è in corso un processo che vede coinvolti il dominus afragolese e l’attuale dirigente alle Finanze Marco Chiauzzi, oggi la nostra attenzione si focalizza su altre anomalie che riguardano lo stesso settore.

Prima che le chiavi del cantiere passassero nelle mani della Ecology srl il servizio era affidato alla Buttol mediante una gara indetta nell’ottobre del 2020 ma affidata nel dicembre 2021, quattordici mesi dopo e nel frattempo era sempre la Buttol ad espletare tale servizio, come? Non si sa. Ma andiamo oltre. La gara prevedeva l’affidamento per la durata di mesi 6+2 per un importo complessivo pari a € 4.009.967,62 iva esclusa di cui € 41.102,72 per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso.

L’anomalia della nostra cronistoria sta nel fatto che la ditta Buttol, dopo la scadenza di 8 mesi previsti da questo affidamento abbia goduto di altre proroghe per altri 30 mesi per un valore pari a cinque volte a quello dell’affidamento previsto dal bando di gara.

Insomma. Per un appalto di circa 4 milioni di euro si è arrivati a far incassare alla ditta Buttol srl prima e Velia Ambiente srl poi una somma di 20 milioni di euro.

Ma le stranezze e le anomalie non finiscono qui. Fin dall’affidamento della prima gara ad oggi per quanto riguarda i 38 mesi presi in esame dal nostro articolo, non è stato mai firmato alcun contratto che potesse far valere un accordo tra le parti né dalla ditta Buttol srl e ne dalla ditta Velia Ambiente srl subentrata alla prima nello stesso appalto. Quindi le anomalie aumentano se si considera la possibilità di poter far subentrare una ditta in un appalto mai sottoscritto tra le parti.

Sarebbe tutto quasi normale se ci fermassimo qui. Invece no. L’Amministrazione Pannone su quest’affidamento si è superata. Oltre alle proroghe, sicuramente illegittime, che superano di gran lunga il valore dell’appalto iniziale e la mancanza delle firme sui contratti, quindi l’assenza di una legittimità da parte dell’azienda ad espletare il servizio, c’è da aggiungere, inoltre, che a tali ditte, prive di ogni legittimità – è bene ricordarlo sempre – sono stati affidati anche una serie di servizi aggiuntivi per diverse centinaia di migliaia di euro e la totale assenza di penali e ricorsi. Come se queste due ditte avessero sempre esplicato in maniera eccellente il proprio servizio di raccolta rifiuti.

Ma l’Amministrazione Pannone non si accontenta di farci chiudere le riflessioni sul vecchio appalto dei rifiuti in questo modo. Abbiamo ancora dell’altro. Poi non venissero a lamentarsi i cittadini sui costi esorbitanti della TARI. Da una parte devono uscire tutti questi soldi che beneficiano chissà chi. Ma andiamo avanti.

Durante questi 38 mesi queste due ditte hanno anche assunto del personale e da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, pare che le due ditte abbiano anche ricevuto alcune pressioni da addetti ai lavori per far assumere parenti e amici e da quello che trapela, sembrerebbe che dietro ai camion della raccolta rifiuti ci siano finiti parenti o affini di consiglieri e/o di candidati nelle liste del Sindaco Pannone. Il dubbio che ci sovviene ora è: In che modo sono state assunte queste persone, tempo determinato o indeterminato? Hanno anche diritto al passaggio di cantiere e quindi sono finiti per essere dipendenti della nuova ditta? Lo scopriremo in questi giorni e vi daremo aggiornamenti.

Praticamente la vicenda somiglia tanto a quella di Giugliano che ha visto indagati il Sindaco Nicola Pirozzi e il vicesindaco Antonio Poziello. Solo che qui ad Afragola non si hanno traccia di mazzette e orologi di lusso e si spera tanto per l’Amministrazione ma soprattutto per il Sindaco Pannone, persona onesta, perbene e ottimo professionista, che il disegno portato avanti dai settori non sia lo stesso.

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AFRAOGLA. Processo SEAN. I PM della Corte di Appello chiedono la conferma della pena di primo grado. 8 anni di reclusione per Nespoli

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AFRAGOLA – In queste ore si è conclusa l’udienza di Appello al Processo “SEAN” che vede coinvolti l’ex Senatore Vincenzo Nespoli e il commercialista Maurizio Matacena accusati in relazione alla vicenda della bancarotta fraudolenta e riciclaggio. In riferimento al complesso residenziale in Afragola al rione San Marco.

I PM hanno chiesto la conferma delle condanne di primo grado, che per Nespoli prevedevano una pena di otto anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, mentre per Maurizio Matacena la condanna ad anni quattro di reclusione e interdizione di 5 anni dai pubblici uffici.

Questa vicenda giudiziaria non è solo che la punta dell’iceberg che vede il vero dominus dell’Amministrazione afragolese coinvolto in altri procedimenti.

Infatti solo pochi mesi fa la stessa Corte di Appello conferma e condanna l’ex Senatore a 9 anni di reclusione in merito al processo “La Gazzella” accusato, anche in questo caso di bancarotta fraudolenta, riguardante il fallimento della società di vigilanza La Gazzella di Afragola, che presentava un passivo di 25 milioni di euro.

Per gli stessi fatti a Luglio scorso Nespoli è stato condannato dalla Corte di Appello di Napoli, quinta sezione civile, a risarcire il Curatore del fallimento de La Gazzella S.R.L. per i danni arrecati alla società e ai suoi creditori. La somma complessiva, aggiornata alla data della decisione, ammontava a € 16.231.428,71. Inoltre, Nespoli si dovette farsi carico anche delle spese legali dei due gradi di giudizio relative alla controversia, quantificate in € 127.729,00.

A dicembre è stata fissata la data per le arringhe difensive degli avvocati di Nespoli e Matacena. Una volta concluse le arringhe, si attende la sentenza entro la fine dell’anno o, al limite, nel primo bimestre del nuovo anno.

Tempi duri per il deus ex machina dell’Amministrazione afragolese. Per lui l’anno prossimo sarà un anno molto intenso che si spera, lo vedrà un po’ più occupato nelle sue faccende personali e un po’ più lontano dalla vita pubblica afragolese.

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Afragola

AFRAGOLA. Il Parco residenziale che doveva sostituire il Cinema Splendido non sarà più costruito. Annullato in autotutela il PDC.

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AFRAGOLA – Sono passati cinque mesi da quando l’Ufficio Tecnico del Comune di Afragola rilascia il Permesso di Costruire legato ad una Convenzione Urbanistica che vedeva la monetizzazione degli standard urbanistici nel lotto di terreno dove una volta sorgeva il Cinema Splendido.

Rilasciato il Permesso, iniziano i lavori di abbattimento di quello che fino a poco tempo fa rappresentava un luogo di aggregazione e di cultura. La ditta firmataria della Convenzione e richiedente del PDC nonché esecutrice dei lavori di abbattimento e ricostruzione è la Ditta Gralise Costruzioni srl di Afragola.

All’indomani di questo provvedimento amministrativo si è messa in moto una macchina investigativa che ha perfino interessato gli alti piani della Procura della Repubblica di Napoli, infatti tante sono state le visite delle Forze dell’Ordine delegate che in questi cinque mesi hanno raccolto documenti ed escusso quasi tutti i funzionari comunali coinvolti nell’iter burocratico inerente la Convenzione di cui sopra, fino ad arrivare alle ore 14:42 di oggi pomeriggio quando al protocollo compare la determinazione della sospensione dei lavori e di avvio del procedimento di annullamento in autotutela del Permesso di Costruire sopra citato.

Ma cosa è successo di così tanto grave al punto da scomodare la Procura della Repubblica? A un certo punto si è messa in moto una imponente azione info investigativa e in pochi giorni sono stati escussi dalla caserma dei carabinieri di Afragola funzionari e dirigenti comunali, l’ingegnere dell’urbanistica Valerio Esposito, Maria Pedalino e quattro responsabili dell’ufficio Gare e Appalti.

L’oggetto delle investigazioni era quello di verificare se prima del rilascio della Convenzione e della relativa produzione edilizia si è provveduto a fare le verifiche preliminari e quello che è emerso è che le verifiche preliminari sono state fatte in maniera tardiva e soprattutto sono state effettuate sulla base di autocertificazioni ma la cosa più eclatante emersa è che il richiedente del Permesso era detentore di un debito tributario di circa € 130mila nei confronti del Comune di Afragola e per i regolamenti dei tributi e regolamento di contabilità con tale difformità non avrebbe mai potuto firmare quella convenzione.

Allora le domande che ci poniamo sono: Se non si fosse mossa la Procura, per giunta una Sezione non di competenza territoriale dato che Afragola è sotto la giurisdizione di Napoli Nord, quindi non è escluso un interessamento diretto del Procuratore Capo di Napoli e della DDA, il Comune di Afragola nello specifico l’Amministrazione Pannone avrebbe mai sospeso questi lavori? Perchè i controlli non sono stati fatti prima di far firmare la Convenzione e prima dell’abbattimento del Cinema Splendido? Saremmo mai stati messi in grado di sapere tali difformità nell’iter burocratico al netto delle indagini?

A tal proposito, da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, per le stranezze attuate dall’Ufficio Tecnico circa l’andamento burocratico di certi provvedimenti, anche la concessione edilizia di via Ciaramella sarà annullata in autotutela perché, allo stesso modo, dopo aver abbattuto l’immobile pre esistente, dagli uffici competenti si sono accorti che in quella porzione di area nel sottosuolo dovrà sorgere la stazione della Metropolitana. Insomma una sprovvedutezza tale da mettere l’Ufficio Tecnico ancor di più sotto la lente di ingrandimento.

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