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AFRAGOLA. Il bilancio. Una figura mitologia e un paradosso senza fine

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AFRAGOLA – Alla fine, dopo tante polemiche, il primo, vero, bilancio redatto dall’amministrazione Grillo è stato approvato. Chi si aspettava il cambiamento è rimasto deluso, chi si aspettava una discontinuità è rimasto spiazzato. Alla fine dei conti, il bilancio del comune di Afragola rimane una figura mitologica, quasi un dio, una cosa che non si può né toccare, né modificare e non si è capito bene il perché. Non si capisce se sono così tanto bravi i dirigenti che lo redigono o così ignoranti i politici da non piazzare nessun indirizzo in modo da formulare delibere interessanti. Ma andiamo nello specifico.

Il bilancio appena approvato dall’amministrazione Grillo fa scopa con quello di Tuccillo degli anni precedenti, con una sola variante, il terreno su cui insiste oggi il mercato ortofrutticolo inserito nella delibera dei beni da alienare o da riqualificare, ma questo argomento lo trattiamo durante il corso di questo scritto. Dicevamo che il bilancio è lo stesso approvato dalle amministrazioni precedenti, questo per stessa ammissione del Consigliere Tuccillo prima e dell’assessore Affinito poi. La cosa comica però è che dai banchi dell’opposizione si alza forte il grido dell’illegittimità, mentre dai banchi della maggioranza o da quelli della giunta si assiste ad un silenzio imbarazzante. Praticamente quelli che ieri contestavano il bilancio all’ex sindaco Tuccillo che allo stesso modo restava impassibile alle aspre critiche che si alzavano dall’opposizione, oggi non sono in grado, o non hanno voluto spiegare allo stesso Tuccillo i motivi della redazione di questo bilancio. E l’ex sindaco Tuccillo oggi si inalbera e dichiara illegittimo un bilancio che in realtà è uguale, per sua stessa ammissione, a quello redatto da lui fino all’anno scorso. Un paradosso senza fine. Perfino un bambino che avesse seguito i lavori in aula sarebbe scoppiato in una grassa risata.

Purtroppo, oggi questo è il livello che la politica afragolese esprime. La giunta, così come i consiglieri comunali sono stati ridotti, da un sistema di potere che si è trasferito dalle camere politiche a quelle dei settori, a semplici passacarte, mentre il ruolo dell’aula consiliare è stato svilito a ruolo di un semplice ring dove ognuno deve dimostrare di avercelo più grosso. Ma una differenza sostanziale c’è tra l’ex amministrazione e quella di Grillo. Tuccillo aveva lo scudo di un assessore al bilancio, che bene o male riusciva ad attutire i colpi e talvolta anche a spiegare qualcosina. Oggi la delega del bilancio è in capo al sindaco Grillo e dal diretto interessato, nonché responsabile di tutto l’esecutivo, ci saremo aspettati una grande motivazione e non una sterile lettura di un manoscritto preconfezionato privo di contenuto e totalmente decontestualizzato. Almeno si spera che il primo cittadino, prima di arrivare in aula, avesse prima letto il documento, in modo da poter decidere, in maniera del tutto autonoma, se fosse stato il caso, il tempo e il momento giusto per poterlo leggere. Ma entriamo nel merito delle delibere.

Come anticipato le delibere approvate dall’esecutivo allegate al piano triennale e al bilancio appena approvato sono uguali a quelle presentate dall’amministrazione precedente, salvo l’inserimento del mercato ortofrutticolo nei beni da alienare o riqualificare. Al di là della discussione su un terreno posto in periferia sul quale sono stati calcolati circa settecentomila euro per l’alienazione, troppi per la minoranza e forse tanti per chiunque, l’argomento su cui si è posta maggiore attenzione è stato quello del mercato ortofrutticolo.

Da tutte le parti – maggioranza e opposizione – sono arrivati complimenti ed encomi per il gruppo “Democratici Popolari”. Unico gruppo a mettere sul banco proposte serie atte al sociale. La proposta sulla quale non si sono risparmiati complimenti è quella di riqualificare il mercato ortofrutticolo delocalizzando il servizio e far nascere su quel territorio, una città a misura di bambino, con tanto di asili, ludoteche e parchi giochi e un grande sottoparcheggio. Una proposta lodevole che però non si è capito bene, cosa ne voglia fare l’amministrazione Grillo. Ed è questa la domanda che ha posto, legittimamente, l’opposizione, nella persona di Gennaro Giustino, ricordando a tutti, platea compresa, che su quel terreno ci aveva messo già gli occhi l’amministrazione Nespoli, volendo a tutti i costi alienare quel terreno per poi far sorgerci sopra altri immobili residenziali.

La paura, legittima, del Consigliere Giustino è quella che su quel terreno, si possa consumare, forse anche inconsapevolmente da parte di quest’amministrazione, una speculazione edilizia. Ottimo intervento, quello del capogruppo di “A viso Aperto” ma in questo momento storico avremo preferito che tali parole uscissero dalla bocca di qualche altro consigliere di minoranza. Siamo consapevoli che tra le fila dell’opposizione ci sia una sorta di gara alla conquista della leadership, ma ci sono alcuni argomenti che in base anche a momenti storico-politici meglio non toccare per non rischiare di passare per soggetti non credibili.

Adesso un grossissimo imbarazzo ce l’ha il primo cittadino, dato che ha pregato con tutto se stesso i consiglieri Moccia e De Stefano affinché gli votassero il bilancio a favore. Il primo cittadino facendo leva sul fatto che in caso di positività del voto avrebbe messo sul banco la posizione del duo democratico è riuscito a conquistare il loro sì. Adesso la patata bollente è passata nelle mani della fascia tricolore che da qui a poco si vedrà bussare la porta dai democratici per sapere a che punto è la presa in considerazione del proprio ruolo in maggioranza.

Maturo ed onesto è stato il comportamento dei consiglieri Moccia e De Stefano che non hanno tirato il sindaco per la giacca e né tanto meno hanno mai “ricattato” Grillo facendo leva sul voto in aula, che seppur non avrebbe fatto differenza, quanto meno faceva aumentare l’imbarazzo dando la possibilità di cominciare a parlare di crisi in maggioranza. Invece no. I democratici popolari sono rimasti fedeli al loro mandato elettorale e votato favorevole il bilancio, lo avrebbero fatto nonostante le preghiere del primo cittadino proprio per ribadire, ancora una volta che la loro missione in aula non è per l’interesse personale ma quello collettivo. Ma ci si domanda: quanto tempo può durare il comportamento signorile e maturo del duo MocciaDe Stefano? Per quanto tempo il sindaco potrà mantenere due consiglieri in maggioranza senza dargli né ascolto e né merito? Lo scopriremo solo vivendo…

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AFRAGOLA. Raccolta Rifiuti come a Giugliano? Parenti e amici di politici assunti dalle vecchie ditte del servizio igiene urbana

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AFRAGOLA – Da poco più di un mese nel comune normanno si è insediata la nuova ditta del servizio di igiene urbana, affidataria di un appalto di svariati decamilioni per la durata di nove anni. Un appalto mostruoso mai visto prima in tutto l’hinterland napoletano. A vincerlo è stata una ditta che ha sede legale a Imperia ma il cui Amministratore è di origini afragolesi.

Premesso che per una querela sporta ai danni dell’ex Senatore Vincenzo Nespoli in merito proprio alle modalità che lo stesso voleva imporre alla funzionaria denunciante su come istruire l’indizione di gara sulla raccolta rifiuti, oggi è in corso un processo che vede coinvolti il dominus afragolese e l’attuale dirigente alle Finanze Marco Chiauzzi, oggi la nostra attenzione si focalizza su altre anomalie che riguardano lo stesso settore.

Prima che le chiavi del cantiere passassero nelle mani della Ecology srl il servizio era affidato alla Buttol mediante una gara indetta nell’ottobre del 2020 ma affidata nel dicembre 2021, quattordici mesi dopo e nel frattempo era sempre la Buttol ad espletare tale servizio, come? Non si sa. Ma andiamo oltre. La gara prevedeva l’affidamento per la durata di mesi 6+2 per un importo complessivo pari a € 4.009.967,62 iva esclusa di cui € 41.102,72 per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso.

L’anomalia della nostra cronistoria sta nel fatto che la ditta Buttol, dopo la scadenza di 8 mesi previsti da questo affidamento abbia goduto di altre proroghe per altri 30 mesi per un valore pari a cinque volte a quello dell’affidamento previsto dal bando di gara.

Insomma. Per un appalto di circa 4 milioni di euro si è arrivati a far incassare alla ditta Buttol srl prima e Velia Ambiente srl poi una somma di 20 milioni di euro.

Ma le stranezze e le anomalie non finiscono qui. Fin dall’affidamento della prima gara ad oggi per quanto riguarda i 38 mesi presi in esame dal nostro articolo, non è stato mai firmato alcun contratto che potesse far valere un accordo tra le parti né dalla ditta Buttol srl e ne dalla ditta Velia Ambiente srl subentrata alla prima nello stesso appalto. Quindi le anomalie aumentano se si considera la possibilità di poter far subentrare una ditta in un appalto mai sottoscritto tra le parti.

Sarebbe tutto quasi normale se ci fermassimo qui. Invece no. L’Amministrazione Pannone su quest’affidamento si è superata. Oltre alle proroghe, sicuramente illegittime, che superano di gran lunga il valore dell’appalto iniziale e la mancanza delle firme sui contratti, quindi l’assenza di una legittimità da parte dell’azienda ad espletare il servizio, c’è da aggiungere, inoltre, che a tali ditte, prive di ogni legittimità – è bene ricordarlo sempre – sono stati affidati anche una serie di servizi aggiuntivi per diverse centinaia di migliaia di euro e la totale assenza di penali e ricorsi. Come se queste due ditte avessero sempre esplicato in maniera eccellente il proprio servizio di raccolta rifiuti.

Ma l’Amministrazione Pannone non si accontenta di farci chiudere le riflessioni sul vecchio appalto dei rifiuti in questo modo. Abbiamo ancora dell’altro. Poi non venissero a lamentarsi i cittadini sui costi esorbitanti della TARI. Da una parte devono uscire tutti questi soldi che beneficiano chissà chi. Ma andiamo avanti.

Durante questi 38 mesi queste due ditte hanno anche assunto del personale e da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, pare che le due ditte abbiano anche ricevuto alcune pressioni da addetti ai lavori per far assumere parenti e amici e da quello che trapela, sembrerebbe che dietro ai camion della raccolta rifiuti ci siano finiti parenti o affini di consiglieri e/o di candidati nelle liste del Sindaco Pannone. Il dubbio che ci sovviene ora è: In che modo sono state assunte queste persone, tempo determinato o indeterminato? Hanno anche diritto al passaggio di cantiere e quindi sono finiti per essere dipendenti della nuova ditta? Lo scopriremo in questi giorni e vi daremo aggiornamenti.

Praticamente la vicenda somiglia tanto a quella di Giugliano che ha visto indagati il Sindaco Nicola Pirozzi e il vicesindaco Antonio Poziello. Solo che qui ad Afragola non si hanno traccia di mazzette e orologi di lusso e si spera tanto per l’Amministrazione ma soprattutto per il Sindaco Pannone, persona onesta, perbene e ottimo professionista, che il disegno portato avanti dai settori non sia lo stesso.

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AFRAOGLA. Processo SEAN. I PM della Corte di Appello chiedono la conferma della pena di primo grado. 8 anni di reclusione per Nespoli

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AFRAGOLA – In queste ore si è conclusa l’udienza di Appello al Processo “SEAN” che vede coinvolti l’ex Senatore Vincenzo Nespoli e il commercialista Maurizio Matacena accusati in relazione alla vicenda della bancarotta fraudolenta e riciclaggio. In riferimento al complesso residenziale in Afragola al rione San Marco.

I PM hanno chiesto la conferma delle condanne di primo grado, che per Nespoli prevedevano una pena di otto anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, mentre per Maurizio Matacena la condanna ad anni quattro di reclusione e interdizione di 5 anni dai pubblici uffici.

Questa vicenda giudiziaria non è solo che la punta dell’iceberg che vede il vero dominus dell’Amministrazione afragolese coinvolto in altri procedimenti.

Infatti solo pochi mesi fa la stessa Corte di Appello conferma e condanna l’ex Senatore a 9 anni di reclusione in merito al processo “La Gazzella” accusato, anche in questo caso di bancarotta fraudolenta, riguardante il fallimento della società di vigilanza La Gazzella di Afragola, che presentava un passivo di 25 milioni di euro.

Per gli stessi fatti a Luglio scorso Nespoli è stato condannato dalla Corte di Appello di Napoli, quinta sezione civile, a risarcire il Curatore del fallimento de La Gazzella S.R.L. per i danni arrecati alla società e ai suoi creditori. La somma complessiva, aggiornata alla data della decisione, ammontava a € 16.231.428,71. Inoltre, Nespoli si dovette farsi carico anche delle spese legali dei due gradi di giudizio relative alla controversia, quantificate in € 127.729,00.

A dicembre è stata fissata la data per le arringhe difensive degli avvocati di Nespoli e Matacena. Una volta concluse le arringhe, si attende la sentenza entro la fine dell’anno o, al limite, nel primo bimestre del nuovo anno.

Tempi duri per il deus ex machina dell’Amministrazione afragolese. Per lui l’anno prossimo sarà un anno molto intenso che si spera, lo vedrà un po’ più occupato nelle sue faccende personali e un po’ più lontano dalla vita pubblica afragolese.

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Afragola

AFRAGOLA. Il Parco residenziale che doveva sostituire il Cinema Splendido non sarà più costruito. Annullato in autotutela il PDC.

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AFRAGOLA – Sono passati cinque mesi da quando l’Ufficio Tecnico del Comune di Afragola rilascia il Permesso di Costruire legato ad una Convenzione Urbanistica che vedeva la monetizzazione degli standard urbanistici nel lotto di terreno dove una volta sorgeva il Cinema Splendido.

Rilasciato il Permesso, iniziano i lavori di abbattimento di quello che fino a poco tempo fa rappresentava un luogo di aggregazione e di cultura. La ditta firmataria della Convenzione e richiedente del PDC nonché esecutrice dei lavori di abbattimento e ricostruzione è la Ditta Gralise Costruzioni srl di Afragola.

All’indomani di questo provvedimento amministrativo si è messa in moto una macchina investigativa che ha perfino interessato gli alti piani della Procura della Repubblica di Napoli, infatti tante sono state le visite delle Forze dell’Ordine delegate che in questi cinque mesi hanno raccolto documenti ed escusso quasi tutti i funzionari comunali coinvolti nell’iter burocratico inerente la Convenzione di cui sopra, fino ad arrivare alle ore 14:42 di oggi pomeriggio quando al protocollo compare la determinazione della sospensione dei lavori e di avvio del procedimento di annullamento in autotutela del Permesso di Costruire sopra citato.

Ma cosa è successo di così tanto grave al punto da scomodare la Procura della Repubblica? A un certo punto si è messa in moto una imponente azione info investigativa e in pochi giorni sono stati escussi dalla caserma dei carabinieri di Afragola funzionari e dirigenti comunali, l’ingegnere dell’urbanistica Valerio Esposito, Maria Pedalino e quattro responsabili dell’ufficio Gare e Appalti.

L’oggetto delle investigazioni era quello di verificare se prima del rilascio della Convenzione e della relativa produzione edilizia si è provveduto a fare le verifiche preliminari e quello che è emerso è che le verifiche preliminari sono state fatte in maniera tardiva e soprattutto sono state effettuate sulla base di autocertificazioni ma la cosa più eclatante emersa è che il richiedente del Permesso era detentore di un debito tributario di circa € 130mila nei confronti del Comune di Afragola e per i regolamenti dei tributi e regolamento di contabilità con tale difformità non avrebbe mai potuto firmare quella convenzione.

Allora le domande che ci poniamo sono: Se non si fosse mossa la Procura, per giunta una Sezione non di competenza territoriale dato che Afragola è sotto la giurisdizione di Napoli Nord, quindi non è escluso un interessamento diretto del Procuratore Capo di Napoli e della DDA, il Comune di Afragola nello specifico l’Amministrazione Pannone avrebbe mai sospeso questi lavori? Perchè i controlli non sono stati fatti prima di far firmare la Convenzione e prima dell’abbattimento del Cinema Splendido? Saremmo mai stati messi in grado di sapere tali difformità nell’iter burocratico al netto delle indagini?

A tal proposito, da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, per le stranezze attuate dall’Ufficio Tecnico circa l’andamento burocratico di certi provvedimenti, anche la concessione edilizia di via Ciaramella sarà annullata in autotutela perché, allo stesso modo, dopo aver abbattuto l’immobile pre esistente, dagli uffici competenti si sono accorti che in quella porzione di area nel sottosuolo dovrà sorgere la stazione della Metropolitana. Insomma una sprovvedutezza tale da mettere l’Ufficio Tecnico ancor di più sotto la lente di ingrandimento.

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