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AFRAGOLA. Masseria Ferrajoli. Tutto quello che si decide è sbagliato

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AFRAGOLA – È notizia di ieri quella del dissequestro dei terreni della Masseria Ferrajoli, grazie all’istanza presentata dal Comune di Afragola presso il Tribunale Napoli Nord, finalmente si è potuti superare uno step fondamentale della vicenda che ha visto sottrarre il bene, per circa 21 giorni, alle cooperative assegnatarie.

“Tutto bene, quel che finisce bene”, si è precipitato a scrivere chi, logicamente ha tutto l’interesse di appropriarsi del bene che gli è stato assegnato sotto la consiliatura Tuccillo. Anche perché il Comunicato diramato dall’ente afragolese parla chiaro, alla fine del documento si legge: “I competenti uffici comunali provvederanno a porre in essere le attività propedeutiche alla riconsegna del bene all’associazione assegnataria”. E qui vengono infranti anche i sogni di chi voleva sottrarre il bene definitivamente ai veri assegnatari, così come viene smentito anche qualche blog online che non dava per certo la notizia della riassegnazione di Masseria Ferraioli. Ma qualche precisazione però bisogna pure farla, perché alla fine chi deve decidere su questa questione – anche se siamo sicuri che tutto è già stato deciso – deve sapere i pro e i contra che tale decisione presenta.

Oramai le polemiche che ruotano attorno alla gestione di Masseria Ferraioli sono molteplici e sono state scritte e riscritte, a partire dall’assegnazione di un bene confiscato a titolo gratuito, peschi spariti senza essere sicuri sulla verità di tali sparizioni, anche se le quattro cooperative che gestivano il bene sostengono che le piante si erano ammalate di un batterio e che prontamente a chi domandava fornivano un’analisi di parte, eppure l’ente proprietario (Il Comune di Afragola) non ha mai concesso l’estirpazione. Documentazione però che non si apprestano a rendere pubblica sono gli esami dei carotaggi dei terreni che alcuni proprietari degli orti hanno chiesto all’indomani della scoperta di amianto sotto un albero di sambuco. Enzo Tosti, attivista ambientale molto conosciuto sul territorio, marito di un’intestataria di un orto sociale, nonché membro di Rete di Cittadinanza e Communità  a Il Mattino il 14 Luglio 2018 dichiarava: “Sembra che il gestore abbia segnalato più volte la rimozione immediata dell’amianto all’interno del bene abbia segnalato più volte la rimozione immediata dell’amianto all’interno del bene, e nel permietro dell’area dove sono stati sversati diversi rifiuti. Mi è stato detto che le prime segnalazioni risalgono al 2017. Un bene confiscato è il presidio della legalità, è inaccettabile che ancora oggi persista una situazione del genere. Bisogna immediatamente adoperarsi e rimuovere l’amianto”. Attestato che all’interno della Masseria ci fosse stata la presenza di amianto, i cittadini vogliono sapere se all’interno del terreno coltivato dagli ortolani sociali ci sarebbe presenza di particelle di amianto e per saperlo, bisogna che al terreno vengano fatte analisi, più comunemente conosciute come carotaggi. In merito a questo, visto che queste analisi le cooperative che gestivano il bene non hanno mai pubblicato in maniera trasparente i risultati, così come sono soliti fare anche con il non mostrare i bilanci, il 15 Luglio 2018 su un post apparso sulla Fanpage Facebook di Rete di cittadinanza e Comunità, lo stesso Tosti scriveva: “Atteso che in un bene confiscato alle mafie procedura voglia che vengono sempre effettuate le opportune analisi dei terreni e delle acque, siamo perfettamente a conoscenza che le analisi sono risultate negative e che l’agricoltura sociale che si pratica in quei luoghi è sana e salutare”. Bene allora chi meglio di lui può fare chiarezza? Abbiamo contattato Enzo Tosti stamattina e davanti ai nostri taccuini alla domanda se avesse visto le analisi dei carotaggi e se ne avesse una copia con sé per farcela visionare, l’attivista risponde: “Io so che il problema è stato risolto, altro non vi so dire anche perché ad avere l’orto e mia moglie, io non sono molto vicino alle faccende della Masseria, ma se vuole vi do il numero di chi potrebbe togliervi qualsiasi dubbio, parlate con lui”. E tramite messaggio, gentilmente ci fa avere il numero di Giovanni Russo, gestore della Masseria, a cui abbiamo provato a chiamare ma dall’altro capo del telefono non ha risposto nessuno. Insomma la questione carotaggi continuerà a brancolare nel buio, a meno che chi possiede le ricevute delle analisi non le renda pubbliche.

Altra polemica scaturita sul territorio intorno alla gestione della Masseria Ferraioli e l’enorme fiume di denaro che un bene del genere possa far scorrere. Non a caso appena chiarita la questione, il Comune di Afragola dovrà versare nelle casse dei gestori per la riqualificazione del bene circa un milione e mezzo di euro – questo era il tema principale della visita del Ministro dell’Ambiente poche settimane fa nella casa comunale – al di là dei progetti già assegnati e di soldi già incassati. Quello che desta maggior attenzione è quello con il quale Masseria Ferraioli in collaborazione con l’Associazione M.I.A. abbia partecipato ad un per un corso di formazione per le donne colpite da violenza. Corso interamente erogato da un partner genovese che lavora nel campo del turismo nautico. Da quanto dichiarato dalla Presidente di M.I.A. Roberta Guerra alcuni giorni fa, attraverso una web radio locale, le vittime di violenza all’interno del progetto sarebbero state solo tre su dieci, un numero abbastanza esiguo rispetto a quanto previsto dal corso finanziato. Ma fatto sta che comunque anche questo è andato in porto e i soldi sono stati incassati, così come quelli per la costruzione di un laboratorio per la lavorazione della frutta, sperando che un domani i gestori della Masseria, una volta entrati in possesso, faranno fare una gita in questo laboratorio a tutti gli alunni della città.

Descritte le ombre che aleggiano intorno alla gestione della Masseria Ferraioli, sarebbe ancora più grave non riassegnare un bene già assegnato dall’amministrazione precedente, a mio avviso si percorrerebbe un illecito dal punto di vista giudiziario, a meno che quest’amministrazione veramente non voglia stare lì a cercare il pelo nell’uovo. Anche perché se questa Masseria è una macchina per fare soldi, che differenza farebbe farglieli fare a uno piuttosto che a un altro? E qui il concetto diventerebbe politico! Togliere il bene agli ex gestori e riassegnarli, vorrebbe dire spostare ancor di più l’ago di quest’amministrazione verso destra e verso il suo reale deus ex machina. Allora quanto converrebbe a Grillo mettere ancora un altro cappello sulla sedia per l’ex senatore? Al di là di tutte le proteste strumentali che ne scaturirebbero togliendo un bene ad una fazione ampiamente dichiarata di sinistra, che almeno sulle carte, lotta contro la camorra per affidarla a chissà chi, per non parlare dell’ombra del Decreto Sicurezza che aleggia sempre su questo bene confiscato. Altro errore madornale sarebbe quello di metterlo in vendita all’asta per regalarlo di nuovo agli ex proprietari. Poiché nella misura scelta dal Ministro Salvini c’è anche questo pericolo. Ecco perché qualsiasi scelta si fa sulla Masseria si sbaglia, allora tanto vale: “Panta Rei”.

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AFRAGOLA. Raccolta Rifiuti come a Giugliano? Parenti e amici di politici assunti dalle vecchie ditte del servizio igiene urbana

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AFRAGOLA – Da poco più di un mese nel comune normanno si è insediata la nuova ditta del servizio di igiene urbana, affidataria di un appalto di svariati decamilioni per la durata di nove anni. Un appalto mostruoso mai visto prima in tutto l’hinterland napoletano. A vincerlo è stata una ditta che ha sede legale a Imperia ma il cui Amministratore è di origini afragolesi.

Premesso che per una querela sporta ai danni dell’ex Senatore Vincenzo Nespoli in merito proprio alle modalità che lo stesso voleva imporre alla funzionaria denunciante su come istruire l’indizione di gara sulla raccolta rifiuti, oggi è in corso un processo che vede coinvolti il dominus afragolese e l’attuale dirigente alle Finanze Marco Chiauzzi, oggi la nostra attenzione si focalizza su altre anomalie che riguardano lo stesso settore.

Prima che le chiavi del cantiere passassero nelle mani della Ecology srl il servizio era affidato alla Buttol mediante una gara indetta nell’ottobre del 2020 ma affidata nel dicembre 2021, quattordici mesi dopo e nel frattempo era sempre la Buttol ad espletare tale servizio, come? Non si sa. Ma andiamo oltre. La gara prevedeva l’affidamento per la durata di mesi 6+2 per un importo complessivo pari a € 4.009.967,62 iva esclusa di cui € 41.102,72 per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso.

L’anomalia della nostra cronistoria sta nel fatto che la ditta Buttol, dopo la scadenza di 8 mesi previsti da questo affidamento abbia goduto di altre proroghe per altri 30 mesi per un valore pari a cinque volte a quello dell’affidamento previsto dal bando di gara.

Insomma. Per un appalto di circa 4 milioni di euro si è arrivati a far incassare alla ditta Buttol srl prima e Velia Ambiente srl poi una somma di 20 milioni di euro.

Ma le stranezze e le anomalie non finiscono qui. Fin dall’affidamento della prima gara ad oggi per quanto riguarda i 38 mesi presi in esame dal nostro articolo, non è stato mai firmato alcun contratto che potesse far valere un accordo tra le parti né dalla ditta Buttol srl e ne dalla ditta Velia Ambiente srl subentrata alla prima nello stesso appalto. Quindi le anomalie aumentano se si considera la possibilità di poter far subentrare una ditta in un appalto mai sottoscritto tra le parti.

Sarebbe tutto quasi normale se ci fermassimo qui. Invece no. L’Amministrazione Pannone su quest’affidamento si è superata. Oltre alle proroghe, sicuramente illegittime, che superano di gran lunga il valore dell’appalto iniziale e la mancanza delle firme sui contratti, quindi l’assenza di una legittimità da parte dell’azienda ad espletare il servizio, c’è da aggiungere, inoltre, che a tali ditte, prive di ogni legittimità – è bene ricordarlo sempre – sono stati affidati anche una serie di servizi aggiuntivi per diverse centinaia di migliaia di euro e la totale assenza di penali e ricorsi. Come se queste due ditte avessero sempre esplicato in maniera eccellente il proprio servizio di raccolta rifiuti.

Ma l’Amministrazione Pannone non si accontenta di farci chiudere le riflessioni sul vecchio appalto dei rifiuti in questo modo. Abbiamo ancora dell’altro. Poi non venissero a lamentarsi i cittadini sui costi esorbitanti della TARI. Da una parte devono uscire tutti questi soldi che beneficiano chissà chi. Ma andiamo avanti.

Durante questi 38 mesi queste due ditte hanno anche assunto del personale e da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, pare che le due ditte abbiano anche ricevuto alcune pressioni da addetti ai lavori per far assumere parenti e amici e da quello che trapela, sembrerebbe che dietro ai camion della raccolta rifiuti ci siano finiti parenti o affini di consiglieri e/o di candidati nelle liste del Sindaco Pannone. Il dubbio che ci sovviene ora è: In che modo sono state assunte queste persone, tempo determinato o indeterminato? Hanno anche diritto al passaggio di cantiere e quindi sono finiti per essere dipendenti della nuova ditta? Lo scopriremo in questi giorni e vi daremo aggiornamenti.

Praticamente la vicenda somiglia tanto a quella di Giugliano che ha visto indagati il Sindaco Nicola Pirozzi e il vicesindaco Antonio Poziello. Solo che qui ad Afragola non si hanno traccia di mazzette e orologi di lusso e si spera tanto per l’Amministrazione ma soprattutto per il Sindaco Pannone, persona onesta, perbene e ottimo professionista, che il disegno portato avanti dai settori non sia lo stesso.

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AFRAOGLA. Processo SEAN. I PM della Corte di Appello chiedono la conferma della pena di primo grado. 8 anni di reclusione per Nespoli

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AFRAGOLA – In queste ore si è conclusa l’udienza di Appello al Processo “SEAN” che vede coinvolti l’ex Senatore Vincenzo Nespoli e il commercialista Maurizio Matacena accusati in relazione alla vicenda della bancarotta fraudolenta e riciclaggio. In riferimento al complesso residenziale in Afragola al rione San Marco.

I PM hanno chiesto la conferma delle condanne di primo grado, che per Nespoli prevedevano una pena di otto anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, mentre per Maurizio Matacena la condanna ad anni quattro di reclusione e interdizione di 5 anni dai pubblici uffici.

Questa vicenda giudiziaria non è solo che la punta dell’iceberg che vede il vero dominus dell’Amministrazione afragolese coinvolto in altri procedimenti.

Infatti solo pochi mesi fa la stessa Corte di Appello conferma e condanna l’ex Senatore a 9 anni di reclusione in merito al processo “La Gazzella” accusato, anche in questo caso di bancarotta fraudolenta, riguardante il fallimento della società di vigilanza La Gazzella di Afragola, che presentava un passivo di 25 milioni di euro.

Per gli stessi fatti a Luglio scorso Nespoli è stato condannato dalla Corte di Appello di Napoli, quinta sezione civile, a risarcire il Curatore del fallimento de La Gazzella S.R.L. per i danni arrecati alla società e ai suoi creditori. La somma complessiva, aggiornata alla data della decisione, ammontava a € 16.231.428,71. Inoltre, Nespoli si dovette farsi carico anche delle spese legali dei due gradi di giudizio relative alla controversia, quantificate in € 127.729,00.

A dicembre è stata fissata la data per le arringhe difensive degli avvocati di Nespoli e Matacena. Una volta concluse le arringhe, si attende la sentenza entro la fine dell’anno o, al limite, nel primo bimestre del nuovo anno.

Tempi duri per il deus ex machina dell’Amministrazione afragolese. Per lui l’anno prossimo sarà un anno molto intenso che si spera, lo vedrà un po’ più occupato nelle sue faccende personali e un po’ più lontano dalla vita pubblica afragolese.

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Afragola

AFRAGOLA. Il Parco residenziale che doveva sostituire il Cinema Splendido non sarà più costruito. Annullato in autotutela il PDC.

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AFRAGOLA – Sono passati cinque mesi da quando l’Ufficio Tecnico del Comune di Afragola rilascia il Permesso di Costruire legato ad una Convenzione Urbanistica che vedeva la monetizzazione degli standard urbanistici nel lotto di terreno dove una volta sorgeva il Cinema Splendido.

Rilasciato il Permesso, iniziano i lavori di abbattimento di quello che fino a poco tempo fa rappresentava un luogo di aggregazione e di cultura. La ditta firmataria della Convenzione e richiedente del PDC nonché esecutrice dei lavori di abbattimento e ricostruzione è la Ditta Gralise Costruzioni srl di Afragola.

All’indomani di questo provvedimento amministrativo si è messa in moto una macchina investigativa che ha perfino interessato gli alti piani della Procura della Repubblica di Napoli, infatti tante sono state le visite delle Forze dell’Ordine delegate che in questi cinque mesi hanno raccolto documenti ed escusso quasi tutti i funzionari comunali coinvolti nell’iter burocratico inerente la Convenzione di cui sopra, fino ad arrivare alle ore 14:42 di oggi pomeriggio quando al protocollo compare la determinazione della sospensione dei lavori e di avvio del procedimento di annullamento in autotutela del Permesso di Costruire sopra citato.

Ma cosa è successo di così tanto grave al punto da scomodare la Procura della Repubblica? A un certo punto si è messa in moto una imponente azione info investigativa e in pochi giorni sono stati escussi dalla caserma dei carabinieri di Afragola funzionari e dirigenti comunali, l’ingegnere dell’urbanistica Valerio Esposito, Maria Pedalino e quattro responsabili dell’ufficio Gare e Appalti.

L’oggetto delle investigazioni era quello di verificare se prima del rilascio della Convenzione e della relativa produzione edilizia si è provveduto a fare le verifiche preliminari e quello che è emerso è che le verifiche preliminari sono state fatte in maniera tardiva e soprattutto sono state effettuate sulla base di autocertificazioni ma la cosa più eclatante emersa è che il richiedente del Permesso era detentore di un debito tributario di circa € 130mila nei confronti del Comune di Afragola e per i regolamenti dei tributi e regolamento di contabilità con tale difformità non avrebbe mai potuto firmare quella convenzione.

Allora le domande che ci poniamo sono: Se non si fosse mossa la Procura, per giunta una Sezione non di competenza territoriale dato che Afragola è sotto la giurisdizione di Napoli Nord, quindi non è escluso un interessamento diretto del Procuratore Capo di Napoli e della DDA, il Comune di Afragola nello specifico l’Amministrazione Pannone avrebbe mai sospeso questi lavori? Perchè i controlli non sono stati fatti prima di far firmare la Convenzione e prima dell’abbattimento del Cinema Splendido? Saremmo mai stati messi in grado di sapere tali difformità nell’iter burocratico al netto delle indagini?

A tal proposito, da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, per le stranezze attuate dall’Ufficio Tecnico circa l’andamento burocratico di certi provvedimenti, anche la concessione edilizia di via Ciaramella sarà annullata in autotutela perché, allo stesso modo, dopo aver abbattuto l’immobile pre esistente, dagli uffici competenti si sono accorti che in quella porzione di area nel sottosuolo dovrà sorgere la stazione della Metropolitana. Insomma una sprovvedutezza tale da mettere l’Ufficio Tecnico ancor di più sotto la lente di ingrandimento.

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