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Guerra tra Messico e Stati Uniti d’America

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Il 2 febbraio del 1848 terminò la guerra tra gli Stati Uniti e il Messico con il trattato di Guadalupe Hidalgo attraverso il quale gli Stati Uniti ottennero il Texas e i territori che oggi conosciamo come California, Nevada, Utah, Nuovo Messico, Colorado e Wyoming. La guerra era iniziata perché la repubblica del Texas, nata nel territorio messicano nel 1836, voleva unirsi agli Stati Uniti, visto che il Messico non l’ aveva mai riconosciuta come stato libero. Nell’ultimo giorno del suo mandato il presidente americano John Tyler inviò al Texas una richiesta di annessione, il quale rese il Texas il ventottesimo stato americano. Questa azione avrebbe portato ad un guerra tra gli Stati Uniti e il Messico. Nel 1846 il presidente Polk inviò un diplomatico in Messico per acquistare il Nuovo Messico e la California per trenta milioni di dollari; inviò poi un esercito al comando del Generale Zachary Taylor. I messicani si rifiutarono di parlare con il diplomatico, il cui nome era John Sliedell. A questo punto la guerra fu inevitabile. Gli Stati Uniti attaccarono il Messico, che non era pronto ad affrontare una guerra, su più fronti. Il Messico perse importanti battaglie come quelle di Buona Vista, di Padierna, di Churubusco, di Molino del Rey e di Chapultepec. A Chapultepec i giovani allievi dell’accademia militare combatterono valorosamente e furono chiamati niños héroes (ragazzi eroici). Il loro coraggio fu però vano, infatti le truppe statunitensi riuscirono ad entrare in Città del Messico e a vincere la guerra. Con il trattato sopracitato la guerra ebbe fine e al Messico, in cambio di tutti quei territori furono pagati 18.250.000 dollari. Il conflitto costò la vita a oltre trentaduemila persone.
Guerra tra Stati Uniti e Messico

Mario Tancredi

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[Storicando] Offro servizio ghost writer

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Da un po’ di tempo ho deciso di fare del mio amore per la scrittura un lavoro, mettendomi a disposizione dei clienti come ghost writer. Ho già avuto modo di rendere felici persone che avevano una storia da raccontare, ma che non sapevano da dove iniziare per mettere nero su bianco la loro idea. In quanto a me, due dei miei romanzi sono stati pubblicati (“La pistola a vapore-Beyond edizioni; “Diomede Ai confini dell’Impero-LfaPublisher); gestisco, inoltre, una rubrica di argomento storico-Storicando- che trova spazio sul giornale online Minformo. Il prezzo è probabilmente il più basso sul mercato in questo settore.

Per info non esitate a contattarmi.

E-MAIL: mariotancredi2000@hotmail.com

Profilo FB: https://www.facebook.com/mario.tancredi.3

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[Storicando] La chiamata di Urbano II e la crociata di Pietro l’Eremita

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Stasera lascerò la parola al mio caro amico Roberto.

Piacere , sono Roberto Dell’Aversano e da oggi inizio a scrivere per Storicando, un progetto di appassionati di storia che mi entusiasma. Vi porteró alla scoperta delle Crociate che iniziarono nel 1096 per terminare nel 1291e furono un evento che cambió per sempre sia l’occidente che l’oriente. Da questo articolo vi portiamo alla scoperta di 200 anni emozionanti di storia!

Il 27 novembre 1095 ,in un freddo martedí autunnale , a Clermont-Ferrand papa Urbano II al termine del concilio dell’omonima cittá , esortó i signori e la popolazione europea a “liberare” la Terra Santa dai turchi selgiuchidi che a partire dall’ XI secolo avevano iniziato la loro ascesa al potere in Medio Oriente.Il papa chiamó l’occidente a prendere le armi e liberare il Santo Sepolcro , non parló dell’argomento esclusivamente nel concilio (dove fu discusso solo dopo la scomunica a Filippo I per adulterio , la riforma del clero e altre tematiche) ma l’astuto Urbano II organizzó un vero tour in tutta la Francia che duró 14 mesi . Arrivó in Provenza nel giugno 1095 e tornó a Roma solo nel settembre del 1096, incontró numerosi nobili e parló del suo progetto che ebbe grande successo nelle Fiandre . È importante chiarire che non abbiamo testimonianze certe sulle parole di Urbano durante il concilio, alcuni resoconti dell’evento arrivarano solo dopo la conquista di Gerusalemme e chiaramente non possono essere considerati affidabili.Dietro l’appello del papa non vi erano solo ragioni religiose , è necessario ricordare che quel periodo era segnato dalla lotta delle investiture con l’Impero che durava da decenni e radunare un esercito unito occidentale come accadrá, era chiaramente un’abile mossa politica e dimostrazione di forza. Di enorme importanza fu anche la lettera che Alessio I Comneno , imperatore bizantino, invió al papa nella quale richiese aiuti contro il nemico turco.L’imperatore aiutó i crociati al loro arrivo ma durante tutto la durata dei conflitti era preoccupato dalla loro presenza nel suo territorio ,temeva il nascere di eventuali conflitti o la creazione di colpi di stato giá frequenti del suo impero in quei decenni.Per Urbano aiutare Alessio era l’occasione per ripristinare i rapporti con l’Oriente cattolico dopo lo Scisma d’Oriente.Tuttavia, prima della partenza dei vari eserciti guidati da importanti nobili europei, un primo esercito marció verso la Terra Santa ed era guidato da Pietro l’Eremita che molto probabilmente aveva stipulato un patto con il papa , a dimostrazione di questa tesi è l’opera di propaganda per le crociate che Pietro fece nei territori francesi mai visitati dal papa e il suo appello che lanció soprattutto alla popolazione più povera (irragiungibile per Urbano che parló solo con i nobili).Questo primo esercito partí il 20 aprile del 1096 da Colonia e comprendeva anche diversi signori europei come Rinaldo Broyes , Gualtiero Fitz Waleran e Goffredo Burel . Comprendeva 20.000 mila uomini , il passaggio verso l’Europa centrale avvenne rapidamente con una media di 27 km al giorno . A Ratisbona , il 23 maggio, i seguaci di Pietro organizzarono il battesimo forzato della popolazione ebraica nel Danubio( furono diversi i massacri agli ebrei durante il cammino) . Nella seconda metá di Giugno ,l’esercito di Pietro saccheggió Semlin e dopo tale evento iniziarono i primi problemi a causa della mancanza di approvvigionamenti che sfociarono nell’attacco alla cittá di Nish che costó un terzo delle forze di Pietro,il suo esercito messo sotto pressione mancava di disciplina . Il 7 luglio Alessio I invió a loro una scorta di uomini che li accompagnó durante il tragitto a Costantinopoli ,dove arrivarono il 1 agosto del 1096 , l’imperatore bizantino sconsiglió i crociati di gettarsi subito all’attacco , aspettando le forze militari dei grandi signori europei che stavano arrivando in oriente . Alessio concesse a Pietro una base ben rifornita a Civetot , sul golfo di Nicomedia . L’irrequietezza dei crociati era alta e alcuni attaccarono e conquistarono il castello di Xerigordo ,dove successivamente verranno presi di ostaggio e massacrati dai selgiuchidi. La maggioranza dei crociati , rimasti a Civetot come Goffredo Burel volevano vendetta al massacro e marciarono verso Nicea dove furono sconfitti dai turchi . Tale evento pose fine alla crociata di Pietro l’eremita che dimostró , tuttavia , la possibilitá di attaccare il nemico perchè le sue truppe avevano resistito per mesi e riuscito a compiere una marcia imponente dall’europa all’oriente . La sua sconfitta fu importante perchè aiutó la prossima ondata di crociati ,molto piú organizzata e disciplinata a conquistare la Terra Santa. Il termine ” Crociata dei pezzenti” molto probabilmente coniato solo per il tragico risultato è inadeguato per l’importanza e la grandezza dell’esercito di Pietro.Nel prossimo articolo che arriverá tra una settimana , parleremo della seconda ondata di crociati che arriverá a conquistare Gerusalemme.

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[Storicando] Storia dell’Antico Egitto: Snefru

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L’altra volta vi ho raccontato della II e della III dinastia: del passaggio dal periodo tinita all’Antico Regno. Stavolta tracceremo insieme la storia della IV dinastia (2575-2465 a.C.). Mi servirò, come al solito, delle opere degli egittologi Christian Jacq e Nicolas Grimal (il primo è noto soprattutto per i suoi romanzi ambientati nell’Antico Egitto; il secondo è considerato uno tra i più noti egittologi al mondo. Sono in buona compagnia!).
Cosa portò alla fine della III dinastia e all’inizio della IV? Ciò non è molto chiaro agli egittologi, poiché è difficile, dal punto di vista cronologico, mettere in relazione ciò che sta scritto nelle liste reali e i dati archeologici. Comunque, si pensa che Huni sia l’ultimo sovrano della III dinastia. Il passaggio tra la III e la IV dinastia avviene in seguito al cambiamento della necropoli scelta dai sovrani: si passò da Zauiet el-Aryan (dove stavano due piramidi, delle quali una di Huni) a Meidum e Dashur, dove Snefru fece costruire le sue piramidi. Fu proprio Snefru a fondere la IV dinastia; fu egli il successore di Huni.
Inizio col dire che Snefru era figlio di Huni, ma sua madre, molto probabilmente, non era di sangue reale (si pensa che Meresankh fosse una delle varie concubine di Huni). Per rimediare a questa mancanza, egli dovette sposare la sua sorellastra, una portatrice del sangue sacro della dinastia. Snefru, detto il costruttore, è il faraone di cui si possiedono meno informazioni, ma è considerato il più grande costruttore della storia dell’Antico Egitto, poiché fece costruire ben tre piramidi, una a Meidum e due a Dashur, oltre a tanti altri edifici, come: un palazzo, delle fortezze, dei templi, delle abitazioni, delle navi (inviò una spedizione di circa quaranta imbarcazioni per importare del legname dal Libano, materiale che scarseggiava in Egitto). Il regno di Snefru è considerato un’età dell’oro della storia egizia, egli è infatti chiamato “Il re che dispensa benefici all’intero paese”. Per gli egizi Snefru era un re buono, forse è proprio per questo che ci sono state tramandate su di lui poche informazioni (Christian Jacq ipotizza ciò). Era solito chiamare “compagni” e “amici miei” i membri della sua corte, che è considerata molto raffinata e che incarnava quell’età dell’oro. Nel Medio Regno fu instaurato un culto a lui dedicato. Durante il regno di Snefru il costruttore la figura del visir, primo ministro, fu descritta per la prima volta e ne furono delimitate le mansioni. Il visir era il capo dell’esecutivo, aveva molte responsabilità, tra le quali le finanze, l’agricoltura, l’esercito, le grandi opere, gli archivi reali. Egli era insignito di titoli come “Sacerdote di Maat (armonia universale)” o “Grande dei cinque della dimora di Thot”. Il visir di Snefru fu Nefermaat; Hemiunu, suo figlio, fu invece di visir di Cheope, successore di Snefru. Dal punto di vista militare, il regno di Snefru non vide delle vere e proprie campagne, ma solo interventi circoscritti in Nubia e in Libia. Le iscrizioni (la Pietra di Palermo) narrano le sue vittorie, ma come accadeva anche per gli altri faraoni, esse esagerano nell’esaltare il re e le sue spedizioni. Per quanto riguarda le spedizioni commerciali, esse furono numerose e ben organizzate. Snefru collegò la Nubia all’Egitto, per sfruttare le risorse naturali di quella regione meridionale.
C’è un motivo per cui Snefru è chiamato il costruttore. Ho già elencato i numerosi edifici che furono costruiti sotto il faraone buono, tra i quali meritano particolare attenzione le sue tre piramidi. Fu Snefru ad inventare la piramide liscia, il modello piramidale più noto. Il primo esemplare di piramide fu costruito a Meidum, a diciannove chilometri da Saqqara. Questa piramide fu iniziata da Huni (ciò è un’ipotesi). A Dashur ci sono due piramidi, una meridionale e una settentrionale. La prima è chiamata romboidale a causa dell’inclinazione delle sue facce, che ad un certo punto vanno a restringersi, formando uno spigolo. Essa è stata costruita seguendo la sacra simbologia del due, che ricorda le Due Terre d’Egitto conciliate dal faraone: due spioventi, due appartamenti funerari e due ingressi. La piramide settentrionale di Dashur, invece, presenta volte che raggiungono i quindici metri d’altezza. Essa è perfetta nella progettazione e nella realizzazione. Nei siti di Meidum e Dashur, oltre alle piramidi, Snefru fece costruire delle vere e proprie città destinate sia ai morti che ai vivi: la corte del faraone nell’aldilà. Coloro che abitavano in queste città avevano dei benefici fiscali. Il faraone costruttore fece incidere nel suo tempio funerario una lista delle sue proprietà (terre incarnate da donne che portano regali al re), l’intero Egitto.
Esistono delle leggende legate a Snefru, nelle quali il faraone è rappresentato in modo quasi prosaico, come un uomo comune colpito dalla noia che tenta in ogni modo di svagarsi.
Avrei voluto raccontare in un unico testo la storia della IV dinastia, ma il grande numero di informazioni non me lo permette. Nel prossimo articolo vi presenterò il sito di Giza, i cui costruttori sono legati alla dinastia di cui stiamo trattando.

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