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CASORIA – Un caffè con Gennaro Crispino.

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Ho ancora in mente le parole che il magistrato della D.D.A. Catello Maresca ha pronunciato alla presentazione del suo libro “La Mafia è buona”, non dimentichiamo scritto insieme al giornalista SKY Paolo Chiariello: “La politica se fatta nel modo giusto è una cosa nobile”, come dargli torto.  Erano anni che non ascoltavo questa frase, forse perché in tanti da qualche anno a questa parte non osano pronunciarla o se lo fanno, probabilmente lo fanno sotto voce, qualcuno potrebbe offendersi. Stasera, fino a un mese prima delle elezioni comunali, proporrò una serie d’interviste, lasciatemi dire un percorso di qualità, senza offesa per nessuno, merce rara in politica oggi, a Casoria come altrove. Ho conosciuto Gennaro Crispino quando da praticante frequentava uno studio associato di avvocati di Casoria. Oggi Gennaro Crispino è un valente e giovane avvocato come ama definirsi, senza disegnare i contorni di competenze specifiche, vive la sua vita insieme alla compagna che gli ha regalato una stupenda bambina. A guardarlo si comprende subito che siamo di fronte ad una persona seria e preparata, capace di esprimere con semplicità idee e concetti, soprattutto colpisce per sintesi, poca retorica, anche se ne avrebbe da vendere. Seduti a un tavolo per un caffè di sabato pomeriggio, l’ideale per scambiare qualche riflessione con un amico. Di esperienze politica Crispino ne ha ma evitiamo di scendere tra i simboli di tattiche e faide locali che poco hanno a che vedere con l’idea di rinnovamento e rilancio dell’azione politica a Casoria.  Il suo lavoro, l’avvocato, lo porta a contatto spesso con il mondo politico e Istituzionale. Di esperienze ne ha maturata e quando si è misurato con i numeri, l’ha fatto con ottimi risultati elettorali. Gennaro Crispino abita a Casoria ma è di origine afragolese. Gli chiedo a tal proposito cosa ne pensa di questa sorta di ostracismo di alcuni casoriani, in particolare da face book, che guardano con sospetto all’impegno politico in città dei cugini afragolesi. Eppure i cugini afragolesi sono indoeuropei come noi, parlano il dialetto napoletano, la loro cultura, le tradizioni, la religione, tutto è identico, perché allora questa sorta di diffidenza? Solo per dovere di cronaca anche mia nonna materna era afragolese.

“Credo sia solo campanilismo proveniente da un passato che oggi non ha più motivo di esistere, in particolare in politica. Sarebbe opportuno mettere in campo progetti tra comunità, altro che campanilismo, creare sinergie d’idee e confrontarsi sul piano delle proposte per portare risorse sui territori. La scelta di puntare a catturare finanziamenti da inserire nelle casse vuote dei bilanci Comunali, insieme al risparmio di spese inutili, il recupero di risorse dei tributi, queste le priorità. Ritornando ai confini che non esistono più, Casoria ha una stazione che si collega a Napoli, Afragola ha l’Alta velocità che si collega all’Italia, arriverà il nodo ferroviario che collegherà Bari al circuito veloce. Un giorno le due stazioni di Casoria e Afragola saranno unite alla Metropolitana che da Napoli attraversando Secondigliano, Casavatore e Casoria arriverà alla Stazione dell’Alta velocità. Creare confini è oggi una cosa inutile e obsoleta, bisogna rendere globali le occasioni e uniche le opportunità”.

Oggi Afragola, grazie alla Stazione dell’Alta velocità, insieme ai due poli del terziario commerciale della zona Ipercoop e Ikea-Leroy Marilin, ha una centralità nell’Area a Nord di Napoli che un tempo era di Casoria quando si svilupparono sessanta industrie negli anni addietro. Area Nord che s’incastra oggi nell’Area Metropolitana di Napoli e a maggior ragione sarà difficile non comprendere che è tempo di mettere su le idee invece di abbassare l’asticella della discussione alla competizione locale.

“Sicuramente l’Area Saggese, quella della Stazione Alta Velocità, potrà essere in futuro e in questo la politica dovrà fare la sua parte, strategica per un rilancio economico dell’intera Area Nord di Napoli. Certo non sarà la grande industria ma una serie di aziende medie che guardano ai settori della Green economy, quella dell’elettronica di qualità e del terziario in generale avanzato, l’obiettivo. Gli investimenti sui servizi da donare alla città di Napoli, incapace di soddisfare le richieste di una comunità di un milione di abitanti potrebbero rappresentare un punto strategico nell’agenda dell’Amministrazione Grillo ad Afragola insieme alla collaborazione necessaria con Regione Campania e Città metropolitana”.

Una curiosità, mi parli della tua iniziativa sull’elezione diretta dei cittadini all’Assemblea dell’Area Metropolitana?

“Di recente ho scritto al Ministro degli interni Matteo Salvini, al Prefetto di Napoli, al Sindaco della Città metropolitana di Napoli Luigi De Magistris chiedendo perché non sia stato attuato l’iter per rendere partecipativa l’elezione dell’organo di rappresentanza dell’Assemblea presieduta dal sindaco di Napoli come previsto dal regolamento, sei mesi addirittura il termine dall’insediamento, siamo alla seconda consiliatura. Spiego meglio, oggi, in una sorta di autoreferenzialità, sono i consigli comunali a eleggere i rappresentanti nell’Assemblea che fu della Provincia a Santa Maria la Nova. La mia iniziativa tende a far rispettare il decreto legge voluto dall’allora ministro Del Rio che indicava, nel termine di sei mesi, la scadenza per rendere elettivo e non più rappresentativo di rappresentanti dei Consigli comunali il sistema di composizione dell’Assemblea Metropolitana. Non essendoci sanzioni, nessuno dei Sindaci metropolitani italiani a oggi è stato capace di mettere nero su bianco a questa parte del regolamento. Spesso Luigi de Magistris ha parlato del suo desiderio di rendere il cittadino partecipe delle scelte, di avere come faro “il bene comune”, aspettiamo risposte in tal senso”.

Sei un avvocato Gennaro cosa ne pensi del Tribunale Metropolitano di Napoli ad Aversa in provincia di Caserta?

“Il Tribunale Metropolitano di Aversa che ha competenze dell’Area a Nord di Napoli è anacronistico, un autentico paradosso. Questo è avvenuto perché ad Aversa la classe politica stata coesa, unita, mentre nelle nostre zone le solite competizioni al ribasso hanno consentito al Governo Monti di creare un disagio per utenti e avvocati che operano nei comuni napoletani dell’Area Nord. Pensare che Afragola e Casoria su tutte hanno due strutture idonee e più agevoli, a questo punto sarebbe stato meglio trasferire le competenze direttamente a Napoli”.

Siamo la periferia della peggiore periferia d’Italia e se Gomorra, la fiction televisiva, sceglie sempre gli insediamenti dell’Area Nord per le riprese un motivo ci deve essere.

Bisogna dare maggiore sicurezza ai cittadini, la situazione è davvero grave e quello che accade in questi giorni certo non fa piacere. Ssempre in tema di sicurezza, spero si possa procedere a una riforma complessiva del sistema giudiziario. La certezza della pena e tante altre scelte sono materia del governo nazionale”. Tornando ai nostri territori e alle scelte strane, si creano aree per raccolta di rifiuti, non si favoriscono le zone franche per chi intende investire sui territori, creando sviluppo e occupazione. Bisogna comunque smetterla il lamentarsi che i politici di Casoria pensano al centro e non ad Arpino, che gli afragolesi hanno invaso Casoria e così via, la prima periferia è il centro storico di Casoria.  Le polemiche mettiamole da parte, adesso le idee”.

Guardando il video della conferenza stampa dell’ex Sindaco Fuccio, credo tu ti sia fatto un’idea dell’attuale situazione politica in città. Che cosa pensi sia opportuno fare?

“In primis smetterla con i personalismi che da anni bloccano la città intorno all’antipolitica e l’ostracismo che poi si rivela sempre perdente. Le elezioni sembrano essere sempre o quasi un referendum sulla figura di Tommaso Casillo e spesso a proporlo sono i tanti che fino a poco tempo prima hanno ricoperto incarichi di governo alleati dell’attuale vicepresidente dell’Assemblea regionale campana. Questo  non è sano e non potrà mai fare uscire Casoria dal torpore politico che viviamo. Sarebbe meglio fare ognuno la propria parte per dialogare con le Istituzioni sovra comunali e nazionali, se non addirittura europee per creare occasioni di sviluppo attraverso finanziamenti e progetti per il territorio di Casoria che ha ancor tanto da proporre, in particolare sulle Aree dismesse”.

Della corsa a primo cittadino di Casoria, puoi dirmi cosa ne pensi?

“Speriamo in primis che non si arrivi a scegliere sempre all’ultimo istante un candidato Sindaco, spesso il meno peggio. Il sindaco deve rappresentare un momento di sintesi politica in un’alleanza che ha già messo in campo idee e programmi, sostenuto da liste che non necessariamente devono ricalcare i simboli nazionali. Le Liste civiche rappresentano una sorta di sovranismo locale e sono in grado di mettere insieme esperienze professionali e di vita sociale diverse. Le ideologie se ancora si può parlare d’ideologie o d’indirizzi politici teniamoli da parte per gli appuntamenti nazionali”.

Uniti dalle stesse idee, non dalle stesse ideologie?

“Sì, perché il cittadino rispetta l’uomo non il simbolo che rappresenta a livello locale, sentendosi garantito dalla conoscenza diretta. Una politica sana e chi la rappresenta si pone pochi obiettivi da raggiungere mettendo da parte i protagonismi. Personalmente spero si possa contribuire rafforzare un contenitore d’idee che darà maggiori garanzie in tal senso e che realizzi queste prospettive che sono la base del vivere in una comunità oggi”.

Sono passate due ore, sono abbastanza, Gennaro Crispino mi saluta, ha da curare la sua famiglia, magari lavorare in casa per prepararsi alle prossime udienze. Lo saluto con piacere, spero possa trovare gli stimoli adatti per contribuire, come ha detto egli stesso, a creare quell’agorà d’idee e proposte per risalire il difficile cammino che Casoria deve percorrere. Posso dire, per inciso, che la mia speranza è quella di avere nel prossimo Consiglio comunale, nella prossima Giunta, nella persona del prossimo Sindaco le caratteristiche di Gennaro Crispino. Una trentina di persone serie e capaci, che amano Casoria, quale sia la loro origine non importa, ne va del futuro di tutti.

 gianni bianco

 

 

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Casoria, un topo nell’Istituto Comprensivo Moscati-Maglione

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“C’è un topo nella scuola”, è il messaggio che circola in queste ore nella chat whatsapp delle mamme dei bambini e delle bambine che frequentano l’Istituto Comprensivo 2, Moscati-Maglione, sito in via Martiri d’Otranto a Casoria (Na).

Foto e video sono eloquenti. Un roditore, di medie dimensioni, passeggia indisturbato tra le reti di ferro della finestra di una classe prospiciente il cortile dell’istituto scolastico casoriano. Poi, eccolo inerme – senza vita – riverso sul suolo a pancia in su.

Quel topo, passato a miglior vita, sta – a sua insaputa – gettando il panico tra i genitori che pensavano di mandare i propri figli in un posto “sicuro” lontano dai pericoli.
Il video e la foto sono di qualche giorno fa, in uno dei pomeriggi in cui i bimbi dell’infanzia sono in procinto di uscire dalle loro classi.

L’Asl Napoli 2 Nord ha in programma per il 24 dicembre, così come ha ufficialmente comunicato, la disinfestazione, disinfezione e la derattizzazione delle scuole pubbliche primarie e secondarie del comune di Casoria.
I genitori saranno disposti ad attendere?




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Santo ucciso, il 17enne confessa: “Mi hanno sporcato le scarpe di 500 euro, me la sono presa”

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Confermata la versione della scarpa sporcata: Luigi, il 17enne di Barra accusato dell’omicidio di Santo Romano, ucciso a San Sebastiano al Vesuvio nella notte tra venerdì e sabato.

Avevo le scarpe griffate Versace, le ho pagate 500 euro, me le hanno sporcate e me la sono presa” – queste le parole del minore reo confesso dell’omicidio, rese note da Il Mattino. Da un banale pestone, dunque, sarebbe scaturita la lite, degenerata nel sangue.

C’è un video agli atti dell’inchiesta che mostra gli ultimi istanti di vita di Santo: dopo la discussione il ragazzo si sarebbe allontanato dalla Smart con a bordo il 17enne poi pare tornare indietro, quasi come se cercasse ancora un chiarimento. Pochi metri e una torsione del corpo, come se stesse per lanciare un oggetto, sarebbero bastati per scatenare il panico: il giovane calciatore è stato freddato con un colpo di pistola al petto.

In queste ultime ore è, inoltre, emerso che Luigi poco prima avesse litigato con un altro coetaneo. C’è la testimonianza di un ragazzo che racconta di averlo visto puntare la pistola alla gola del rivale, posizionando l’arma sotto il mento.

“Sì ho litigato con un altro ragazzo prima di uccidere Santo Romano ma non ho mai estratto la pistola” – avrebbe dichiarato il 17enne, confermando la lite. Un tassello in più che sembra far presagire la chiara intenzione di trovare un pretesto per far esplodere la violenza, avvalorata già dal semplice fatto di uscire di casa con una pistola in tasca.

Poi l’ultima drammatica scena raccontata da un’altra testimone: “Ho visto Santo alzare la maglietta e mostrare il buco che aveva al petto”.

La fidanzata e gli amici, intanto, negano la versione fornita dal legale del 17enne: Santo è la vittima, non aveva aggredito nessuno, non ci sarebbe stato nessun pestaggio e nessuna spallata da parte sua. Avrebbe compiuto un gesto con la mano come per lanciare qualcosa (senza lanciare di fatto nulla). E in nessun caso il gesto folle di premere il grilletto di una pistola contro un ragazzo di 19 anni sarebbe giustificabile ed è assurdo che si faccia passare come una “reazione di difesa”.

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Casoria, finiscono a coltellate per le damigiane di vino: arrestate due persone

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Dalle parole ai fatti il passo è stato breve.

Al centro della contesa – iniziata a parole e poi finita a coltellate e a colpi di spranga – la proprietà di alcune damigiane di vino.

Due uomini, si tratta di due cognati, finscono in manette; altri due uomini (altri due cognati) e una donna, che è la sorella di due dei contendenti, finiscono in ospedale.
La vicenda è accaduta a Casoria, nel Napoletano.

I protagonisti, tutti incensurati, hanno rispettivamente 61, 66, 56 e 65 anni gli uomini, mentre la donna ha 58 anni. La controversia nasce poco prima di cena. Al centro della lite la proprietà di alcune damigiane di vino. Non si arriva a una soluzione sul problema fiaschi e la discussione sfocia nel sangue. Poco prima dell’arrivo dei carabinieri i quattro cognati se le danno di santa ragione e interviene anche la donna.
Il 61enne afferra un coltello e sferra due fendenti nel fianco del cognato 56enne. Il terzo cognato – il 66enne – impugna una spranga in ferro e colpisce alla testa il quarto parente, il 65enne.
Durante la lite viene ferita anche la donna, per lei un braccio fratturato.

I feriti ne avranno per 30 e 10 giorni. Le armi sono state sequestrate mentre i due assalitori sono stati arrestati. Gli indagati devono rispondere di tentato omicidio e sono stati trasferiti in carcere.

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