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POLITICA

IL PELO NELL’UOVO – Sanità, De Luca al contrattacco

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Vincenzo De Luca non ha un bel carattere, questo lo sanno tutti addetti ai lavori e no, ma una cosa però la dobbiamo dire con una certa dose di onestà intellettuale, la sua frase “si parla delle formiche in ospedale a Napoli, a Brescia muoiono bambini e tutti zitti”, a mio giudizio è sacrosanta. La malasanità è un problema che riguarda l’Italia intera non solo Napoli ed è giusto sottolinearlo. Noi napoletani siamo in quanto  ad esagerazioni e autolesionismo, non abbiamo eguali nel mondo e riguarda ogni aspetto, dal calcio alla politica. Sulla Sanità, a parte la gravità dei problemi che esistono e sono un fatto, si gioca una guerra davvero di basso profilo. Sicuramente il grado di fatiscenza di alcune strutture sanitarie è sotto gli occhi di tutti, il sistema sanitario quasi fallito, ma la colpa di tutto ciò ricade sul Governatore della Campania, oggi anche Commissario alla Sanità, qualcuno ha dimenticato quanto è pesata anche sulla salute la stretta finanziaria del Governo Monti? Lo spreco di denaro pubblico per la spesa sanitaria in Campania è stato enorme, come in tutta Italia ma ha riguardato trent’anni di cattiva gestione. SI è passati dalla Cassa mutua alle Usl, dalle Usl alle ASL, dalle ASL alle Macro Asl e oggi da Caivano per alcuni servizi bisogna recarsi a Pozzuoli e viceversa.

Spesso abbiamo visto alla televisione o letto sui giornali nazionali di Protesi scadenti, valvole cardiache difettose, eutanasie o per meglio dire omicidi perpetuati ai danni di pazienti inermi, malattie esantematiche e virus impossibili da individuare che hanno determinato diffusione e morte. Scandali di ogni genere che hanno investito tutte le regioni, le loro strutture da quelle di eccellenza ai piccoli Ospedali, Lombardia in testa. La responsabilità di tali nefandezze è ricaduta sui responsabili o sui governi regionali? Inutile dare risposta, quella dei De Luca è quella migliore. Che cosa avrebbe dovuto fare il governatore campano, da Commissario, non dimentichiamolo solo da due anni, se non avviare una profonda ristrutturazione degli Ospedali in regione, dalla fatiscenza dei reparti all’assunzione di personale? Alla sua prima legislatura regionale, il governatore De Luca, ha avuto davvero poco tempo a disposizione per invertire il fenomeno, per meglio dire capovolgerlo. Intanto interviene lo Stato, il governo nazionale nella persona del Ministro Grillo che ritiene incompatibile l’incarico di Commissario e Governatore perché il controllato non può essere controllore, nasce il dubbio dei precedenti nove anni al governo De Luca. I mali della Sanità in Campania sono riguardano sicuramente sprechi e cattive gestioni, ma anche il numero di abitanti distribuiti in una provincia davvero modesta per estensione, ha fatto la sua parte. Interi reparti rimossi da tante strutture, il blocco delle assunzioni ha determinato l’incapacità di scorrere graduatorie, assumere personale medico e paramedico e su tutto i tagli spaventosi alla spesa sanitaria da parte dello Stato. Personalmente ho subito un piccolo intervento nel settembre 2017 al San Giovanni Bosco, posso solo plaudire a coloro che lì ci lavorano in condizioni davvero difficili, dal Pronto soccorso ai reparti. Quante minacce e aggressioni a operatori sanitari, in un Ospedale nato in una zona “difficile”, che da anni vive lo sfacelo sanitario nazionale e regionale da struttura di confine. Turni lavorativi del settore ai limiti dell’umana sopportazione per straordinari e reperibilità e certo la situazione non è migliore nelle altre strutture cittadine, da quelle collinari all’Ospedale del Mare che dovrebbe dare respiro. In provincia, la situazione è davvero grave se si pensa ai tanti reparti che sono stati eliminati. Si pensi a ciò che ci riguarda, l’Ospedale San Giovanni di Dio che serve una platea di quattrocentomila utenti, per una struttura davvero modesta, basta vivere il Pronto soccorso dell’ospedale di Pardinola per rendersene conto. Certo se si gira la regione Campania, non si può dire lo stesso degli ospedali delle altre province, tuttalpiù alle prese con lotte per evitare problemi di chiusura, sempre per rispettare altri tagli alla Sanità da parte del governo nazionale. Capita poi di legger in fb di una signora malata terminale dimessa dall’Ospedale Cardarelli e alla quale si attiva una procedura di assistenza nella propria abitazione, servizio A.D.I. Dal 4 gennaio al sette non c’è ombra e dopo varie sollecitazioni il marito della signora è costretto a rivolgersi ai carabinieri che gli consigliano l’assistenza di un avvocato. Chiaramente i soldi non ci sono si va dagli assistenti sociali per l’ultima spiaggia. Tutto questo mentre si vede un proprio caro arrivare alla propria fine senza nemmeno poter somministrare le due dosi giornaliere antidolorifiche.

Si potrebbe parlare all’infinito e se è il caso, lo faremo ma, non bisogna sempre cercare il pretesto per una polemica che riguarda in primis la stretta economica da parte dello Stato. Ci auguriamo che il governo del cambiamento adotti misure per rilanciare il walfare, in particolare in campo sanitario e che soprattutto non apra un fronte di guerra con i governatori regionali, in primis De Luca che, non dimentichiamo per dieci anni, è stato giudicato tra i migliori sindaci italiani nella sua Salerno. Scompaiano le formiche dal San Giovanni di Dio, come tanti altri problemi di malasanità in Campania e in Italia. Cercare il pelo nell’uovo è il modo migliore per aprire polemiche e non risolvere i problemi. Aspettiamo la nomina del nuovo Commissario della Sanità in Campanai, anche se la nomina di un Assessore autorevole, magari esperto di sanità, a mio giudizio, sarebbe stata una scelta più opportuna.

gianni bianco

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POLITICA

Nomine Ue, il Pd: “Auguri a Raffaele Fitto, ma noi mai con i nazionalisti”

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Il responsabile Esteri del Pd, Peppe Provenzano, nell’Aula della Camera ha augurato buon lavoro a Raffaele Fitto in Ue rimarcando al contempo che “nessuna apertura politica ci potrà essere per noi in quella commissione a nazionalismi in Ue”.

Provenzano ha quindi invitato ad un “approfondimento” politico su quanto affermato da Fitto, sostenendo che “i toni trionfalistici di Foti (il capogruppo di FdI alla Camera che aveva parlato di vittoria dell’Italia e di Meloni, ndr) sono “smentiti”.

“In audizione Fitto ha contraddetto tutte le posizioni politiche portate avanti da questa maggioranza” affermando “l’impegno a perseguire l’interesse europeo non solo secondo i trattati ma anche secondo le linee guida presentate a luglio da von der Leyen” per esempio nella “difesa del green deal da possibili arretramenti”, ha aggiunto.

“Nell augurare buon lavoro a Fitto con l’auspicio che” faccia “il commissario europeo” in modo “migliore” di come ha fatto “il ministro, ritengo che tutti insieme – e il Pd lo farà – dovremo impegnarci pertanto a provare a portare avanti un processo di integrazione”, ha affermato il dem. 

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Dal Mondo

Corte penale internazionale: mandato di arresto internazionale per Netanyahu per ‘crimini di guerra’

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La Camera preliminare I della Corte penale internazionale ha emesso mandati di arresto per il premier israeliano Benyamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant nell’ambito della guerra a Gaza “per crimini contro l’umanità e crimini di guerra” commessi almeno dall’8 ottobre 2023 fino ad almeno il 20 maggio 2024, giorno in cui la Procura ha depositato le domande di mandato di arresto”, riferisce una nota parlando di “un attacco diffuso e sistematico contro la popolazione civile di Gaza”.

La Camera preliminare I della Corte penale internazionale “ha emesso all’unanimità un mandato di arresto per Mohammed Diab Ibrahim Al-Masri, comunemente noto come Deif”, il capo militare di Hamas che Israele ritiene di aver ucciso in un bombardamento sulla Striscia di Gaza lo scorso luglio.

Lo si legge in una nota della Corte la quale spiega che, dopo ulteriori richieste di informazioni a Israele e Palestina, la Camera preliminare “non è in grado di stabilire se Deif sia stato ucciso e sia ancora in vita”. Pertanto, ha emesso il presente mandato d’arresto contro Deif “per presunti crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi sul territorio dello Stato di Israele e dello Stato di Palestina almeno dal 7 ottobre 2023”. La nota ricorda inoltre che la Procura aveva chiesto anche l’arresto di “altri due importanti leader di Hamas, vale a dire Ismail Haniyeh e Yahya Sinwar”, ma le richieste sono state ritirate “dopo la conferma della loro morte”. “L’accusa – prosegue la nota – continua a indagare sui crimini nel conflitto in corso e prevede che verranno presentate ulteriori domande di mandato d’arresto”.

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Il nuovo Codice della strada è legge: come cambiano regole e sanzioni

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Il nuovo Codice della Strada è legge. Entrerà in vigore nelle prossime settimane, dopo la promulgazione del Presidente della Repubblica e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Ma intanto il testo ottiene il via libera del Senato, dopo quello della Camera del 27 marzo scorso.

Cavallo di battaglia del vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, il rinnovato CdS aggiorna le regole approvate nel 1992 con una serie di novità, che vanno dalla stretta alla guida sotto effetto di alcol e droghe a quella sull’uso dei telefoni in auto, passando per i nuovi limiti di velocità o ai neopatentati, ma non solo.

GUIDA IN STATO DI EBREZZA:
– se il tasso alcolemico è compreso tra 0,5 e 0,8 g/l si riceve una sanzione tra 573 e 2170 euro, con la sospensione della patente da 3 a 6 mesi.
– se il tasso alcolemico è compreso tra 0,8 e 1,5 g/l si è puniti con la doppia sanzione, detentiva e pecuniaria, con la sospensione della patente da 6 mesi a 1 anno.
– se il tasso alcolemico è superiore a 1,5 g/l la contravvenzione è punita con una sanzione detentiva e pecuniaria e sospensione della patente da 1 a 2 anni.

CELLULARI:
– la sanzione per chi guida con lo smartphone andrà da un minimo di 250 euro a un massimo di 1000 euro.
– la sospensione della patente può arrivare a tre mesi e si aggiunge la decurtazione da 8 a 10 punti.
– mini sospensione automatica della patente per chi viene sorpreso al volante con lo smartphone in mano.

DROGHE, VELOCITÀ E ANIMALI:
– per chi risulterà positivo ai test anti-droga scatterà la revoca della patente e la sospensione di tre anni
– sanzione da 173 a 694 euro a chiunque superi di oltre 10 km/h e di non oltre 40 km/h i limiti massimi di velocità
– revoca e sospensione della patente da sei mesi ad un anno per chi abbandona gli animali in strada. Inoltre si rischiano fino a sette anni di carcere se questo causa un incidente con morti e feriti.

MONOPATTINI:
devono essere dotati di assicurazione, targa e frecce, ed è obbligatorio l’uso del casco. Inoltre, si potrà circolare con i monopattini solo sulle strade urbane con limiti sotto i 50 km/h e non più sulle piste ciclabili e nelle isole pedonali.

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