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Caivano

Per il governo pentaleghista è meglio avere un popolo prono che giornalisti puttane

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CAIVANO – È andata in scena ieri sera nella villa comunale “Falcone Borsellino” l’ennesima farsa che accompagna l’ancora più eclatante cosiddetta “Terra dei Fuochi”. Il governo pentaleghista ieri pomeriggio in quel di Caserta ha firmato un nuovo protocollo dal titolo “Mai più terra dei Fuochi”, almeno nel titolo si è avuto un po’ di fantasia, perché nel resto del redatto, almeno per quello che si è capito, non c’è nessuna misura straordinaria per arginare il fenomeno dei roghi tossici. Ma veniamo ai fatti.

Nel pomeriggio, non si sa perché e non si sa il per come, ad illustrare il fenomeno della Terra dei Fuochi al Premier e ai ministri presenti c’era Aurora, la bambina affetta da una grave patologia neoplastica, ricoverata per questo anche in America, tanto è complicata la sua prognosi e l’onnipresente don Maurizio Patriciello. Insomma, nulla togliendo alle sofferenze della piccola e all’impegno, anche discusso, del parroco di perfireria. Ma se proprio vogliamo parlare di cambiamento o di soluzioni prossime, ci si aspetta un convegno fatto insieme a tecnici, ingegneri ambientali, ricercatori e oncologi. Ma niente. La nostra vituperata terra, ancora una volta è rappresentata da un prete che per farsi ascoltare racconta la vita martoriata dei piccoli malati di tumore, in barba a quelle che possono essere le connessioni e cause tra inquinamento e malattie neoplastiche.

Come gli altri, anche questo governo, resta lì inerte ad ascoltare un prete che di incidenza tumorale, per la stessa natura del suo ruolo, non ci capisce una beata mazza. Ancora una volta il mio popolo sottomesso e quasi lobotomizzato dalle chiacchiere di uno che in tanti anni di “lotta”, assecondando sempre gli stessi metodi, ha dimostrato più volte di fallire, non riesce a gridare giustizia a gran voce, non riesce a liberarsi da quella morsa di sciacalli che hanno ridotto la Campania Felix in Terra dei Fuochi, chiedendo la soluzione del problema a chi l’ha causato.

Come tutti gli italiani, anche i caivanesi dimenticano in fretta, infatti i presenti ieri in villa comunale hanno dimenticato che chi ha “inventato” la famosa balla dei rifiuti intombati era proprio lì sul palco a promettere che a tutti gli inquinatori gli sarà tolto l’intero patrimonio. Che bello! Quando ascoltiamo che qualche ricco s’impoverirà per mano nostra riconosciamo quest’ultimo evento come la panacea di tutti i mali. I caivanesi hanno dimenticato che il Ministro Costa, allora generale della guardia forestale, dopo le dichiarazioni – ancora da dimostrare veritiere – del mafioso Carmine Schiavone, fece sequestrare inutilmente 13 pozzi e 21 terreni agricoli caivanesi, facendo finire sul lastrico l’intera filiera agricola caivanese.

I pozzi nel 2016 vengono dissequestrati perché poi si scopre che l’acqua contiene normali valori rispetto alla zona vulcanica in cui abitiamo e da allora le inchieste aperte sulla base delle confessioni di Schiavone si archiviano con la stessa facilità con cui si sono aperte. Il boss, prima di morire d’infarto, in un monologo TV disse di votare Movimento 5 Stelle, la «salvezza dell’Italia».

Un solo filo collega gli interpreti che erano lì sul palco ieri sera: il fatto che la gente gli creda. La gente purtroppo crede ai preti, ai bibitari, ad un generale di guardia forestale, a gente che prima ad ora non si sa che mestiere facesse e non dà credito a scienziati, ricercatori, agronomi, biologi, nutrizionisti e ingegneri ambientali che da anni gridano ad alta voce quale sia il vero problema della “Terra dei Fuochi”.

Dal palco della villa comunale di Caivano, il vice premier Luigi Di Maio, con tanto di demagogia applicata grida a gran voce che la panacea di tutti i mali è la raccolta differenziata e che i cittadini che la praticheranno saranno premiati con sconti sulla Tari. Peccato che Giggino Di Maio è arrivato a Caivano quando qualcuno ha pensato bene di farla luccicare in occasione del suo arrivo, se no si sarebbe subito accorto che i cumuli di immondizia lasciati per strada sono solo la punta dell’iceberg al problema. Problema che un popolo pigro come quello caivanese non vuole risolvere.

Peccato che chi dovrebbe informare Di Maio dei problemi di Caivano non capisce una mazza di politica, se no il vice premier sarebbe venuto ieri sera consapevole del fatto che malgrado il pallottoliere nuovo di zecca comprato dal Commissario prefettizio, a Caivano nessuno riesce a fare i conti sulla Tari. Se chi dovrebbe informare Di Maio sui nostri problemi capiva almeno una ceppa – per restare in tema – di politica, il rampollo pomiglianese avrebbe saputo che a Caivano c’è una ditta che opera da “secoli” in regime di proroga illegittima e che non si firmano i cotratti per chissà quale mistero di Fatima e allora domando al nostro Ministro del Lavoro: “Caro Giggino Di Maio, mi spieghi tu secondo quali regole e basandomi su quali contratti, dovrei calcolare la cifra da far risparmiare ai cittadini virtuosi? Ammesso che per Caivano ne trovi qualcuno“.

A me piaceva tanto una massima che recitava l’ormai “fuggitivo” Di Battista: “Un cittadino informato è un cittadino sovrano”. Ecco diciamo pure, col senno di poi, che ai ministri accorsi ieri ha fatto fin troppo comodo trovare cittadini disinformati, perché così han potuto ripetere le stesse cose ripetute dai governi precedenti nel 2008 e nel 2013. E a chi ha cercato risposte intelligenti come il povero Ciro Pisano presidente dell’Ass. Cittadini Liberi, nonché direttore del blog “A voce Alta” gli sono stati riservati spintoni, fischi, contestazioni e la segnalazione alle forze dell’ordine presenti. Ecco, questo è il governo del cambiamento, quello di gattopardiana memoria.

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Caivano

CAIVANO. La Sottosegretaria Pina Castiello e la sua famiglia raggiunti da avvisi di riscossione coattiva per evasione tributaria.

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CAIVANO – Dopo le indiscrezioni nate da queste pagine sul presunto abuso edilizio del Ranch di proprietà della sottosegretaria al Consiglio dei Ministri Pina Castiello e dei suoi fratelli, e della totale assenza di iscrizione a ruolo nel registro dei Tributi dal punto di vista IMU e Tari, grande lavoro di controllo è stato fatto dal settore Finanze e Tributi, compulsato anche dal Commissario prefettizio Filippo Dispenza.

Avviati, ovviamente, opportuni controlli a 360° sull’intera popolazione, l’attuale Amministrazione prefettizia è venuta a conoscenza che l’intero importo di evasione tributaria a Caivano ammonta a circa sei milioni di euro. Un gruzzoletto che, se tutti i cittadini caivanesi pagassero regolarmente i tributi, darebbe enormi vantaggi economici alla comunità, nonché anche disponibilità di cassa per lavori di manutenzione ordinaria e straordianaria.

I controlli effettuati, così come per legge, hanno riguardato gli ultimi cinque anni per quanto riguarda l’evasione IMU e TARI e gli ultimi due anni per quanto riguarda il servizio di fornitura idrica.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, di questi circa sei milioni di euro di tributi evasi, si registrano gli avvisi di riscossione coattiva di un importo di circa € 5.500 cad. per un importo complessivo che riguardarebbero le proprietà terriere e immobiliari di via quattrovie e cinquevie, di circa 22mila euro indirizzati alla famiglia Castiello, nelle persone di Pina – l’attuale sottosegretaria di Governo – e gli altri tre fratelli.

Adesso, quanto di buono fatto dal settore Tributi ci aspettiamo lo stesso dal settore Urbanistica e che quanto prima si renda edotta la comunità sulla vera natura di quel villone con piscina.

Da caivanese propongo che questa sia l’unica storia che la sottosegretaria Pina Castiello possa permettersi di raccontare, la prossima volta, in un qualsiasi convegno che affronti il tema della legalità che si organizza a Caivano.

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Caivano

Caso ranch di Pina Castiello. Nel 2003 ultima data utile per il condono, in quell’area non esisteva nulla.

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CAIVANO – I miei ultimi due editoriali sui controlli e la legalità applicati e sbandierati a senso unico alternato, considerando il fatto che a parlare di legalità sul territorio ci sono stati alcuni organi istituzionali che per quanto riguarda alcuni aspetti personali questo grande valore umano se lo sono dimenticati.

Sto parlando della inchiesta (leggi qui e qui) partita da queste pagine e che riguardano la Sottosegretaria al Consiglio dei Ministri con delega al Sud e vicesindaco di Afragola Pina Castiello che durante quest’ultimo anno non ha lesinato le sue presenze al fianco degli stati generali del Governo Centrale in passerelle politiche che come tema, quasi sempre, presentavano l’insegnamento della legalità ai caivanesi, brutti, sporchi e cattivi.

Siccome a nessuno piace prendere lezioni da chi, proprio lezioni non ne può dare, il nostro invito a controllare, dal punto di vista del rispetto delle regole, alcune anomalie che riguardano un immobile di proprietà della Sottosegretaria è stato recepito anche nel comune dove la stessa espleta la carica di vicesindaco.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo dal canto suo il Commissario Prefettizio Filippo Dispenza ci fa sapere che si è subito attivato per vederci chiaro in questa vicenda, mettendo in subbuglio il settore dei Tributi, senza immaginare che dovrebbe mettere sottosopra anche il settore tecnico urbanistica e tra poco spiegherò il perché.

Di tutta questa storia si è occupata anche l’opposizione consiliare del Comune di Afragola che, come si legge dal profilo social del Consigliere Gennaro Giustino, nell’ultima conferenza dei capigruppo ha chiesto al Presidente del Consiglio comunale di Afragola Biagio Castaldo di mettere agli atti l’invito a fornire deduzioni, nel prossimo Consiglio Comunale utile, inerenti i presunti abusi edilizi ed evasione dei tributi legati al ranch di vie Cinquevie da inoltrare alla loro vicesindaca.

Il Consigliere Giustino nel suo post su Facebook scrive: “A scoperchiare il pentolone è la testata “Minformo” che in due articoli pubblicati sul web tira fuori storie di abusi edilizi nella dimora di Pina Castiello a Caivano, tasse evase, procedure burocratiche insabbiate e tanto altro. Incluso i condoni che quella villa di lusso, ex casa colonica, ha usufruito. Eppure, basterrebe utilizzare le aerofotogrammetrie e confrontare lo stato dell’arte alla data di chiusura dell’ultimo condono con quelle successive per capire cosa c’era, cosa e quando è stato realizzato e condonato. Verifica semplice e certa. Questa, però, è un’altra storia.

E sempre nel nome della verità e della legalità ho accolto l’invito del Consigliere Gennaro Giustino ed ho effettuato una ricerca su Google Earth e considerando che con il decreto legge 269 del 2003, successivamente convertito in legge, ha introdotto norme sulla sanatoria degli abusi edilizi e che in attuazione dell’articolo 32 del citato decreto-legge, la regione Campania ha adottato la legge regionale n.10 del 2004, peraltro dichiarata parzialmente illegittima dalla Corte costituzionale con sentenza n. 49 del 2006, ci siamo fatti un giro a ritroso negli anni attraverso lo strumento che ci mette a disposizione l’azienda californiana e abbiamo scoperto che fino al 2003 in quell’area dove oggi sorge una vera e propria reggia con piscina non esisteva nulla.

 

Quindi, il ragionamento è, in una eventuale assenza di permessi di costruire come è stato possibile sanare nel 2003 un manufatto abusivo inesistente? Poi se vogliamo considerare che la legge è stata recepita dalla Regione Campania solo nel 2004, scopriamo che in quella data si scorge solo la costruzione di una casa che ad occhio nudo presenta la metà delle cubature attualmente insistenti su quel terreno e quindi, laddove tale presunto manufatto abusivo sia stato condonato nel 2004, in tempo per il recepimento della legge regionale, quanto meno i sottotetti e la piscina che compaiono solo nel 2007 risulterebbero essere privi di condono sicuramente, perché abbondantemente oltre la data ultima per effettuare eventuale sanatoria.

 

Sarebbe bello scoprire cosa è successo durante questi ultimi 11 anni, sarebbe bello scoprire i nomi dei colpevoli di questo lungo silenzio sulla questione, sarebbe bello scoprire se durante questi anni ci fosse stata una copertura da parte della classe dirigente politica ma sarebbe ancora più importante scoprire il perché gli attuali soggetti politici caivanesi continuano a trincerarsi in questo lungo, colpevole e connivente silenzio sulle illegittimità che riguardano gli attori che hanno disegnato la nostra comunità alla stregua dei narcotrafficanti colombiani. Ma un sussulto di dignità da parte di chi tra pochi mesi si accingerà a vendersi per il difensore di tutti i caivanesi quando?

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Il Governo Meloni svuota il “Decreto Caivano”: tagliati 30 milioni di euro

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Il decreto Caivano prevedeva un fondo di 40 milioni di euro destinato a contrastare la dispersione scolastica, dimostrando l’impegno del Governo nella tutela di bambini e ragazzi vulnerabili alla violenza di strada.
Tuttavia, è emerso che nella Legge di Bilancio il fondo è stato ridotto a poco più di 10 milioni di euro.

Il decreto Caivano era il provvedimento simbolo del Governo Meloni per sostenere i giovani che vivono in quartieri difficili e a rischio criminalità, ma è stato ridimensionato dallo stesso esecutivo nella manovra economica. Nonostante il nome, le misure previste non si limitano al solo comune a nord di Napoli, ma mirano, nelle intenzioni del Governo, a colpire la criminalità minorile in tutto il Paese. Tra le novità, l’introduzione di pene più severe per i genitori che non mandano i figli a scuola, con sanzioni che possono arrivare fino a due anni di reclusione.

Uno degli elementi chiave del decreto Caivano è l’introduzione del Daspo urbano per i minorenni dai 14 anni in su che si siano resi responsabili di episodi di violenza. Questa misura, che vieta l’accesso a determinate aree cittadine, ha visto un’estensione della sua durata massima a due anni, rispetto al limite precedente.

Sul fronte della giustizia minorile, il decreto modifica le disposizioni relative al carcere preventivo, riducendo da nove a sei anni la soglia per l’applicazione della custodia cautelare per i minori. Inoltre, vengono previste sanzioni più severe per gli adolescenti di almeno 14 anni trovati in possesso di droga o armi, con l’obiettivo di rafforzare il contrasto alle attività criminali tra i giovani.

Per i minorenni colpevoli di reati che prevedono una pena massima di cinque anni, il decreto Caivano introduce un percorso di definizione anticipata della pena, che prevede l’impegno in lavori socialmente utili o attività benefiche a titolo gratuito. Questa misura è nota come “messa alla prova”. La sua attivazione è disposta dal Pubblico Ministero, in accordo con i genitori e con il parere dei servizi minorili, per una durata variabile tra uno e sei mesi.

Tagli che risultano in netto contrasto non solo con le promesse fatte in occasione del decreto Caivano, ispirato al Comune teatro di una violenza sessuale su due cugine minorenni, ma anche con le drammatiche cronache di questi giorni.
“Una scelta che rivela la volontà del Governo di azzerare gli investimenti nell’istruzione e di considerare il Sud un peso”, affermano Irene Manzi e Marco Sarracino del Pd. “L’ennesimo omicidio dimostra invece l’urgenza di un piano straordinario per l’assunzione di più assistenti sociali e insegnanti”, sottolinea Sandro Ruotolo della segreteria Pd.

Il centrodestra, invece, contrattacca accusando i dem: “Il finto buonismo della sinistra, che governa Napoli e la Campania, è uno dei fattori che ha contribuito a questa deriva”, afferma Severino Nappi, capogruppo della Lega in Campania. Fratelli d’Italia continua a lodare il decreto Caivano: “Con questa iniziativa abbiamo gettato le basi per recuperare tanti ragazzi”, sostiene il senatore Sergio Rastrelli.

Tuttavia, nella legge di bilancio, gran parte delle risorse previste dal decreto sono state ridotte.

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