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NAPOLI. Statale Vesuvio, M5S: lavori e caos traffico

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NAPOLI –  Il senatore del Movimento 5 Stelle Francesco Urraro e il consigliere regionale della Campania del Movimento 5 Stelle Luigi Cirillo hanno denunciato:  “Da anni, attraverso le nostre battaglie e i nostri atti istituzionali, invochiamo un’accelerata alla conclusione dei tanti cantieri di lavoro presenti sulla statale 268 e quindi la completa riapertura di un’arteria che serve un’utenza vastissima, tenuto conto che coniuga l’area vesuviana con il salernitano e funge da raccordo con l’autostrada”. 

“E’ paradossale la scarsa attenzione manifestata verso un’arteria che ogni anno ci consegna un autentico bollettino da guerra per il numero di vittime per incidenti stradali – ha sottolineato Urraro – ed infatti all’incontro che avrò con i vertici Anas porrò al centro proprio il tema della sicurezza della circolazione sulla statale 268”.

“Già nel mese di giugno 2017 il tratto Somma Vesuviana- Cupa Di Nola ad Ottaviano in entrambe le direzioni fu interdetto per lavori che sarebbero dovuti proseguire per 5 mesi ma che si sono protratti per tutto il 2018 e all’annuncio della nuova chiusura siamo preoccupati di fronte a una situazione che è oramai divenuta insostenibile a causa dell’incertezza sulla definitiva ultimazione di tutti i lavori.

In risposta a una nostra interrogazione del marzo scorso, dalla giunta regionale della Campania ci avevano informato che la riapertura era stata riaggiornata al maggio 2018″, ha spiegato Cirillo. “Sono trascorsi quattro mesi da quella data, ma il cantiere resta ancora aperto. Un problema che sta investendo tutto il territorio vesuviano, rispetto al quale invochiamo una pronta soluzione in tempi certi”, hanno concluso.

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Cronaca

Truffe ad anziani in tutto il Sud Italia, sgominata la centrale dei “finti carabinieri”

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Maxi operazione dei Carabinieri nel cuore di Napoli, dove i militari del Comando provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dei colleghi partenopei, hanno sgominato una ‘centrale delle truffe’, con base operativa nei pressi di Porta San Gennaro, ma che operava in tutto il Sud Italia.

L’operazione è stata avviata dai Carabinieri di Reggio Calabria grazie a una segnalazione su una truffa avvenuta lo scorso maggio a San Giorgio Morgeto, piccolo centro della provincia di Reggio Calabria. Nei guai due pregiudicati che, utilizzando l’ormai consueto metodo del ‘falso carabiniere’, avevano raggirato un’anziana signora, invalida al 100%, convincendola a consegnare tutti i gioielli che custodiva in casa.

Per persuaderla, avevano inscenato un falso incidente stradale in cui sarebbe stato coinvolto il nipote, e avevano richiesto una finta cauzione per evitare l’arresto del giovane. Spaventata e preoccupata per il nipote, la donna ha ceduto i suoi preziosi, ricordi di una vita, per un valore stimato superiore ai 40mila euro.

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Cronaca

Droga e telefonini in carcere, beccati i corrieri

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Stamane è in corso un’operazione della Polizia a Napoli, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale partenopeo, su richiesta dalla Procura. Quindi sono 12 le persone ritenute, a vario titolo, gravemente indiziate dei reati associativi di traffico di droga e l’accesso indebito di cellulari per i detenuti. I reati scoperti sono aggravati dal metodo mafioso.

Lo scorso settembre il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha tenuto una conferenza stampa in seguito al blitz contro i clan casertani. “I detenuti continuano a comunicare dal carcere, a mandare video di feste e compleanni, riescono a comunicare tra di loro e quando ho proposto di comprare i jammer almeno nelle carceri di alta sicurezza, non sono stato ascoltato, mi hanno detto che fanno male alla salute“. Gli jammer sono inibitori di segnale che costano ognuno 60mila euro.

Mi è stato detto – ha aggiunto il magistrato calabrese – che la penitenziaria deve comunicare con il telefonino, mi risulta invece che c’è un telefono con il filo per chiamare i superiori e gli uffici. Non avendo preso provvedimento seri, per ora vengono usati in alcune carceri l’inibizione dei droni anche se poi nella realtà sono già stati usate anche delle contromisure per inibire gli inibitori di droni“.

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Cronaca

“Renà non mi lasciare”, le ultime parole di Arcangelo Correra

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Prima di perdere i sensi avrebbe detto “Renà non mi lasciare”, Arcangelo Correra, il 18enne morto sabato scorso in ospedale dopo essere stato ferito a morte alla testa da un colpo di pistola esploso dall’amico Renato Caiafa di 18 anni che, a suo dire, stava maneggiando una pistola trovata poco prima sulla ruota di una macchina parcheggiata.
Il giovane ha voluto riferire la circostanza stamattina nel corso dell’udienza di convalida del fermo emesso dalla Procura di Napoli (pm Capasso) e notificato dalla Polizia di Stato; fermo che poco fa il gip non ha convalidato disponendo comunque la detenzione in carcere per l’indagato.

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