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NAPOLI. Saiello (M5S):”L’azienda non può più continuare a fuggire”

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NAPOLI – Il capogruppo del Movimento 5 Stelle in consiglio regionale Gennaro Saiello ha dichiarato: “L’assenza della proprietà Doria al tavolo istituzionale di ieri in Consiglio regionale, a cui ha preso parte il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, definisce l’assoluta ipocrisia di una certa imprenditoria. Industriali pronti a invocare e ad approfittare di aiuti di Stato paventando piani industriali a lunga scadenza e ampie garanzie di mantenimento dei livelli occupazionali, per poi fuggire via a gambe levate in una direzione quasi sempre a senso unico dal Sud verso il Nord, chiudendo ogni forma di dialogo con quello stesso Stato che per anni gli ha teso una mano.

Il sito Doria di Acerra non è soltanto un insediamento produttivo, quanto un brand legato a una comunità e che la stessa comunità acerrana ha contribuito a rendere grande. Non c’è ragione di natura economica che spinge la Doria a smantellare l’insediamento di Acerra. Per questo come Movimento 5 Stelle continueremo a batterci per scongiurarne la chiusura, fiduciosi di raggiungere un risultato e certi che, grazie all’interessamento in prima persona del ministro Di Maio, si possa finalmente avere un’interlocuzione con l’azienda che nei prossimi giorni sarà nuovamente convocata al Mise”.

“Al sito Doria di Acerra – ha precisato Saiello – non è legato solo il destino di 67 famiglie, ma quello di un’intera comunità. Esprimiamo la nostra solidarietà ai lavoratori che in queste ore stanno manifestando per impedire la chiusura dello stabilimento, il cui grido di allarme è stato raccolto dal nostro Governo, assieme a quello centinaia di lavoratori campani coinvolti in tante altre vertenze. Il nostro impegno non sarà teso soltanto a tutelare i livelli occupazionali, ma soprattutto a impedire lo smantellamento e la delocalizzazione di aziende e multinazionali i cui affari sono cresciuti grazie alle professionalità e all’opera di lavoratori esperti di questa regione”.

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Cronaca

Truffe ad anziani in tutto il Sud Italia, sgominata la centrale dei “finti carabinieri”

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Maxi operazione dei Carabinieri nel cuore di Napoli, dove i militari del Comando provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dei colleghi partenopei, hanno sgominato una ‘centrale delle truffe’, con base operativa nei pressi di Porta San Gennaro, ma che operava in tutto il Sud Italia.

L’operazione è stata avviata dai Carabinieri di Reggio Calabria grazie a una segnalazione su una truffa avvenuta lo scorso maggio a San Giorgio Morgeto, piccolo centro della provincia di Reggio Calabria. Nei guai due pregiudicati che, utilizzando l’ormai consueto metodo del ‘falso carabiniere’, avevano raggirato un’anziana signora, invalida al 100%, convincendola a consegnare tutti i gioielli che custodiva in casa.

Per persuaderla, avevano inscenato un falso incidente stradale in cui sarebbe stato coinvolto il nipote, e avevano richiesto una finta cauzione per evitare l’arresto del giovane. Spaventata e preoccupata per il nipote, la donna ha ceduto i suoi preziosi, ricordi di una vita, per un valore stimato superiore ai 40mila euro.

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Cronaca

Droga e telefonini in carcere, beccati i corrieri

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Stamane è in corso un’operazione della Polizia a Napoli, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale partenopeo, su richiesta dalla Procura. Quindi sono 12 le persone ritenute, a vario titolo, gravemente indiziate dei reati associativi di traffico di droga e l’accesso indebito di cellulari per i detenuti. I reati scoperti sono aggravati dal metodo mafioso.

Lo scorso settembre il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha tenuto una conferenza stampa in seguito al blitz contro i clan casertani. “I detenuti continuano a comunicare dal carcere, a mandare video di feste e compleanni, riescono a comunicare tra di loro e quando ho proposto di comprare i jammer almeno nelle carceri di alta sicurezza, non sono stato ascoltato, mi hanno detto che fanno male alla salute“. Gli jammer sono inibitori di segnale che costano ognuno 60mila euro.

Mi è stato detto – ha aggiunto il magistrato calabrese – che la penitenziaria deve comunicare con il telefonino, mi risulta invece che c’è un telefono con il filo per chiamare i superiori e gli uffici. Non avendo preso provvedimento seri, per ora vengono usati in alcune carceri l’inibizione dei droni anche se poi nella realtà sono già stati usate anche delle contromisure per inibire gli inibitori di droni“.

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Cronaca

“Renà non mi lasciare”, le ultime parole di Arcangelo Correra

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Prima di perdere i sensi avrebbe detto “Renà non mi lasciare”, Arcangelo Correra, il 18enne morto sabato scorso in ospedale dopo essere stato ferito a morte alla testa da un colpo di pistola esploso dall’amico Renato Caiafa di 18 anni che, a suo dire, stava maneggiando una pistola trovata poco prima sulla ruota di una macchina parcheggiata.
Il giovane ha voluto riferire la circostanza stamattina nel corso dell’udienza di convalida del fermo emesso dalla Procura di Napoli (pm Capasso) e notificato dalla Polizia di Stato; fermo che poco fa il gip non ha convalidato disponendo comunque la detenzione in carcere per l’indagato.

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