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FRATTAMAGGIORE. La montagna PD ha partorito il topolino. Da maxi emendamento al bilancio a questua per la parrocchia

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FRATTAMAGGIORE – La montagna ha partorito il topolino. O meglio, il Pd ha partorito il topolino. Lo abbiamo raccontato nei giorni scorsi descrivendo l’azione annunciata dai consiglieri del Pd più altri, sul bilancio, come un’opportunità di rilanciare il dibattito politico e la partecipazione proprio in aula durante il consiglio convocato per dopodomani (venerdì).

Il gruppo consiliare del Pd ha annunciato emendamenti di ampio respiro capaci di stravolgere la programmazione dell’amministrazione. Un gesto carico di significato programmatico e soprattutto politico. Perché andare in aula e prendere atto che il partito del sindaco stravolge il bilancio del sindaco e dei suoi assessori avrebbe aperto una crisi non solo amministrativa ma anche di contenuto.

Tanti annunci, venti di guerra, riunioni e alla fine cosa accade? Che tutto si riduce a rimpinguare lo stanziamento sui pacchi alimentari agli indigenti con ulteriori 2mila e 500 euro e poi a donare 30mila euro a don Sossio in occasione del Giubileo.

Il sindaco ne ha stanziati 10, una cifra congrua verificato che non c’èn cartellone di eventi da finanziare. Deicimila euro sono il giusto. Al netto del merito, la domanda questa mattina sul Municipio tra consiglieri, assessori, addetti ai lavori e amministratori era la stessa: possibile che il maxi emendamento al bilancio del Pd, questa grande azione del Pd non è riuscita ad andare oltre i 20mila euro alla chiesa e 2mila e 500 euro in più sui pachi alimentari?

Un autogol clamoroso che dimostra l’incompetenza o, nella migliore delle ipotesi, lo scarso impegno dei democrat. In sintesi, hanno voluto dare un segnale di dissenso al sindaco, fondato sui numeri, senza sprecare tempo sulla programmazione di ampio respiro. Hanno dimostrato che l’obiettivo non era migliorare il bilancio ma utilizzare il bilancio per dare una prova di forza numerica al sindaco finalizzata alla richiesta di poltrone. Tutto qui.

Il Pd ha perso un’altra occasione per dimostrarsi un grande partito. Invece resta un partito foriero di una grande espressione di un’azione politica piccola piccola. Nessuno riesce a credere che un ex sindaco del tenore di Francesco Russo che si mette alla guida di dieci, undici e forse dodici consiglieri comunali, riesca a proporre in un documento di programmazione finanziaria solo 20mila euro in più per don Sossio e 2mila e 500 euro per i pacchi alimentari.

Comprendiamo il corto circuito che il Pd vuole dare con un segnale di forza e di dissenso al sindaco scegliendo il bilancio per farlo, bisognava puntare sul suo stravolgimento in aula? In tutto questo ci sono consiglieri del Pd che puntano a cambiare il bilancio votato dai loro stessi assessori di riferimento. Quando la politica non poteva fare a meno della serietà, prima di un’azione politica di dissenso come questo, i promotori facevano dimettere i loro rappresentanti dall’esecutivo.

Invece adesso con la “nouvelle politique” inaugurata a Frattamaggiore, con una mano si tenta lo schiaffo e con l’altra si elemosina. Con una mano si sventola la bandiera della legalità e con l’altra la si butta nel sottobosco. Ovviamente il discorso è generale. Molti speravano in questa azione eclatante del Pd che si è rivelata davvero irrisoria, poca roba.

Immaginate, come da indiscrezioni raccolte da Minformo, se nemmeno tutti i firmatari dovessero votare quegli emendamenti. Sarebbe una debacle totale dalla quale difficilmente i democrat riusciranno ad alzarsi. Volevano depotenziare il sindaco mentre l’unico che esce ed uscirà rafforzato da questa giostra sarà solo Marco Del Prete. Se li ritroverà davanti alla sua porta ad elemosinare posti di assessore. E se questo è, c’era bisogno di fare tutto questo inutile baccano?
Venerdì in aula vedremo come andrà a finire. “Minformo” ovviamene vi terrà aggiornati.

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Frattamaggiore

FRATTAMAGGIORE. Ancora scontro nel Pd ma la “bomba” arriva dall’Urbanistica

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FRATTAMAGGIORENello Rossi, consigliere del Pd e riferimento di tre consiglieri comunali, Raffaele Parolisi, Luigi Vitale e Giuseppe D’Ambrosio, è uscito allo scoperto con un post su “Facebook” e ha rimarcato la posizione del suo gruppo: erano pronti ad andare in aula e votare gli emendamenti, così come deciso da tutto il gruppo del Pd. Insomma, ci ha tenuto a sottolineare che chi ha “tradito” il percorso definito durante la riunione democrat sono stati gli altri. Non certo loro. Confermando tutto quanto “Minformo” abbia raccontato nei giorni scorsi.

Adesso, quindi, è il momento di tirare la linea di demarcazione proprio per mettere allo scoperto doppiogiochisti e consiglieri interessati solo alle poltrone e alle prebende ad personam. Portarli allo scoperto perché rappresentano zavorre per l’Amministrazione e per nascondere i loro interessi hanno per anni riempito di fango gli stessi colleghi della maggioranza. Vedremo cosa accadrà perché entro due settimane, questo è stato deciso durante l’ultima riunione dei superstiti democratici, si tira la linea. O si trova una quadra innanzitutto sulla gerarchia e sui ruoli, presenti e futuri, oppure ci sarà il rompete le righe ed ognuno andrà avanti per la propria strada.

Intanto, da verifiche approfondite rispetto alle indiscrezioni che la stampa continua legittimamente a riportare sui movimenti dei politici e dei partiti, quello che si registra, notizia verificata, resta la totale estraneità di Luigi Grimaldi a tutti i processi di costruzione delle coalizioni. Al momento l’ex presidente del Consiglio è totalmente disinteressato ed estraneo alla dinamica frattese. E questo giustifica pure l’impazzimento complessivo, in quanto molti “big” hanno perso l’elemento che per decenni ha fatto da “stabilizzatore” della vita politica locale.

Intanto c’è fibrillazione nell’ambiente politico e in città per quanto sta accadendo nel settore urbanistica dopo il trasferimento del caposettore, ingegnere Domenico Raimo, da Frattamaggiore a Casoria e l’arrivo a Frattamaggiore proprio in quel settore spinoso di un altro professionista da Casoria.

Da indiscrezioni trapelate e da approfondire, di cui vi renderemo conto nei prossimi giorni, pare che il nuovo assetto dell’ufficio comunale abbia messo in campo una massiccia attività di verifica su tutta una serie di concessioni edilizie rilasciate negli ultimi mesi. E parliamo pure di mega-speculazioni già autorizzate. E pare che da queste verifiche siano emerse una serie di anomalie al punto da essere ritirate con conseguente “attenzione” da parte della Procura della Repubblica. Soprattutto sull’asseveramento dello stato dei luoghi e dei controlli che il Comune per legge è obbligato a fare in modo da verificare se quanto raccontato dagli atti e firmato dai tecnici rappresentasse esattamente lo stato die luoghi.

Anche perché alterare lo stato dei luoghi sulle carte e dichiarare eventualmente il falso, in un abbattimento e ricostruzione di un immobile, è sostanziale in quanto concede allo speculatore di avere più volumetria a disposizione; che significa più appartamenti da costruire, da vendere e quindi più soldi.

Nonostante questa intensa attività dell’ufficio e il seguente interesse della Procura, la maggioranza e l’opposizione restano in silenzio. Nessuno parla, nessun consigliere spiega cosa stia accadendo e perché; quali sono le anomalie riscontrate e qual è la fonte dell’eventuale errore.

Eppure, parliamo di cementificazione in una città nei piani alti della graduatoria dei territori più cementificati. Nemmeno l’opposizione vuole vederci chiaro. Sui temi scottanti tutti si girano dall’altra parte. Così come nessuno ha spiegato come mai è stata chiesta, voluta e composta una commissione sulla delicata questione delle cooperative ma non si è mai riunita.

Nessuno si scandalizza, nessuno si pone domande e nessuno fa niente per dare un senso ad un’iniziativa voluta dai consiglieri comunali forse solo in maniera strumentale. Insabbiata tra il silenzio e la complicità di tutto il consiglio comunale. Ci si divide sulle cose spicciole, su quelle serie silenzio assoluto. Edilizia, concessioni, rifiuti, politiche sociali. Si affrontano casi singoli ma le macro questioni, alcune delle quali finite anche in ordinanze della Procura della Repubblica, nessuno le ha lette. O si finge di non leggerle per evitare di far scoppiare casi concreti.

Si preferisce il litigio politico, la schermaglia, anche la legalità è utilizzata come strumento effimero di lotta politica contro l’avversario o il compagno di partito. Ma sulle questioni serie che veramente andrebbero approfondite in consiglio comunale, silenzio totale. Nessuna interrogazione, nessuna riunione dell’Assemblea cittadina, nessun intervento in aula, né sulla stampa e nemmeno sui social. Parola d’ordine, silenzio assoluto e generalizzato.

L’unico che ci mette sempre la faccia resta il sindaco Marco Antonio Del Prete. Non si è mai tirato indietro, non a caso ogni attacco è sempre diretto al primo cittadino. Come se il consiglio comunale non esistesse. Eppure, i consiglieri tra i principali compiti sanciti dalla legge, dovrebbero esercitare proprio l’attività di controllo. Invece su Ambito, cooperative, appalti, settore Urbanistica, rifiuti e “scandalo” concessioni edilizie, nessuno dei consiglieri vuole metterci naso pubblicamente.

Intanto si era paventato anche una sorta di ritorno di Raimo a mezzo servizio al settore Urbanistica perché da quando è andato via si è bloccato tutto. E anche questa è un’anomalia che non interessa a nessuno. Perché si è arenato tutto? C’è stato qualcosa che non è andato? E se fosse così, nessuno è interessato a capire cosa, dove, chi e quando? Perché l’opposizione non presenta una interrogazione su questi fatti che incidono e hanno inciso molto sulla cementificazione e quindi sulla vivibilità di Frattamaggiore? A parole si può essere paladini di tutto. È semplice, facile, da tutti. Altra cosa, è andare fino in fondo, metterci la faccia ed assumersi la responsabilità di dare seriamente un contributo nelle istituzioni a favore della legalità.

Approfondiremo e tenteremo di entrare nelle singole questioni perché davvero lo scenario appare intrigato. E i consiglieri di maggioranza? I tecnici che siedono in Consiglio e lavorano sul territorio? Nemmeno sono interessati a capire cosa sta accadendo all’ufficio Urbanistica e sulla questione delle concessioni ritirate e cosa è accaduto prima del cambio di guardia?

Davvero sono interessati solo a tenersi l’assessore ad personam oppure a conquistarlo? Al netto delle sedie e dell’incarico, i consiglieri comunali di cosa si occupano quotidianamente e perché non ne danno informazione alla città anche per giustificare i loro continui cambi di posizione su ogni argomento?

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Frattamaggiore

FRATTAMAGGIORE. Il Pd davanti ad un bivio: scatto d’orgoglio o guerra di tutti contro tutti?

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FRATTAMAGGIORE – Frattamaggiore. Smaltita la delusione per i consiglieri del Pd dopo il bilancio, è tempo di leccarsi le ferite. Marco Del Prete esce rafforzato da questa fase confusa, dopo che gli stessi democratici hanno giocato tra loro con scarsa lealtà. Tutto è caduto sulle spalle del leader indiscusso del gruppo, Francesco Russo, ma forse la responsabilità più grave dell’ex sindaco riguarda il fatto di aver riposto fiducia nei suoi stessi consiglieri.

Alla fine l’unico gruppo che ha mostrato coerenza e voleva presentarsi in aula per portare avanti l’azione politica concordata nel partito era quello di Nello Rossi, formato dai consiglieri Vitale, Parolisi e D’Ambrosio. Nel gruppo Russo, solo “barone” ha mantenuto ma a metà, come dimostra il certificato medico presentato al Comune per dare al sindaco un segnale chiaro sui motivi della sua assenza: non dovuto ad una scelta politica ma semplicemente legata all’influenza.

Tutti gli altri hanno dimostrato ancora maggiore inaffidabilità e inconsistenza politica. Tommaso Capasso va in aula e vota il bilancio che voleva modificare, tra l’altro votato dal suo assessore in giunta, e lo fa per evitare che il sindaco gli potesse revocare dopo la seduta la rappresentanza ad personam in giunta e riconoscerla a Lino Gervasio, altro consigliere del Pd firmatario degli emendamenti “antiDel Prete”. Pasquale Gervasio si è presentato in aula dopo aver firmato gli emendamenti anti sindaco, con la speranza che il sindaco potesse dopo la seduta revocare l’assessore a Tommaso Capasso del Pd per concederlo a lui. Daniele Barbato si è presentato in aula per sostenere Marco Del Prete nonostante avesse asssicurato a Nello Rossi la sua partecipazione e condivisone dell’azione messa in campo, e allo stesso tempo ha asssicurato ampio sostegno pure a Francesco Russo.

Barbato sta con tutti: a favore e contro il bilancio, con Del Prete, con Russo e con Rossi. Quando si parla di presente e quando si parla di futuro. Qual è la sua posizione ufficiale e reale, nessuno lo ha ancora capito. Dovrà prima schiarirsi le idee e poi magari spiegarle all’opinione pubblica.

Invece Mena Valentino e Fabiana Amatucci hanno organizzato la rivolta anti Del Prete nei giorni scorsi con parole dure e poi si sono presentate in aula a votare il bilancio come se nulla fosse accaduto. Imbarazzata soprattutto Amatucci che si tiene stretta la nomina di capogruppo “a metà” sapendo di non rappresentare né il gruppo del Pd e nemmeno la maggioranza dei consiglieri democratici. Ad ogni consiglio comunale esce delegittimata ma non si dimette. Tutto fa brodo.

In quest’ottica, è evidente che il gruppo Russo non esiste più. Ognuno segue un interesse politico personale e non c’è voglia di investire sul futuro. Grasso che cola per tutti gli attori fuori dal Pd. E proprio i consiglieri si stanno offrendo come bersagli di una precisa strategia guidata da Luigi Grimaldi che punta a delegittimare nell’opinione pubblica i democratici per spaccarli, per tirare fuori soggetti di peso in modo da formare il centrodestra a Frattamaggiore. E non è una novità che nella testa di Grimaldi, il disegno perfetto sarebbe Francesco Russo candidato del centrodestra espresso da Fratelli d’Italia. Russo candidato con la regia di Luigi Grimaldi e di Adamo Guarino.

Nel frattempo nel Pd si decide cosa fare. Ormai non c’è fiducia tra i singoli e le posizioni sono così chiare e distanti che impediscono un ipotetico recupero tra i singoli soggetti. Adesso, dopo la figuraccia sul bilancio, dove tutti i consiglieri del Pd sono stati costretti a girare le carte e a gettare la maschera, c’è una sola via di uscita: individuare una leadership per il presente e per il futuro, capace di rappresentare la sintesi e di proiettare questo gruppo alle elezioni partendo da iniziative serie da attuare sin da subito, essendo pure disponibili alla rinuncia di poltrone e prebende; oppure si arriverà al rompete le righe ed alla guerra frontale nei democrat a tutto campo.

Chi la vincerà guiderà il Pd, chi sarà sconfitto sarà destinato ad uscire dal partito e a percorrere altri lidi. Intanto c’è una città da amministrare e i problemi ricadono tutti sulle spalle del sindaco Marco Antonio Del Prete. Non si è mai vista una roba del genere: il primo cittadino ogni giorno lavora per la comunità e quelli che dovrebbero essere i suoi consiglieri comunali se ne fregano dei problemi, litigano tra loro e si muovono, mettendo in conto pure gaffe e figuracce, solo per rincorrere una poltrona.

Il problema di Frattamaggiore non è il sindaco ma la scarsa qualità della classe dirigente che lo circonda. Pochi giorni ancora e capiremo se ci sarà uno scatto di orgoglio e di dignità nei democratici, magari coinvolgendo anche il partito di Napoli, oppure se davvero sarà tutto da buttare e resterà in campo un solo progetto politico e amministrativo credibile: la continuità a Marco Del Prete. Senza mezze tacche e senza “tengofamiglia”.

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Editoriale

La classe politica di Frattamaggiore deve ancora abituarsi alla libertà di stampa

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FRATTAMAGGIORE – Stamattina voglio raccontarvi delle strane abitudini di gran parte della classe politica. Soprattutto nel rapporto con la stampa e con la comunicazione. Ne parlo con consapevolezza rispetto a quanto mi è accaduto in queste settimana. Abbiamo raccontato i fatti, semplicemente cosa è accaduto prima del Consiglio comunale dove l’unità del gruppo consiliare del Pd è andata, com’era facile prevedere, in frantumi. Abbiamo spiegato prima del Consiglio cosa avessero deciso i singoli consiglieri democratici. E i fatti ci hanno dato ragione.

Le reazioni? C’è chi ha minacciato querele non sappiamo per cosa, verificato che abbiamo solo riportato il “dietro le quinte” di azioni politiche e poi abbiamo espresso una valutazione evidente su cosa abbiano prodotto quelle azioni: la distruzione del gruppo consiliare del Pd.

Addirittura un consigliere comunale chiama in redazione, chiede una presa di distanza dall’articolo e quando gli ricordiamo che sul suo conto abbiamo solo anticipato la sua assenza al Consiglio, quindi era libero di dichiarare il contrario, ossia che avrebbe partecipato alla seduta, resta senza parole e riesce solo a pronunciare la frase: “No, no, sarò assente”. Allora abbiamo scritto la verità. Magari, vuole darci una sua opinione o versione diversa sulla dinamica dei fatti? Risposta secca, “no, no”.

Insomma, ci ha telefonato per un saluto affettuoso. Voleva smentire qualcosa che nemmeno lui sapeva. Capita quando si va in fibrillazione. Questo perché non si è abituati alla stampa libera, quella che s’informa, che racoglie fatti, li scrive e nelle analisi seguenti riconosce meriti e demeriti senza posizioni precostituite. Qui c’è l’abitudine, al netto delle ipocrisie, da parte della politica di controllare la stampa. E basta anche una minaccia di querela per far cancellare qualche articolo. È accaduto anche questo. Ci perdonerete, “Minformo” è altra roba.

In una dinamica democratica, raccontiamo i fatti e vogliamo dare a tutti la possibilità di esprimere un pensiero, di raccontare versioni diverse, di esprimere la propria valutazione, la propria visione dei fatti. Un giornale libero, aperto. A breve arriverà sui territori anche il nostro cartaceo e “MinformoTv” lancerà nuovi format televisivi, quotidiani e di approfondimento settimanale. Con ospiti ed una presenza costante sui territori. Insomma, la politica a Frattamaggiore deve uscire fuori dalla campana di vetro nella quale ha vissuto fino ad oggi.

La stampa non si compra, non si guida, non si zittisce e non si minaccia. Noi le notizie le raccogliamo in prima persona, non attendiamo che il politico di turno porti qualche carta magari avendo anche un obiettivo subdolo da raggiungere poco edificante e nasconderlo dietro la bandiera della legalità un attacco ad un avversario politico senza nemmeno metterci la faccia. E lo si fa armando una penninna di poco conto. Di esempi ne potremmo fare tantissimi.

Preferiamo assumerci l’onere e l’impegno di “scavare” i fatti, di ricostruire dinamiche e azioni, di informare i cittadini su ciò che accade nel dietro le quinte, senza altro interesse se non la verità. E, ripeto, “Minformo” è aperto a tutti coloro che vogliono esprimere una posizione. Le minacce di querela, però, lasciatele nel dimenticatoio. Ci farete più bella figura e ne guadagnerete in credibilità. Anche perché le querele temerarie lasciano il tempo che trovano e poi è assurdo che un giornalista va querelato per intimidirlo mentre tra loro si delegittimano, s’infangano, raccontando peste e corna l’un dell’altro e poi, come se nulla fosse, li trovi insieme attorno ad una tavola per decidere quali azioni mettere in campo. Un po’ di serietà non guasterebbe. Se ritengo che una persona sia un poco di buono, non mi fermo con lui nemmeno a prendere un caffè. Figuriamoci se condivido un’azione insieme oppure un percorso lungo finalizzato alla campagna elettorale. Si chiama dignità.

Certo, chi è abituato a comportarsi così, ci metterà tempo per adeguarsi alla libertà di stampa, ad una stampa non controllata, non gestibile. E forse, proprio la presenza di un’attività d’informazione seria, potrà migliorare col tempo persino la qualità e i comportamenti della politica.

Una distorsione che si verifica anche nella Comunicazione. Frattamaggiore è l’unico comune dove comunica il sindaco e al massimo un paio di consiglieri comunali. Poi silenzio. E chi comunica non parla di temi, non aggiorna i cittadini sulla politica, sui nuovi assessori, sulla composizione della nuova giunta, sugli aggiornamenti amministrativi. Niente. Non è comunicazione politica. Al massimo, chi si sforza, mette foto belle come se fosse un influencer, il compleanno suo, dei figli, della mamma, del papà, del nonno. Come se fosse Chiara Ferragni e non un politico da cui i cittadini vorrebbero solo ottenere informazioni e anche riflessioni sulla vita politica e amministrativa della città.

La cosa peggiore accade quando un consigliere scrive un post polemico, all’improvviso, dopo anni di silenzio, per essere “chiamato” e poi a telefonata avvenuta lo cancella. Qui è normale perché non si parla e se si parla, pure con toni alti, lo si fa con l’indicazione sempre di una parte politica. Quindi, è sempre tutto funzionale alla politica e gestito dalla politica. La critica, l’offesa. Tutto organizzato e gestito dalle parti politiche. Toni alti, toni bassi, silenzio, lo decide sempre la politica.

Nessuno lo confermerà ma che sia una realtà storica e determinata, me l’hanno confermato proprio quei politici in decadenza che questo meccanismo a Frattamaggiore l’hanno inventato. Quindi, da questo punto di vista bisogna migliorare e soprattutto iniziare ad abituarsi alla libertà di stampa, all’informazione che verifica e racconta, che esprime giudizi e che dà spazio a tutte le posizioni. E spero che pure i politici frattesi inizino finalmente a parlare di temi senza alzare polveroni scandalistici per coprire i “bubboni” che si annidano da anni negli uffici come la questione rifiuti (nessuno ha scritto un rigo), la questione delle cooperative (anche su questo tema le cose concrete e veramente da chiarire nessuno le ha ancora scritte), tanto per citare un paio di esempi. Qui si parla di legalità ma non si ha il coraggio nemmeno di raccontare le questioni giudiziarie per ciò che sono.

La classe politica di Frattamaggiore deve imparare a mettersi in gioco mettendoci la faccia, assumendo posizioni e assumendosi la responsabilità delle decisioni e delle azioni.

Tornando al disastro Pd, una domanda che approfondiremo: com’è possibile dare credibilità a consiglieri che decidono di fare un’azione contro il sindaco e la giunta quando hanno in giunta degli assessori? Uomini di lotta e di governo. Fa già ridere così. Anche su questa elementare valutazione, nemmeno un rigo. Passa tutto inosservato perché come detto è sempre la politica che guida, detta tempi, modi e temi.

Giustifichiamo la fibrillazione di questi giorni dopo i nostri articoli, ma “Minformo” è altra cosa. A disposizione di tutti per parlare, intervenire, per rilasciare dichiarazioni, interviste, in Tv, sul giornale web o sul cartaceo che a breve troverete in distribuzione gratuita sul territorio.
Fatti, riflessioni, opinioni e spazio a tutti. Questi siamo noi

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