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Giornata dell’Unità nazionale, parla Mattarella: “L’obiettivo è rendere concreta la pace in Ucraina e Medio Oriente”

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In occasione della Giornata dell’Unità Nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deposto una corona d’alloro sulla tomba del Milite ignoto, all’Altare della Patria.

Poi, il Capo dello Stato ha salutato le autorità e le alte cariche dello Stato presenti alla cerimonia: la premier Giorgia Meloni, il presidente del Senato Ignazio La Russa, quello della Camera Lorenzo Fontana, e il presidente della Corte costituzionale Giovanni Amoroso.

Ecco le sue dichiarazioni a margine dell’evento:

“La ricorrenza del 17 marzo sollecita l’impegno di ogni cittadino per rendere sempre più effettiva la realizzazione degli ideali di libertà e giustizia della Repubblica, affrontando le sfide per rendere concreta la pace in un contesto internazionale ove sono prevalse spinte aggressive, in Ucraina come in Medio Oriente”.

Dello stesso avviso la premier Giorgia Meloni, che ha così aggiunto:

“Oggi celebriamo l’identità della nazione, i valori che ci uniscono e il percorso che ha forgiato l’Italia. Quest’anno, questa ricorrenza assume un significato ancora più solenne, poiché il Consiglio dei ministri ha colmato una lacuna normativa di sette anni e ha approvato lo schema di decreto del presidente della Repubblica, che stabilisce le modalità di esecuzione dell’Inno nazionale – ‘Il Canto degli Italiani’ scritto da Goffredo Mameli e musicato da Michele Novaro – nelle cerimonie istituzionali e pubbliche. Un doveroso atto di rispetto verso uno dei simboli più rappresentativi della Nazione e della storia d’Italia. Viva l’Italia, la nostra storia, la nostra bandiera!”.

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Campi Flegrei, parla Ciciliano: “Impossibile prevedere i terremoti, bisogna prevenire”

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Nel corso della sua partecipazione a XXI secolo, la trasmissione condotta da Francesco Giorgino, il capo della Protezione Civile Fabio Ciciliano ha fatto il punto della situazione sui Campi Flegrei. Ecco le sue dichiarazioni:

“Nell’area dei Campi Flegrei i terremoti, e quindi il bradisismo, la cui causa di origine è il vulcano, sono fenomeni che non si riescono a prevedere. E quindi, come tali, non è possibile fare nessun tipo di verifica. Ci sono delle fasi di recrudescenza di questo fenomeno: l’ultima l’abbiamo vissuta all’inizio degli anni ’80, quella precedente negli anni ’70. Ci sono fasi di recrudescenza, questi sono terreni che da migliaia di anni fanno questo tipo di attività e per altri migliaia di anni continueranno a farlo. La cosa più importante quindi è avere la consapevolezza da parte delle persone che vivono in quel territorio, per fare in modo che tutto possa essere svolto nella migliore sicurezza possibile”.

Poi, aggiunge: “La pianificazione non è scritta nella roccia, si fanno anche delle modifiche. A Napoli ed Agnano si sta allestendo una nuova area di accoglienza. Quell’area è un vulcano gigantesco senza il cono, è una caldera. Non si percepisce la presenza del vulcano. In quell’area vivono diverse decine di migliaia di persone e per procedere ad un’evacuazione bisogna prevedere quelli che possono essere i fenomeni. Comunque l’Italia è uno dei paesi più sismici al mondo. Ma è anche uno dei paesi in cui è maggiore lo studio del fenomeno”.

Infine, conclude: “E’ molto importante lavorare sulle azioni di pianificazione. I comuni e le Regioni debbono saper fare, e che la Protezione civile deve portare avanti. E’ il ‘catalogo dei piani’, dove sia presente ogni singolo rischio per ogni comune. Solo così possiamo essere pronti. Perché è molto importante lavorare sull’azione di pianificazione, poiché non è possibile ovviamente prevedere i terremoti. Meglio una scuola chiusa in più che invece poi gestire l’emergenza di una scuola aperta. Per chi vive in queste zone il messaggio è di non perdere mai la fiducia delle istituzioni, prima le istituzioni locali, i sindaci, sono fondamentali per portare per mano le comunità. Solo dopo sappiamo il risultato dell’evento emergenziale”.

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Turista scomparso a Napoli, l’appello del fratello: “Aiutateci a trovare Bob, ha una figlia di 10 anni dalla quale non si separerebbe mai”

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Sono momenti d’ansia e apprensione per Robert Cadger, cittadino scozzese di Menstrie nel Clackmannanshire, che era in vacanza a Napoli da sabato 8 marzo insieme ad un amico.

L’uomo alloggiava in una struttura turistica del centro, a pochi passi dal Duomo, e avrebbe dovuto rientrare in patria lo scorso martedì, ma è improvvisamente scomparso. In particolare il suo cellulare risulta spento e il suo amico è tornato in patria senza di lui.

Inoltre domenica 9 marzo aveva assistito al match di campionato tra Napoli e Fiorentina allo stadio Maradona, mentre il giorno seguente si era recato da solo a Pompei per visitare gli scavi e da allora si sono perse le sue tracce.

Intanto i suoi familiari hanno lanciato un appello, diffondendo la foto di un Bob sorridente, con jeans e giacca gialla Aberdeen FC, mentre è accanto alla statua di Maradona all’interno dello stadio:

“È un comportamento insolito per lui. Ha una figlia di 10 anni a cui è legatissimo e non sparirebbe così. Il suo telefono risulta spento, non ha carte di credito con sé e non risultano movimenti bancari sul suo account, aveva solo 600 euro in contanti. Inoltre aveva perso la valigia appena arrivato a Napoli. Per riconoscerlo più facilmente, come segno di riconoscimento ha un tatuaggio con codice a barre sulla nuca. Se qualcuno ha avvistato Bob per favore contatti la Polizia o avvisi la mia famiglia al 7718484719. Vogliamo sapere se sta bene”, questo l’appello del fratello.

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Save the Children, nei Campi Flegrei oltre 70.000 bambini vivono la paura

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Sono oltre 70.000 i bambini tra 0 e 14 anni che in questi giorni stanno vivendo nella paura a causa del costante sciame sismico dei Campi Flegrei, in particolare nei comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, Quarto, Giugliano in Campania, Marano di Napoli, nonché in alcuni quartieri di Napoli, tra cui Soccavo, Pianura, Bagnoli e Fuorigrotta.

Lo sottolinea Save the Children, che da anni collabora in Italia con la Protezione Civile – in base ad uno specifico protocollo d’intesa – nell’ambito delle attività di tutela e sostegno dei minori durante le situazioni emergenziali, sia per quanto riguarda le loro esigenze materiali che per il supporto psicologico.


Spiega Antonio Caiazzo, responsabile territoriale del programma di Innovazione sociale di Save the Children, che vive nell’area dei Campi Flegrei: “La situazione è un po’ complicata, molte case hanno subito delle lesioni e i bambini stanno vivendo una fase di sospensione. In molti casi hanno dovuto lasciare le loro abitazioni, i loro giochi, il loro ambiente, in attesa delle dovute verifiche strutturali, e non sanno se e quado potranno tornarci. Tutti noi che viviamo nell’area siamo spesso concentrati a gestire le situazioni potenzialmente di pericolo e spesso gli adulti di riferimento non riescono a dedicate del tempo per spiegare ai più piccoli cosa sta accadendo. Tutto ciò genera in loro un profondo senso di insicurezza”.

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