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Cronaca

Torre Annunziata, condannata donna affiliata al clan Gionta: la situazione

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Una donna di 44 anni residente a Torre Annunziata è stata arrestata stamane dai carabinieri in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Corte d’Appello di Napoli.

Pertanto la donna dovrà scontare la pena di 8 anni di reclusione per il reato di associazione mafiosa, poiché ritenuta affiliata al clan Gionta, operante nel territorio oplontino e zone limitrofe.

In particolare, dal 2020 avrebbe partecipato unitamente ai vertici del clan, alla definizione delle strategie operative relative alle azioni ritorsive nei confronti dei clan rivali, come il IV Sistema, nonché alla gestione del traffico di stupefacenti.

Cronaca

Qualiano, 47enne condannato a soli 4 mesi per una rapina

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Era il periodo compreso tra ottobre e novembre 2019, quando un 47enne giuglianese commise quattro rapine aggravate a Varcaturo ai danni delle prostitute, venendo condannato a cinque anni e otto mesi di reclusione.

Tuttavia, nonostante fosse sottoposto a misura alternativa alla detenzione, nel settembre 2023 egli si allontanò dalla comunità di recupero per mettersi alla guida della sua auto e minacciare con una pistola una donna di Qualiano.

Nell’occasione aveva costretto la vittima a consegnargli la borsa contenente il denaro e il cellulare, con la scena ripresa dalle telecamere di videosorveglianza della zona. Pertanto, fu condannato dal Gip del Tribunale di Napoli a ulteriori quattro anni e due mesi di reclusione per rapina pluriaggravata con recidiva obbligatoria.

Ciò nonostante, il Giudice del Tribunale di Napoli Nord ha riconosciuto il vincolo della continuazione tra le rapine commesse, decurtando la pena di 50 mesi e quindi aumentandola di soli 4 mesi.

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Cronaca

Blitz della GdF, arrestati Stefania Nobile e l’ex compagno: i particolari

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Blitz del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza, che ha tratto in arresto Stefania Nobile e Davide Lacerenza, titolare di un rinomato locale vip di Milano.

Pertanto, la figlia di Wanna Marchi e il suo ex compagno sarebbero legati ad un giro di droga e prostituzione, al servizio di una serie di clienti. Le accuse mosse nei loro confronti e ai danni di Davide Ariganello nel ruolo di factotum, sono quelle di autoriciclaggio, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

Inoltre le Fiamme Gialle hanno sottoposto a sequestro la Gintoneria, il locale di cui Lacerenza è titolare. In particolare i clienti per avere rapporti con prostitute e consumare cocaina usavano un privé vicino al locale, chiamato ‘La Malmaison’.

Il costo delle serate a base di champagne, cocaina ed escort, andava dai 3mila ai 10mila euro, ed uno dei clienti più assidui e facoltosi ha versato oltre 641mila euro in tre anni e mezzo. Stefania Nobile si occupava della gestione economica e amministrativa, mentre Lacerenza era colui che organizzava e si occupava operativamente delle serate e della droga.

Stando alla ricostruzione di inquirenti e investigatori, oltre alla somministrazione di bevande di pregio accompagnate da qualche piatto gourmet, i tre avrebbero offerto alla propria clientela sostanze stupefacenti nonché la possibilità di usufruire di prestazioni sessuali rese da escort, acquisendo da tali attività profitti illeciti, riciclati nell’attività commerciale.

Contestualmente, è stato sequestrato l’equivalente di oltre 900mila euro ritenuti il provento dell’autoriciclaggio.

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Cronaca

Camorra, maxi sequestro a imprenditrice legata al ‘Nuovo Clan Partenio’: i dettagli

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Nel corso della mattinata odierna, gli agenti della Dia hanno eseguito un provvedimento di confisca nei confronti di un’imprenditrice immobiliare che apparterrebbe ad una famiglia legata a doppio filo con il ‘Nuovo Clan Partenio’, attivo nel territorio irpino.

Le indagini hanno consentito di scoprire l’esistenza di una complessa ramificazione parentale, che lega la donna ad esponenti di spicco del sodalizio criminale, i quali avrebbero favorito la sua ascesa economico-imprenditoriale.

In particolare l’imprenditrice si sarebbe occupata del settore delle aste immobiliari fin dalla seconda metà degli anni ’90, ma il Tribunale di Napoli ha disposto la confisca della società immobiliare della donna insieme a 115 immobili, 4 beni mobili registrati e 60 rapporti finanziari, per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro.

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