Resta sintonizzato

Politica

SANT’ANTONIO ABATE – Ancora confusione sul PUC da parte del Comune che non riesce a decidere da che parte stare

Pubblicato

il

SANT’ANTONIO ABATE – Continua la confusione in casa Abagnale. A queste latitudini oramai è risaputo che in materia urbanistica, specialmente quella che riguarda le zone agricole e quelle industriali, l’Amministrazione comunale non riesce a portare avanti una linea certa e incontrovertibile. Ma andiamo per gradi.

Abbiamo già raccontato la confusione che si è fatta in merito alla redazione del nuovo PUC quando improvvisamente insediamenti industriali storici si sono ritrovati nel bel mezzo di una vasta area agricola (leggi qui).

Ora è la volta del caso Sage srl che il 22 gennaio scorso formula un’istanza alla Regione Campania per la realizzazione e gestione di un impianto di recupero e smaltimento di rifiuti non pericolosi e pericolosi da ubicarsi in via Lenze n.9, una strada proprio ricadente nella famosa area zto agricola.

Ovviamente, come prassi vuole, all’interno del decreto regionale si legge che per ottenere una futura autorizzazione c’è anche bisogno del parere del Comune di Sant’Antonio Abate circa la compatibilità ed idoneità della destinazione d’uso dell’impianto.

Ed è qui che si intorbidano le acque perché in merito a quella istanza l’ente comunale abatese dichiara parere favorevole appoggiandosi anche su alcune dichiarazioni fatte dalla ditta richiedente che asserisce di non essere soggetta alle procedure di valutazione di impatto ambientale (via), mentre è risaputo che la verifica di assoggettabilità alla VIA è definita come procedura che deve essere attivata per “valutare, ove previsto, se progetti possono avere un impatto significativo e negativo sull’ambiente” e siccome ci troviamo in un’area agricola appare logico che bisogna avere maggior tutela paesaggistica e ambientale della zona interessata.

La decisione di rilasciare tale parere favorevole però cozza con la costituzione in giudizio del Comune di Sant’Antonio Abate contro la Torrente srl che dinanzi al TAR chiede di annullare la decisione presa in merito all’approvazione del PUC di trasformare le aree di sua proprietà in zone agricole. E non solo. Da un lato il Comune si costituisce in giudizio per difendere la propria decisione e salvaguardare la zona agricola e dall’altro lato rilascia parere favorevole per la compatibilità urbanistica dell’impianto in area agricola.

Una confusione degna solo dei veri dilettanti allo sbaraglio. Ma “cui prodest” dicono i latini? Cosa bisogna pensare dell’Amministrazione Abagnale? Che è dedita a fare figli e figliastri, che prende decisioni a seconda del piede che mette per primo a terra la mattina o davvero non sa quel che fa? Ai posteri l’ardua sentenza.

Continua a leggere
Pubblicità

Politica

Mattarella incontra il presidente montenegrino Milatovic: “La posizione dell’Italia è stata sempre chiara”

Pubblicato

il

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è tornato a parlare delle recenti polemiche scaturite da un suo commento sulla Russia e lo scomodo paragone con la Germania nazista, e lo ha fatto a Cettigne in Montenegro, dopo i colloqui con il presidente Yakov Milatovic.

Ecco le sue dichiarazioni:

“Il mondo che noi vorremmo è quello che rispetta il diritto internazionale. Per il rispetto doveroso alla libera stampa. Da tre anni a questa parte la posizione dell’Italia che ho sempre espresso è nitida, limpida, chiarissima: quella del rispetto del diritto internazionale e della sovranità di ogni Stato. Questa ferma, vigorosa affermazione è stata la base del sostegno che l’Italia ha assicurato all’Ucraina. Posizione sempre accompagnata dall’auspicio che la Russia torni a svolgere il suo ruolo nella comunità internazionale”.

Poi, conclude: “L’auspicio è che la Russia torni a svolgere un ruolo di rilievo nel rispetto della sovranità di ogni stato, è un auspicio che ho sempre fatto nel rispetto del diritto e della carta delle nazioni Unite”.

Continua a leggere

Politica

Bruxelles, Mario Draghi all’Eurocamera: “La risposta dell’Unione europea sia rapida e su vasta scala”

Pubblicato

il

Mario Draghi ha parlato all’Eurocamera delle sfide della competitività nell’Unione Europea, sottolineando vari aspetti su cui è bene prestare la propria attenzione. Ecco le sue parole:

“Al nuovo contesto attorno all’Unione europea la risposta deve essere rapida, perché il tempo non è dalla nostra parte, con l’economia europea che ristagna mentre gran parte del mondo cresce. Deve essere commisurata all’entità delle sfide. E deve essere focalizzata sui settori che guideranno l’ulteriore crescita. Velocità, scala e intensità saranno essenziali. Dobbiamo abbattere le barriere interne, standardizzare, armonizzare e semplificare le normative nazionali e spingere per un mercato dei capitali più basato sull’equity”.  

Poi, prosegue: “Il sistema di difesa dell’Ue è una delle nostre diverse vulnerabilità, dove la frammentazione della capacità industriale lungo le linee nazionali impedisce la necessaria scala. Se le recenti dichiarazioni delineano il nostro futuro, possiamo aspettarci di essere lasciati in gran parte soli a garantire la sicurezza in Ucraina e nella stessa Europa. Anche se siamo collettivamente il terzo paese al mondo per spesa, non saremmo in grado di soddisfare un aumento della spesa per la difesa attraverso la nostra capacità produttiva. I nostri sistemi di difesa nazionali non sono né interoperabili né standardizzati in alcune parti chiave della catena di fornitura. Questo è uno dei tanti esempi in cui l’Ue è inferiore alla somma delle parti”.

Poi, l’ex premier aggiunge: “Dobbiamo ridurre i prezzi dell’energia, questo è diventato imperativo non solo per le industrie tradizionali, ma anche per le tecnologie avanzate: ma la decarbonizzazione può essere sostenibile solo se i suoi benefici vengono anticipati. Il rapporto suggerisce di dar vita a una riforma del mercato dell’energia, maggiore trasparenza nel commercio dell’energia, maggiore utilizzo di contratti di fornitura a lungo termine e acquisti a lungo termine di gas naturale, massicci investimenti nelle reti e nelle interconnessioni, oltre a puntare sullo sviluppo di energie rinnovabili. Allo stesso tempo, dobbiamo garantire condizioni di parità per il nostro settore innovativo delle tecnologie pulite, in modo che possa beneficiare delle opportunità della transizione”.

“La decarbonizzazione non può significare la perdita di posti di lavoro verdi, perché le aziende dei Paesi con un maggiore sostegno statale possono conquistare quote di mercato. Un aumento della produttività totale dei fattori di appena il 2% nei prossimi dieci anni ridurrebbe di un terzo i costi fiscali per i governi del finanziamento degli investimenti necessari. Allo stesso tempo, rimuovere le barriere interne aumenterà i moltiplicatori fiscali di questi investimenti. Contiamo sul fatto che il Parlamento agisca da protagonista: per costruire l’unità politica, per creare lo slancio per il cambiamento, per chiedere conto ai politici delle loro esitazioni e per realizzare un ambizioso programma d’azione. Possiamo far rivivere lo spirito innovativo del nostro continente. Possiamo recuperare la capacità di difendere i nostri interessi. E possiamo dare speranza ai nostri popoli”.

Poi, ha così concluso: “I governi e i parlamenti nazionali del nostro continente, la Commissione e il Parlamento europeo, sono chiamati ad essere i custodi di questa speranza in un momento di svolta nella storia dell’Europa. Se uniti, saremo all’altezza della sfida e avremo successo. L’Ue è stata creata per garantire pace, indipendenza, sicurezza, sovranità e poi sostenibilità, prosperità, democrazia, equità. Di base siamo riusciti a garantire tutto questo. Ora il mondo confortevole è finito, e dobbiamo chiederci: vogliamo difendere questi valori o dovremmo andarcene, e andarcene dove?. Non si può dire no a tutto, altrimenti bisogna ammettere che non siamo in grado di mantenere i valori fondamentali dell’Ue. Quindi quando mi chiedete ‘cosa è meglio fare ora’ dico che non ne ho idea, ma fate qualcosa!”.

Continua a leggere

Paestum

Si è dimesso Franco Alfieri, Sindaco di Capaccio Paestum e Presidente della Provincia di Salerno

Pubblicato

il

Franco Alfieri, Sindaco di Capaccio Paestum e Presidente della Provincia di Salerno, ha rassegnato le dimissioni.

L’ex primo cittadino di Capaccio Paestum era stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Salerno sui presunti appalti pilotati. Nonostante la fiducia nella giustizia, Alfieri ha ritenuto opportuno fare un passo indietro, ritenendo che il tempo necessario per chiarire la propria posizione non dovesse incidere sul normale funzionamento delle istituzioni locali.

Questa mattina, Alfieri ha protocollato una lettera in cui ufficializza il suo addio ai due incarichi istituzionali. Un addio sofferto, come lui stesso ha sottolineato nel messaggio rivolto ai cittadini e agli amministratori:

“È con immensa sofferenza e tristezza, ma travolto dal senso di responsabilità, che comunico le mie irrevocabili dimissioni dalla carica di sindaco della città di Capaccio Paestum e, di conseguenza, da Presidente della Provincia di Salerno. Con fiducia ho atteso la decisione della Suprema Corte di Cassazione, ma invano. Ho capito che per ottenere giustizia e per far emergere la verità c’è bisogno di tempo e di fasi diverse, quel tempo in cui non è giusto ed opportuno coinvolgere Enti e Comunità amministrate.”

Continua a leggere
Pubblicità
Pubblicità

Popolari

Copyright © 2020 Minformo - Testata giornalistica reg. 20/2016 Tribunale Napoli Nord - Direttore Responsabile Mario Abenante - info@minformo.com - Privacy Policy