AFRAGOLA – Incapacità, dilettantismo o malafede? Ai posteri l’ardua sentenza. È la prima riflessione che qualsiasi cittadino che usi costantemente il buon senso possa fare in merito alla questione servizio di igiene urbana nel comune afragolese.
E della settimana scorsa la sentenza del Consiglio di Stato che sancisce, accogliendo e non ribaltando il ricorso al Tar presentato dalla vecchia ditta della raccolta rifiuti Velia srl, che a quest’ultima debba essere affidato il Servizio e non alla vincitrice del bando di gara Ecology srl.
Si, avete capito bene, quei camion nuovi di zecca acquistati o noleggiati dalla ditta appaltatrice del servizio fantamilionario, devono tornare in rimessa per non essere mai più utilizzati. Ma andiamo per gradi.
Il Comune di Afragola con determinazione n. 1992 del 28 dicembre 2023 aggiudica a favore della Ecology s.r.l. della gara per l’affidamento del servizio integrato di raccolta, spazzamento e smaltimento rifiuti. Gli atti sono stati impugnati dinanzi al T.a.r. per la Campania, con due distinti ricorsi, corredati di motivi aggiunti, da Velia Ambiente s.r.l., società terza classificata nella graduatoria di gara (RG 945/2024) e da Isola Verde Ecologia s.r.l., seconda classificata (RG 972/2024). Con la sentenza n. 4437 del 26 luglio 2024 il T.a.r. per la Campania, riunendo i due ricorsi principali, li ha rigettati, compensando tra le parti le spese di lite, ritenendo altresì fondato in sede conclusiva del corpo motivazionale, seppur “per completezza”, il ricorso incidentale proposto da Ecology avverso l’ammissione di Isola Verde, attesa la mancata integrazione da parte di quest’ultima del requisito del servizio continuativo almeno annuale nell’ambito del triennio rilevante.
A questo punto la Velia srl si vede costretta a ricorrere al Consiglio di Stato ma nel frattempo, nonostante il Consiglio di Stato avesse accolto ulteriori memorie il 28 ottobre 2024, il Comune di Afragola nella persona del dirigente all’Ambiente Nunzio Boccia, sollecitato dalla politica, alcuni giorni prima, a contenzioso in corso, decide di affidare l’appalto, facendo apporre le firme sui contratti alla Ecology srl e dando inizio al nuovo corso della nuova ditta.
Intanto il giudizio va avanti e mentre al Comune va in scena il decorso marketing dell’avvio lavori con tanto di conferenza stampa e presentazione della nuova ditta, e mentre i giudici del Consiglio di Stato decidevano di revocargli l’appalto e di affidarlo alla terza in classifica Velia srl certificandolo attraverso la sentenza del 29 gennaio scorso, il Sindaco Pannone e il dirigente Nunzio Boccia decidono di mettere a sistema anche l’acconto del 20% sulla prima annualità e tutto questo avviene sempre a giudizio in corso lo scorso dicembre a pochi giorni prima delle festività natalizie.
Allora oltre alla domanda di cui sopra altre sorgono spontanee: cosa spinge la politica a fare queste scelte quando è consapevole che la situazione potrebbe essere ribaltata da un momento all’altro dai giudici del Consiglio di Stato? Veramente il Sindaco Pannone o chi per esso ha voluto fare l’indovino sulla sentenza? Perché pagare il 20% di acconto su un’annualità dove non sarebbe mai stata certa la sua fine? Perché andare anche contro il parere del Dirigente all’Economia che non l’aveva firmata? Perché fare tutto questo spreco di denaro pubblico? Come dicevano i latini: cui prodest haec omnia? Ai posteri l’ardua sentenza.
AFRAGOLA – Ieri alle 13.17 il consigliere comunale Giacinto Baia pubblica un post facebook dove declama l’incontro avuto col consigliere comunale di Napoli Domenico Brescia, asserendo che insieme hanno trattato temi politici che riguardano i nostri territori e che insieme hanno voglia di trasformare l’hinterland napoletano da Cenerentola a protagonista.
Fermo restando che Domenico Brescia, dopo aver cambiato le casacche di Forza Italia e Italia Viva, oggi si riconosce nelle idee estremiste della Lega, è giusto precisare che Giacinto Baia è attualmente capogruppo di Forza Italia del gruppo consiliare di Afragola mentre il papà Aniello ricopre il ruolo di coordinatore territoriale del partito azzurro.
Allora la riflessione che balza subito a chiunque è: che ci fa Giacinto Baia in compagnia di un esponente della Lega, soprattutto con uno che è risaputo che oltre ad essere un facoltoso imprenditore è anche un appassionato delle competenze elettorali dato che si è candidato perfino alle ultime elezioni politiche e non se ne fa scappare una?
Quindi, o Giacinto Baia ha intenzione di lasciare il gruppo forzista dell’eurodeputato Alfonso Martusciello e del Senatore Franco Silvestre per accasarsi in casa Nespoli, il che non meraviglierebbe nessuno, oppure quest’amicizia intercorsa tra Baia e Brescia ha una natura che attualmente può sfuggire ai più ma non ai veri intenditori di campagne elettorali e di cacciatori di consensi in odore di elezioni regionali.
Nella prima ipotesi, sarebbe un grave smacco per il duo Martusciello-Silvestro, dato che oltre a perdere un vero riferimento provinciale come Annarita Patriarca, molto presto perderanno anche un altro riferimento territoriale storico come quello della famiglia Baia. Il resto? Lo scopriremo solo vivendo.
CAIVANO – Ancora una volta devo assistere alla Propaganda di regime. Ancora una volta devo ascoltare le bugie del regime clericofascista che si è instaurato a Caivano. Ancora una volta devo assistere alle passerelle di legalità fatte da gente che di legalità, abbiamo già dimostrato a chiare lettere, non possiede neanche il pensiero.
Stamattina si è inaugurato il sistema di videosorveglianza al Comando della Polizia Locale di Caivano. A presenziare all’evento è il sottosegretario della Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano in compagnia della sottosegretaria ai rapporti col Parlamento Pina Castiello.
Ancora lei, l’ereditiera del ranch abusivo inesistente fino al 2004 e accatastato chissà come nella parte inferiore al netto dei sottotetti e della piscina. La plenipotenziaria dell’ex Senatore Vincenzo Nespoli condannato in secondo grado a otto anni di reclusione nel processo “Sean”, a nove anni nel processo “La Gazzella” per bancarotta fraudolenta, a un risarcimento in favore del curatore del fallimento della società «La Gazzella srl» per la “modica” somma di oltre 16 milioni di euro, alla quale si aggiungono anche le spese legali di primo e secondo grado, che ammontano a quasi 130mila euro e che non ha mai interrotto il rapporto politico e amicale con la sottosegretaria della Lega.
Oggi scopriamo, inoltre, che grazie a questo fatidico rapporto le file del partito del carroccio in Campania si infoltiscono con l’entrata della sezione carditese capeggiata dal Consigliere Comunale Nunziante Raucci che durante le scorse elezioni politiche ha portato in dote al partito ben 397 preferenze per una percentuale pari al 4,60%, ponendo un grosso argine di contrapposizione in città alla scalata del Sindaco Giuseppe Cirillo alla Regione Campania.
Coincidentalmente però nello stesso periodo vengono assunti all’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli di Caserta lo stesso Nunziante Raucci, la figlia dell’ex Senatore Enzo Nespoli, Angela e la nipote della sottosegretaria Pina Castiello, figlia della sorella Rosmunda, tale Viviana Capone e altra coincidenza vuole che il rettore dell’Università Vanvitelli sia proprio Giovanni Francesco Nicoletti, nientepopodimenoché, l’attuale compagno della sottosegretaria Pina Castiello.
Troppe coincidenze per non pensare a qualcos’altro. Ma torniamo alla videosorveglianza presentata stamattina in pompa magna dalla Castiello, da Mantovano e dalle bugie dette dalla Stampa di regime. La dimostrazione valida che presentando il sistema di videosorveglianza c’è stata la chiara volontà di attuare ancora la famosa propaganda di regime sta nel fatto che a tale evento sono stati invitati tutti gli organi di stampa tranne la nostra testata e siamo sicuri che sia stato fatto apposta per due validi motivi, uno perché non poteva non mancare da parte nostra qualche domandina “scomoda” da porre alla sottosegretaria Castiello e il secondo motivo è che non essendo un organo di stampa allineato e coperto al regime cattofascista che si sta instaurando sul territorio, non avremo perso tempo a scrivere il contrario di quanto hanno fatto i colleghi allineati al pensiero meloniano, ossia che i fondi della videosorveglianza non sono stati messi a disposizione dal Governo Meloni bensì erano soldi già in pancia all’ente comunale e facevano parte delle risorse FSC 2014-2020 per il finanziamento del CIS “Dalla Terra dei Fuochi al Giardino d’Europa” per un valore di € 1.160.127, 05 più € 100mila presi dall’Autorizzazione di spesa a valere sul Programma operativo complementare “Legalità” 2014-2020.
Tali fondi sono anche menzionati e descritti regolarmente nel Piano Straordinario redatto dal Commissario del Governo per il risanamento del territorio Fabio Ciciliano, non lo dice solo un giornalista in netta contrapposizione con la riqualificazione clientelare e scellerata che sta attuando la Premier Giorgia Meloni.
Il Governo Meloni e il suo strascico di Ministri e Sottosegretari si sbracciano affinché la gente sappia che tali fondi siano stati messi a disposizione da loro perché artatamente all’inizio del loro insediamento hanno tenuto bloccati i 220 milioni di fondi CIS messi a disposizione dall’allora Ministro per il Sud del Governo Draghi, Mara Carfagna e che distribuì su 52 comuni ricadenti nell’area interessata dalla cosiddetta Terra dei Fuochi. Tanto è vero che l’ex Ministra in un suo intervento alla Camera invitò proprio la Premier Meloni a sbloccare tali fondi per far respirare i comuni afflitti dal problema annoso dei roghi tossici e del mercato parallelo e sommerso legato a tale fenomeno, come si può ascoltare qui in questo video social.
La continua propaganda del Governo Meloni fa sempre più paura, dato che alla stregua del messaggio che si vuole far passare di aver buttato fuori 36 famiglie camorriste dal Parco Verde, nascondendo ai più che all’interno di quel Parco si sta dando la possibilità di regolarizzarsi a boss egemoni, affiliati e appartenenti al cerchio magico delle zone d’ombra vicino all’ambiente clericofascista, con la scusa che all’interno di quei nuclei familiari non vi siano associazioni mafiose e condanne passate ingiudicate per più di sette anni, quando poi tutti noi sappiamo che non c’è molta differenza tra affiliati e associati, così, qualsiasi cosa che si faccia sul territorio si vuole lasciare intendere che sia stato fatto dal Governo Centrale, come i progetti PNRR legati ai lavori della villetta comunale che dovrà sorgere al posto del Campo “E. Faraone”, la torre dell’orologio e l’altra villa comunale di via Lanna. Mala tempora currunt, miei cari concittadini.
AFRAGOLA – Da poco più di un mese nel comune normanno si è insediata la nuova ditta del servizio di igiene urbana, affidataria di un appalto di svariati decamilioni per la durata di nove anni. Un appalto mostruoso mai visto prima in tutto l’hinterland napoletano. A vincerlo è stata una ditta che ha sede legale a Imperia ma il cui Amministratore è di origini afragolesi.
Premesso che per una querela sporta ai danni dell’ex Senatore Vincenzo Nespoli in merito proprio alle modalità che lo stesso voleva imporre alla funzionaria denunciante su come istruire l’indizione di gara sulla raccolta rifiuti, oggi è in corso un processo che vede coinvolti il dominus afragolese e l’attuale dirigente alle Finanze Marco Chiauzzi, oggi la nostra attenzione si focalizza su altre anomalie che riguardano lo stesso settore.
Prima che le chiavi del cantiere passassero nelle mani della Ecology srl il servizio era affidato alla Buttol mediante una gara indetta nell’ottobre del 2020 ma affidata nel dicembre 2021, quattordici mesi dopo e nel frattempo era sempre la Buttol ad espletare tale servizio, come? Non si sa. Ma andiamo oltre. La gara prevedeva l’affidamento per la durata di mesi 6+2 per un importo complessivo pari a € 4.009.967,62 iva esclusa di cui € 41.102,72 per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso.
L’anomalia della nostra cronistoria sta nel fatto che la ditta Buttol, dopo la scadenza di 8 mesi previsti da questo affidamento abbia goduto di altre proroghe per altri 30 mesi per un valore pari a cinque volte a quello dell’affidamento previsto dal bando di gara.
Insomma. Per un appalto di circa 4 milioni di euro si è arrivati a far incassare alla ditta Buttol srl prima e Velia Ambiente srl poi una somma di 20 milioni di euro.
Ma le stranezze e le anomalie non finiscono qui. Fin dall’affidamento della prima gara ad oggi per quanto riguarda i 38 mesi presi in esame dal nostro articolo, non è stato mai firmato alcun contratto che potesse far valere un accordo tra le parti né dalla ditta Buttol srl e ne dalla ditta Velia Ambiente srl subentrata alla prima nello stesso appalto. Quindi le anomalie aumentano se si considera la possibilità di poter far subentrare una ditta in un appalto mai sottoscritto tra le parti.
Sarebbe tutto quasi normale se ci fermassimo qui. Invece no. L’Amministrazione Pannone su quest’affidamento si è superata. Oltre alle proroghe, sicuramente illegittime, che superano di gran lunga il valore dell’appalto iniziale e la mancanza delle firme sui contratti, quindi l’assenza di una legittimità da parte dell’azienda ad espletare il servizio, c’è da aggiungere, inoltre, che a tali ditte, prive di ogni legittimità – è bene ricordarlo sempre – sono stati affidati anche una serie di servizi aggiuntivi per diverse centinaia di migliaia di euro e la totale assenza di penali e ricorsi. Come se queste due ditte avessero sempre esplicato in maniera eccellente il proprio servizio di raccolta rifiuti.
Ma l’Amministrazione Pannone non si accontenta di farci chiudere le riflessioni sul vecchio appalto dei rifiuti in questo modo. Abbiamo ancora dell’altro. Poi non venissero a lamentarsi i cittadini sui costi esorbitanti della TARI. Da una parte devono uscire tutti questi soldi che beneficiano chissà chi. Ma andiamo avanti.
Durante questi 38 mesi queste due ditte hanno anche assunto del personale e da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, pare che le due ditte abbiano anche ricevuto alcune pressioni da addetti ai lavori per far assumere parenti e amici e da quello che trapela, sembrerebbe che dietro ai camion della raccolta rifiuti ci siano finiti parenti o affini di consiglieri e/o di candidati nelle liste del Sindaco Pannone. Il dubbio che ci sovviene ora è: In che modo sono state assunte queste persone, tempo determinato o indeterminato? Hanno anche diritto al passaggio di cantiere e quindi sono finiti per essere dipendenti della nuova ditta? Lo scopriremo in questi giorni e vi daremo aggiornamenti.
Praticamente la vicenda somiglia tanto a quella di Giugliano che ha visto indagati il Sindaco Nicola Pirozzi e il vicesindaco Antonio Poziello. Solo che qui ad Afragola non si hanno traccia di mazzette e orologi di lusso e si spera tanto per l’Amministrazione ma soprattutto per il Sindaco Pannone, persona onesta, perbene e ottimo professionista, che il disegno portato avanti dai settori non sia lo stesso.