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Cronaca

Afragola, furto per coprire gli abusi sessuali dei frati: i particolari

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Nel corso della mattinata odierna, i carabinieri della stazione di Afragola hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per un soggetto e la misura degli arresti domiciliari per altre due persone, gravemente indiziati del reato di rapina aggravata in concorso.

Tale provvedimento costituisce l’epilogo di un’intensa attività d’indagine avviata dopo l’esecuzione di un’altra misura cautelare emessa nei confronti di cinque persone nel luglio 2024, a seguito della denuncia sporta da due uomini residenti ad Afragola, vittime di una rapina commissionata da un frate del Santuario Santa Maria Occorrevole di Piedimonte Matese.

Infatti il frate era interessato al recupero dei cellulari delle vittime, sui quali vi erano chat a sfondo sessuale relativi al periodo in cui svolgeva la funzione di parroco presso la Basilica Sant’Antonio da Padova in Afragola.

Le indagini hanno consentito di identificare ulteriori soggetti coinvolti nel grave fatto criminale, nonché di accertare manovre volte ad impedirne l’identificazione eseguite anche tramite promesse di denaro ai parenti di alcuni dei soggetti tratti in arresto.

Cronaca

Milano, studentessa violentata all’uscita della discoteca: caccia ai responsabili

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Episodio di violenza avvenuto a Milano, dove una coppia è stata assalita da una decina di uomini, che prima hanno tentato di rapinarli e poi hanno iniziato ad abusare della ragazza, una studentessa di 19 anni.

L’episodio è avvenuto nella notte tra venerdì e sabato scorso nel parcheggio accanto alla discoteca Alcatraz di via Valtellina, con gli addetti alla sicurezza del locale che sono intervenuti contribuendo all’arresto di uno del branco, un 36enne egiziano, che dovrà ora rispondere dei reati di tentata rapina e violenza sessuale.

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Cronaca

Follia nel Padovano, barista pestato a sangue per aver negato un drink: due arresti

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Attimi di follia in un bar di Selvazzano Dentro, in provincia di Padova, dove un barista cinese di 27 anni è stato aggredito da due fratelli moldavi residenti a Chioggia, nel Veneziano.

Al momento il giovane è in coma farmacologico, dopo essere stato colpito con un pugno. Il pestaggio è avvenuto poco dopo le 19 di domenica scorsa, con il barista che sarebbe stato aggredito dopo essersi rifiutato di servire l’ennesimo drink ai due avventori moldavi, vedendoli aggressivi e già in stato di alterazione alcolica.

A seguito di una breve discussione, il 27enne è stato preso e colpito con un violentissimo pugno, con gli altri clienti che hanno cercato di sedare gli animi senza successo, visto che poco dopo un secondo colpo ha fatto crollare a terra il malcapitato.

A quel punto i due aggressori sono fuggiti, ma i carabinieri sono riusciti ad arrestare il più giovane, mentre l’altro si è consegnato spontaneamente qualche giorno dopo ed è ora in stato di fermo. I due dovranno rispondere del reato di lesioni personali gravi.

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Cronaca

Marianna trovata morta in casa, i familiari non credono al suicidio: “Era una ragazza solare, non aveva motivo di ammazzarsi”

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Quella che vi stiamo per raccontare è la storia di Marianna Pisciotta, logopedista 36enne di Marigliano, trovata morta lo scorso 7 gennaio dal fidanzato nella sua casa di Carbonara di Nola. I due erano insieme da due anni, ma erano amici da diverso tempo.

Infatti è stato proprio il 43enne a trovare il cadavere della donna, allertando subito il 118 e le forze dell’ordine. Tuttavia non c’è stato niente da fare, la donna era già morta. Fatale per lei un colpo di pistola all’altezza del cuore. La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, con il 43enne iscritto nel registro degli indagati come atto dovuto, poiché proprietario dell’arma regolarmente detenuta.

Ecco le testimonianze di familiari e amici di Marianna, infastiditi da coloro che credono si sia trattato di suicidio:

“Marianna non aveva alcuna ragione per togliersi la vita. Era una ragazza solare, una professionista, logopedista apprezzata nel suo lavoro. Aveva trascorso le feste in Abruzzo con i suoi fratelli per poi raggiungere il compagno. Noi non crediamo assolutamente al suicidio. Le indagini non sono chiuse, si sta indagando e chiediamo che venga fuori la verità, perché Marianna merita che venga fatta giustizia. Vogliamo sapere cosa è davvero successo e siamo stufi di essere contattati da persone che danno per scontato che si sia uccisa”.

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