Traffico e spaccio di droga corrono anche sul filo della logistica. Occultare e movimentare gli stupefacenti è sempre più complicato, complici i controlli capillari dei Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli. Il discorso non si applica solo ai grossi carichi ma anche alle piazze di spaccio sul territorio.
Ne è testimonianza l’arresto dei carabinieri di Caivano, nell’ambito di un presidio strutturato nel centro storico della cittadina a nord di Napoli. In manette ci è finito Alfonso Natale, 56ennedel posto già noto alle forze dell’ordine. Non è stato facile per i militari individuare le dosi, ingegnosi i trucchi per occultarle. Una parte era nascosta in una lattina, modificata affinché all’esterno non suscitasse sospetti, con un doppio fondo per collocare la cocaina.
Ancora più curioso il vano ricavato in una suola di una sneaker di gomma. Un modo infallibile (o quasi) per trasportare senza rischi le dosi, anche a domicilio. Nel corso delle perquisizioni, i carabinieri hanno sequestrato 24 dosi di cocaina, una busta della stessa sostanza di 7 grammi e 275 euro in contante ritenuto provento illecito. Natale è stato portato in carcere, in attesa di giudizio. Dovrà rispondere di detenzione di droga a fini di spaccio.
“A Caivano l’immobile è già pronto ed entro dicembre lo inaugureremo”.
Lo ha annunciato il Ministro dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, in merito all’apertura del polo universitario a Caivano.
Bernini, a margine della XIII edizione della Settimana Italia Cina, ha riferito che “siamo a un ottimo punto. Abbiamo già l’immobile pronto e abbiamo stanziato 6 milioni di euro, di cui cinque sull’edificio e uno per l’orientamento, che costituisce un altro tema importantissimo perché non si può combattere la mortalità scolastica se non si orientano i ragazzi e dunque se non si dà agli studenti l’opportunità di capire che cosa vogliono fare e con quali profili formativi”. A Caivano sono partiti due corsi universitari di Scienze motorie e Scienze infermieristiche, rispettivamente dell’Università Parthenope e dell’Università Vanvitelli. Inoltre è stato siglato l’accordo tra l’Accademia di Belle arti di Napoli e l’Università Suor Orsola Benincasa con la struttura commissariale per l’ottenimento di uno spazio in cui iniziare i laboratori di restauro, mentre l’Università degli Studi di Napoli Federico II e la struttura commissariale hanno avviato le procedure per insediare le Academy.
CAIVANO – In città monta il caso cimitero. Nonostante i lavori effettuati una diecina d’anni fa, attualmente non si trova un loculo vuoto nemmeno a pagarlo in oro. La colpa però non è dell’ingente numero di morti bensì di un aspetto subdolo e clientelare di una politica criminale tesa all’arricchimento personale perpetrata da una classe dirigente famelica e fallimentare.
Quello che è stato fatto negli anni, nella necropoli caivanese, non è dato sapere ma possiamo, con certezza, documentare ciò che è avvenuto all’indomani della costruzione dei nuovi due padiglioni che si trovano all’entrata principale del cimitero.
Prima di assegnare quei loculi ai legittimi richiedenti, il 17 marzo 2017, in era Simone Monopoli, fu redatto il Regolamento per l’assegnazione dei loculi ceduti in permuta.
Praticamente grazie a questo regolamento il possessore di un loculo insistente nella parte vecchia del cimitero, poteva acquistare uno nuovo a patto che quello vecchio venisse ceduto al Comune che a sua volta lo metteva a disposizione dei cittadini che ne avevano bisogno secondo il principio dello “ius sepulchri”.
Ma i restanti sei mesi che sono restati all’Amministrazione Simone Monopoli, i commissari che gli sono succeduti e i due anni di Enzo Falco, hanno fatto in modo che si dormisse, ci si distraesse o ci si voltasse dall’altro lato rispetto al mercato occulto che si stava perpetrando all’interno della necropoli.
In poche parole col silenzio assenso della politica o addirittura con la complicità di qualche assessore e/o consigliere comunale, chi deteneva un loculo e ne aveva acquistato uno nuovo, non solo non ha ceduto il precedente posseduto ma addirittura, qualcuno di questi, ha anche osato vendersi quello che doveva cedere in permuta, in modalità del tutto a nero.
Risultato? Da quel Regolamento, mai è stata stilata una graduatoria di quelli che cedevano in permuta il loro vecchio loculo e ad oggi non sappiamo a chi sono stati assegnati quelli nuovi, se ne avevano il diritto né si possono individuare i cittadini che non hanno ceduto in permuta il proprio loculo.
Di conseguenza, oggi non c’è un loculo libero neanche a pagarlo caro. Tra l’altro di quei loculi nuovi 170 dovevano essere lasciati liberi a disposizione dell’ente comunale per eventuali emergenze e invece, in questi anni, la politica clientelare è stata in grado di far sparire anche quelli ed è normale che poi un genitore come quelli di una ragazza investita poche settimane fa, nel far rispettare un proprio diritto, quello dello ius sepulchri appunto, si sente legittimato a colmare il proprio dolore con qualche abuso, dato che avrebbero preferito piangere sulla tomba della propria figlia in qualsiasi ora della giornata e in qualsiasi condizione metereologica.
Infatti, per colpa di questo fenomeno criminale, perpetrato dalla vecchia classe dirigente, oggi i genitori di quella ragazza si sono sentiti in diritto di costruire attorno alla sepoltura della propria figlia, una vera e propria veranda di alluminio sine titulo.
Un abuso che cittadini, preti e autorità in continuità amministrativa, forse nel riconoscere gli errori del passato, stanno lasciando privo di controlli per il principio dell’applicazione del buon senso ma lo stesso potrebbe rappresentare un pericolo per il futuro laddove non si risolva il problema in tempi brevi, dato che potrebbe deterninare un precedente simbolico.
Tanto è vero che anche la mamma di Fortuna Loffredo la bambina abusata e lanciata dall’ottavo piano nel 2014, stamattina al quotidiano “La Repubblica” ha rilasciato delle dichiarazioni dicendo: “Non è giusto. Fortuna meritava rispetto in vita e ora merita dignità anche nella morte” riferendosi al fatto che a distanza di dieci anni, la piccola di sei anni, non ha ancora la sua tomba.
Un fenomeno questo stranamente “inosservato” dalla stampa locale che negli anni addietro era intenta ad occuparsi dell’energia elettrica con lo scopo di denigrare l’unica ditta che è stata in grado di versare quanto doveva nelle casse comunali.
Oltre l’applicazione del buon senso però c’è anche da dire che la terna commissariale prefettizia con il Commissario Filippo Dispenza in capo si è già mossa deliberando degli indirizzi in merito al censimento e mappatura del cimitero comunale.
Sei sono gli indirizzi che la terna commissariale prefettizia demanda al Responsabile del Settore e sono: mappatura e censimento di tutti i defunti presenti nell’area cimiteriale con relativa localizzazione degli stessi e possibilità di reperimento immediato sulla mappa cimiteriale, al fine di garantire il regolare svolgimento del servizio; affissione di apposito avviso su ogni singolo loculo, oltre che presso le bacheche dei cimiteri civici, dalla documentazione in atti; individuazione del patrimonio cimiteriale (in special modo loculi) non collegato a contratti di concessione e dunque nella piena disponibilità dell’ente, come previsto dalla normativa generale; individuazione, regolarizzazione e/o recupero nella piena disponibilità del Comune del patrimonio cimiteriale (in special modo loculi), che risulta occupato da salme, ma in assenza del relativo titolo (contratto di concessione); adozione di tutte le procedure gestionali e amministrative, precedute da idonea pubblicità (bandi ad evidenza pubblica), finalizzate all’attuazione egli obiettivi sopra enucleati; perseguire un fine di garanzia dello ius sepulchri e di economicità delle risorse finanziarie da impegnare.
Con la speranza che presto venga fatta luce sulla vicenda della mancata disponibilità dei loculi, vengano individuati i colpevoli e chi ha commesso abuso impossessandosi o addirittura vendendosi beni che non gli appartenevano.
CAIVANO – Dopo le indiscrezioni nate da queste pagine sul presunto abuso edilizio del Ranch di proprietà della sottosegretaria al Consiglio dei Ministri Pina Castiello e dei suoi fratelli, e della totale assenza di iscrizione a ruolo nel registro dei Tributi dal punto di vista IMU e Tari, grande lavoro di controllo è stato fatto dal settore Finanze e Tributi, compulsato anche dal Commissario prefettizio Filippo Dispenza.
Avviati, ovviamente, opportuni controlli a 360° sull’intera popolazione, l’attuale Amministrazione prefettizia è venuta a conoscenza che l’intero importo di evasione tributaria a Caivano ammonta a circa sei milioni di euro. Un gruzzoletto che, se tutti i cittadini caivanesi pagassero regolarmente i tributi, darebbe enormi vantaggi economici alla comunità, nonché anche disponibilità di cassa per lavori di manutenzione ordinaria e straordianaria.
I controlli effettuati, così come per legge, hanno riguardato gli ultimi cinque anni per quanto riguarda l’evasione IMU e TARI e gli ultimi due anni per quanto riguarda il servizio di fornitura idrica.
Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, di questi circa sei milioni di euro di tributi evasi, si registrano gli avvisi di riscossione coattiva di un importo di circa € 5.500 cad. per un importo complessivo che riguardarebbero le proprietà terriere e immobiliari di via quattrovie e cinquevie, di circa 22mila euro indirizzati alla famiglia Castiello, nelle persone di Pina – l’attuale sottosegretaria di Governo – e gli altri tre fratelli.
Adesso, quanto di buono fatto dal settore Tributi ci aspettiamo lo stesso dal settore Urbanistica e che quanto prima si renda edotta la comunità sulla vera natura di quel villone con piscina.
Da caivanese propongo che questa sia l’unica storia che la sottosegretaria Pina Castiello possa permettersi di raccontare, la prossima volta, in un qualsiasi convegno che affronti il tema della legalità che si organizza a Caivano.