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Cronaca

Processo Impagnatiello, i giudici si riuniscono per deliberare: le ultime

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Oggi, lunedì 25 novembre, nella Giornata contro la violenza sulle donne, è giunta finalmente l’ora della verità.

Infatti alle ore 12:30, la giudice Antonella Bertoja della Corte d’Assise di Milano si pronuncerà sulla condanna di Alessandro Impagnatiello, colui che il 27 maggio 2023 ha ucciso con 37 coltellate la compagna Giulia Tramontano e il figlio Thiago, che la donna portava in grembo.

Tredici udienze in dieci mesi, nelle quali l’imputato ha negato il consenso alle riprese del suo volto in aula, in cui la Procura ha ripercorso la vicenda con dovizia di particolari, chiedendo l’ergastolo con isolamento diurno di 18 mesi per l’imputato.

Intanto l’avvocato Giovanni Cacciapuoti, legale della famiglia Tramontano, ha così dichiarato fuori dall’aula in attesa della sentenza:

“Spero che la sentenza di oggi, nella giornata contro la violenza sulle donne, pur essendo una mera casualità, possa essere un utile messaggio di speranza e possa rappresentare un cambio di registro nelle interazioni umane. Sia fatta la giustizia degli uomini, che sia data la sanzione che ha chiesto la Procura, cioè l’ergastolo. Questo come giusta assunzione di responsabilità per una condotta lucida e inqualificabile. Impagnatiello ha organizzato la morte di Giulia e del bambino. Come emerso nitidamente e lucidamente nel processo, ha premeditato l’assassinio da dicembre-gennaio, con avvelenamento con ammoniaca, topicida e anche cloroformio. Tutto questo testimonia come la sua volontà fosse quella di uccidere”.

Invece la sorella di Giulia, Chiara, ha postato una foto su Instagram prima di arrivare in Tribunale. La foto mostra una spilla che ha appuntato sulla sua giacca con una foto di Giulia incinta e un commento: “Oggi non ti lasciamo andare, oggi ti stringiamo più forte”.

Pertanto decine di macchine fotografiche e giornalisti hanno riempito l’aula del Palazzo di Giustizia di Milano per la sentenza del processo, con i carabinieri del servizio di sicurezza che hanno allontanato i reporter e i cameraman per consentire alla corte di deliberare.

Alessandro Impagnatiello si è presentato rasato, sbarbato e con la maglia a rombi, entrando in aula dall’ingresso riservato ai detenuti e seduto in cella. Invece la madre di Giulia, Loredana Femiano, ha ricevuto un regalo al suo arrivo in Tribunale, portato fuori dall’aula dai funzionari e cancellieri della Procura milanese: si tratta di una pianta di rose bianche.

Ancora la sorella di Giulia, Chiara Tramontano, ha così dichiarato in un’intervista a La Repubblica prima della sentenza:

“Giulia era una donna coraggiosa, che ha cercato la verità a costo della morte. La sentenza di oggi per noi non rappresenta niente, perché la nostra vita è finita tempo fa. Ma il verdetto potrebbe essere importante per le nuove generazioni e per l’Italia intera. Un Paese ancora pervaso dal maschilismo, che ha paura delle donne”.

Rincara la dose su Instagram la madre di Giulia, Loredana Femiano, ricondividendo un post scritto dalla sorella Chiara nei giorni scorsi:

“Giulia è morta in Italia, anche perché siamo un Paese che ha paura delle donne. Il 25 novembre grideremo giustizia per Giulia e Thiago, ma lo faremo per tutte le donne che non hanno più voce. Dove c’è giustizia, c’è futuro. Dove c’è giustizia, c’è speranza per le nuove generazioni, affinché possano vivere in un Paese in cui non si ha paura di essere donne. Giulia sarà con noi in quell’aula, insieme a voi, a tutte le anime gentili strappate a questo mondo. Saremo lì, e spero che ci saranno tutte le donne che ancora sognano un futuro senza paura”.

Cronaca

Omicidio Giulia Cecchettin, chiesto l’ergastolo per Filippo Turetta: i particolari

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Il Pm di Venezia Andrea Petroni ha chiesto la condanna all’ergastolo per Filippo Turetta, assassino di Giulia Cecchettin, al termine della requisitoria del processo per l’omicidio della ragazza davanti alla Corte d’Assise.

Il Pm ha consegnato una memoria scritta, nella quale ha ricostruito in due ore e mezzo la cronologia dei fatti, negando i possibili elementi difensivi. In particolare ha sostenuto come Turetta abbia più volte mentito nonostante abbia avuto molte possibilità di dire la verità.

Ecco quanto dichiarato dal Pm Andrea Petroni nel corso della requisitoria:

“In queste carte non ci sono riflessioni sul femminicidio e sulla Giornata contro la violenza sulle donne. In questa sede non le riteniamo opportune. Qui si parla di un’indagine condotta con la massima prudenza, con capi d’accusa che sono gli stessi da inizio indagine, perché non è cambiato nulla. Ci si è basati solo sui fatti, tutto si basa su quanto ricostruito”.

Inoltre, Petroni ha precisato come nei giorni antecedenti al delitto, Turetta avesse stilato una lista degli acquisti da fare per il delitto, contestando l’ipotesi di un rapimento di Giulia. Ha poi contestato anche la presunta volontà suicidaria di Turetta, in base a visite psichiatriche fatte tra settembre e ottobre 2023, anche perché fin dal suo arresto in Germania era parso evidente che non ne manifestasse le intenzioni.

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Cronaca

Futani piange la scomparsa di Angelo, l’operaio morto per un incidente sul lavoro: aveva 58 anni

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Non c’è stato niente da fare per Angelo Rosalia, l’operaio di 58 anni di Futani, nel Salernitano, vittima di un incidente sul lavoro. Infatti l’uomo è morto dopo alcuni giorni di agonia, gettando nello sconforto l’intera comunità.

L’uomo era precipitato al suolo mentre stava sistemando della legna su un camion, riportando un grave trauma cranico che aveva richiesto un intervento chirurgico d’urgenza all’ospedale San Luca di Vallo della Lucania.

Tuttavia, nonostante il grande lavoro dei medici, le sue condizioni sono peggiorate irrimediabilmente e l’hanno condotto alla morte nelle scorse ore. I suoi funerali si terranno domani, martedì 26 novembre, alle ore 10 presso la chiesa di San Marco Evangelista di Futani.

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Cronaca

Follia nel Salernitano, 54enne straccia il verbale e investe un vigile: arrestato

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Incredibile episodio avvenuto venerdì scorso nel Salernitano, che ha visto protagonista un 54enne originario di Nocera Inferiore e residente a Siano.

In particolare l’uomo, dopo aver stracciato un verbale per divieto di sosta, ha investito un vigile urbano. Infatti, egli aveva parcheggiato all’incrocio tra via Atzori e via Barbarulo, mentre si era fermato in un bar. All’uscita ha inveito contro gli agenti della Polizia Municipale che lo stavano multando.

Pertanto si è rifiutato di fornire i documenti ed è ripartito, investendo accidentalmente uno degli agenti. A quel punto è stato arrestato e associato ai domiciliari per resistenza a Pubblico Ufficiale e lesioni, anche se il Tribunale di Nocera Inferiore ha poi disposto lo stato di libertà con l’obbligo di firma.

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