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Cronaca

Torre Annunziata, usura ed estorsione per conto del clan Gionta: arrestate 5 persone

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Blitz dei carabinieri del Gruppo di Torre Annunziata, che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di cinque persone.

Secondo gli inquirenti, essi sono gravemente indiziati dei reati di estorsione e usura, aggravati dal metodo mafioso e con l’obiettivo di agevolare il clan camorristico Gionta, attivo a Torre Annunziata e nelle aree limitrofe.

Le indagini hanno consentito di accertare che gli indagati avrebbero obbligato la dirigenza della squadra di calcio locale, il Savoia Calcio, a consegnare circa 3mila euro per poter continuare “senza problemi” l’attività sportiva nonché concesso dei prestiti a tasso usuraio.

Ecco la nota del Savoia 1908 FC Torre Annunziata sulla vicenda:

“L’attuale vicenda emersa da notizie di stampa non riguarda l’attuale società, che non ha mai ricevuto alcuna richiesta estorsiva. Oggi più di prima le notizie diffuse mettono in evidenza che abbiamo salvato il Savoia e il nome di Torre Annunziata, rilevando il club che era nel mirino della Camorra. Noi non consentiremo a nessuno di potersi avvicinare alla nostra società e che possano ripetersi episodi del genere”.

Poi, aggiunge: “Continueremo nel nostro lavoro per portare avanti il progetto di un calcio pulito, togliendo i ragazzi dalla strada con la nostra Academy. Abbiamo strappato questa squadra dalle mani della Camorra, come ribadito anche da Emanuele Filiberto in un recente comunicato, e continueremo nel nostro progetto per contribuire al riscatto della città e di tutto il territorio”.

Cronaca

Consegna denaro e monili in oro a un finto postino ma è una truffa: arrestate tre persone

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Nel corso della mattinata odierna, i carabinieri della Compagnia di Sorrento sono intervenuti a Portici e San Giorgio a Cremano dando esecuzione ad un’ordinanza applicativa della misura coercitiva degli arresti domiciliari, con applicazione del braccialetto elettronico nei confronti di tre persone.

In particolare esse sono accusate dei reati di truffa aggravata dall’età avanzata della vittima e dalla rilevante gravità del danno patrimoniale, mentre la terza persona è gravemente indiziata in ordine al delitto di ricettazione.

Le indagini hanno consentito di accertare che lo scorso 7 marzo 2024 a Sorrento, due degli odierni arrestati avrebbero truffato un uomo 85enne, appropriandosi di denaro e monili in oro per un valore complessivo di 20mila euro. Il terzo arrestato invece, originario di San Giorgio a Cremano e titolare di un negozio di articoli preziosi, avrebbe acquistato in un secondo momento i gioielli provenienti dalla truffa.

Il modus operandi è sempre lo stesso: la vittima fu infatti contattata telefonicamente da uno degli autori del reato, che gli aveva fatto credere che di lì a poco si sarebbe presentato a casa sua un postino per la consegna di una raccomandata.

A quel punto, bussò alla porta dell’anziano un finto messo postale, il quale ritirava il denaro contante e preziosi presenti nell’abitazione della stessa, convincendola a farsi consegnare 700 euro in contanti e numerosi monili in oro.

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Cronaca

Lutto per Fabio Quagliarella, è morto il padre Vittorio

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Un grave lutto ha colpito Fabio Quagliarella, visto che nelle ultime ore è venuto a mancare il padre Vittorio. A darne notizia ci ha pensato la Virtus Junior Stabia, la società sportiva che ha voluto omaggiare Vittorio Quagliarella, descrivendolo come “un uomo dal cuore d’oro, sempre generoso e disponibile, e un grande amico della nostra società”.

L’ex calciatore del Napoli era molto legato al padre, con il quale aveva un rapporto speciale, fondamentale anche in alcuni momenti delicati della vita e carriera del figlio, come nel caso stalking che ha coinvolto Fabio, portato alla luce grazie al coraggio e intervento del padre.

Ecco quanto dichiarava Fabio qualche tempo fa:

“Mio padre ha fatto duemila lavori, è sempre un passo avanti: mi ha salvato dallo stalker. Grazie a lui ora posso vivere una vita nuova”.

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Cronaca

Padova, partorisce in un night club ma annega la figlia nel water: ipotesi infanticidio

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Orrore a Piove di Sacco, in provincia di Padova, dove lo scorso lunedì una neonata è stata trovata morta nel bagno di un appartamento sito al primo piano di uno stabile che ospita un locale notturno.

Stando alle prime informazioni, la piccola è nata proprio all’interno del Serale Club in via Borgo Padova 57, ma secondo la Procura è stata annegata nel wc dalla madre. La madre della piccola, Melissa Russo, 29enne italo-brasiliana, è ora in stato di fermo in ospedale con l’accusa di omicidio aggravato.

Pertanto la Procura di Padova ha così spiegato dopo i primi accertamenti:

“La neonata era stata trovata morta all’interno del water e appariva essere completamente formata. La donna avrebbe scaricato l’acqua del wc in tal modo provocandone l’annegamento”.

Secondo una prima ricostruzione, la donna era già incinta quando è giunta in Veneto, ma l’aveva nascosto a tutti partorendo da sola in casa per poi chiamare alcune colleghe.

L’ex proprietario del locale ha così dichiarato:

“Mi ero accorto della gravidanza, anche se lei negava, dicendo che aveva avuto problemi di salute. Non ci credevo, ma non ho voluto indagare. Di solito le ragazze rimanevano là per poco tempo, qualche settimana al massimo, se avevano bisogno di un appoggio iniziale appena iniziato il lavoro. Era una buona ragazza, se avessi pensato che sarebbe stata in grado di fare una cosa simile l’avrei cacciata immediatamente, era inimmaginabile”.

Al momento l’infanticidio è l’ipotesi più probabile, con gli investigatori che dichiarano che la piccola sarebbe deceduta “per cause non naturali”.

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