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Giustizia

Omicidio per contesa giudiziaria su terreno agricolo: arrestato dopo 3 anni

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Avrebbe partecipato ad un raid armato avvenuto a Lettere (Napoli) nel quale perse le vita un maresciallo aiutante della Guardia di Finanza in congedo il primo agosto di tre anni fa: per questo è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare.

Il movente dell’omicidio, stando alle risultanze delle indagini, sarebbe da ricondurre ad un contenzioso tra la vittima e l’attuale indagato, con quest’ultimo che si era visto negare il diritto di prelazione, fatto invece valere dai fratelli della vittima, su un appezzamento agricolo acquistato dall’arrestato.

Le indagini, avviate dopo il delitto avvenuto nel 2021, hanno consentito di ricostruire la dinamica e il movente del delitto e di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato che, secondo gli inquirenti in qualità di mandante, avrebbe pianificato, organizzato e commissionato l’omicidio, avvalendosi della collaborazione di due complici ed esecutori materiali del delitto.
Il primo agosto 2021 un commando armato, composto da due persone, aveva teso un agguato in prossimità dell’abitazione dell’ex maresciallo aiutante delle fiamme gialle, poco dopo che questi era uscita dalla chiesa di Sant’Anna di Lettere, al termine della celebrazione eucaristica, raggiungendolo con numerosi colpi d’arma da fuoco.
Ad eseguire il provvedimento, al termine di una complessa attività di indagine portata avanti dalla Procura di Torre Annunziata, sono stati i carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia: l’accusa per l’arrestato (del quale non sono state rese note le generalità) è di omicidio premeditato.

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Giustizia

Avellino, inchiesta “Dolce Vita”: la Cassazione conferma la legittimità delle intercettazioni

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Le intercettazioni raccolte dalla Procura di Avellino nell’inchiesta “Dolce Vita” nei confronti dell’ex sindaco Gianluca Festa sono legittime e potranno essere utilizzate dagli inquirenti nel processo; la scarcerazione dell’ex sindaco, agli arresti domiciliari per 154 giorni, è sopravvenuta per il venir meno delle esigenze cautelari.

A poco più di un mese dalla sentenza della Corte di Cassazione, pronunciata il 18 settembre scorso, le motivazioni pubblicate oggi confermano dunque la correttezza delle procedure seguite nelle indagini da parte della Procura guidata da Domenico Airoma.

La difesa di Festa anche nell’udienza davanti ai giudici della Suprema Corte, aveva invece sostenuto “il vizio di legittimità” sulla installazione di cimici, trojan e telecamere negli uffici del comune e nell’auto di Festa, oltre a contestare la trascrizione delle intercettazioni intercorse in particolare tra l’ex sindaco e l’architetto Fabio Guerriero, relative alle presunte dazioni di denaro ricevute da tre imprenditori in rapporto di lavoro con il comune. Nelle motivazioni, gli “ermellini” scagionano Festa dal reato di depistaggio (avrebbe fatto sparire un computer in uso nel suo ufficio) e di aver indotto, nella sua qualità di sindaco, alcuni imprenditori a sponsorizzare la manifestazione Eurochocolate del febbraio dell’anno scorso.

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Attualità

L’Associazione Nazionale Magistrati chiede di “aprire una pratica a tutela dei giudici della sezione migranti”

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“L’Associazione Nazionale Magistrati chiede con forza che la giurisdizione sia rispettata come esercizio di una funzione del tutto autonoma ed indipendente. Non può attendersi dalla magistratura che assuma decisioni ispirate dalla necessità di collaborazione con il Governo di turno. Se agisse facendosi carico delle attese della politica, la magistratura tradirebbe il mandato costituzionale”. 

Così la Giunta esecutiva centrale dell’Associazione Nazionale Magistrati in una nota.

“I magistrati esprimono fondata preoccupazione quando il dileggio prende luogo della critica e il dissenso dei più alti esponenti del governo viene affidato ad accuse di pregiudizialità ideologica, di abnormità o di esondazione nella sfera riservata alla politica”, prosegue l’Anm. 

Per la Giunta esecutiva centrale dell’ANM “è sorprendente che questa elementare evidenza democratica debba essere riaffermata per rispondere alle aspre e strumentali polemiche che si sono scatenate all’indomani delle ordinanze con cui la sezione specializzata del tribunale di Roma non ha convalidato il trattenimento di alcuni richiedenti asilo allocati nel centro sito in territorio albanese. I provvedimenti giudiziari possono certo essere criticati. I magistrati italiani non sono chiusi alla critica anche severa ma rispettosa del loro ruolo”.

(fonte: Ansa)

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Giustizia

Lavoro eccessivo, grave stress per medico ospedaliero: Asl campana condannata

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La Corte di Appello di Napoli ha condannato una ASL campana a risarcire con centomila euro i danni sofferti da un medico ospedaliero per averlo esposto a periodi di lavoro eccessivi, senza garantirgli il minimo di riposo giornaliero e l’adeguato riposo notturno, tutelati dalle norme europee.

Il caso riguarda un medico che dopo varie esperienze lavorative ha iniziato dal 2008 ad operare all’interno del reparto di ortopedia e traumatologia dell’ASL di Napoli 3 Sud.
La situazione dell’ospedale, “caratterizzata da grave carenza di personale – raccontano i legali del medico, gli avvocati Egidio Lizza e Giovanni Romanolo ha esposto a richieste da parte della dirigenza sempre più pressanti rispetto all’orario di lavoro da svolgere, che è progressivamente divenuto insopportabile e al quale gli era sostanzialmente impossibile sottrarsi, a meno di voler lasciare totalmente scoperto il reparto”.

Alla fine, si è trovato a svolgere, per quindici anni, un orario lavorativo ben superiore a quello contrattualizzato, che – ha riconosciuto la Corte d’appello di Napoli – non gli ha permesso di usufruire di un periodo minimo di riposo giornaliero di 11 ore consecutive e lo ha portato a svolgere lavoro notturno per più delle otto ore giornaliere consentite.

“Pur percependo per questo motivo lo straordinario, ha però sviluppato un grave stress che ha minato la sua salute fisica e mentale”, evidenziano gli avvocati, aggiungendo che i giudici d’appello gli hanno “riconosciuto un maxi risarcimento per danno da stress o da ‘usura psicofisica’ – quantificato, nel caso esaminato, in 100mila euro – che ora apre la strada dei ricorsi a tutti i medici italiani che si trovano nella medesima situazione e che deve essere corrisposto con efficacia retroattiva”.

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