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Accuse di stregoneria nel calcio africano: il Sudan denuncia il Ghana

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Il Sudan ha accusato il Ghana di aver utilizzato pratiche di stregoneria durante una partita di qualificazione alla Coppa d’Africa, impiegando aglio e cipolle.

Secondo la federazione calcistica sudanese, la squadra ghanese avrebbe fatto ricorso a questi elementi per influenzare negativamente le prestazioni degli avversari.

Nonostante il Sudan abbia vinto per 2-0, le autorità sudanesi hanno avanzato sospetti, presentando una denuncia ufficiale alla Confederazione Africana di Calcio (CAF), accusando il Ghana di comportamenti non ortodossi.
Diverse testimonianze riportano che alcuni membri della delegazione sudanese avrebbero notato gesti e comportamenti insoliti da parte dei ghanesi, ricollegabili a rituali. La presenza di aglio e cipolle sul campo è stata citata come prova della stregoneria.

Il Ghana ha prontamente respinto le accuse, definendole prive di fondamento e assurde. Attualmente, la denuncia del Sudan è sotto revisione da parte delle autorità calcistiche internazionali, anche se è improbabile che venga preso un provvedimento concreto.

Non è la prima volta che credenze superstiziose e pratiche magiche emergono nel calcio africano. In passato, diverse squadre e giocatori sono stati accusati di utilizzare rituali spirituali o sciamanici per ottenere vantaggi sul campo. Un esempio è il Tanzanian Simba SC, una delle squadre più prestigiose della Tanzania, che durante la stagione 2021-2022 è stata coinvolta in tali pratiche.

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Dal Mondo

Compra all’asta una Marilyn di Andy Warhol ma si rivela un falso: imprenditore risarcito dopo 20 anni

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Le “Marilyn” di Andy Warhol sono tra le opere più celebri e costose dell’artista, rappresentando il simbolo stesso della Pop Art.

Una delle serigrafie più famose, “Shot Sage Blue Marilyn” del 1964, è stata venduta all’ asta da Christie’s di NewYork per la cifra record di 195 milioni di dollari, diventando così l’opera d’arte più costosa del XX secolo.

Nel 2004, un imprenditore emiliano aveva acquistato una serigrafia di Marilyn per circa 8.500 euro. Tuttavia, durante una valutazione nel 2009, l’opera si è rivelata essere un falso, con un valore reale che non superava alcune centinaia di euro.

Questo episodio ha portato l’imprenditore a intraprendere una battaglia legale per ottenere giustizia e il risarcimento per la spesa sostenuta.

Dopo una lunga vicenda legale durata vent’anni, il Tribunale di Pisa ha emesso una sentenza che stabilisce il risarcimento all’imprenditore emiliano per la serigrafia di Marilyn acquistata nel 2004.

Secondo la decisione del tribunale, l’imprenditore dovrà essere risarcito dell’importo inizialmente speso, compresi gli interessi, e riceverà ulteriori 4.000 euro per le spese legali sostenute.

La sentenza ha anche stabilito che la casa d’aste coinvolta non ha agito in malafede, poiché i venditori non erano a conoscenza del fatto che l’opera fosse falsa.

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Dal Mondo

Uomo hackera la Nasa evidenziando le loro vulnerabilità: l’azienda gli invia una lettera di ringraziamento

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Il mondo della sicurezza informatica ha visto questi giorni un nuovo successo nel campo dell’hacking etico, grazie all’utente “7h3h4ckv157”, un hacker che ha violato con successo (ed eticamente) i sistemi della NASA.

Questo tipo di iniziative rientra nei cosiddetti Vulnerability Disclosure Programs (VDP), programmi che permettono a organizzazioni come la NASA di migliorare continuamente la loro sicurezza informatica grazie al contributo di ricercatori indipendenti.

L’utente in questione, come dichiarato anche nei suoi profili social, avrebbe evidenziato alla NASA alcuni difetti dei suoi sistemi, segnalandoli ai responsabili.

La NASA, più precisamente il Senior Agency Information Security Officer dell’azienda, ha risposto all’hacker tramite una lettera ufficiale di ringraziamento, la quale è stata successivamente pubblicata sul profilo X dell’utente “7h3h4ckv157”, ovvero l’ hacker stesso.

La promozione dell’hacking etico e la sua integrazione in programmi di segnalazione come i VDP sono ormai prassi anche per le grandi aziende tecnologiche.

Queste aziende spesso offrono ricompense o addirittura opportunità lavorative agli hacker che dimostrano di avere un impatto positivo sulla sicurezza dei loro sistemi.

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Cronaca

Chirurgo non trova il bisturi e apre il torace del paziente con un coltellino svizzero

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Un chirurgo di un ente sanitario nazionale in crisi ha utilizzato un coltellino svizzero per aprire il torace di un paziente, perché sosteneva di non riuscire a trovare un bisturi sterile. L’ospedale universitario del Sussex ha affermato che l’operazione è stata un’emergenza, ma che le azioni del chirurgo sono da considerarsi «al di fuori delle normali procedure».

Il Prof. Graeme Poston, esperto in negligenza clinica ed ex chirurgo consulente, ha dichiarato alla BBC: «È una notizia sconvolgente. Innanzitutto, un coltellino non è ovviamente sterile. In secondo luogo, non è uno strumento operatorio».

La polizia sta indagando separatamente su almeno 105 casi di presunta negligenza medica presso la struttura e sta valutando accuse di omicidio colposo aziendale. Il chirurgo coinvolto nel caso, il cui nome non è stato reso noto, stava operando un paziente al Royal Sussex Hospital di Brighton. Il paziente è sopravvissuto, ma documenti interni mostrano che i colleghi del medico avevano già espresso opinioni severe sul suo comportamento professionale.

La BBC ha anche scoperto che lo stesso chirurgo aveva eseguito tre operazioni a basso rischio in due mesi, ma tutti e tre i pazienti sono morti poco dopo. L’ente ha avviato una serie di indagini interne decessi e ha concluso che avevano ricevuto «cure scadenti». Ha anche ammesso che una donna deceduta «sarebbe sopravvissuta se non ci fossero state complicazioni post-operatorie».



(fonte: thegap_media)

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