Nel corso della mattinata odierna, gli agenti della Polizia di Stato hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 60 persone, gravemente indiziate a vario titolo di associazione di stampo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al furto, concorso esterno in associazione mafiosa, tentato omicidio, possesso ingiustificato di armi e ordigni esplosivi, estorsione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, furto e ricettazione.
L’indagine condotta tra il 2021 e il 2022 ha documentato l’esistenza e l’operatività di un sodalizio di tipo camorristico, operante nella zona orientale del capoluogo e in alcuni comuni della provincia, facente capo alle famiglie De Micco (Bodo) e De Martino (XX), espressione, sui predetti territori, del più noto clan Mazzarella.
Le investigazioni hanno dimostrato che la contrapposizione tra i suddetti clan ha causato, nel corso degli anni, numerosi omicidi e fatti di sangue, e così sul territorio di Ponticelli ha assunto un ruolo predominante il clan De Luca-Bossa, che unitamente alle famiglie Minichini, Casella, Aprea e Cuccaro, era espressione della famigerata Alleanza di Secondigliano.
In particolare, tra gli eventi che hanno favorito la rottura tra le citate famiglie criminali, possiamo annoverare il tentato omicidio di Ausilio Luigi, esponente del clan Casella, oltre ad un tentativo di estorsione aggravata dal metodo mafioso in danno dei gestori di una fiorente piazza di spaccio del rione De Gasperi di Ponticelli, una delle roccaforti del clan De Luca-Bossa.
Inoltre l’organizzazione criminale gestiva la filiera del narcotraffico, dall’approvvigionamento di ingenti quantità di stupefacenti quali cocaina, crack, marijuana e hashish fino allo smercio della droga al dettaglio. Pertanto l’indagine ha portato al sequestro di circa 200 kg di sostanze stupefacenti di diverso tipo, oltre ad un laboratorio utilizzato per la raffinazione e il confezionamento del crack e un locale per lo stoccaggio e la preparazione di altri tipi di droga.
Nella zona del cosiddetto ‘grattacielo di Ponticelli’ fu scoperto e sequestrato un locale adibito alla conservazione e manutenzione di armi di grosso calibro, oltre al rinvenimento di numerosi ordigni bellici in altri due covi scoperti nella zona del Rione Fiat e nell’area delle cosiddette ‘Case di Topolino’.
Le investigazioni hanno poi dimostrato come il sodalizio gestisse il racket degli alloggi popolari, grazie alla capacità di affidare le abitazioni a persone compiacenti e dietro il pagamento di un corrispettivo in denaro. La pervasività del clan in questo settore si esprimeva anche nella gestione delle attività di pulizia dei comprensori popolari di Ponticelli.
Infine sono state documentate numerose condotte estorsive portate avanti con la tecnica del cavallo di ritorno da alcuni indagati, i quali erano dediti al furto di auto e motoveicoli poi restituiti ai legittimi proprietari solo dietro il pagamento di ingenti somme di denaro.