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Cronaca

Attacchi hacker al Ministero della Giustizia: preso un 24enne

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È più volte entrato nei sistemi informatici del Ministero della Giustizia e di altri importanti società e aveva le competenze per bloccarli l’hacker di 24 anni a cui è stato notificato un arresto da parte della polizia postale al termine di una indagine coordinata dalla Direzione Nazionale Antimafia e dal pool reati informatici della Procura di Napoli.

L’hacker, originario di Gela ma impiegato informatico a Roma, è riuscito ad acquisire anche fascicoli di indagine coperti da segreto investigativo. L’inchiesta durata diversi anni, ha coinvolto diverse procure. Tra i sistemi informatici violati anche quelli della Guardia di Finanza, di Tim e di Telespazio. 

“E’ stata una minaccia grave e ha provocato danni alla sicurezza”, afferma il Procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo.
Secondo quanto si è appreso tra i fascicoli coperti da segreto investigativo non compaiono quelli relativi a indagini antiterrorismo, ma l’hacker, un vero e proprio mago dell’informatica, utilizzando cinque identità fittizie si è appropriato di dati sensibili riguardanti la criminalità organizzata. Le prime violazioni sono state scoperte a Napoli.

I dettagli dell’inchiesta sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa a cui hanno preso parte il Procuratore di Napoli Nicola Gratteri e il coordinatore del pool reati informatici Vincenzo Piscitelli. Nella notte la polizia giudiziaria ha eseguito una perquisizione durante la quale è stata scoperta una ingente mole di dati.

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Cronaca

Caso Puff Daddy, parla una delle vittime: “Ricordo un sacco di erba e donne nude in piscina, io volevo solo tuffarmi”

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Tiene banco negli Stati Uniti d’America il caso riguardante i famosi ‘White Party’ di Puff Daddy, ora in carcere per presunto traffico sessuale in attesa del processo del prossimo 9 ottobre.

Pertanto, su questa vicenda si susseguono innumerevoli indiscrezioni, l’ultima delle quali è relativa al fatto che sono emerse 120 testimonianze pronte a cadere sull’indagato. Tra questi, c’è chi sostiene fosse minorenne all’epoca dei fatti, con una testimonianza che è pronta a giurare di aver avuto sei anni quando è entrato in contatto con il mondo di Daddy.

In particolare Justin Litovsky, oggi 30enne, ha dichiarato di essersi recato ad un barbecue pomeridiano con il magnate dell’hip pop:

“Ricordo un sacco di erba e un mucchio di donne in topless in piscina e intorno alla piscina. Io volevo solo nuotare. Non sapevo se le tette fossero una cosa buona o una cosa cattiva. Ma speravo di tuffarmi”.

La madre di Litovsky ha aggiunto: “C’erano bottiglie ovunque e donne nude. Non ero sicura se fosse appropriato o normale. Mi chiedevo come mai i bambini fossero ammessi alla festa. Ce ne siamo andati via alle 21.30, dopo aver trascorso il pomeriggio evitando il fumo di marijuana e le donne in topless”.

A questi party erano presenti ospiti illustri tra cui Jay Z, Jennifer Lopez, Billy Zane e Sarah Jessica Parker. Inoltre, in eventi successivi, Sean ‘Diddy’ Combs avrebbe introdotto un coprifuoco per bambini.

Daddy è rinchiuso nel Metropolitan Detention Center di Brooklyn dal 17 settembre, pur dichiarandosi innocente di fronte alle accuse federali di aver usato il suo potere e prestigio per indurre vittime di sesso femminile a esibizioni sessuali sotto l’effetto di droghe con escort maschili.

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Cronaca

Corruzione e concussione, indagato il Consigliere Regionale Giovanni Zannini del gruppo ‘De Luca presidente’

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I Carabinieri del Comando provinciale di Caserta e della compagnia di Aversa hanno effettuato questa mattina alcune perquisizioni nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.

Tra i destinatari del provvedimento c’è il consigliere regionale Giovanni Zannini, iscritto al gruppo consiliare ‘De Luca Presidente’, che si è visto perquisire la propria abitazione e i suoi uffici all’isola F13 del Centro Direzionale di Napoli.

I militari dell’Arma sono alla ricerca di documenti e dispositivi informatici utili alle indagini. Perquisizioni sono scattate anche per altre sei persone, tra queste da quanto trapela ci sarebbe il nome dell’imprenditore Alfredo Campoli. Le accuse contestate dalla Procura sammaritana guidata dal Procuratore Pierpaolo Bruni sono a vario titolo di corruzione, concussione, riciclaggio e uso di fatture per operazioni inesistenti.

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Cronaca

Follia al centro commerciale, due ragazze prendono a morsi le cassiere dopo il furto: arrestate

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Momenti di ordinaria follia all’interno di un centro commerciale di Formia, in provincia di Latina, dove due ragazze hanno aggredito le cassiere di un supermercato a morsi.

Stando alle prime informazioni si tratta di una 23enne e di una 19enne, rispettivamente di Cassino e Pietramelara, che hanno dato in escandescenze dopo essere state sorprese a rubare. Infatti, approfittando della fila di clienti, erano riuscite a nascondere dei piccoli elettrodomestici nei loro carrelli per un valore totale di circa 1000 euro.

A quel punto però, il loro atteggiamento ha destato sospetto nelle cassiere, le quali hanno provato a fermare le due ragazze ma venendo aggredite con morsi, calci e pugni. Pertanto è stato necessario l’intervento dei carabinieri per sedare gli animi delle due ragazze, arrestate e associate al carcere di Rebibbia a Roma.

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