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Cronaca

11 kg di cocaina sequestrati nel Casertano: in manette il corriere

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I finanzieri del Comando Provinciale di Napoli hanno sequestrato oltre 11 chili di cocaina pronti per essere distribuiti sul mercato illegale della città e della provincia.

In particolare, durante un servizio predisposto lungo le arterie di accesso al capoluogo campano, i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno individuato e sottoposto a ispezione, in una piazzola di sosta nei pressi dell’uscita autostradale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), un’autovettura condotta da un uomo di nazionalità albanese, il quale denotava un eccessivo stato d’ansia, alla vista dei finanzieri.
L’uomo è stato condotto presso gli uffici del Reparto dove, all’esito di una accurata perquisizione del veicolo, sono stati rinvenuti 10 panetti di cocaina, per un peso complessivo di 11,793 chilogrammi, occultati in vani ricavati nel bagagliaio posteriore e nella consolle centrale del mezzo.
Il corriere, colto in flagranza di reato, è stato tratto in arresto per traffico di sostanze stupefacenti e associato alla Casa Circondariale di Napoli – Poggioreale.

Il narcotico, qualora immesso sul mercato clandestino, avrebbe fruttato alle organizzazioni criminali campane un illecito profitto di oltre un milione di euro.

Nel 2023 e nel primo semestre dell’anno in corso, l’attività di contrasto al traffico di stupefacenti, eseguita dalle Fiamme Gialle del Comando Provinciale, ha consentito di individuare e sottoporre a sequestro – in territorio nazionale ed estero – oltre 2,2 tonnellate di sostanza stupefacente (tra marijuana, hashish, cocaina e altre droghe sintetiche), denunciando all’Autorità Giudiziaria 279 soggetti (di cui 89 tratti in arresto) e segnalandone oltre 2.100 alle Prefetture competenti.

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Cronaca

Milano, spara il fratello alla gamba durante una lite: 46enne in manette

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La Polizia di Milano ha eseguito un’ordinanza cautelare applicativa degli arresti domiciliari con adozione dei mezzi elettronici nei confronti di un cittadino italiano, 46 anni, accusato dei reati di lesioni personali gravi pluriaggravate e porto abusivo in luogo aperto al pubblico di arma comune da sparo. 

Era lo scorso 7 maggio quando l’uomo avrebbe estratto una pistola e ferito il fratello 32enne al culmine di una lite, avvenuta all’interno del cortile condominiale. Pertanto il ferito fu portato d’urgenza all’ospedale San Carlo di Milano, dove è stato ricoverato in codice rosso riscontrando la frattura del femore. L’uomo, difatti, è stato sottoposto a un intervento chirurgico ed è rimasto ricoverato per circa 40 giorni.

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Cronaca

Perù, bus di turisti si schianta durante un’escursione: ferite 30 persone

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Attimi di paura in Perù, dove stamane un autobus si è schiantato mentre scendeva dall’antica cittadella Inca di Machu Picchu. In particolare, sono rimasti gravemente feriti tredici italiani e altri turisti a bordo del mezzo.

Stando alle prime informazioni, l’autista avrebbe perso il controllo del veicolo precipitando dalla strada di montagna a zigzag, che collega il sito storico con la città turistica di Aguas Calientes, scivolando per circa 15 metri. In totale ci sono 30 turisti feriti. 

Ecco quanto riferito dalla Farnesina in una nota:

“L’ambasciata d’Italia a Lima, in stretto raccordo con la Farnesina, si è attivata per fornire la massima assistenza consolare ai connazionali ed è in contatto con i familiari”.

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Cronaca

Concorso in corruzione, la Procura chiede 4 anni e mezzo per il patron della Salernitana Iervolino

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Guai seri per il patron della Salernitana, Danilo Iervolino, accusato di corruzione in relazione ad un accordo per favorire la scissione di un patronato.

Contestualmente, il Pm di Napoli Henry John Woodcock ha chiesto cinque anni di reclusione per Francesco Cavallaro, segretario generale Cisal, e quattro anni e mezzo proprio per Danilo Iervolino. Chiesta invece l’assoluzione per l’avvocato Fimmanò.

Secondo l’accusa, nel 2019, in cambio del parere favorevole del ministero del Lavoro alla scissione del patronato Encal-Inpal, Cavallaro avrebbe ottenuto l’assunzione del figlio presso l’Università telematica Pegaso, allora di proprietà di Iervolino. Dalle indagini è peraltro risultata una serie di favori scambiati tra i due.

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