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Cronaca

Clan dei Casalesi, sequestro da 2,7 milioni di euro per l’imprenditore Adolfo Greco

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I militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli hanno sequestrato denaro per 2,7 milioni di euro all’imprenditore Adolfo Greco, sotto processo a Santa Maria Capua Vetere (Caserta) con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, in particolare con il clan dei Casalesi.

Secondo la Dda di Napoli (procuratore aggiunto Sergio Ferrigno, sostituto procuratore Giuseppe Cimmarotta) Greco avrebbe fornito un concreto contributo alla fazione Zagaria della federazione mafiosa casalese: in particolare avrebbe indotto l’amministrazione di una società lattiero-caseario a revocare la concessione per la distribuzione in esclusiva dei propri prodotti nella provincia di Caserta ad un’impresa riconducibile al clan dei Casalesi (già confiscata in sede di prevenzione) e nel farla riassegnare a una società, appositamente costituita, riconducibile allo stesso clan.

Greco aveva subìto il sequestro di 2,7 milioni di euro in contanti trovati in una intercapedine della sua abitazione. L’imprenditore si giustificò dicendo agli inquirenti che erano soldi frutto di risparmi, accumulati negli anni, dell’evasione fiscale.
Gli accertamenti dei finanzieri però hanno fatto emergere una sproporzione tra quella predetta somma, ritenuta il frutto di attività illecite, e i redditi dichiarati da Greco e dal suo nucleo familiare tra il 2003 e il 2017.

La circostanza ha indotto la procura di Napoli a chiedere e ottenere dal tribunale (Sezione Misure di Prevenzione) il sequestro dell’intero importo già sottoposto a vincolo nel corso nel processo penale.

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Cronaca

Riciclaggio e camorra, scarcerato gestore di una nota pizzeria napoletana

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È stata disposta la scarcerazione per Massimiliano Di Caprio, 49 anni, l’obbligo di firma per la moglie, Deborah Capasso, 47 anni, nell’ambito dell’indagini sul riciclaggio dei soldi del clan Contini nella pizzeria “Dal presidente” di Napoli.

La decisione giunge a seguito di una decisione della Corte di Cassazione che, secondo quanto spiega uno dei legali dei due indagati, l’avvocato Fabio Visco “ha ritenuto non provato il collegamento tra Di Caprio, Capasso e la camorra”.
 
Il tribunale del Riesame aveva qualche mese fa confermato il carcere per Massimiliano Di Caprio (difeso dagli avvocati Vittorio Giaquinto e Fabio Visco) e disposto invece i domiciliari per la moglie (difesa dagli avvocati Fabio Visco e Leopoldo Perone).

I giudici confermarono la misura cautelare dei domiciliari a un ispettore che, secondo la DDA, avrebbe ricoperto il ruolo di socio occulto del gestore di fatto della nota pizzeria partenopea.
Tutti e tre vennero raggiunti da una misura cautelare lo scorso 14 maggio notificata anche ad altri due indagati. Contestualmente venne disposto ed eseguito un sequestro di beni mobili e immobili, pizzeria compresa, per un valore di 3,5 milioni di euro.
   

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Cronaca

Va in ospedale per un dolore al petto ma viene dimesso: Gennaro muore per un malore il giorno dopo

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Dolore e lacrime a Calvi Risorta, in provincia di Caserta, dove ieri pomeriggio un uomo è morto a seguito di un malore improvviso.

In particolare, egli si sarebbe recato in ospedale per un forte dolore al petto venendo però dimesso, poiché i medici non avevano riscontrato alcuna anomalia nelle sue condizioni di salute. Tuttavia, il pomeriggio seguente, l’uomo è stato trovato senza vita dalla madre.

Si tratta del 40enne Gennaro Franco, originario della frazione di Visciano, colto da un malore improvviso che non gli ha lasciato scampo. Numerosi i messaggi di cordoglio al suo indirizzo, tra cui la toccante lettera dei suoi amici:

“È difficile trovare le parole giuste per esprimere il dolore che ci ha colpito con la notizia della morte di Gennaro. Era un nostro amico, uno di quelli che non passano mai inosservati, specialmente nelle calde serate d’estate quando ci riunivamo sulle panchine di piazza municipio di Calvi Risorta. Ricordo quelle notti in cui il sole tramontava lentamente, dipingendo il cielo di sfumature arancioni e rosa, mentre noi ci radunavamo, chiacchierando e ridendo. Gennaro era sempre al centro dell’attenzione, il nostro amico più simpatico, capace di farci ridere anche nei momenti più bui. Le sue battute taglienti e i suoi racconti esilaranti erano come una ventata di freschezza in quelle serate afose. Non si parlava solo di cose leggere; le nostre conversazioni spaziavano da sogni e progetti futuri a emozioni più profonde, e Gennaro sapeva sempre come riportare un sorriso sui nostri volti, anche quando si toccavano temi seri. La sua presenza era una garanzia di allegria e spensieratezza, e ora che non c’è più, sentiamo un vuoto immenso. Riflettendo su quei momenti, ci rendiamo conto di quanto Gennaro fosse speciale per tutti noi, gli amici delle panchine estive. Ogni volta che ci riunivamo, non era solo un ritrovo: era un’occasione per condividere risate, confidarsi, sentirsi parte di una grande famiglia. Adesso, ci mancheranno i suoi racconti e la sua risata contagiosa. Ma porteremo sempre con noi i ricordi delle serate trascorse insieme, e per questo gli saremo eternamente grati. Gennaro rimarrà nel nostro cuore, un amico indimenticabile delle panchine estive, di piazza municipio. Riposa in pace, caro amico”.

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Cronaca

Pimonte, tentata estorsione con metodo mafioso ad un imprenditore: arrestato il responsabile

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Blitz dei carabinieri di Torre Annunziata, che nel corso della mattinata odierna hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di una persona gravemente indiziata del reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.

In particolare, le indagini hanno consentito di accertare che l’indagato avrebbe minacciato il titolare di una ditta che stava eseguendo lavori di adeguamento di un campo sportivo, intimandogli di pagare una tangente per poter proseguire i lavori.

Pertanto, tale minaccia sarebbe stata perpetrata evocando la forza intimidatrice dei clan camorristici della zona di Pimonte. Ora l’indagato è in carcere in attesa di giudizio.

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